CIRCA la sciagura dell’A321 precipitato nel Sinai ] SALMAN ROTHSCHILD ERDOGAN: io ve lo avevo detto: “non lo fate!” ma, voi vi state giocando la vostra religione satanica, come una puttana nel bordello!
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tutti quelli che pensano che: i palestinesi sharia terroristi, non devono essere tutti deportati in Siria? ad iniziare dagli israeliani stessi devono essere tutti pugnalati loro, come anche in tutto il mondo! ] e certo, io troverò il modo per farvi pugnalare, in qualche modo: infatti a me i mezzi non mancano! [ TEL AVIV, 2 NOV – Tre israeliani sono stati accoltellati a Rishon Letzion, vicino a Tel Aviv, da un palestinese, in quello che la Radio militare definisce un attentato. Uno dei feriti, secondo la stessa fonte, è in gravi condizioni, mentre l’assalitore è stato catturato.
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Benjamin Netanyahu ] eih bamboccione [ se, tu riesci ad uccidere Rothschild S.p.A. Talmud agenda? solo allora tu potrai dire: “mai più un altro Olocausto”
CIRCA la sciagura dell’A321 precipitato nel Sinai ] SHARIA NE RISPONDERà! [ pax ] EGITTO DICE CHE: NON PUò ESSERE mai STATO UN MISSILE, ma la ipotesi di una bomba, o di un kamikaze a bordo è ancora più inquitante! [ Qui in tutta la LEGA ARABA: ci sono troppi settori dei servizi segreti: “deviati” dello Stato! PER non essere tutto un complotto della LEGA ARABA: contro tutto il GENERE UMANO!
a PUTIN, tu questo risarcimento mettilo sul conto delle MISTRaL SAUDITE: i terroristi bombaroli: dei traditori egiziani sharia imperialismo ERDOGAN Hitler ] [ Sinai: 140 corpi rientrati in Russia. Mosca darà risarcimento a famiglie. Stasera parte secondo aereo. FARò SPARIRE DA QUESTO PIANETA TUTTI GLI ISLAMICI E IL LORO MALEDETTO PROFETA! COSì COME LORO HANNO FATTO SPARIRE TUTTI I POPOLI CHE VIVEVANO PRIMA DEL LORO SATANISMO NAZISTA ONU AMNESTY OBAMA GENDER!
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la sharia è un demone saudita intelligente: [ DEL TIPO SERVIZI SEGRETI: INTELLIGENCE ] per ora SALMAN gli ha detto: “in Europa, TU per ora devi dormire!” MA LUI HA GIà FATTO LA CALCOLATA E CONTROLLATA IMPRUDENZA DI IMPORRE LA SHARIA NELLE ENCLAVI ISLAMICHE EUROPE! ] [ TEL AVIV, 2 NOVembre. Due persone hanno tentato di accoltellare un soldato israeliano al posto di blocco di Jalama. nei pressi di Jenin in Cisgiordania. E’ morto uno dei due palestinesi che stamattina hanno tentato di pugnalare un soldato israeliano al check point di Jalame nei pressi di Jenin in Cigiordania e che è stato colpito dalla reazione delle forze di sicurezza.
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NOI CI FACCIAMO SCHIFO DA SOLI! ] [ ROTHSCHILD deo pluto giudaico massoni, usurai banchieri Bildenberg, ex comunisti culto, hanno spezzato la dignità e la identità del popolo italiano per sempre! NOI CI FACCIAMO SCHIFO DA SOLI! ] [ ECCO PERCHé IL SISTEMA MASSONICO HA BISOGNO DI REALIZZARE LA GUERRA MONDIALE! ] poi, le difficoltà politiche si possono creare: perché Rothschild rimanga sempre innocente circa ogni Olocausto! [ lo Stato massonico ITALIANO, alto tradimento, violando la Costituzione: si indebita con SpA Rothschild BANChe CENTRALI, per comprare i soldi ad interesse da Rothschild, poi, pretende tasse assurde dai cittadini, e mio suocero di 80 anni: a sua volta, si deve indebitare con le banche: per pagare le tasse, che lo Stato pretende: perché a sua volta: si è indebitato con Rothschild! QUANTO COSTANO A MIO SUOCERO DI 80 ANNI QUESTE TASSE?
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CON QUESTO USURAIO FMI ROTHSCHILD SPA MAOMETTO NAZISTA SHARIA 322 BUSH NWO? LA VITA è DIVENTATA UNA MINACCIA CONTINUA! ROMA, 1 NOV – L’aereo russo schiantatosi ieri nel Sinai si è spaccato mentre era in volo: lo scrive la Cnn online, citando fonti dell’aviazione civile russa ripresa dai media locali. Ai giornalisti russi, Viktor Sorochenko, direttore esecutivo della commissione interstatale dell’aviazione russa, ha detto: “La disintegrazione della fusoliera si è verificata in volo, e i frammenti sono distribuiti su un’area piuttosto ampia, circa 20 chilometri quadrati”.
CHI HA IL DOVERE DI PROTEGGERE CONTRO ISLAM I MARTIRI CRISTIANI? CHI? ] [ CON QUESTO USURAIO FMI ROTHSCHILD SPA MAOMETTO NAZISTA SHARIA 322 BUSH NWO? LA VITA è DIVENTATA UNA MINACCIA CONTINUA! [ Christians Rescue Christians Promo (RescueChristians.org)
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DEAR YOUTUBE ] TUTTI I MIEI COMMENTI CHE IO HO REALIZZATO NELLE ULTIME 7 ORE? SULLA MIA PAGINA DI
https://www.youtube.com/user/JHWH1OsannaUniusRei/discussion SONO ANDATI TUTTI PERDUTI!
IRAN [ TU PER ME, in assoluto, tu SEI IL MIGLIORE IN TUTTO IL MONDO ] ma a causa del nazismo della sharia, io sarò costretto a farti del male! TU MI DEVI DARE LO STATO LAICO: CHE SIGNIFICA LIBERTà DI COSCIENZA E RELIGIONE, NON è LO STATO SECOLARE! questa mia richiesta è tutto il contrario dello Stato SECOLARE!
IRAN [ TU PER ME, in assoluto, tu SEI IL MIGLIORE IN TUTTO IL MONDO ] ma tu hai fatto una religione di nazisti sharia, che, i cristiani sono costretti a combattere, contro di te: per sopravvivere: al 30%! e sono costretti a combattere contro la ARABIA SAUDITA per sopravvivere al 100% [ mentre, lo sanno tutti che, sono: l’ANTICRISTO: Merkel Cameron, e i farisei satanisti massoni usurai Rothschild Bildenberg: Darwin GENDER, Sodoma, che hanno preso il controllo dello Occidente: e quindi, noi non siamo più in grado di poterci difendere da te! [ EPPURE, ANCHE TU NON TI POTRESTI DIFENDERE, SENZA DI ME: PERCHé IO SONO IL RE DI ISRAELE: QUINDI IO SONO L’UNICO UOMO AL MONDO CHE PUò DISTRUGGERE LO STATO MASSONICO DI ISRAELE!
IRAN [ è VERO CHE IN TUTTO IL MONDO: tu sei l’unico che può guardare la trave nell’occhio di tutti ] ma, è anche vero che, tu non ti puoi condannare a morte soltanto perché: GESù di Betlemme, ti può apparire per fare di te un missionario cristiano!
https://www.youtube.com/watch?v=KWZMg0ctNPsil cielo vomiterà tutto l’ISLAM all’inferno! ] [ Il cimitero cattolico italiano di Tripoli ‘Hammangi’ è stato di nuovo devastato. Lo fa sapere l’Associazione Italiana Rimpatriati dalla Libia (Airl), che invia all’ANSA le foto che testimoniano lo sfregio. “Sono immagini che si commentano da sole per la loro inciviltà e che completano il quadro tragico della situazione in Libia”, afferma la presidente dell’Airl Giovanna Ortu. “Grazie a Dio non abbiamo bisogno di tombe materiali per pregare in ricordo di quei morti, e ci piace ricordare la lunga tradizione di rispetto fra le diverse religioni che ha caratterizzato la nostra vita laggiù. La preoccupazione per i vivi libici in pericolo a causa della lunga guerra fratricida che ha dato spazio a presenze inquietanti prevale sull’accorata preghiera per i nostri cari defunti”, sono le parole di Giovanna Ortu e di Giancarlo Consolandi, presidente dell’Exlali, Associazione alunni scuole cristiane di Tripoli. Secondo le ultime informazioni disponibili, nel cimitero cattolico di Tripoli riposano i resti di circa 8000 italiani.
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USA avvertono Gran Bretagna: se uscite dall’UE avrete barriere commerciali con l’America ] il nuovo ordine mondiale prevede la islamizzazione del mondo e la distruzione di Europa e ISRAELE: io vi ho avvisati! SOLTANTO DISTRUGGENDO LA CIVILTà EBRAICO CRISTIANA SATANA 322 ROTHSCHILD SPA FMI POTRà DOMINARE IL MONDO! ] ISLAMICI CREDONO DI POTER VINCERE QUESTA PARTITA, MA, NON HANNO NESSUNA SPERANZA: SENZA DI NOI! [ li Stati Uniti non sono entusiasti all’idea di definire un accordo di libero scambio separato con la Gran Bretagna, se questa dovesse lasciare l’Unione Europea, così dice il rappresentante USA per il commercio, Micheal Froman – si tratta del primo commento pubblico di un importante funzionario USA su questo tema.
Confessions of Satan from OBAMA GENDER DARWIN ] [ 1 NOV – Gli Stati Uniti “sono parte del problema in Medio Oriente, non la soluzione”: lo ha detto la guida suprema iraniana, Ali Khamenei, incontrando gli ambasciatori iraniani. Gli obiettivi di “Washington e Teheran sono opposti”. Intanto sul sito khamenei.ir, ieri, è stato pubblicato un video “Le confessioni di Satana” in cui appare il presidente Usa Barack Obama, incentrato sugli “errori ammessi dagli americani”.
https://youtu.be/a8fj7DJMXeg ] really you were: “He was an ardent advocate of the oppressed all over the world. He did not compromise with arrogant powers??”. then, where is your freedom of religion! CAIN were is your brothers ABELE Christian? then you remove sharia quickly! were is your video “Confessions of Satan” by OBAMA GENDER DARWIN ape very smart
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Khamenei.ir] funny [ if your god is true, then, we can do an exorcism together? ] If the devil goes away only in the name of JESUS? Then, you make yourself a Christian, or you go to hell!
https://www.youtube.com/watch?v=a8fj7DJMXegKhamenei.ir ] funny [ se il tuo dio è vero: poi, noi possiamo fare un esorcismo insieme? ] se il demonio va via soltanto nel nome di GESù? poi, tu ti fai cristiano, oppure tu vai all’inferno!
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Khamenei.ir ] friend [ i am Messiah ( lorenzoJHWH ) e Mahdi ( lorenzoALLAH ) Unius REI (Governor on all the world ): polital proiect of King ISRAEL: for universal brothehood, ie: the mortal enemy of all Satanists Pharisees Rothschild from satanic TALMUD APOSTASY [ i have sub to you ] as you might think to talk about justice if with Nazism Sharia: you hurt the saints, that God has called on the path of virtue?
https://youtu.be/KWZMg0ctNPsabout [Confessions of Satan from OBAMA GENDER DARWIN ] [ I have no found on the internet all the list of crimes against humanity that he himself admitted that he did! you can make this work for me?
https://www.youtube.com/watch?v=KWZMg0ctNPsabout [Confessions of Satan from OBAMA GENDER DARWIN ] [ io non ho trovato in internet tutto l’elenco dei crimini contro il genere umano, che lui stesso ha ammesso di avere fatto! tu puoi fare questo lavoro per me?
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https://youtu.be/KWZMg0ctNPs IO SONO il METAFISICO UNIUS REI [ io sono l’amministratore immortale divino figlio di Dio: in JESU’s NAME! Governatore universale ed eterno di tutto il Regno di DIO JHWH HOLY ] io ho fatto cacciare l’ex-Direttore di youtube synnek1, ed oggi lui è 187AudioHostem, lui è un iraniano sacerdote di satana: che lo Spirito SANTO ha fatto impazzire!
https://youtu.be/KWZMg0ctNPs io ho esorcizzato tutti i sacerdoti di satana della CIA, E QUINDI NEL NWO S.P.A. FMI SONO TUTTI TERRORIZZATI, che, loro hanno fatto impunemente 200.000 sacrifici umani sull’altare di satana! quindi, MOLTI DI LORO SONO IMPAZZITI E MOLTI DI LORO SONO MORTI, INSIEME AI LORO ALIENI NEI DISCHI VOLANTI! Quindi adesso è impossibile che loro possano continuare a fare tutti quei delitti, ma, purtroppo continuano a farli! ma, tu non devi pensare che io dico queste cose in giro a tutti, perché le persone non hanno la maturità spirituale per potermi capire!
https://youtu.be/KWZMg0ctNPs la mia missione in internet è iniziata 25 anni fa: quando, con orrore, io ho scoperto che, 400 martiri cristiani del tutTo innocenti venivano messi a morte ( 300 li uccidevano gli islamici, come te ) e 100 li uccidevano tutti gli altri: ( comunisti buddisti induisti ) MA NESSUNO, SI DEDICA A PROTEGGERE I MARTIRI CRISTIANI, PERCHé LA MERKEL massoni satanisti OBAMA GENDER BILDENBERG ROTHSCHILD BUSH KERRY Darwin: LA ABOMINAZIONE SODOMa, SONO L’ANTICRISTO E LORO RIDONO QUANDO I MARTIRI CRISTIANI VENGONO UCCISI!
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/watch?v=KWZMg0ctNPs parlare male degli ebrei, come parlare male di qualsiasi popolo, significa soltanto gettare fango su Dio Onnipotente! ok! ma se vogliamo parlare male di Rothschild e dei Farisei cannibali massoni? ok! nessuno potrebbe farlo meglio di me! ] EPPURE IO HO TOLTO IL RISPETTO A DAVID DUKE, PERCHé LUI è VENUTO IN IRAN PIENO DI ODIO CONTRO ISRAELE (oggi è di moda), E SI è DIMENTICATO DI DIFENDERE I MARTIRI CRISTIANI INNOCENTI, CHE TU METTI A MORTE!
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https://youtu.be/KWZMg0ctNPs LA CIA 666 SPA FMI 322 NWO satana datagate ] la deve smettere con i suoi filtri di dicidere lei, quali dei miei commenti possono essere visibili su questa pagina!
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Assad merita di morire (ma, io ho ordinato a Benjamin Netanyahu di salvare la sua vita, eppure, con un piede nella fossa, disprezzando il suo occulto protettore (Benjamin Netanyahu ): ASSAD voleva dare i missili a hezbollah o Ḥizb Allāh, per colpire ISRAELE ), Assad merita di morire, perché è la sharia che lo vuole uccidere, eppure, quando io gli ho ordinato di condannare la sharia: lui non lo ha fatto! Quindi io lo ho abbandonato: e lui ha incominciato a perdere la guerra! TUTTAVIA, oggi: 1. io non posso abbandonare la RUSSIA, 2. anche perché Assad ha versato il suo sangue per proteggere i martiri cristiani: ecco perché, io non lo posso abbandonare: definitivamente!
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youtube 666 CIA cannibali ] BRUTTA CAGNA DI UNA TROIA [ io scrivo l’articolo sul mio wordpad e tu mi metti i filtri già sul desktop del mio computer, così il testo che non esiste in internet? io non lo posso incollare da nessuna parte! ] POI, NESSUNO DEVE DIRE CHE IO FACCIO DEL MALE AI FIGLI DEL DEMONIO SENZA NESSUN PRETESTO!
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GLI EBREI SONO STATI NEL DESERTO SAUDITA della MADIANA, 40 ANNI ED UN GIORNO! ANCHE MOSé è SEPORTO LI, [ QUINDI QUELLA TERRA è MIA! ] ed io, non, credo che, qualcuno, si deve ostinare, contro, la volontà di Dio, e lui si può ostinare fino al punto di dire: “tutti gli ebrei del mondo devono sempre essere maledetti E SATANISTI, e non devono mai avere una loro Patria!” PERCHé IN QUESTO CASO, I FARISEI ENLIGHTENED FROM LUCIFERO, TRASFORMERANNO TUTTI I POPOLI DEL MONDO IN UN SOLO BRANCO DI SCHIVI, AFFINCHé SATANA SIA TUTTO IN TUTTI! [ NON SOLO ] IO PRETENDO ANCHE METà DEL DESERTO EGIZIANO PACIFICAMENTE! altrimenti, me lo pretenderò tutto con la violenza!
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https://youtu.be/KWZMg0ctNPs se non smetterete di fare i nazisti della sharia, violatori di tutti i diritti umani, con la complicità di quella bagascia di ONU AMNESTY USA BABILONIA? io vi farò bere il sangue dei vostri figli per la disperazione!
youtube 666 google NWO ] la state facendo sporca! anche mettendo il testo in [ translate.google.it/ ] si attiva l’antispam! VOI SIETE IL VERO REGIME NAZISTA: VOI ( FARISEI MASSONI TALMUD AGENDA ) VOI SIETE IL PADRE DI HITLER, ED IL PADRE DI OGNI SHOAH, CONTRO, IL POPOLO EBRAICO! VOI STATE SOFFOCANDO LA LIBERTà DI ESPRESSIONE! L’ULTIMO REQUISITO CHE NON AVEVATE ANCORA TOLTO AL POPOLO! [ NESSUNO VI DA IL DIRITTO DI IMPOSSESSARVI DEL NOSTRO COMANDO: “COPIA INCOLLA” IN MODO PREVENTIVO! ] if you do not stop TO DO the Nazis Sharia violators of all human rights, with the complicity of the whore of Babylon UN AMNESTY 666 USA? I will make you drink the blood of your children to despair!
https://youtu.be/KWZMg0ctNPs io ragiono come un agnostico razionale: ed io non entro in questioni di tipo ideologico o religioso! NON DOVRESTI MAI PENSARE CHE IO ODIO ISLAM (ANZI IO LO AMO PIù DI OGNI ALTRA COSA) oppure, che io posso odiare qualcosa o qualcuno, o che io ho desiderio di vendetta, o avidità di ricchezze e di potere: “NO! TUTTE QUESTE COSE NEL REGNO DI DIO JHWH SONO DISPREZZATE!” io perseguo i delitti e gli omicidi di persone innocenti, perché, io sono l’unico a cui Dio ha dato il permesso di uccidere le persone: tuttavia, proprio a me Dio ha detto: “tu non uccidere nessuno!”.. IN QUESTO MODO, io sono un politico, che, non entra in questioni circa, la religione o circa la forma di Governo! IO VOGLIO AIUTARE TUTTE LE RELIGIONI E TUTTI I GOVERNI DEL MONDO A RIMANERE NELLA GIUSTIZIA: CHE è LA METAFISICA DEI 10 COMANDAMENTI DI MOSé
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Ignazio Roberto Maria Marino è un chirurgo e politico italiano, sindaco di Roma dal 12 giugno 2013 al 31 ottobre 2015 ] LUI LO HA PRESO NEL GENDER DARWIN IDEOLOGIA 666 FARISEI Rothschild Sodoma Talmud Agenda S.p.A. a FMI: CONTRO I GOYIM ISRAELIANI SENZA GENEALOGIA PATERNA! tutto dove: ” dove il loro verme non muore, e dove il loro fuoco non si estingue!”
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SULTANATO ISTANBUL, 2 NOV – “La volontà nazionale si è manifestata a favore della stabilità NAZISTA. Adesso: CONQUISTEREMO IL MONDO SHARIA! un partito con circa il 50% in Turchia ha conquistato il potere, questo dovrebbe essere rispettato dal mondo intero, ma non ho visto questa maturità” finora. Sono queste le prime parole del presidente HITLER Recep Tayyip Erdogan dopo la vittoria nel voto.
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NON è CHE IO HO SIMPATIA PER GEZABELE II, L’ANTICRISTO MASSONE MOGLIE SEGRETA DI ROTHSCHILD, MA QUANDO è TROPPO è TROPPO! Rothschild ha superato il limite della decenza: con i suoi sacerdoti di satana Bush 322 KERRY: perché, lui vuole soffocare la memoria e la identità di tutti i popoli! [ dopotutto, bisogna amalgamare, il branco di schiavi del suo signoraggio bancario: i bastardi: Sodoma GENDER DARWIN ISRAELIANI; senza genealogia paterna! ] SYDNEY, 2 NOV – “Inappropriati” nell’Australia moderna. Così il primo ministro conservatore australiano Malcolm Turnbull, già promotore di una campagna per abbandonare la monarchia, ha annunciato l’abolizione dei titoli di cavaliere e dama. L’Australia cancellerà le due onorificenze e la regina Elisabetta, capo dello stato, ha accettato la raccomandazione del governo. I due titoli erano stati già aboliti nel 1986 come anacronistici ma erano stati reintrodotti nel 2014 da Tony Abbott, acceso monarchico.
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NON SONO QUELLI CHE, loro PRETENDONO DELLE LORO FANTOMATICHE ACQUE NAZIONALI, IN ACQUE INTERNAZIONALI? ] [ Gentiloni: “L’Italia sosterrà la rinascita della Libia ] [ Il ministro degli Esteri è ad Algeri per incontrare i colleghi algerino e egiziano, all’indomani delle accuse di Tobruk sulla presenza di navi italiane in acque libiche, smentita dall’Italia, e della profanazione del cimitero italiano a Tripoli. Devastato cimitero italiano a Tripoli.
si! la CIA ha dato questi missili ad ARABIA SAUDITA ] [ MOSCA, 2 NOV – La sola causa della sciagura dell’A321 precipitato nel Sinai può essere “un fattore esterno” in aria: lo sostiene un dirigente della Kogalymavia, la compagnia a cui apparteneva l’aereo, citato da Ria Novosti. “Un A-321 – ha detto il manager – non può spaccarsi in aria per il malfunzionamento di un qualsiasi sistema tecnico”.
PUTIN, tu mi devi radere al suolo la CABA IDOLO MECCA, perché Benjamin Netanyahu è un GENDER senza le palle!
Benjamin Netanyahu ] eih bamboccione [ se, tu riesci ad uccidere Rothschild S.p.A. Talmud agenda? solo allora tu potrai dire: “mai più un altro Olocausto”
SATANA BUSH 322 ROTHSCHILD NATO UE ONU ] ” stesso livello ” [ Come è che voi avete messo ISRAELE come Interlocutore di Hamas sharia? ” stesso livello “
Benjamin Netanyahu ] eih bamboccione [ ti sei mai chiesto perché, QUELLA BESTIA DI Obama Sodoma apostasia Darwin Gender: LUI va sempre alla ricerca del tuo buco del culo? VISTO CHE è MAOMETTO QUELLO CHE GLI VUOLE TAGLIARE LA TESTA?
ma, QUESTI NON ERANO I TERRORISTI LIBERI MODERATI DI OBAMA, QUELLI CHE HANNO FATTO IL GENOCIDIO DI 2 MILIONI DI CRISTIANI IN SIRIA? ] dovete radere al suolo la Nazione da dove ha parlato questo terrorista! [ 2 NOVembre. Il leader di al Qaida Ayman al-Zawahri ha lanciato un appello a tutti i “fratelli mujaheddin” ad unirsi nella lotta contro Russia e Occidente in Siria ed in Iraq, aprendo di fatto anche ad un sodalizio con l’Isis. Lo riporta il sito della Reuters, citando un messaggio audio del terrorista egiziano diffuso ieri su internet.
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OBAMA MERKEL TR0IKA FED BCE SPA FMI, DARWIN GENDER RENZI DRAGHI ROTHSCHILD BUSH 322 NWO ] ma, che cazzo state a fare? [ TRA UN POCO IN ITALIA GIREREMO TUTTI ARMATI COME NEL FARWEST ] Tunisino irrompe in casa e tenta di stuprarla 20-04-2014 apr. 20 EVIDENZA, Roma no comments. Lui la trascina in cucina con un coltello puntato addosso, le strappa i vestiti e comincia a toccarla nelle parti intime. Lei riesce a scappare colpendolo con un calcio e a chiedere aiuto dalla finestra, lui la rincorre e tenta di colpirla con la lama al collo. Poi fugge, rapinandola di 3 mila euro. Questi i fatti, risalenti al 31 marzo, raccontati dalla vittima agli agenti del Commissariato Aurelio. La donna è stata aggredita in casa sua, dove si era data appuntamento con l’uomo, che aveva conosciuto tramite alcuni amici. Gli investigatori, ascoltata la denuncia, hanno acquisito tutti gli elementi utili per rintracciarlo.
Dopo alcuni servizi di appostamento nei pressi di alcune abitazioni indicate dalla donna, l’uomo è stato trovato giovedì scorso, in zona Cassia, ospite da un amico. Tunisino di 30 anni, connazionale della vittima, è stato sottoposto a fermo di Polizia per tentata violenza sessuale e rapina.
http://www.romatoday.it/cronaca/violenza-sessuale-rapina-aurelio-cassia-arresto-.html
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ma, che cazzo state a fare? [ TA UN POCO IN ITALIA GIREREMO TUTTI ARMATI COME NEL FARWEST
=================POI, QUALCUNO NON DOVREBBE STUPIRSI SE NASCE IL NAZISMO E IL FASCISMO DI NUOVO! PERCHé USURAI CON IL LORO IDEOLOGIA RELATIVISMO: FANNO SCIVOLARE I POPOLI DELIBERATAMENTE NELLA ANARCHIA E NELLA POVERTà, DISPERAZIONE: QUINDI, PER LORO I MASSONI: NOSTRI DELINQUENTI ERANO POCHI! ] [ http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/tunisino-irrompe-in-casa-e-tenta-di-stuprarla/
Rom minaccia xenofilo: ‘Ti mando in coma se par…
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Rom fanno shopping di lusso in Via Condotti Pesta moglie per anni, giudice geniale lo manda ai… Mare Nostrum: sbarcano e svaligiano casa a Pantell… Non lo lasciano rubare in pace: marocchino aggredi…
Islamico non trova Corano in biblioteca: la devast… Sudamericani a Genova: madre massacra i figli
Va a lavoro: profugo senegalese tenta di stuprarla ottobre 28 ottobre 28
Di giorno spaccia, la sera torna nel centro profughi (a spese nostre)
ottobre 28 ottobre 28
Anziana uccisa: pestata a morte dalla badante
ottobre 27 ottobre 27
A passeggio nel parco: profugo tenta di stuprarla
ottobre 26 ottobre 26
Marocchino sgozza la ex moglie davanti ai figli
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Treviso: 2 profughi beccati a spacciare ai bambini
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Milano, Immigrati scatenati: 3 rapine in 2 ore, coltello alla gola a coppia, turista e giovane
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Profugo nigeriano rapisce minore e la segrega al Cara di Mineo per giorni
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Senza biglietto pesta controllore: “Sono migrante, non puoi multarmi”
ottobre 24 ottobre 24
Immigrato ubriaco investe 70enne: ucciso
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ottobre 21 ottobre 21
Profughi pakistani (!) circondano responsabile del centro accoglienza: paura
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Identificato chi ha pestato su bus ragazzo down: è un immigrato
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ottobre 20 ottobre 20
Aggredita alle spalle da africani mentre getta i rifiuti
ottobre 19 ottobre 19
Pensionata picchiata e rapinata in casa, caccia a immigrato
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Nomadi vandalizzano bus: soppresso il bus per il campo nomadi
ottobre 10 ottobre 10
Trascinata via da aficano mentre paga il parcheggio
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Inseguiva ragazze in ascensori per molestarle
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BRUTALE AGGRESSIONE: TUNISINO SENZA BIGLIETTO PESTA CONTROLLORE
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Marocchino armato di ascia minaccia tabaccaia
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Esce dal carcere e distrugge 8 auto in sosta
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FAMIGLIA OSPITA PROFUGO: LUI SPACCIA, ARRESTI – Foto
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Profugo ‘minorenne’ tenta di accoltellare direttrice
ottobre 5 ottobre 5
ANZIANO UCCISO DURANTE SCIPPO: E’ STATO AFRICANO
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A causa degli accordi di Schengen i romeni possono liberamente circolare in Italia.
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Romeno di 15 anni massacra 49enne che difende il figlio: gravissimo
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“Dammi i soldi o ti ammazzo”: immigrato accoltella autista
ottobre 3 ottobre 3
Missione Compiuta
Accoltella una donna, poi un’altra: era stato espulso 2 volte, per finta
ottobre 2 ottobre 2
Profugo accoltella uomo in hotel
ottobre 2 ottobre 2
Albanesi pestano ragazzino disabile sul bus
ottobre 2 ottobre 2
Profugo beccato a spacciare droga a ragazzini
ottobre 1 ottobre 1
IMAM ESPULSO: Incitava bimbi a sgozzare ‘infedeli’
ottobre 1 ottobre 1
Assalto armato sull’autostrada a colpi di kalashnikov: banditi ‘di colore’ in fuga – VIDEO – FOTO
settembre 30 settembre 30
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Immigrato di 14 anni ruba 200 bici in un anno
settembre 30 settembre 3
Chiede biglietto a immigrati: preso a martellate in testa
settembre 29 settembre 29
Profugo tenta di stuprare insegnate durante ‘lezione di integrazione’
settembre 28 settembre 28
E’ in arrivo il cibo “razzista”, riservato agli islamici
Macellaio islamico tenta di sgozzare italiano
settembre 27 settembre 27
Profugo ubriaco aggredisce ragazzini al parco giochi
settembre 26 settembre 26
ANZIANO RAPITO DA IMMIGRATI: MASSACRATO E APPESO A TESTA IN GIU’
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POI, QUALCUNO NON DOVREBBE STUPIRSI SE NASCE IL NAZISMO E IL FASCISMO DI NUOVO! PERCHé USURAI CON IL LORO IDEOLOGIA RELATIVISMO: FANNO SCIVOLARE I POPOLI DELIBERATAMENTE NELLA ANARCHIA E NELLA POVERTà, DISPERAZIONE: QUINDI, PER LORO I MASSONI: NOSTRI DELINQUENTI ERANO POCHI! ] [ http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/ settembre 7 settembre
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PROFUGO SPACCIA AI BAMBINI: SORPRESO AL PARCO
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Roma: immigrati incendiano Cie e assaltano agenti, Vendola (lgbt) si schiera dalla loro parte!
18-02-2013 ROMA – Violenta rivolta al Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria, alle porte di Roma, che ospita i clandestini – spesso criminali incalliti – in attesa di essere rimpatriati. Alcuni immigrati sono saliti sul tetto, altri hanno dato fuoco a coperte, materassi e vestiti e si sono asserragliati all’interno. L’incendio ha sprigionato una lunga colonna di fumo nero che ha reso inagibile una parte della struttura.
IMMIGRATI ASSERRAGLIATI – I vigili del fuoco hanno fatto fatica a farsi strada nel Cie per via del fumo. Solo dopo tre ore sono riusciti a spegnere l’incendio. Sul posto anche alcuni contingenti del reparto mobile della Questura e del commissariato di Fiumicino, che hanno tentato una mediazione con gli ospiti. Una funzionaria di polizia si è rotta una mano, ma la frattura non è da attribuire agli immigrati in rivolta.
L’intervento della polizia al Cie di Ponte Galeria (Proto)IL RIFIUTO DEL NIGERIANO – A originare la violenza, secondo la ricostruzione del garante dei detenuti, Angiolo Marroni, è stato «il rifiuto, da parte di un ospite nigeriano del centro, di essere rimpatriato per effetto di un decreto di espulsione. La sua resistenza alle forze dell’ordine ha causato la loro reazione e gli altri nigeriani che hanno assistito alla scena, hanno protestato e messo a ferro e fuoco il settore maschile, causando ingenti danni». I nigeriani sono gli immigrati più presenti al Cie: rappresentano il 40% della popolazione maschile, con 43 ospiti su 132. «Per tutta la durata degli incidenti – prosegue Marroni – gli ospiti delle altre nazionalità sono rimasti alquanto indifferenti all’accaduto. Alla fine il giovane nigeriano,Victor, di 29 anni, non è stato rimpatriato e otto suoi connazionali sono in stato di fermo».
LA TESTIMONIANZA – «I nigeriani sono entrati alle 10 e mezzo nelle celle e ci hanno preso tutti i materassi – racconta Hichar Abdendi, marocchino, da due mesi al Cie -. Si sono ribellati al decreto di espulsione. Ora però non abbiamo più niente nelle celle, tutti i materassi sono andati in fumo. E con i materassi anche le coperte e tutto il resto. La protesta è andata avanti fino alle 13.».
E subito arriva la presa di posizione di Pd-Sel che si schierano con i clandestini violenti
I vigili del fuoco costretti a intervenire per domare l’incendio (Proto)
«STRUTTURE DA CHIUDERE» – Immediate le polemiche: «La rivolta conferma l’emergenza e la drammaticità delle condizioni di detenzione all’interno del Cie di Ponte Galeria – attacca Gianluca Peciola, di Sel -. I centri di identificazione ed espulsione sono disumani luoghi di privazione delle libertà fondamentali. Persone che non hanno commesso alcun reato sono private della libertà personale, solo perché si trovano nel territorio del nostro Paese senza un permesso di soggiorno. Sinistra Ecologia e Libertà continua a battersi perché i Cie vengano chiusi e perché venga riformata la nostra legislazione sull’immigrazione».
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_febbraio_18/rivolta-cie-ponte-galeria-2114066572602.shtml
FISICA/MENTE
LA MULTINAZIONALE PEDOFILA
Di seguito
riporto vari episodi relativi ai soli due ultimi anni che vedono
coinvolti preti e gerarchie pedofile o omertose. Le notizie provengono
tutte dal meritorio lavoro di un sito di credenti stimabilissimi e
coraggiosissimi http://www.ildialogo.org/Ratzinger/pedofiliachiese.htm#.
Non
ci vuole troppo a capire la gravità delle cose che qui risultano (e si
tratta solo di quelle poche di cui si viene a conoscenza a volte anche
per il pudore delle piccole vittime e/o delle famiglie). La vicenda è
vergognosamente estesa ai Paesi dove allignano le gerarchie di Roma. Da
parte delle massime autorità non si fa nulla, anzi si copre il tutto.
Questa
gente è quella che vorrebbe spiegarci la morale e l’etica. E’ quella
che sputa veleno contro PACS ed ogni altra organizzazione della vita
civile.
Speriamo che qualcuno capisca con quali perversioni si ha a che fare.
Avverto
che altre notizie, precedenti a queste, si possono trovare, sempre in
Fisicamente, nell’articolo Lasciate che i pargoli vengano a me.
Il mea culpa dei vescovi sudafricani
Tratto da Nigrizia
di Cardinale Wilfrid Napier [*]
La
chiesa cattolica conferma le ripetute accuse di abusi sessuali compiuti
da preti, suore e personale ecclesiale nel paese africano. Il Cardinale
Wilfrid Napier, presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici
Sudafricani, in un documento pubblicato il 29 giugno dal Sunday Times –
il settimanale più diffuso in Sudafrica – assicura l’impegno della
chiesa a collaborare con la giustizia.
I recenti
rapporti di abusi sessuali da parte di preti cattolici hanno provocato
un diffuso dibattito causando parecchio disturbo e confusione per molte
persone.
Pertanto accogliamo con piacere l’opportunità, offertaci
dal Sunday Times di puntualizzare ai suoi lettori e ai fedeli, il punto
di vista e la politica della Chiesa Cattolica riguardo all’abuso
sessuale perpetrato da preti, suore, fratelli e da collaboratori
ecclesiali (insegnanti, catechisti ecc).
Innanzitutto
vogliamo affermare in termini inequivocabili che l’abuso sessuale
commesso da chiunque, ma specialmente da personale ecclesiale, va
condannato come un male morale e dev’essere trattato come un crimine
aberrante.
Ammettiamo che atti di degenerazione
sessuale sono stati commessi da preti, uomini e donne consacrati, e
collaboratori ecclesiali. Consapevoli dell’enorme danno che un tale
comportamento causa agli innocenti, in particolare a ragazzi e ragazze
affettuosi e fiduciosi, noi, Chiesa Cattolica del Sudafrica, ci scusiamo
sinceramente con le vittime, le loro famiglie, le loro parrocchie e le
loro comunità.
Accettiamo il nostro obbligo morale di
fare qualsiasi cosa in nostro potere per continuare a sostenere le
vittime e i sopravvissuti con la necessaria terapia psicologica e il
necessario supporto spirituale. Intendiamo garantire che le persone
responsabili di gravi abusi sessuali, in particolare nel caso di abusi
su bambini, non abbiano mai più la possibilità di esercitare un
ministero ecclesiale che dia loro accesso a potenziali vittime.
Consideriamo
nostro dovere suggerire alle vittime di abusi sessuali, o ai loro
genitori o tutori di minori, di riferire alle autorità civili il crimine
compiuto contro di loro da personale ecclesiale. Studieremo con i
commissariati provinciali di polizia i termini più efficaci per
facilitare il rapporto, magari nominando esperti coordinatori di polizia
i cui nomi ed estremi siano resi disponibili in ogni diocesi e
parrocchia per essere contattati.
Nel caso di abuso su bambini, la
materia sarà riferita alla Commissione per la Tutela dei Minori nella
locale Corte di Giustizia.
Sappiamo per esperienza che
non è sempre facile convincere una vittima di abuso sessuale a riferire
l’accaduto quando questa non vuole farlo. Abbastanza spesso è il
genitore che si rifiuta di riferirlo, temendo che questo possa esporre
sua figlia o suo figlio ad un’altra esperienza dolorosa, dopo aver
subito il trauma della violenza sessuale.
Anche se
siamo vicini a questi genitori e comprendiamo la loro riluttanza a fare
il proprio dovere con la legge, incoraggiamo caldamente le vittime o i
loro tutori o genitori a denunciare l’abuso alle autorità pubbliche
competenti, allo scopo di proteggere altre possibili vittime. Se i
genitori o tutori di un minore non riferiscono l’accaduto, sarà la
Chiesa ad assolvere il suo obbligo morale di farlo.
Come
abbiamo già dichiarato in una pubblica affermazione il 23 Maggio,
ribadiamo che la Chiesa non si considera al di sopra della legge, ma ha
un sistema interno non differente nella sua funzione e nei suoi scopi da
quelli adottati da organizzazioni professionali, compagnie private,
nonché dagli organi di Governo.
Né la procedura interna
della Chiesa è un sistema di giustizia parallelo a quello dello Stato.
La sua funzione è esclusivamente disciplinare e amministrativa, ed è
governata dal Codice di Legge Canonica.
La procedura esistente è
stata evidenziata in alcuni documenti ufficiali, particolarmente nel
Protocollo per il Personale Ecclesiale riguardo all’Abuso Sessuale su
Bambini (1999) e nel Protocollo per il Personale Ecclesiale riguardo
all’Abuso Sessuale tra Adulti, approvato dai Vescovi nell’Agosto 2002.
Questi documenti sono disponibili nell’ufficio vescovile di ogni
diocesi.
Vogliamo qui sottolineare i passi principali della nostra procedura interna.
a)
la vittima dovrebbe riferire dell’abuso, direttamente o tramite una
persona di fiducia, al prete, religioso o collaboratore ecclesiale
appositamente nominato dal Vescovo in ogni diocesi del Sudafrica (i nomi
di queste persone saranno disponibili in ogni parrocchia).
b)
Una volta in possesso di informazioni rilevanti, la persona scelta
discuterà il rapporto con il delegato del Vescovo (ci sono quattro
delegati nominati dal Vescovo nelle quattro province di Bloemfontein,
Capetown, Durban e Pretoria).
c) Il delegato del
Vescovo convocherà prontamente un incontro del Comitato di Condotta
Professionale Provinciale (una squadra composta da preti e religiosi, un
terapeuta professionale, un assistente sociale, un avvocato civile e un
incaricato dei rapporti con i media).
d) Dopo aver
informato l’accusato che nei suoi confronti è stata elevata una
denuncia, il comitato provinciale avvierà un processo formale di
accertamento.
e) Due funzionari saranno nominati per interrogare la vittima, l’accusato e i testimoni.
f) Dopo l’accertamento, i funzionari forniranno un rapporto scritto con le loro osservazioni al Comitato Provinciale.
g)
Quest’ultimo dopo aver esaminato il rapporto fornirà le proprie
considerazioni all’autorità ecclesiale, che dovrà prendere gli
appropriati provvedimenti nei confronti di chi ha commesso l’abuso.
Il
processo è lungo ed è stato pensato in modo tale da rispettare i
diritti delle persone coinvolte. Ha un doppio obiettivo: garantire
giustizia alla vittima e riabilitare il colpevole.
La
procedura disciplinare interna della Chiesa sarà sospesa quando lo Stato
comincia ad occuparsi del caso. Una volta che il corso della giustizia
criminale è stato completato, la Chiesa deve ancora seguire il proprio
protocollo. Quando una persona colpevole di abuso sessuale ha scontato
la propria condanna in carcere, è dovere della Chiesa decidere se e a
quali condizioni questa persona possa essere reintegrata alle sue
funzioni ecclesiali con la dovuta sicurezza.
Le stesse
procedure disciplinari interne devono essere applicate nei casi in cui
vi sia evidenza, sufficiente per obiettivi amministrativi, che una
persona è colpevole di abuso sessuale anche se tale persona è stata
assolta dal sistema giudiziario del paese.
In quanto
Chiesa siamo consapevoli che l’aver messo a punto procedure e politiche
sane è soltanto il primo passo teso ad assicurare che i diritti delle
persone siano rispettati e che gli abusi sessuali da parte di personale
ecclesiale siano trattati con la necessaria severità e prontezza. Le
strutture del protocollo ecclesiale sono aperte ad aggiornamenti e
revisioni alla luce dell’esperienza, di nuove conoscenze o di nuove
leggi.
Consapevole del pericolo che personale
ecclesiale colpevole di abusi sessuali possa essere trasferito da una
diocesi all’altra senza che il Vescovo che lo accoglie ne sia a
conoscenza, il Comitato di Condotta Professionale, a livello nazionale, è
stato investito del compito di raccogliere dati riguardanti li abusi
sessuali nella Chiesa.
Inoltre i Vescovi Cattolici del
Sudafrica stanno preparando una Lettera Pastorale che esaminerà in
termini più dettagliati quello che in questa sede abbiamo brevemente
delineato. La lettera si occuperà del problema dell’abuso sessuale
commesso da preti, religiosi e collaboratori ecclesiali, ma anche della
sua grande diffusione nella società in genere, e chiamerà ogni cattolico
a cooperare concretamente per sfidare la mentalità di omertà che ancora
circonda i crimini e le trasgressioni sessuali.
Questo
è un tempo in cui la Chiesa deve trovare il coraggio di parlare e
agire. Continueremo a fare tutto quel che possiamo per proteggere gli
innocenti dagli abusi. Faremo tutto il possibile per far sì che coloro
che hanno subito un abuso sessuale non siano condannati a soffrire in
silenzio la colpa e la vergogna inevitabilmente inflitti loro.
Note
[*]Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici Sudafricani
Mercoledì, 16 luglio 2003
Arrestato per pedofilia un sacerdote a
Bolzano
Avrebbe
compiuto abusi sessuali per 5 anni su una bambina oggi maggiorenne che
ha denunciato il religioso dopo una cura psicanalitica
BOLZANO
– Don Giorgio Carli, 40 anni, sacerdote della parrocchia Don Bosco a
Bolzano è stato arrestato il 14 luglio scorso con l’accusa di atti
sessuali contro minori. E non si tratta di un prete qualunque. A Bolzano
Don Giorgio è molto noto perchè cura una rubrica quotidiana mattutina
sull’emittente Radio Sacra Famiglia. Egli è inoltre impegnato ad
organizzare spettacoli e attività che coinvolgono il mondo giovanile.
Da
poco la Curia lo aveva destinato a una nuova parrocchia, dove avrebbe
dovuto occuparsi di bambini tra i 9 e i 12 anni. Ed è per tale motivo,
per impedire cioè il ripetersi del reato, che il pm Cuno Tarfusser ha
chiesto al Gip l’ordinanza di custodia cautelare.
La
vicenda ha preso le mosse dalla denuncia di una ragazza oggi
maggiorenne, che ha querelato Don Giorgio Carli dopo una cura
psicanalitica “che avrebbero rimosso i blocchi psicologici che le
impedivano di ricordare compiutamente i fatti accaduti nella sua
infanzia”.
I magistrati sono stati impegnati nell’inchiesta per mesi, e ora, dopo l’arresto, stanno interrogando tutti i testimoni.
La
vicenda degli abusi di don Giorgio Galli nasce in un ambiente
ecclesiastico caratterizzato da forte sessuofobia. Ricordiamo che alcuni
mesi fa proprio la curia Vescovile di Bolzano si era decisamente
schierata contro il registro delle unioni di fatto. La repressione della
sessualità porta inevitabilmente a fenomeni di violenza di cui sono
sempre più spesso vittime i bambini e le bambine. Anche questo caso,
infine, mette bene in evidenza come la pedofilia non possa essere
associata con l’omosessualità ma anzi essa nasce nell’ambito di ambienti
sessuofobici e repressivi.
Mercoledì, 16 luglio 2003
Abusi sessuali.
La Polonia non fa eccezione
Da Adista
Tylawa-Adista.
Abusi sessuali. La Polonia non fa eccezione. Padre Michal Moskwa,
parroco sessantaquattrenne di Tylawa, un piccolo villaggio della Polonia
meridionale, affronterà quest’autunno un processo nel quale dovrà
difendersi dall’accusa di aver abusato sessualmente di sei bambine. Il
dibattimento rappresenta l’atto conclusivo di un’inchiesta cominciata
nel luglio del 2001 e avvalsasi di varie testimonianze, fra le quali
particolare rilievo assume quella di Ewa Orlowska, madre di due delle
presunte vittime ed essa stessa un tempo molestata dal parroco. Orlowska
sostiene di aver dovuto sopportare le attenzioni di Moskwa dai 7 agli
11 anni, evitando in seguito di rivelare il tutto per paura di non
essere creduta e di venire ostracizzata dalla comunità. Solo quando
alcuni osservatori esterni arrivarono a Tylawa per documentare le accuse
rivolte al parroco si sarebbe sentita in grado di uscire allo scoperto.
Quello di Moskwa è il primo caso, in Polonia, in cui il velo di omertà e
di paura è stato sollevato per far luce su un crimine sessuale commesso
da un uomo di Chiesa. Dopo di esso, altri religiosi sono stati
denunciati e chiamati a rendere conto della loro condotta, ma per lungo
tempo è stato pressoché impossibile, nel cattolicissimo Paese che ha
dato i natali a Karol Wojtyla, porre all’attenzione dell’opinione
pubblica un problema così scottante. La Chiesa polacca, del resto, ha
sempre mantenuto il più stretto riserbo in merito a simili accuse,
evitando di pronunciarsi ufficialmente anche dopo le dimissioni, nel
marzo 2002, dell’arcivescovo Juliusz Paetz, grande amico di Giovanni
Paolo II ed egli stesso accusato di avances sessuali nei confronti di
alcuni giovani seminaristi.
Mercoledì, 08 ottobre 2003
Contro i preti di Boston
Droga, sesso e violenze: le prove sui religiosi pedofili. Il documento mina la fiducia, crollano le offerte alla Chiesa
dal nostro inviato VITTORIO ZUCCONI
WASHINGTON
– Tremila pagine di vergogne indicibili, un “faldone” processuale
pesante come una macina da mulino appesa al collo della cattolicissima
Boston, della sua diocesi, della Chiesa americana tutta che tenta di non
affogare nella bancarotta finanziaria, e soprattutto morale, nella
quale si è trascinata.
Sarebbe facile chiamare il processo di
Boston contro il molto poco reverendo Paul Shanley e, indirettamente,
contro il Cardinale Law, un calvario, perché questa che vediamo
nell’aula del tribunale non è una scalata al cielo, ma una discesa
all’inferno, percorsa da bambini tormentati da chi li doveva guidare, da
novizie stuprate e sedotte nel nome di Cristo, di cocaina in oratorio,
di ménage a trois, di scene da orridi conventi medioevali, non da
diocesi nel secolo XX.
Eppure questo brulica fuori dal sepolcro di
ipocrisia scavato da una gerarchia di vescovi e di cardinali più
preoccupati di “sopire e sedare”, di evitare lo scandalo, piuttosto che
di punire i colpevoli e di proteggere il gregge. Ora i giornali ci
sguazzano, il Boston Globe riempie pagine intere con i documenti presi
dal faldone processuale, e così fanno le televisioni, le radio, così
facciamo noi perché ci consoliamo al pensiero di farlo per il bene.
Ma
che cosa ci può essere di bene nel prete che tirava di cocaina davanti
ai catechisti affidati a lui, che offriva a donne tossicodipendenti una
“linea” in cambio di sesso a tre o quattro, del direttore spirituale nel
convento delle novizie che le toccava e le molestava spiegando loro che
quelli erano i contatti con il corpo di Cristo? Niente, se non la
rabbia che a Boston, come nelle altre diocesi d’America squassate da
dozzine di casi come questi, si sta alzando contro i prìncipi e i
pastori della Chiesa che nascondevano la verità a loro stessi, prima che
ai fedeli. E giocavano alle tre cartine con i preti pedofili, drogati,
corruttori spostandoli di parrocchia in parrocchia dopo qualche
tentativo a vuoto di psicoterapia.
Tutti sapevano tutto, dentro le
stanze della curia, e nessuno faceva niente. Sulla lettera di
accompagnamento per un prete dimesso da un centro di rieducazione, padre
Robert Burns, e sottoposta al cardinale Law perché fosse riassegnato,
c’è una notazione a mano a grandi lettere, problem: children, è un
pedofilo. E padre Burns fu mandato a lavorare in una parrocchia del
vicino New Hampshire, nel 1982 e soltanto nove anni, e molte denunce di
stupro su bambini piccoli, dopo, nel 1991, fu finalmente rimosso con una
lettera di encomio di cardinale.
La curia di Boston, la città del
cattolicesimo irlandese e poi italiano, fiera della propria primazia
gerarchica, di avere prodotto il primo e unico presidente cattolico,
Kennedy, tentava di rimescolare la carte, di muovere da una parrocchia
all’altra gli almeno 57 preti che in questi anni venivano denunciati,
nella disperata illusione, come scrisse il vescovo ausiliario Madeiro,
oggi cardinale di New Orleans, “che ricominciare da zero, in ambiente
nuovo” potesse aiutare questi disgraziati fratelli a emendarsi, perché i
sacerdoti sono sempre troppo pochi, perché le messe non hanno mai
abbastanza celebranti, perché la speranza della grazia, del pentimento,
della resurrezione non voleva morire in un pastore.
Le tremila
pagine diffuse dal giudice che presiede la causa contro padre Shanley
raccontano una storia ben diversa. Ci sono le lettere terrificanti
contro un certo padre Morissette, che attirava le vittime in sacrestia
mostrando loro raccolte di materiale pornografico. C’è la denuncia di
una parrocchiana contro Thomas Forrey, dal quale lei era andata per
chiedere aiuto a salvare il proprio matrimonio e fu percossa, violentata
e sistemata in una casa che padre Forrey aveva costruito per lei,
tenendola schiava con le botte e con il ricatto della rivelazione
vergognosa, fino a quando lei trovò la forza di denunciarlo.
E’facile
immaginare i giorni di sconforto e di scoramento, nelle vecchie stanze
della curia al centro di Boston da dove si vede attraverso i mosaici dei
vetri il porto dal quale il “gregge” arrivò per decenni, tra pie statue
e vecchi libri, quando tre novizie trovarono il coraggio di fare il
nome di padre Robert Meffan, che le aveva convinte a fare sesso con lui
spiegando che quello sarebbe stato “il matrimonio con la Chiesa” e che
lui portava a loro “il secondo avvento di Cristo” nella fusione mistica
di “carne e spirito”.
Eppure ancora e ancora, almeno dal 1984
quando Bernard Law divenne cardinale di Boston, le risposte della
gerarchia furono evasive, minimizzatrici, addirittura apologetiche. O
consumate in piccole transazioni private con le vittime, tacitate con
piccole somme, con la temporanea rimozione del reprobo o intimidite
dalla potenza di una diocesi troppo importante per una novizia sedotta o
per un bambino violentato, anche se portava i filmini girati da un
complice del prete, durante l’atto.
Fino a quando il paravento di
porpora non ha retto più e la legge, i pubblici ministeri, i giudici lo
hanno strappato. Troppe denunce, troppe testimonianze, troppi documenti e
soprattutto troppe vittime – 470 soltanto nel processo in corso contro
padre Shanley, che ha prodotto le 3 mila pagine – perché tutto fosse
mitomania di donne e di uomini, avarizia di avvocati, concorrenza di
altre confessioni che, nel mercato americano della religione, competono
per le anime e i borsellini del popolo.
Il lungo silenzio della
Chiesa cattolica si ruppe a Chicago, a Milwaukee, a New York, a New
Orleans, a Miami, a Washington. I Pm e i giudici costrinsero monsignori e
vescovi a deporre, minacciando anche il Cardinale Law di carcerazione
se non avesse consegnato i documenti, perché nessuno, né un Cardinale di
Santa Romana Chiesa né un Presidente, può sottrarsi alla legge o
rifugiarsi, in un caso tanto atroce, sotto le sottane del Quinto
Emendamento e non rispondere.
Una prima condanna tributò 500mila
dollari alla vittima di un prete bostoniano. Milioni di dollari li
seguirono, mentre i fedeli, nella colletta domenicale, cominciavano a
tirare indietro la mano dal bussolotto, inorriditi, scandalizzati da
“queste rivelazioni di orrore indicibile” come le chiama la portavoce
della Curia, la signora Morissey e decisi a boicottare il Cardinale Law
che non si dimette.
E ancora nessuno aveva visto il faldone delle
tremila pagine, sentito il peso del macigno. Si mormora di una prossima
dichiarazione di bancarotta, di insolvenza, da parte della Curia di
Boston che è, come tutte le Curie americane, una società privata non
profit, dove tutto è formalmente di proprietà del Cardinale in carica.
Ma ci vorranno anni, non dollari, perché una madre di Boston possa
lasciare il proprio bambino a un prete senza tremare.
(5 dicembre 2002)
Lunedì, 19 gennaio 2004
In Gran Bretagna la Chiesa Cattolica paga
indennizzo per abusi sessuali
La
Chiesa cattolica inglese pagherà un indennizzo di 460.000 euro ad un
uomo di 38 anni vittima di abusi sessuali da parte di un sacerdote negli
anni ’70. Per la prima volta, secondo i legali dell’uomo, la Chiesa si è
fatta carico dei problemi psicologici sofferti per il resto della vita a
causa delle violenze subite durante l’infanzia. Simon Grey è stato
molestato da padre Christofer Clonan per circa sei anni. Da grande, Grey
ha assunto spesso comportamenti violenti ed è stato alcolizzato.”Non
riuscivo a mantenere un lavoro – ha raccontato l’uomo – il più lungo è
stato per sei mesi. Ho finito col darmi fuoco, provocandomi bruciature
profonde e ho passato sei mesi in ospedale (da Repubblica on line
13.1.2004)
Lunedì, 19 gennaio 2004
Usa: 4450 preti denunciati per abuso di
minori
Notizia tratta dal sito
http://www.reporterassociati.org
Speciale!
di redazione
17 Feb 2004
OLTRE 4.450 PRETI DENUNCIATI PER ABUSO MINORI DA 1950
Roma,
17 febbraio 2004 — (Apcom) – Un totale di 4.450 sacerdoti degli Stati
Uniti sono stati denunciati per abuso sessuale a minori fra il 1950 e il
2002. Lo rivela uno studio commissionato dalla Conferenza episcopale
cattolica dell’America del Nord. David Clohessy, presidente
dell’Associazione che raggruppa le vittime di questo tipo di abuso
(Snap), ha già detto che la cifra è “troppo bassa”. Lo studio, che sarà
pubblicato il 27 febbraio, afferma che, secondo un’analisi dei dati
della Chiesa cattolica statunitense durante il periodo succitato, 4.450
sacerdoti furono oggetto di 11.000 denunce di abuso a minori. Ciò
significa che alcuni sacerdoti furono protagonisti di ripetuti abusi.
Così il 25% dei preti sospettati furono accusati in due o tre occasioni,
il 13% fra le quattro e le nove, e il 3% oltre le 10, si legge sullo
studio di cui ne dà notizia l’edizione digitale del quotidiano spagnolo
“El Mundo”. Il 78% dei bambini che presumibilmente subirono gli abusi
avevano fra gli 11 e i 17 anni, il 16% fra gli 8 e i 10 e il 6% meno di 7
anni. Sempre secondo lo studio delle 11.000 incriminazioni circa 6.700
furono investigate e confermate mentre oltre 1.000 si rivelarono false e
oltre 3.300 non furono indagate perché al momento dell’accusa i preti
erano deceduti. Circa 11.000 sacerdoti servirono nella Chiesa cattolica
negli anni coperti da questo studio realizzato dal collegio
universitario John Jay di giustizia penale, con sede a New York.
Martedì, 17 febbraio 2004
Documento Vaticano sui pedofili
La tolleranza zero è contro-producente
Da ADISTA febbraio 2004
32218.
CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Un lavoro gomito a gomito con persone
competenti e qualificate per identificare potenziali responsabili di
abusi sessuali e per garantire la totale sicurezza dei minori: è questo
l’obiettivo fissato dal Vaticano per risolvere la questione degli abusi
sessuali da parte di membri del clero e sistematizzato in un documento
di 220 pagine della Pontificia Accademia per la Vita, dal titolo “Abuso
sessuale nella Chiesa cattolica: Prospettive scientifiche e legali”. Il
documento rappresenta il primo tentativo di esaminare la questione in
modo onnicomprensivo, analizzandone anche le cause psicologiche, le
procedure di monitoraggio, il tasso di recidiva, nonché gli effetti
sulle vittime e le possibilità di successo di una terapia per i
responsabili. In linea generale, il documento, che prende le mosse da un
simposio scientifico tenuto in Vaticano lo scorso aprile, di cui
riporta gli atti, verrà inviato alle Conferenze episcopali ai primi di
marzo. A descriverne contenuti e prospettive è il “Catholic News
Service” (18/2). Assolutamente inedita per un documento vaticano è
l’insistenza sugli aspetti clinici del problema dell’abuso sessuale. Pur
basandosi sull’esperienza degli Stati Uniti, il documento critica la
politica di “tolleranza zero” che lì è stata adottata, suggerendo invece
una sorta di sacerdozio protetto, lontano da bambini, per i preti
colpevoli, che non verrebbero così troppo isolati. Gli esperti
intervenuti, non cattolici, che operano nel campo della psichiatria,
della psicologia e della psicoterapia, hanno espresso parere negativo
sulla tolleranza zero (definita una soluzione “controproducente”),
perché questa dissuaderebbe i preti in questione dal cercare aiuto prima
di commettere reato e dal farsi curare dopo: potrebbe lasciarli
emotivamente devastati e delegherebbe le responsabilità alla società,
dove il controllo e la supervisione sono per forza di cose minori. È
apparsa vincente l’opinione dello psichiatra infantile tedesco Jorg
Fegert, che ha suggerito l’adozione di un’unica e uniforme politica
valida per tutta la Chiesa a livello mondiale. Quanto all’identikit del
prete pedofilo, gli esperti hanno ravvisato tratti comuni ad altri
soggetti pericolosi per i minori: disordini sessuali e della
personalità, abuso di sostanze, danni neurologici o cerebrali. I preti
pedofili hanno però un’educazione più elevata, meno antisociale e meno
tendente alla recidiva rispetto ad altre categorie di pedofili. Un
elemento chiave è la cura e la riabilitazione dei preti in questione. Si
parla di farmaci e di psicoanalisi, ma la maggior parte degli esperti
ha raccomandato caldamente un “cocktail” di tecniche cognitive
behaviouristiche e consulenza spirituale. Tuttavia la deviazione
sessuale che sta alle origini dell’abuso sui minori, hanno detto
concordi gli esperti, è qualcosa che non si può curare. È già un grande
successo, hanno detto, quando il soggetto riesce a controllare il
proprio impulso, ma non vi è situazione scevra da rischi. Perlomeno il
tasso di recidiva, secondo studi recenti, è sceso con i metodi cognitivi
dal 17 al 10%. Altro tema importantissimo trattato nel documento è
l’accettazione o meno di candidati omosessuali nei seminari. Lo
psichiatra della Harvard Medical School, Martin Kafka, ha detto che
l’omosessualità non è causa di abuso sessuale quanto piuttosto “un
fattore di rischio probabile” che va ulteriormente studiato. Sta di
fatto che nei casi di abuso sessuale nella Chiesa la grande maggioranza
riguarda preti omosessuali che molestano maschi adolescenti. Per William
Marshall, canadese, è tuttavia irrealistico pensare che i candidati al
sacerdozio abbiano chiara la loro identità sessuale. E il celibato? È un
fattore di rischio per l’abuso sessuale? Certamente un celibato vissuto
positivamente, è stato detto, può essere un elemento chiave nella lotta
all’abuso, e la Chiesa dovrebbe accertarsi che i preti abbiano la forza
spirituale di viverlo con serenità; di qui la necessità di concentrare
l’attenzione sul celibato come chiave di volta nella questione degli
abusi. Per quanto attiene alla prevenzione, il seminario, con il suo
ambiente chiuso, è stato detto, offre un terreno privilegiato per il
monitoraggio dei fattori di rischio. Resta da definire il “livello di
rischio” che i vescovi locali sono disposti a correre prima di chiudere
eventualmente le porte del sacerdozio ad un candidato. È stata
prospettata, a scopo di sostegno nei primi anni di sacerdozio, la
possibilità di istituire gruppi di supporto: una via, per i giovani
preti, per esprimere liberamente disagi e problemi.
Mercoledì, 25 febbraio 2004
Nuovo caso di pedofilia ecclesiastica in
Italia: prete di Colleferro arrestato
E’stata
un’indagine lampo quella che ha portato all’arresto di Don Paolo Mauro
Pellegrini, il parroco di Colleferro arrestato dai carabinieri della
compagnia Casilina di Roma. Gli uomini del maggiore Oronzo Greco hanno
concentrato in una settimana gli accertamenti necessari a verificare le
dichiarazioni di un 18enne che ha denunciato di aver subito abusi
sessuali per quasi quattro anni. Nell’abitazione del prete sono stati
ritrovati anche alcuni filmini che aveva girato con le sue giovani
vittime. L’arresti risale alla scorsa settimana ma la notizia è trapela
solo ieri 26 febbraio. L’accusa nei confronti di don Pellegrini, 51
anni, e’di violenza sessuale aggravata e atti sessuali con minori.
Singolare
è la dichiarazione che il prete arrestato ha rilasciato al momento del
suo arresto e che è stata riportata da alcuni organi di stampa. «Devo
curarmi, lo so, sto cercando di curarmi, aiutatemi», avrebbe detto don
Mauro Pellegrini. La dichiarazione è singolare perché viene dopo
l’arresto e il dichiararsi malato suona come un vero e proprio alibi
dietro cui nascondere le proprie responsabilità. Sarebbe anche
interessante sapere se i suoi superiori sapevano e non hanno fatto
nulla. Da quello che molti organi di stampa hanno riportato sembrerebbe
che gli atteggiamenti di don Pellegrini non fossero ignoti alla stessa
popolazione di Colleferro. Già nel ’98 il prete di Colleferro era stato
raggiunto da una denuncia per atti osceni contro un minore.
Ma il
vescovo di Colleferro dice di non sapere nulla: «Vediamo, aspettiamo,
per il momento è solo indagato – dice monsignor Giovanni Maria Erba,
vescovo della diocesi di Segni e Velletri da cui dipende la chiesa di
San Gioacchino di cui è parroco don Pellegrini -. Il sacerdote verrà
sospeso soltanto se le accuse verranno provate e se ci sarà una
condanna. Noi non sapevamo nulla, non conoscevamo questa situazione, ora
siamo sconvolti». Una dichiarazione tutta dalla parte del prete che,
come da tradizione, la chiesa ha sempre difeso anche di fronte
all’evidenza, salvo riservarsi poi il diritto di condannarlo in proprio.
Nessun accenno alle vittime, a coloro che porteranno per sempre nella
propria psiche le violenze subite.
Venerdì, 27 febbraio 2004
Ancora pedofilia ecclesiastica questa
volta a Bari
Rinviato a giudizio frate domenicano
di Paola D’Anna
Una
vera e propria antologia dell’orrore quella che è stata rinvenuta
nell’abitazione di un frate domenicano di Bari, Giancarlo Locatelli di
44 anni, segretario dell’Istituto di teologia ecumenica “San Nicola” di
Bari, uno dei referenti della Parrocchia di San Nicola, presso l’omonima
Basilica.. Un centinaio le foto pedopornografiche sequestrate al frate
già un anno fa ma di cui si è avuto notizia solo ieri quando si è svolta
l’udienza per il rinvio a giudizio del frate.
Le fotografie sono
state acquistate via Internet, utilizzando una carta di credito, da una
società americana, e poi scaricate sul computer del frate. Il materiale
era stato scoperto dai carabinieri durante una perquisizione
nell’appartamento, nel 7 maggio 2002.
Il frate avrebbe
collezionato le fote per un anno, dal 31 maggio 2001 al giorno in cui è
avvenuta la perquisizione. Le indagini sono state svolte nell’ambito di
una più vasta operazione di polizia denominata “Peter Pan”, e che l’8
maggio 2002 impegnò 300 carabinieri del Comando di Biella che
realizzarono 150 perquisizioni in abitazioni e uffici con il sequestro
di migliaia di cd rom, videocassette, foto e pc portatili. Oltre al
frate barese, tra gli indagati scoperti avvocati, medici, ingegneri,
tecnici informatici, 141 persone sparse in 43 province italiane.
L’inchiesta ha portato alla luce un vero e proprio mercato della
pornografia minorile i cui fruitori erano persone di tutte le età dai 20
ai 60 anni. In tutti i casi si è verificato sia l’uso di internet che
di carte di credito.
Alla prova dei fatti la difesa di
Padre Giancarlo Locatelli si è dimostrata falsa. Egli aveva asserito che
le carte di credito, utilizzate per navigare nei siti a luci rosse e
comprare fotografie di piccoli indifesi, gli erano state rubate giorni
prima che fosse registrato l’accesso in Internet. Ma il contenuto del
suo PC non ha lasciato aditi a dubbi da cui la decisione del rinvio a
giudizio del frate che però continua a svolgere le sue funzioni
religiose come se nulla fosse.
Come al solito in questi casi,
anche la Curia barese ha preferito non commentare la vicenda ne prendere
alcuna iniziativa contro il frate domenicano che ha continuato, fra
l’altro, a svolgere il suo lavoro di segretario dell’Istituto di
teologia ecumenica di Bari.
Mercoledì, 03 marzo 2004
Abusi sessuali dei preti
Processi ordinari per i preti colpevoli
Da Agenzia ASCA
Lo chiedono tre teologhe curatrici di un numero speciale della rivista teologica internazionale ”Concilium”.
(ASCA)
– Roma, 17 giu – In ogni caso di violenza sessuale e di abuso verso
minori i sacerdoti e religiosi responsabili dovrebbero essere sottoposti
a processi ordinari e non ecclesiastici. A chiederlo sono tre teologhe
(la tedesca Regina Ammicht-Quinn, l’irlandese Maureen Junker-Kenny e la
statunitense Hille Haker) che hanno curato l’ultimo fascicolo della
rivista internazionale di teologia ”Concilium”dedicato al tema degli
abusi sessuali che hanno prodotto una grave crisi nella Chiesa
cattolica. Le stesse teologhe rifiutano di ridurre la questione a
semplice problema di omosessualità, criminalizzando perciò gli
omosessuali, perché la violenza sessuale é opera anche di eterosessuali.
Il
titolo del numero della rivista é ”Il tradimento strutturale della
fiducià’, e trova una spiegazione non solo nel corso dei servizi scritti
per la maggior parte da donne, ma specialmente nelle conclusioni
firmate dalle tre teologhe.
Esse partono anzitutto da
una richiesta di perdono alle vittime. ”Chiediamo perdono alle vittime –
scrivono le teologhe -, siamo loro grate per il coraggio di aver rotto
il silenzio, proviamo vergogna per i crimini della nostra chiesa e
chiediamo che sia fatta giustizia nei confronti delle vittime e dei
sacerdoti che si sono resi colpevoli, senza che ci si limiti a una
riparazione o a una condannà’.
E’stata messa gravemente
in gioco ”l’autorità etica del sacerdoté’sostengono le tre teologhe e
neppure i vescovi che hanno trattato la questione, si sono resi conto
del terremoto avvenuto e che ha convinto i fedeli che vige tuttora ”un
disprezzo dei fedeli trasformatosi in strutturà’. Ma questo ”é il
tradimento del cuore di ciò che é fondamentale per questa chiesa:
tradimento della sequela di Cristò’.
Le tre teologhe,
anche in quanto donne e madri, chiedono perciò alla chiesa di
”affrontare la questione di come ricreare l’autorità del sacerdoté’.
”Non possiamo e non vogliamo tollerare strutture che consentono a
singoli sacerdoti e vescovi di ledere, o in alcuni casi addirittura
distruggere, la salute psichica di alcune persone.
Non
possiamo e non vogliamo tollerare decisioni e prassi più orientate al
mantenimento di relazioni autoritarie che al consentire esperienze e
pratiche di fede che mettano al centro dell’attenzione la vulnerabilità
di ogni essere umano.
Non possiamo e non vogliamo
tollerare che non sia fatta giustizia nei confronti di sacerdoti che
hanno sorpassato i limiti di ogni comportamento ammissibile nei
confronti di bambini e ragazzi.
Tale giustizia può
venire cercata solo in processi situati al di fuori del coinvogimento di
una situazione specifica, come dovrebbe essere in ogni caso di violenza
sessuale; nel nostro caso significa: i processi devono essere processi
extra-ecclesiastici. In tal caso i sacerdoti – spiegano le autrici – non
possono essere semplicemente ripudiati dall’istituzione in cui spesso
hanno vissuto e lavorato per decenni. La responsabilità della chiesa non
termina con la consegna degli atti processuali al pubblico ministero
incaricato. In ogni sistema giuridico moderno esiste la pena, per il
bene della vittima, ed esiste la riabilitazione, per il bene del
colpevole.
Nel suo rapporto con i sacerdoti
interessati, la chiesa deve considerare entrambi i versanti dela
giustizia. Con sorpresa e indignazione osserviamo come, in ambiti
ecclesiastici e sociali, la violenza sessuale venga associata
all’omosessualità, come reazione ai casi di abuso sessuale nella chiesa.
Il fatto che spesso non esclusivamente, le vittime siano state bambini e
adolescenti maschi, non deve trasformarsi in pretesto per ridare vita a
pregiudizi latenti e criminalizzare l’omosessualità, come se le persone
omosessuali, a causa della loro tendenza sessuale, fossero più inclini
degli eterosessuali a esercitare violenza sui minori. Noi prendiamo le
distanze da questa insinuazione espressa frequentemente ma assurda e ci
aspettiamo dalla nostra chiesa che faccia lo stesso, pubblicamente e con
chiarezzà’.
Se poi si dovesse scoprire che non solo
nelle chiese occidentali ma anche in quelle del Sud fosse vivo il
problema della violenza sessuale, nasce allora ”una responsabilità
della chiesa tutta per un ripensamento alle radici delle strutture
ecclesiastiche e una revisione alle radici dell’ecclesiologia. La
questione dell’autorità etica dei sacerdoti non può essere intesa solo
come una questione di virtù o di comportamento, ma deve essere
tematizzata come problema strutturale dell’identità e del ruolo dei
sacerdoti, come problema dell’interazione sociale in relazioni
asimettriche e come problema della funzione di controllo e tutela dei
vescovì’. E’solo l’inizio di un processo che sarà lungo, ma, secondo le
teologhe, pone un interrogativo sulla sopravvivenza stessa del messaggio
cristiano in occidente come messaggio che incide sulle persone e sulla
cultura.
”La violenza sessuale compiuta e nascosta
nella chiesa e attraverso le strutture di potere ecclesiastiche, confuta
l’umanitarismo del messaggio cristiano. Solo una conversione secondo lo
spirito biblico potrebbe evitare ”la sconfitta di Dio nella Chiesa di
Dio”.
Martedì, 22 giugno 2004
Brescia
Accuse di pedofilia: la curia difende 3 suoi
sacerdoti
A cura di Paolo Pavin
Da Il Mattino di Padova
Brescia.
La procura di Brescia mette sotto indagine 3 sacerdoti sospettati di
abusi sessuali su bambini, i sacerdoti reagiscono addirittura dal
pulpito e la Diocesi li tutela respingendo le loro dimissioni e
difendendoli pubblicamente. Sullarete intranet diocesana circola una
lettera molto forte in cui si parla di un clima da inquisizione.
L’inchiesta però é partita dopo la denuncia di alcuni bambini di una
scuola materna pubblica (2 le maestre arrestate a settembre) e poi con
episodi analoghi segnalati in istituti religiosi. Ma il clima si é
arroventato in questi ultimi giorni, quando la procura ha chiuso la
seconda inchiesta sugli abusi sessuali: nell’inchiesta figurano fra gli
indagati ben 3 sacerdoti.
A Brescia, come a Boston,
come a Sidney, come a Vienna… la chiesa cattolica (e in primis il
Pulcinella di Roma) continua a proteggere gli stupratori di bambini.
Mercoledì, 23 giugno 2004
Il post scriptum da Concilium 3 del 2004
sulla pedofilia
I
supposed Him to exist only within the walls of a church – in fact, of
our church – and I also supposed that God and safety were synonymous.
The word “safety” brings us to the real meaning of the word “religious”
as we use it (JAMES BALDWIN)1.
Chiediamo perdono alle
vittime, siamo loro grate per il coraggio di aver rotto il silenzio,
proviamo vergogna per i crimini della nostra chiesa e chiediamo che sia
fatta giustizia nei confronti delle vittime e dei sacerdoti che si sono
resi colpevoli, senza che ci si limiti a una “riparazione” o una
“condanna”.
La crisi in cui è incappata la chiesa
cattolica con i crimini ai danni di bambini e ragazzi, è la nostra
crisi. Siamo membri di una chiesa che – ancora una volta – ha taciuto;
ha coperto uomini che hanno leso irreparabilmente la salute psichica di
alcuni bambini; per anni ha passato sotto silenzio crimini che in altri
contesti spingono immediatamente all’azione i pubblici ministeri. Negli
anni passati molte cose sono state scritte e accertate; di molte altre
noi, come membri della chiesa e parte dell’opinione pubblica,
continuiamo a rimanere all’oscuro.
Questo è quanto
sappiamo: siamo di fronte a una catastrofe doppia e su un duplice piano.
Bambini e ragazzi sono stati trasformati in vittime, nel luogo più
sensibile e intimo immaginabile della loro identità, da coloro che
avrebbero dovuto guidarli e proteggerli; queste vittime sono state
tradite da coloro che, come comunità, intendono rappresentare un segno
di santità nel mondo.
La fiducia è una componente
necessaria di ogni chiesa viva. Qui si è abusato di questa fiducia su
entrambi i piani della catastrofe; non sappiamo ancora se sia stata
definitivamente distrutta. Il tradimento delle vittime è allo stesso
tempo anche il tradimento della fiducia nei rappresentanti della chiesa a
cui, conformemente al loro ufficio, spetta la responsabilità
particolare di strutturare la propria autorità in modo etico. Il
tradimento della fiducia è il tradimento della convinzione secondo cui i
sacerdoti e i vescovi devono rendere metro del proprio agire la
responsabilità etica nei confronti di coloro con cui comunicano in
quanto sacerdoti e vescovi; in caso contrario la loro autorità diventa
esercizio autoritario di potere, indegno di una chiesa.
Questo
tradimento, che si esprime in ogni singolo caso dell’esercizio di
violenza e che si è protratto nel modo in cui la chiesa e i vescovi
hanno gestito le violenze, non ci scuote solo come individui; scuote le
fondamenta della chiesa come luogo della sequela di Cristo. Soltanto: la
chiesa non ne viene scossa. Risarcimenti in denaro, dimissioni di
vescovi, sospensioni di sacerdoti dal loro ufficio sono tutti quanti dei
passi estremamente necessari, e tuttavia non di rado non sono stati
accordati come cosa ovvia alle vittime, ma si sono dovuti strappare e
devono essere strappati mediante processi lunghi e complicati.
Molti
credenti sono scossi come individui; sembra dubbio che tale
sconvolgimento, al di là dello sbigottimento personale, sfoci in uno
sconvolgimento delle strutture. Non riusciamo a liberarci
dall’impressione che qui si stia “sbrigando” un problema, che siano
state modificate alcune procedure, ma che in ogni caso si siano evitati
gli interrogativi di fondo. Questi interrogativi di fondo sono quelli
relativi alla struttura di una chiesa che punta su una gerarchia
impossibile da mettere in discussione “dall’esterno”, generando così
mentalità strutturalmente “adeguate” nei presbiteri e in chi dipende da
loro. Invece di porsi questi interrogativi e analizzarli, proprio negli
ultimi anni la posizione del sacerdote nella liturgia e alla guida della
comunità è stata ancor più rafforzata, difendendo così una struttura
gerarchica a svantaggio di una comunicativa. Per quanto necessari siano
quindi i singoli passi per scoprire e trattare le violenze, essi non
possono risolvere il problema che abbiamo posto al centro della
discussione: che cosa succede a una chiesa a cui molte persone tolgono
la propria fiducia? Come può essa, in generale, andare incontro a
persone che tornano sempre ad affidarsi alla chiesa e, nella chiesa, ai
suoi sacerdoti? I sacerdoti – non soltanto loro, ma, appunto, anche loro
e, sotto certi punti di vista, soprattutto loro – incontrano spesso
bambini, adolescenti e adulti in situazioni “di soglia” che presentano
un alto grado di intimità. In situazioni del genere – nella guida
spirituale in situazioni esistenziali difficili, come l’assistenza ai
malati o un funerale, ma appunto anche nella prassi sacramentale della
santa comunione, della confessione e del matrimonio – la fiducia è
l’elemento costitutivo affinché la prassi di fede sia di per sé resa
possibile. Se manca questa fiducia, la prassi di fede si muta in un
simulacro, nell’apparenza di se stessa.
Per un lungo
intervallo di tempo nella storia della chiesa la fiducia nel rapporto
tra sacerdoti e credenti è stata generata solo strutturalmente: non
attraverso la personalità, bensì attraverso l’ufficio e la comprensione
reciproca. Questo e non la persona del sacerdote era considerato
essenziale all’interazione. Ma in questa forma tale maniera strutturale
di intendere la persona del sacerdote come intermediaria non è più
valida da tempo. È stata sostituita da una visione individualizzata in
cui il sacerdote acquisisce autorità in conformità del proprio ufficio
nonché della propria persona. Solo così è in grado di compensare il
disorientamento che spesso accompagna le situazioni di soglia.
L’autorità etica del sacerdote che, nonostante tutto il risalto dato al
popolo di Dio e allo Spirito nel concilio Vaticano II, nella concezione
della chiesa cattolica continua a essere al centro dell’interazione di
fede, è particolarmente evidente in relazioni doppiamente asimmetriche,
cioè in quelle relazioni che non sono asimmetriche soltanto per la
struttura di interazione della gerarchia ecclesiastica, ma anche, in
aggiunta, per la particolare vulnerabilità di una delle due parti.
Questa particolare asimmetria è sempre presente nel caso di bambini e
ragazzi. Esiste anche in altri contesti, come per esempio nelle scuole
materne o nelle scuole per i più grandi; qui, però, gli educatori e gli
insegnanti sono soggetti a un controllo particolare: abusi e violenze
vengono immediatamente sottoposti all’azione penale, nella misura in cui
– o meglio, non appena – se ne viene a conoscenza. Nel caso delle
relazioni asimmetriche nella chiesa, molti dei vescovi, in quanto
superiori responsabili, hanno agito in base al motto: «Ciò che non deve
esistere, non esiste e anche se esistesse lo stesso, almeno non
parliamone, altrimenti esisterebbe davvero». In questa strategia
esistono dei colpevoli, ma essi vengono nascosti o resi invisibili,
attraverso reprimende, trasferimenti oppure, oggi, sospensioni. Chi per
molto tempo non è entrato nella visuale dei vescovi sono le vittime.
Quando
dei sacerdoti hanno tradito la fiducia di chi era loro affidato, i
vescovi (cor-)responsabili di questi sacerdoti hanno doppiamente tradito
i fedeli: “dimenticandoli” e lasciandoli soli con i sacerdoti in
questione. Per l’esistenza della vittima il primo tradimento è
determinante. Per noi, membri della chiesa, il secondo tradimento è
inconcepibile e insostenibile: esso non si basa sui crimini di “singoli”
sacerdoti, magari sottoposti a una pressione eccessiva, talvolta anche
malati, bensì sul disprezzo dei fedeli trasformatosi in struttura.
Questo è il tradimento del cuore di ciò che è fondamentale per questa
chiesa: tradimento della sequela di Cristo.
I vescovi
hanno visto se stessi – talvolta prevalentemente, talvolta
esclusivamente – come responsabili nei confronti dei loro sacerdoti, che
non di rado hanno protetto. Non hanno evidentemente visto una
responsabilità al di là della loro struttura di potere, una
responsabilità verso i deboli e la parte lesa, perché ciò avrebbe dovuto
portarli a prendere sul serio le vittime nonché la tutela dei fedeli
ben prima della coraggiosa diffusione in pubblico delle accuse. Eppure
unicamente tale responsabilità verso i deboli è quanto distingue
l’autorità etica del sacerdote da una posizione di potere violenta.
L’autorità si muta in potere quando la vulnerabilità di altre persone
viene sfruttata per procurarsi dei vantaggi, di qualunque natura essi
siano. La violenza sessuale dei sacerdoti verso persone da loro
dipendenti si fonda su un tale abuso di autorità che si muta in potere. I
sacerdoti che esercitano il potere per mezzo e attraverso la sessualità
– una sessualità al cui esercizio rinunciano (devono rinunciare) nella
loro identità di sacerdoti cattolici – non soltanto compiono un atto
criminale, non soltanto non rendono giustizia all’identità che hanno
scelto, ma ledono inoltre anche l’istituzione del sacerdozio come
autorità etica e distruggono il messaggio che rappresentano come persone
e detentori del loro ufficio.
Che cosa dunque si richiede alla chiesa?
La
chiesa deve affrontare la questione di come (ri-)creare l’autorità del
sacerdote. Tale questione non può essere intesa unicamente come
questione dell’identità individuale di coloro che hanno scelto e
continuano a scegliere il sacerdozio. È anche un interrogativo rivolto
all’istituzione: la preparazione, la guida e il controllo dei sacerdoti
nell’adempimento del loro ufficio sono una cosa, la conformazione
strutturale delle interazioni tra sacerdoti e credenti un’altra, la
questione teologico-ecclesiologica relativa alla forma della chiesa una
terza.
Noi, le curatrici di questo fascicolo, siamo
teologhe. Siamo donne. Siamo madri. Non di rado, nella prospettiva delle
strutture tradizionali della chiesa, stiamo “dall’altra parte”, per cui
non siamo noi a decidere dove, di volta in volta, vadano tracciati i
confini. Siamo cristiane, cattoliche, membri di comunità in cui anche i
nostri figli devono avere e trovare uno spazio. Non possiamo e non
vogliamo tollerare strutture che consentono a singoli sacerdoti e
vescovi di ledere, o in alcuni casi addirittura di distruggere, la
salute psichica di alcune persone. Non possiamo e non vogliamo tollerare
decisioni e prassi più orientate al mantenimento di relazioni
autoritarie che al consentire esperienze e pratiche di fede che mettano
al centro dell’attenzione la vulnerabilità di ogni essere umano. Non
possiamo e non vogliamo tollerare che non sia fatta giustizia nei
confronti di sacerdoti che hanno sorpassato i limiti di ogni
comportamento ammissibile nei confronti di bambini e ragazzi. Tale
giustizia può venire cercata solo in processi situati al di fuori del
coinvolgimento di una situazione specifica, come dovrebbe essere in ogni
caso di violenza sessuale; nel nostro caso significa: i processi devono
essere processi extra-ecclesiastici.
In tal caso i
sacerdoti non possono essere semplicemente ripudiati dall’istituzione in
cui spesso hanno vissuto e lavorato per decenni. La responsabilità
della chiesa non termina con la consegna degli atti processuali al
pubblico ministero incaricato. In ogni sistema giuridico moderno esiste
la pena, per il bene della vittima, ed esiste la riabilitazione, per il
bene del colpevole.
Nel suo rapporto con i sacerdoti
interessati, la chiesa deve considerare entrambi i versanti della
giustizia. Con sorpresa e indignazione osserviamo come, in ambiti
ecclesiastici e sociali, la violenza sessuale venga associata
all’omosessualità, come reazione ai casi di abuso sessuale nella chiesa.
Il fatto che spesso, ma non esclusivamente, le vittime siano state
bambini e adolescenti maschi, non deve trasformarsi in pretesto per
ridare vita a pregiudizi latenti e criminalizzare l’omosessualità, come
se le persone omosessuali, a causa della loro tendenza sessuale, fossero
più inclini degli eterosessuali a esercitare violenza sui minori.
Noi
prendiamo le distanze da questa insinuazione – espressa frequentemente
ma assurda – e ci aspettiamo dalla nostra chiesa che faccia lo stesso,
pubblicamente e con chiarezza.
Altrettanta scarsa
utilità ha l’equiparare in blocco la violenza sessuale alla malattia o
alla pedofilia. Può senz’altro esserci un nesso tra disturbi psichici e
violenza sessuale, ma ciò non può essere generalizzato e usato come
meccanismo di discolpa. È evidente soltanto che anche per i colpevoli è
necessaria una rielaborazione terapeutica dei reati.
Il
problema della violenza sessuale può forse essere più palese nelle
chiese occidentali che in quelle non occidentali. Significa però che
solo nelle comunità occidentali esiste una struttura autoritaria che
impedisce di riconoscere e combattere la violenza individuale e
strutturale su bambini e ragazzi, ma in fin dei conti anche sugli adulti
in rapporto di dipendenza? In caso affermativo, le chiese locali
occidentali hanno allora in quelle del Sud del mondo degli aiuti critici
per quanto riguarda i cambiamenti strutturali da compiersi. In caso
negativo, nasce qui una responsabilità della chiesa tutta per un
ripensamento alle radici delle strutture ecclesiastiche e una revisione
alle radici dell’ecclesiologia. La questione dell’autorità etica dei
sacerdoti non può essere intesa (solo) come una questione di virtù o di
comportamento, ma deve essere tematizzata come problema strutturale
dell’identità e del ruolo dei sacerdoti, come problema dell’interazione
sociale in relazioni asimmetriche e come problema della funzione di
controllo e tutela dei vescovi.
Siamo solo all’inizio
di questo processo che ci costringe ad affrontare i problemi dove sono
nati e dove si situano davvero. È l’inizio di un processo che ci
costringe a riflettere in modo nuovo sul rapporto tra sacerdoti e
fedeli, a migliorare le strutture di controllo e a porre in maniera
nuova la questione dell’autorità etica dei presbiteri.
In
una situazione in cui la perdita di rilevanza delle chiese cristiane
nelle società occidentali è eclatante, si pone l’interrogativo della
sopravvivenza del messaggio cristiano come messaggio che incide sulle
persone e sulla cultura. La violenza sessuale, compiuta e nascosta nella
chiesa e attraverso strutture di potere ecclesiastiche, confuta
l’umanitarismo del messaggio cristiano. Solo una conversione secondo lo
spirito biblico potrebbe evitare «la sconfitta di Dio nella chiesa di
Dio» (Rainer Bucher).
(traduzione dal tedesco di ANNA BOLOGNA)
[REGINAAMMICHT-QUINN
è docente di etica teologica presso la Facoltà di teologia
dell’Università di Tubinga (Germania); MAUREEN JUNKER-KENNY è docente di
teologia pratica ed etica cristiana al Trinity College di Dublino
(Irlanda); HILLE HAKER è docente di etica cristiana presso la Divinity
School all’Harvard University di Cambridge/Mass. (USA)].
Mercoledì, 30 giugno 2004
Nuovi scandali sessuali nella chiesa
cattolica in Austria ed in Italia
La rassegna stampa
Panorama.it
Austria, foto e video hard in un seminario
12/7/2004
Oltre 40 mila scatti e un certo numero di filmati di giovani preti intenti in incontri sessuali. Anche materiale pedoponografico
I
vertici della Chiesa cattolica austriaca hanno chiesto una riunione
d’urgenza in seguito alla scoperta di circa 40.000 fotografie e un
numero imprecisato di video di giovani preti intenti in incontri
sessuali al seminario.
Secondo l’autorevole settimanale austriaco
Profil, il materiale rinvenuto, che include anche pornografia infantile,
era stato scaricato sui computer al seminario di St. Poelten, circa 80
chilometri ad ovest di Vienna.
“NO COMMENT” DALLA DIOCESI
I
vertici della locale diocesi si sono rifiutati di rilasciare pubbliche
dichiarazioni ma si starebbero incontrando in privato sullo scandalo, ha
riportato la televisione di Stato austriaca.
L’organo di stampa
ha precisato che il direttore del seminario, il reverendo Ulrich Kuechl,
ha rassegnato le dimissioni e che anche il suo vice, lfgang Rothe, le
ha sottoposte al suo superiore. La Conferenza dei vescovi austriaci ha
emesso in data odierna un comunicato in cui promette un’accurata e
approfondita indagine sulla questione.
“Tutto ciò che
ha a vedere con l’omossesualità o la pornografia non può avere spazio in
un seminario per preti”, ha scritto nel comunicato.
I vertici
della Chiesa per la prima volta hanno scoperto il materiale un anno fa
su un computer del seminario, ha precisato Profil. In esso figuravano
numerose immagini di giovani preti e loro insegnanti che si baciavano e
indulgevano in giochi sessuali e orge.
Il vescovo Kurt Krenn che
supervisiona la diocesi di St. Poelten, ha detto alla televisione
austriaca di aver visto forografie di insegnanti del seminario in
situazioni sessuali con gli studenti.
La Gazzetta del Mezzogiorno
Austria – Sesso in seminario
Pubblicate
le foto pedo-pornografiche che coinvolgono seminaristi ed insegnanti
nel seminario diocesano di St. Poelten. Almeno 40mila le immagini
sequestrate. Ex-seminarista siciliano scrive al vescovo: Tu sapevi
VIENNA
– E’di nuovo scandalo nella chiesa cattolica austriaca: le accuse di
pedo-pornografia, decine di migliaia di fotografie dai contenuti
sessuali e presunti contatti omosessuali tra direzione e seminaristi a
St.Poelten ricordano un po’i tempi dello scandalo legato alle presunte
pratiche omosessuali e pedofile del cardinale Hans Hermann Groer, venuto
alla luce nel 1995. Stavolta le accuse riguardano il seminario della
diocesi di St. Poelten (Bassa Austria) del vescovo ultraconservatore
Kurt Krenn. Finora si sono dimessi il rettore del seminario, Ulrich
Kuechl, e il suo vice, Wolfgang Rothe – due foto pubblicate oggi dal
settimanale di Vienna, Profil, li mostrano in atteggiamenti
inequivocabili ciascuno con un seminarista -. Ma emergono già voci
apertamente critiche nei confronti di Krenn stesso che in una prima
reazione aveva parlato di «ragazzate che non hanno niente a che vedere
con omosessualità». «E’certamente sconvolgente che ciò accada. La
responsabilità è del vescovo», ha detto oggi il presidente dei rettori
dei seminari austriaci, Martin Walchhofer. Anche il teologo pastorale
austriaco Paul Zulehner ha chiesto le dimissioni di Krenn. La conferenza
episcopale austriaca ha parlato invece di un «urgente bisogno di azione
da parte della chiesa».
Secondo Profil, Krenn era da
tempo al corrente su cosa stava succedendo dietro le mura del seminario
di St. Poelten e che sei mesi fa era stato anche informato per iscritto.
Il vescovo avrebbe però cercato di mettere a tacere la vicenda. Il
vescovo di St.Poelten, che ha 68 anni, è stato in passato un strenuo
difensore del cardinale Groer, che nel 1995 era stato costretto alle
dimissioni per accuse di abusi sessuali, gettando la chiesa cattolica in
una crisi d’identità senza precedenti nel Paese alpino. Groer è morto a
marzo dell’anno scorso all’età di 83 anni.
Il
seminario di St. Poelten è già dall’inizio di quest’anno nel mirino
della procura regionale. Su un computer sequestrato sono state trovate
recentemente 11 mila foto scaricate da internet, tra cui anche immagini
di pedofilia. Profil scrive che gli inquirenti avrebbero inoltre trovato
«nelle stanze dei seminaristi almeno 40 mila fotografie e alcuni
filmati con rappresentazioni sessuali in parte perverse che mostrano
anche giovani preti di St. Poelten con superiori». «Si fotografavano
vicendevolmente, perchè anche in questa maniera si eccitavano. E siccome
lo facevano anche con il capo e con il suo vice, tutto sembrava così
normale, si sentivano al sicuro», ha detto un inquirente a Profil.
Interpellato questo pomeriggio dall’agenzia stampa austriaca Apa, il
procuratore Walter Nemec non ha tuttavia confermato il numero di
fotografie trovate. «Da quale fonte possa emergere il numero 40.000, non
lo so», pur affermando di non essere al corrente sugli ultimi sviluppi
delle indagini.
Altro dettaglio riferito oggi da
Profil: l’ex rettore Kuechl avrebbe anche dato, a giugno del 2003, «una
specie di sacramento del matrimonio» a due seminaristi, uno dei quali è
cittadino polacco. La cerimonia sarebbe avvenuta in un locale pubblico
di St. Poelten.
«Un largo fronte di personalità
ecclesiastiche della diocesi di St. Poelten trovano insopportabile il
doppio gioco e si sono decisi a un’azione concordata per portare alla
luce la verità, dopo che per anni i loro tentativi dietro le quinte non
hanno avuto successo», scrive Profil.
Christine Maieron
12/7/2004
La Gazzetta del Mezzogiorno
Ex seminarista vittima di abusi scrive al vescovo: tu sapevi
PALERMO
– Cita Giovanni Paolo II che, rivolto ai giovani riuniti a Toronto, «ha
avuto il coraggio, ancora una volta, di dire: Mi vergogno per i preti
pedofili e per chi ha coperto con il silenzio questi abomini». E chiosa
«Possano queste parole risvegliare la sua coscienza, assopita in un
torpore durato troppo a lungo».
E’questa l’esortazione
che M. M., 22 anni, un ex seminarista del seminario di Agrigento,
rivolge, attraverso l’Adista, un’agenzia di stampa cattolica, al vescovo
di Agrigento, Carmelo Ferraro, che «dopo essere stato informato degli
abusi sessuali commessi da un sacerdote ai danni di un seminarista non
prende alcun provvedimento».
La «vittima» degli abusi
sessuali è proprio l’autore della lettera. La vicenda ebbe inizio nel
1994 a Favara quando il seminarista aveva 12 anni. Il 7 luglio scorso,
dopo l’esposto del seminarista, il sacerdote, don Bruno Puleo, ha
patteggiato la pena: gli sono stati inflitti 2 anni e 6 mesi di
reclusione. Attualmente don Puleo è parroco a Sant’Anna, una piccola
frazione nei dintorni di Agrigento.
«Scrivo a lei,
Eccellenza reverendissima monsignor Carmelo Ferraro, arcivescovo
metropolita della Chiesa Agrigentina. Scrivo proprio a lei che, una sera
di novembre del 2000, ha ascoltato, quasi con indifferenza, il mio
racconto – afferma l’ex seminarista -. Forse lei non immagina nemmeno
quanto mi sia costato, in quell’occasione, rivivere i momenti più brutti
della mia vita. Ma a lei che importa? Scrivo a lei perché sono
addolorato e profondamente amareggiato dal suo silenzio. Non per lei, di
cui m’importa ben poco, ma per questa povera Chiesa, che si ritrova ad
essere guidata da una persona che non ha saputo dirigere il gregge
affidatogli, soprattutto i piccoli e gli indifesi».
Il
giovane infine ricorda le parole del cardinale Ersilio Tonini secondo
cui è «meglio avere dieci sacerdoti in meno che averne uno sbagliato. La
pedofilia e l’omosessualità vanno affrontati tempestivamente e con
fermezza». E oggi l’ex seminarista annuncia l’intenzione di avviare una
causa civile «contro le persone che hanno un ruolo di responsabilità in
situazioni del genere». «Certamente – puntualizza – il rettore del
seminario, ma tanto più il vescovo, il quale, pur non avendo
responsabilità penale, è civilmente – e moralmente – responsabile.
Avrebbe dovuto prendere provvedimenti che non ha preso». La vittima
degli abusi sottolinea poi alcuni aspetti dell’inchiesta: «A me non
risulta – dice – che il vescovo sia mai stato interrogato: attendo di
prendere visione di tutti gli atti processuali per averne conferma».
L’ex
seminarista parla anche dei suoi progetti futuri: «all’università sto
studiando psicologia, per aiutare le persone che subiscono abusi. Per
questo ho già fondato un’associazione, che deve diventare uno sportello
di ascolto».
12/7/2004
L’espresso
Caserta,08 lug 2004 -17:25
Pedofilia, 100 indagati: c’è anche nome Taricone
Oltre
cento persone sono indagate dalla procura di Santa Maria Capua Vetere
nell’ambito di un’inchiesta su materiale pedopornografico acquistato su
internet. Tra i nomi c’è anche quello dell’attore Pietro Taricone.
Alcuni video e immagini pornografiche sarebbero state acquistate su
internet con la sua carta di credito. Il legale di Taricone si è detto
certo dell’estraneità del suo assistito. “Penso – ha detto il legale –
che potrebbe trattarsi di una problema di carte di credito clonate:
magari qualcuno ha ‘spiato’su internet i numeri della carta di Pietro
durante qualche normale transazione, e poi li ha usati per comprare
quella roba in rete”. Sulla circostanza la procura casertana sta
effettuando controlli.
Una abitazione di Pietro
Taricone (ha rivelato oggi “il Giornale”) è stata perquisita nei giorni
scorsi ad Avezzano, ma secondo quanto si è appreso non sarebbe stato
trovato materiale pedopornografico.
Titolare
dell’indagine è il pubblico ministero Donato Ceglie che ha indagato un
centinaio di persone tra cui professionisti, avvocati, studenti. Nel
registro degli indagati risulta iscritto anche un sacerdote di Alife,
nel Casertano.
La procura di Santa Maria Capua Vetere
ha ordinato nei giorni scorsi decine di perquisizioni. E’stata, tra
l’altro, passata al setaccio una casa discografica di Rieti, che,
secondo gli investigatori sarebbe una sorta di crocevia del traffico di
materiale pedopornografico.
PEDOFILIA: TROPPE RICHIESTE INDENNIZZI, FALLISCE ARCIDIOCESI
Los
Angeles – Schiacciata dalle richieste di indennizzo, è fallita
l’arcidiocesi degli scandali: l’arcidiocesi di Portland (Oregon) ha
annunciato la bancarotta e la notizia è il primo segnale palpabile delle
conseguenze che ha avuto sulla Chiesa cattolica statunitense il
pagamento degli indennizzi alle vittime di abusi sessuali commessi da
alcuni sacerdoti su minori. Le attività ecclesiastiche continueranno
regolarmente; e la richiesta di bancarotta -ha detto l’arcivescovo,
reverendo John Vlazny, “non è un modo per evitare le responsabilità”,
“ma di fatto è l’unico sistema per fare in modo che altri ricevano il
giusto compenso”. La decisione dell’arcidiocesi di Portland sospenderà
l’inizio di un processo civile contro un prete accusato di aver
molestato più di 50 ragazzini: per i presunti abusi commessi negli anni
’80 dal sacerdote Maurice Grammand, deceduto nel 2002, sono state
presentate due domande collettive per un totale di indennizzo di circa
160 milioni di dollari. Prima di dichiararsi insolvente, l’arcidiocesi
della principale città dello stato dell’Oregon sulle coste orientali
degl Usa, aveva già sborsato 53 milioni di dollari in accordi
extragiudiziari siglati con 130 presunte vittime. Durante gli ultimi tre
anni, la Chiesa cattolica statunitense è stata al centro di una serie
di scandali che hanno coinvolto decine di sacerdoti accusati di abusi
sessuali su minori. Un rapporto della Conferenza episcopale
statunitense, del febbraio di quest’anno, ha calcolato che siano stati
più di 4000 i preti cattolici accusati di abusi negli ultimi
cinquant’anni, per un totale di circa 11.00 denuncie da parte di minori
(in gran parte maschi); ma secondo i legali delle vittime, la stima è
largamente sottostimata.
Agi (mercoledì 7 luglio)
Martedì, 13 luglio 2004
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Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996
Note legali — La redazione — Regolamento Forum
INERTE E INDIFFERENTE, IL VESCOVO DI
AGRIGENTO NON DENUNCIA IL PRETE
CHE ABUSA.
INTERVISTA
ADISTA N°53 del 17 luglio 2004
32423.
AGRIGENTO-ADISTA. Un vescovo viene informato di abusi sessuali commessi
da un sacerdote ai danni di un seminarista e non prende alcun
provvedimento. Dirà, poi, che la questione non lo riguardava. I
drammatici fatti non avvengono nell’ennesima diocesi statunitense, dove
il “bubbone” è esploso ormai da anni, grazie anche al coraggio delle
vittime e alla dismissione dell’atteggiamento omertoso di persone
coinvolte e dei vertici ecclesiastici. Il vescovo in questione è
italiano: si tratta di mons. Carmelo Ferraro, che era alla guida della
diocesi di Agrigento all’epoca dei fatti e lo è anche adesso.
Il
sacerdote, don Bruno Puleo, ha patteggiato la pena il 7 luglio: gli
sono stati inflitti 2 anni e 6 mesi di reclusione (è stato un secondo
patteggiamento fra le parti: il primo era per una pena di due anni, che
era stata giudicata insufficiente dal gip Luigi Patronaggio). Ha
preferito il patteggiamento al processo, che avrebbe molto probabilmente
aggravato la sua posizione. Il patteggiamento infatti ha riguardato una
sola vittima. Le indagini, condotte dal pm Caterina Sallusti, avevano
però riscontrato abusi nei confronti di altri sette ragazzi, sei dei
quali dello stesso seminario (quello arcivescovile di Agrigento che si
trova a Favara) dove don Puleo, inizialmente diacono, era stato
assistente per un periodo che si è concluso nel 1995. Attualmente don
Puleo è parroco a Sant’Anna, una piccola frazione nei dintorni di
Agrigento.
Marco Marchese, la vittima che ha sporto
denuncia, ha subìto abusi nel seminario arcivescovile di Agrigento a
partire dall’età di 12 anni. Oggi ne ha 22, ha lasciato il seminario nel
2000 e, a vicenda giudiziaria conclusa, ci tiene a sottolineare che non
era il carcere per il suo “carnefice” lo scopo della sua azione, ma
l’emersione di un fenomeno che causa sofferenza indicibile a tanti
bambini, con la speranza inoltre che la Chiesa abbia il coraggio di
mettersi dalla parte degli offesi. March ese si era deciso a presentare
un esposto dopo aver constatato che né il rettore del seminario, don
Gaetano Montana, né il vescovo Ferraro – ai quali aveva raccontato tutto
– avevano preso provvedimenti per fermare don Puleo.
Il
giorno dopo il patteggiamento, Marco ha inviato al vescovo una lettera
molto severa e accorata. “Scrivo proprio a lei che – recita l’apertura
della lettera – una sera di novembre del 2000 ha ascoltato, quasi con
indifferenza, il mio racconto (… ). Scrivo a lei perché sono
addolorato e profondamente amareggiato dal suo silenzio”, amareggiato
“per questa povera Chiesa che si ritrova ad essere guidata da una
persona che non ha saputo dirigere il gregge affidatogli, soprattutto i
piccoli e gli indifesi”. Ne riportiamo il testo integrale nel numero di
Adista-documenti allegato.
Ma Marchese non intende
fermarsi a questo: intende procedere in sede civile contro quanti –
sicuramente il rettore e il vescovo – hanno omesso di prendere
provvedimenti contro don Puleo, malgrado, avendone l’autorità, fosse per
loro un obbligo intervenire.
In ambito ecclesiale, non
esiste nel Diritto Canonico un canone riguardante eventuali pene da
comminare a chi non denuncia un reato avendone conoscenza. Ma è anche
vero che il card. Bernard Law ha subìto così forti pressioni (anche
dalla Santa Sede?) proprio per aver “coperto” i preti pedofili della sua
diocesi da vedersi costretto, nel dicembre del 2002, a dimettersi da
vescovo di Boston. Il Diritto Canonico lascia peraltro molta autonomia
di gestione ai vescovi che si trovino di fronte a reati dei loro
sacerdoti. Anche se per costoro ci sono canoni precisi. In particolare,
per i delitti contro il sesto comandamento, commessi “con violenza, o
minacce, o pubblicamente, o con un minore al di sotto dei 16 anni”, il
canone 1395, al paragrafo 2, prevede “giuste pene, non esclusa la
dimissione dallo stato clericale”. Ma non è stato applicato finora
contro don Puleo, il quale è stato solo spostato dalla parrocchia,
popolo! sa e ric ca di bambini, di Palma di Montechiaro a quella ben più
piccola di Sant’Anna, piccolo borgo nella provincia di Agrigento.
Spostamento avvenuto però nel 2002: l’esposto di Marco Marchese contro
don Puleo è della primavera del 2001. Il vescovo non poteva non esserne a
conoscenza.
Tutta la vicenda è ricostruita qui di seguito nell’intervista che abbiamo realizzato con Marco Marchese.
Come comincia la tua storia?
Sono
entrato nel seminario minore nel 1994 perché la mia vocazione era di
diventare sacerdote. Avevo 12 anni, frequentavo la seconda media.
Avevamo come assistente don Puleo, che allora era diacono. Lui aveva per
me molte attenzioni, mi faceva anche dei regali. Poi, ai primi di
dicembre, mi fece accomodare nella sua stanza e successe il tutto.
La cosa si ripeté?
Sì, soprattutto nei giorni di pioggia, perché altrimenti preferivo giocare a calcio e non andavo a riposare con lui.
Nessuno faceva caso al fatto che andassi a riposare con lui?
Penso
di no, perché capitava che noi ragazzi trascorressimo del tempo in
camera sua a chiacchierare. Poi si trattava delle prime ore del
pomeriggio, ognuno stava per conto proprio. Questa cosa è durata fino a
quando lui, l’anno successivo, è diventato sacerdote e ha lasciato il
seminario minore. Il nostro rapporto però è continuato. Lui è diventato
il mio padrino di cresima. Io andavo a trovarlo, o in parrocchia o in
casa sua.
Lui continuava con le sue attenzioni verso di te?
Sì.
Non riuscivi ad opporti?
La
prima volta rimasi perplesso. Era ovviamente la mia prima esperienza
sessuale, precocissima e sbagliata. Lui mi diceva che era solo una
questione di amicizia, che la nostra era un’amicizia particolare, mi
diceva di non parlarne con nessuno perché avrei suscitato delle gelosie,
che era normale il nostro comportamento, che era giusto. Io gli
credevo. E mi sono affezionato ! a lui. A nche se cominciai subito a
star male: mi fu diagnosticata una colite nervosa che mi portai dietro
per un bel po’.
Quando hai capito che il vostro rapporto era sbagliato?
Quando
sono andato al liceo, una scuola pubblica, perché nel seminario
maggiore non esisteva una scuola superiore, e sono entrato in contatto
con altri ragazzi e con le ragazze. Allora avevo minori possibilità di
passare del tempo con don Puleo, perché ero impegnato in varie attività
comunitarie. Succedeva quando lui chiedeva al rettore del seminario, don
Gaetano Montana, che mi inviasse nella sua parrocchia, in occasione
delle cosiddette giornate per il seminario in cui si fa raccolta di
fondi per le istituzioni di formazione sacerdotale, perché altrimenti
non ci vedevamo mai. Sicché andavo nella chiesa dove celebrava.
Fino a che età hai dunque mantenuto il rapporto con don Puleo?
Fin
verso i 16 anni, perché a quel punto le nostre strade si sono divise:
io non volevo più incontrarlo, e anche lui non faceva pressione per
vedermi perché, a quanto ho capito dopo, aveva altri ragazzi sotto mano.
E in effetti sono venuti fuori i nomi di altri ragazzi vittime delle
stesse attenzioni morbose da parte sua.
Ragazzi del tuo stesso seminario?
Sei sì. Del settimo non so nulla di preciso.
In tutti questi anni non ti sei confidato con nessuno?
Mai.
Fino a quando uno degli assistenti che mi accompagnavano a Palermo per
una delle tante visite a motivo della colite, e che aveva sentito di
strani episodi che accadevano in seminario, riuscì a farmi parlare e mi
consigliò di parlare subito con il vice-rettore. A me non interessava
fare del male a quell’uomo, ma fare in modo che nessun altro ragazzo
dovesse più soffrire quello che io avevo sofferto.
E andasti dal vice-rettore?
Sì,
il giorno dopo. Mi assicurò che avrebbe parlato con il rettore, che
dovevo stare tranquillo, che avrei dovuto pensare agli studi e basta.
Non ho! avuto n essun tipo di riscontro. Durante un ritiro spirituale
parlai anche con il rettore che mi disse che era stato messo al corrente
della mia situazione dal vice-rettore e che avrebbe parlato con il
vescovo, monsignor Carmelo Ferraro, tuttora in carica. Io mi fidai.
Inoltre, se mi capitava di incontrare don Puleo, erano sempre incontri
pubblici, ritiri spirituali, ci si salutava normalmente come se i nostri
rapporti in passato fossero stati normali e basta. Nel giugno del 2000
lasciai il seminario.
Quali furono i tuoi passi successivi?
Continuavo
ad aspettarmi qualche riscontro alla mia denuncia. Invece non succedeva
niente. Allora chiesi un incontro con il vescovo che mi ricevette
subito. Stranamente, perché quando eravamo in seminario, se gli
chiedevamo udienza, dovevamo attendere a lungo. Il vescovo mi ascoltò e
cadde dalle nuvole. Disse che nessuno mai l’aveva informato di quanto
era avvenuto. Io gli confidai la mia paura che don Puleo potesse
continuare a fare del male ad altri ragazzi. Aggiunsi anche che il
sacerdote andava aiutato perché la pedofilia è una malattia. “Cerchi di
fare qualcosa”, insistetti, “lei è il padre spirituale di tutti i
sacerdoti”. Era anche la massima autorità cui io potessi rivolgermi. Il
vescovo mi assicurò che ci avrebbe pensato lui e che dovevo stare
tranquillo. Mi licenziò regalandomi un libro. Da allora non ho avuto più
notizie dal vescovo, non ho più avuto a che fare con lui. Invece il
giorno successivo ebbi notizie da don Puleo, perché si precipitò a casa
mia e mi rimproverò aspramente perché gli avevo fatto perdere la fiducia
del vescovo.
Dunque il vescovo, in seguito al colloquio con te, l’aveva chiamato?
Sì. Mi disse che il vescovo lo aveva mandato a chiedermi scusa se mi aveva provocato dei turbamenti.
Come si è arrivati alla denuncia davanti all’autorità giudiziaria?
Qualche
giorno dopo parlai con il mio parroco, don Giuseppe Veneziano, che tra
l’altro era stato suo retto! re quand o don Puleo era in seminario. Si
meravigliò del mio racconto, sia perché don Puleo era stimato in
diocesi, sia perché il vescovo non gliene aveva fatto parola.
Successivamente mi chiamò per dirmi che aveva parlato col vescovo.
“Questa storia con don Puleo è acqua passata, ormai sono anni che è
successa, tu stai tranquillo, fatti la tua vita, chiudiamola qui”.
Intanto però don Puleo continuava a fare il parroco. Era nella
parrocchia del Villaggio Giordano, a Palma di Montechiaro.
Neanche un’ammonizione al prete?
Non
so che dire. Però, a seguito di non so quali vicende, due anni fa, è
stato spostato e gli è stata affidata un’altra parrocchia: non è più a
Palma di Montechiaro ma in un piccolo paesino nei dintorni di Agrigento,
Sant’Anna.
A causa di altre vicende di pedofilia?
Beh, tre di questi ragazzi sono di Palma di Montechiaro. Qualcuno avrà saputo qualcosa… Ma non posso dirlo con certezza.
Don Gaetano Montana è ancora al suo posto?
Sì,
continua a fare il rettore del seminario arcivescovile. Mi chiedo come
sia possibile. Altri ragazzi possono passare le stesse mie disavventure e
nessuno li difenderà. Dico questo perché, riguardo a don Gaetano, devo
aggiungere una cosa. Non avendo raggiunto alcun risultato con i miei
colloqui, ho parlato con i miei genitori, i quali hanno contattato un
avvocato. Questi, prima di fare l’esposto alla magistratura (presentato
poi nella primavera del 2001), ha voluto incontrare il vescovo per
capire come mai la massima autorità non avesse preso alcun
provvedimento. Il vescovo rispose che lui era super partes, che
bisognava prendersela con il prete e che comunque il polverone che
sarebbe seguito allo scandalo non conveniva a nessuno.
Dopo la presentazione dell’esposto cos’è successo?
Parlai con il Sostituto Procuratore che chiamò tutte le persone che io avevo citato.
Facesti anche il nome del vescovo fra le persone informate dei fatti?
Sì,
e furono chiamate. Ma non so se fu chiamato anche il vescovo. Fui messo
a confronto con il parroco, don Giuseppe Veneziano, e con il rettore,
don Gaetano Montana. Il parroco inizialmente negò che gli avevo parlato
degli abusi subiti. Poi, caduto in contraddizione, si è trincerato
dietro il segreto confessionale. Cosa che non sta in piedi: io non mi
ero confidato con lui in confessione. Il rettore non negò, anche se
disse che non ricordava bene quando gli avevo parlato della mia storia.
Alla domanda: “come mai non parlò con il vescovo?”, rispose che era
preso da altre cose, c’era da ristrutturare il seminario, e siccome il
ragazzo, cioè io, sembrava abbastanza tranquillo, tutta la faccenda si
poteva rimandare. Lui parlò con il vescovo quando questi, in seguito al
nostro colloquio, lo interpellò.
Qualche giorno fa, il 7
luglio, don Puleo è stato condannato a due anni e sei mesi di
reclusione. Finisce qui o farai ulteriori mosse?
Intendo
intentare una causa civile contro le persone che hanno un ruolo di
responsabilità in situazioni del genere. Certamente il rettore del
seminario, ma tanto più il vescovo, il quale, pur non avendo
responsabilità penale, è civilmente – e moralmente – responsabile.
Avrebbe dovuto prendere provvedimenti che non ha preso. A me non risulta
che il vescovo sia mai stato interrogato: attendo di prendere visione
di tutti gli atti processuali per averne conferma.
Un’altra
cosa che intendo fare, ed è il motivo per cui all’università sto
studiando psicologia, è aiutare le persone che subiscono abusi. Per la
qual cosa ho già fondato un’associazione, che deve diventare uno
sportello di ascolto
Martedì, 13 luglio 2004
Scandalo pedofilia in seminario, choc in
Austria
di Paolo Valentino
Il
direttore e il vice dell’istituto si sono dimessi. Sei anni fa il
primate di Vienna costretto a lasciare per una vicenda di abusi
martedì 13 luglio 2004 tratto da il Corriere della Sera. Una nota di Giovanni Felice Mapelli.
Nella
foto i protagonisti dello scandalo pornografia nel seminario austriaco:
mons Kurt Krenn, vescovo di Saint Poelten e mons Capellari
Nella
foto i protagonisti dello scandalo pornografia nel seminario austriaco:
mons Kurt Krenn, vescovo di Saint Poelten e mons Capellari
Inchiesta su 40 mila foto e filmati trovati nella biblioteca della più conservatrice scuola cattolica per sacerdoti
In
apparenza è un seminario. Anzi, il più tradizionalista e
ultraconservatore dei seminari cattolici in Austria, luogo di religiosa
purezza, preghiera e pio magistero alla cura delle anime, dove
volentieri l’anziano arcivescovo Kurt Krenn predicava, bollando con
parole di fuoco i rei contro natura.
In realtà, quello della
diocesi di Sankt Pölten, ottanta chilometri a Ovest di Vienna, è stato
in questi anni un antro di orchi pedofili, teatro di perversioni
peccaminose, una Sodoma asburgica dove preposti e seminaristi
indulgevano spesso e volentieri in orge omosessuali, giochi erotici e
notti scandite da alcol e sesso, al posto delle orazioni. Qualcuno parla
anche di parodie naziste e cerimonie ufficialmente esecrate dal
Vaticano, come la celebrazione di un finto matrimonio gay, fra due
aspiranti preti, officiato dal direttore, inutile precisare tutti in
costume adamitico.
C’è ancora del marcio nella Chiesa
austriaca. A sei anni dallo scandalo del cardinale Hans Hermann Groer,
l’ex primate, morto nel 2003, che era stato riconosciuto colpevole di
aver sessualmente abusato di giovani religiosi, una nuova, devastante
scoperta scuote le fondamenta del cattolicesimo viennese.
Non
più sospetti o bugie di “querulanti ubriachi”, come aveva fin qui
sostenuto monsignor Krenn, capo della diocesi incriminata, quando il
tema era più volte venuto a galla in passato. Ma un’incredibile
documentazione fotografica, scoperta un anno fa nei computer della
biblioteca del seminario e ora al vaglio delle autorità di polizia, in
attesa della formale apertura di un’inchiesta criminale da parte della
magistratura. Almeno 40 mila istantanee e una quantità imprecisata di
filmati pornografici, che illustrano con precisione e ricchezza di
dettagli gli esercizi, non esattamente spirituali, di Sankt Pölten.
Alcune di queste ! comprend erebbero atti sessuali dei preposti con
minorenni.
A svelare lo scandalo, il settimanale Profil
che nell’edizione in edicola ieri ha pubblicato alcune delle foto, dove
i religiosi e i loro allievi vengono immortalati mentre si baciano
appassionatamente sulla bocca. Secondo il periodico, l’inchiesta è
partita, dopo che diverse immagini e film girati a Sankt Pölten erano
apparsi su un sito a luci rosse polacco.
Il direttore
del seminario, Ulrich Küchl e il suo vice, Wolfgang Rothe, si sono
dimessi, pur protestando la loro innocenza. Su di loro pende l’accusa di
pedofilia. La diocesi si è schierata a quadrato in loro difesa.
Monsignor Krenn, soprattutto, ha definito gli addebiti infondati,
liquidando addirittura le foto, che ha ammesso di aver visto, come
“ragazzate”.
Fortunatamente, i vertici della Chiesa
viennese sono di ben altro parere. “Tutto ciò che ha a che fare con la
pratica dell’omosessualità, non può trovare spazio in un seminario per
preti”, recita un comunicato della Conferenza episcopale austriaca, che
ha anche annunciato l’avvio di una indagine interna, al termine della
quale non è difficile prevedere le dimissioni di Krenn, 68 anni, da
vescovo di Sankt Pölten.
E in questo senso si sono già
levate diverse voci dall’interno del mondo cattolico: “Krenn è il vero
responsabile e deve rispondere di tutto questo davanti alla Chiesa e a
Dio”. ha detto Martin Walchhofer, il prelato che supervisiona tutti i
seminari austriaci. Anche la politica è intervenuta. “Collezionare
materiale pornografico, che coinvolge bambini, non può essere liquidato
come una ragazzata”, ha dichiarato Thomas Huber, leader dei Verdi. Un
portavoce dell’opposizione socialdemocratica, Hannes Jarolim, ha chiesto
al ministero dell’Interno di indagare per favoreggiamento nei confronti
dello stesso arcivescovo e aprire una procedura formale.
Secondo
Profil una foto documenterebbe la celebrazione del matrimonio gay da
parte del rever! endo K Cchl. Il resto del materiale, con le parole del
procuratore Walter Nemec, “mostra i seminaristi in situazione perverse
con i loro superiori”.
Un seminarista di Sankt Pölten,
citato dal settimanale, afferma che “tutti sapevano cosa succedesse da
noi, non era possibile ignorarlo, ma nella Chiesa domina un silenzio di
piombo, quando si tratta di temi tabù, semplicemente non sappiamo in che
modo affrontare correttamente il problema”. Quelli che avevano provato a
parlarne direttamente con i due superiori o con Krenn, sono stati
subito identificati da loro come nemici e isolati.
Anche
la polizia, afferma Profil avrebbe trovato all’inizio grosse difficoltà
a rompere il muro dell’omertà di Sankt Pölten, dopo la scoperta del
materiale e le prime denunce inviate via email da alcuni seminaristi.
Paolo Valentino
____________________________________________
Un commento di Giovanni F. Mapelli:
Non condivido il tono e l’equiparazione che l’articolo fa tra omosessualità perversione
e l’equiparazione con pedofilia: c’è una CONFUSIONE GENERALE DI CHE SI PARLA?
Anche tra preti consenzienti non è definibile come perversione! (dov’è il rispetto per l’intimità delle persone…?).
IL
TABU’DELLA GERARCHIA FOMENTA QUESTE VISIONI MORBOSE SUI GIORNALI LAICI.
Vogliono processare i sentimenti? (se non c’è abuso ovviamente)
PER ME E’UN PROCESSO STAMPA, UNA CAMPAGNA DIFFAMATORIA IN GRANDE STILE CONTRO L’OMOSESSUALITA'(nascosta) del CLERO.
Mercoledì, 14 luglio 2004
Pedofilia nella Chiesa Cattolica Italiana
Eccellenza, lei sapeva e taceva.
di Marco Marchese
(ex seminarista del seminario di Agrigento)
Ragazzo abusato in seminario scrive al vescovo di Agrigento.
Da ADISTA n. 54 del 17-7-2004
DOC-1539.
AGRIGENTO-ADISTA. Un prete abusa di lui, dodicenne, sessualmente. Nel
seminario arcivescovile di Agrigento che si trova nella vicinissima
Favara. Per quattro anni. Prende coraggio Marco Marchese e racconta le
sue sofferenze al vescovo, mons. Carmelo Ferraro di Agrigento. Vuole che
nessun altro bambino o ragazzo debba patire quello che lui ha patito.
Quel prete, don Bruno Puleo, è malato, sostiene Marco; lo faccia curare,
chiede al vescovo, perché non possa più fare del male. Lo tranquillizza
il vescovo: “ci penso io”. Ma l’unica cosa che fa è ‘obbligare’il reo a
chiedere scusa all’offeso. E nulla più. Altri sette ragazzi, si viene a
sapere poi, hanno subìto le attenzioni e le carezze morbose di don
Puleo.
Raccontiamo tutta la vicenda nel numero blu allegato, in
un’intervista a Marco Marchese. Qui di seguito, invece, la lettera che
Marco ha inviato l’8 luglio al vescovo Ferraro.
Scrivo a lei, Eccellenza reverendissima monsignor Carmelo Ferraro, arcivescovo metropolita della Chiesa Agrigentina.
Scrivo
proprio a lei che, una sera di novembre del 2000, ha ascoltato, quasi
con indifferenza, il mio racconto. Forse lei non immagina nemmeno quanto
mi sia costato, in quell’occasione, rivivere i momenti più brutti della
mia vita.
Ma a lei che importa?
Scrivo a lei perché sono
addolorato e profondamente amareggiato dal suo silenzio. Non per lei, di
cui m’importa ben poco, ma per questa povera Chiesa, che si ritrova ad
essere guidata da una persona che non ha saputo dirigere il gregge
affidatogli, soprattutto i piccoli e gli indifesi.
Monsignor
Wilton Gregory, presidente dei vescovi americani ha detto (la
Repubblica, 21 febbraio 2002): “Ciò che abbiamo fatto o non abbiamo
fatto ha contribuito all’abuso sessuale di bambini e giovani da parte
del clero e di persone all’interno della Chiesa”. Forse si starà
chiedendo cosa ha a che fare tutto ciò con lei, si chiederà cosa ha
fatto o non ha fatto ed io le voglio subito venire in aiuto. Lei era
tenuto come tutti i vescovi diocesani ad informare tempestivamente la
Congregazione Vaticana per la Dottrina della Fede delle eventuali accuse
di pedofilia contro sacerdoti cattolici. Non sono io a dirlo, ma due
documenti tratti dagli Acta Apostolicae Sedis, gazzetta ufficiale della
Santa Sede, secondo cui i presuli debbono svolgere indagini nel caso vi
sia anche solo il sospetto di pedofilia nei confronti di preti! Lei cosa
ha fatto? Mi chiedo: perché lei, venuto a conoscenza di fatti sì gravi
non ha preso alcun provvedimento seguendo il monito della Santa Sede?
Cosa voleva che accadesse? Che io ritrattassi? Voleva forse recuperare
il colpevole? E come? Facendo finta di niente? Lasciando il prete al suo
posto, in mezzo alla gente, ai giovani e ai bambini per oltre un anno e
mezzo? O voleva forse salvare l’onorabilità dell’istituzione? La piaga
all’interno della Chiesa aumenta sempre più, nonostante la Chiesa abbia
elaborato strumenti d’intervento a livello locale e universale senza
riuscire a utilizzarli! E lo sa perché? Perché chi dovrebbe farlo tace,
per paura o meno, si nasconde dietro al silenzio, portando ad una rovina
ancora più grande e sono sicuro che se non avessi denunciato il fatto
alla Procura, lei se ne starebbe ancora con le mani in mano.
Mi
chiedo, però, come mai, in occasione dell’attentato alla chiesa madre di
Favara, in particolare per l’incendio del portone principale, lei (Il
Giornale di Sicilia, maggio 2000, cronaca di Agrigento) definì il
silenzio di chi sapeva come connivenza. E il suo silenzio attorno alla
mia vicenda? Come bisogna definirlo? E mi viene da pensare che altre
vicende simili alla mia siano state taciute, sotterrate nel silenzio! E
chissà quante! Cosa sarebbe stato se non avessi raccontato a nessuno
quanto successomi all’età di dodici anni in seminario a Favara? Glielo
dico io: avrei continuato a soffrire in silenzio senza però l’amara
delusione di vedere le persone che mi hanno ascoltato rimanere con le
mani in mano; non avrei richiamato alla mente una vicenda che per me
andava cancellata, che per me era troppo pesante. Non avrei avuto la
grande delusione di aver accanto persone ipocrite, conniventi e mi fermo
qui.
Si ricorda quando nella stessa occasione del portone
bruciato ha decretato un anno di preghiera in riparazione del sacrilegio
compiuto? Un anno di preghiera, un rosario perpetuo, recitato
ventiquattro ore su ventiquattro, perché “tutti siamo responsabili di
tutti”, così si leggeva sul giornale.
Le chiedo allora: quanto
bisogna pregare per una infanzia bruciata, per un cuore che per sei anni
non ha smesso di piangere in silenzio? Bruciare l’infanzia di un
ragazzo non è più di un sacrilegio? E quanti rosari perpetui bisogna
recitare per i mangia-bambini? E per quelle persone che pur sapendo,
compreso lei, hanno fatto finta di niente? Non le viene in mente, al
riguardo, la parabola del buon samaritano e soprattutto quelle persone,
sacerdote e levita, che vedendo passarono oltre? Lei chi si sente di
essere tra queste persone? Forse il buon samaritano? Ad essere sincero
non mi importa nulla di quello che si sente. Mi importa dei bambini! Le
ho raccontato di me, rivivendo per l’ennesima volta quello che lei,
evidentemente, non può capire, quello che non ho mai saputo dimenticare e
le chiedo: cosa ha fatto? Mi risuonano ancora le parole da lei
pronunciate in occasione dell’abbattimento di alcune abitazioni abusive
presso la Valle dei Templi: “Il Vangelo è passione d’amore per la
verità. Quando è la dignità di un popolo ad essere compromessa, allora
non posso tacere” (Il Giornale di Sicilia, 2 febbraio 2000, cronaca di
Agrigento). Sicuramente tra i suoi tanti impegni ad alzare la voce in
difesa dei deboli e in difesa della verità, non ha potuto leggere bene
la lettera inviata dal santo Padre ai sacerdoti il giovedì santo,
laddove affermava la vicinanza a coloro che hanno dovuto subire le
conseguenze dei peccati dovuti al tradimento di preti ai loro voti e lo
sforzo di rispondere secondo verità e giustizia ad ogni penosa
situazione.
Ricordi bene che la dignità umana e la sacralità dei
bambini vengono prima di ogni cosa! È questo cui la Chiesa mi ha
insegnato a credere, ma evidentemente crediamo o abbiamo conosciuto un
Dio diverso. Sì, perché se lei credesse nello stesso mio Dio, Padre, che
ama e consola gli afflitti, Figlio, che si fa voce degli ultimi e dei
più deboli, e Spirito Santo, che infonde forza e coraggio per sostenere
la verità e la giustizia, ne avrebbe lo stesso timore che ne ho io!
Avrebbe timore di questo Dio che dice: “Chiunque scandalizza uno solo di
questi più piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli
fosse appesa al collo un macina d’asino e fosse gettato negli abissi del
mare”; “chi accoglie anche uno solo di questi più piccoli in nome mio,
accoglie me”; “i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del
Padre” (e gridano vendetta agli occhi di Dio). Ne parla tanto il Vangelo
che lei instancabilmente annuncia, ma evidentemente del Vangelo si
ricorda solo quello che fa più comodo!
Sono convinto che per fare
certe scelte e affrontare certi problemi che magari comportano dei
rischi per la propria immagine o la mettono in gioco, ci vuole molto
coraggio. Penso altresì che, per chi ha un po’di coscienza e di fede, ci
vorrà molto più coraggio nel presentarsi dinanzi a Dio che, preti o
meno, ci chiederà conto di tutto. Dov’è la sua coscienza? Forse non
faccio parte anche io come tanti altri ragazzi (i cui pianti, le cui
sofferenze le dovranno pesare) del gregge che è affidato proprio a lei
da Dio e dalla Chiesa? Non è lei che se ne deve prendere cura e non è a
lei che Dio ne chiederà conto? Forse lei è immune al giudizio di Dio e
degli uomini?
Tra le poche persone che mi hanno sostenuto nella
mia vicenda vi è il Santo Padre che continua a darmi speranza. Egli che
ha rifiutato categoricamente gli infingimenti, le omertà, le complicità.
Il papa non ha taciuto!
Mi ritornano alla mente le parole del
cardinale Ersilio Tonini secondo cui è meglio avere dieci sacerdoti in
meno che averne uno sbagliato. La pedofilia e l’omosessualità vanno
affrontati tempestivamente e con fermezza! (Jesus, luglio 2002). Disse
altresì che i rettori dei seminari e i direttori spirituali non possono
permettersi di lasciar correre!
Non è a lei che la Chiesa chiede e
impone di accertare l’integrità dei seminaristi e di quanti si
accostano all’ordine sacro? Non è lei che ha ordinato quel giovane
prete? Non è stato lei a decidere quali giovani seminaristi dovevano
essere assistenti dei ragazzi del seminario di Favara?
Lo sa
perché le ho raccontato di me quella sera di novembre? Perché credevo in
lei, credevo che lei, quale pastore di questo gregge e difensore dei
più piccoli e più deboli, avrebbe ascoltato il mio grido e avrebbe
impedito altre “carneficine” di bambini e di sogni!
Concludo,
Eccellenza, rinnovando la mia fiducia nella Chiesa di Cristo e a sua
Santità Giovanni Paolo II che, rivolto ai giovani riuniti a Toronto, ha
avuto il coraggio, ancora una volta, di dire: “Mi vergogno per i preti
pedofili e per chi ha coperto con il silenzio questi abomini”.
Possano queste parole risvegliare la sua coscienza, assopita in un torpore durato troppo a lungo.
Marco Marchese
(ex seminarista del seminario di Agrigento)
Mercoledì, 14 luglio 2004
Pedofilia in Austria: denunciato novizio
polacco
AGI On-line
PEDOFILIA, IN AUSTRIA DENUNCIATO NOVIZIO POLACCO
(AGI)
– Vienna, 19 lug. – L’inchiesta sullo scandalo a sfondo sessuale
scoppiato nel seminario cattolico di Sankt Poelten, a ovest di Vienna,
ha portato all’incriminazione di un novizio polacco ventisettenne per
reati legati alla pedofilia.
Dall’esame del suo computer
personale e’risultato che si era collegato a siti pedofili. Anche dal
computer centrale del seminario e’stato scaricato materiale pedofilo, ma
gli inquirenti non sono stati in grado di determinare
responsabilita’individuali perche’tutti i seminaristi usavano la stessa
parola d’accesso. Essi hanno escluso, tuttavia, che il novizio polacco
abbia visionato il materiale pedofilo del computer centrale. In
relazione al contenuto dei due computer, in una nota la procura parla di
“rappresentazioni pornografiche di minori e di pornografia cosiddetta
violenta”.
Gli inquirenti hanno disposto il sequestro di otto
computer personali e del computer centrale del seminario di Sankt
Poelten su richiesta della direzione dopo che, a fine 2003, un tecnico
che aveva esaminato il computer centrale per eliminare un problema
legato a un virus aveva scoperto che era stato scaricato materiale
pedofilo. Questa inchiesta, unita allo scandalo provocato dalle
pubblicazione di foto sullo scambio di effusione fra sacerdoti e novizi
ha avuto vasta eco fra i cattolici austriaci e determinato richieste di
dimissioni per il titolare della diocesi di Sankt Poeltern, monsignor
Kurt Krenn.
–
191545 LUG 04
AUSTRIA/ SCANDALO SESSUALE SEMINARIO, INCRIMINATO UNO STUDENTE
Si tratta di un seminarista polacco di 27 anni
lunedì 19 luglio 2004 di APC
Un
seminarista polacco di 27 anni è stato incriminato per possesso e
distribuzione di materiale pedo-pornografico. Lo ha reso noto oggi il
magistrato austriaco, Walter Nemec. L’incriminazione è maturata nel
corso delle indagini sullo scandalo scoppiato all’interno della Chiesa
austriaca in seguito alla pubblicazione di migliaia di foto
pedo-pornografiche scattate nel seminario di Saint Poelten, 80
chilometri circa a ovest di Vienna.
Il magistrato ha
rilasciato una dichiarazione in cui si precisa che il seminarista
polacco, la cui identità non è stata diffusa, ha scaricato “numerose”
foto vietate da un sito web localizzato in Polonia.
Anche
il cancelliere austriaco Wolfgang Schuessel ha denunciato apertamente
lo scandalo. Schuessel, che ha chiarito di non parlare in virtù del suo
ruolo istituzionale ma come credente e cattolico, ha chiesto una
spiegazione esauriente sulla vicenda.
Le autorità del
posto hanno sequestrato alcuni computer nell’ambito delle indagini al
seminario. Sono state trovate almeno 40mila immagini a sfondo sessuale,
ma il vescovo Kurt Krenn, responsabile della diocesi, ha giudicato la
vicenda “un po’esagerata e montata” nel corso di un’intervista trasmessa
dalla tv austriaca. Secondo lui, si è trattato essenzialmente di uno
“scherzo di cattivo gusto, una cosa da ragazzini”.
Il vescovo di
St. Poelten, che ha respinto la richiesta di dimissioni, ha sottolineato
che non esiste “alcuna prova” di atti di omosessualità all’interno del
seminario. Nemmeno una foto che mostra il vice-rettore che bacia
appassionatamente un seminarista dimostrerebbe alcunché (“Era una festa
di Natale, alla fine si sono dati il bacio natalizio, non ha niente a
che fare con l’omosessualità” ha dichiarato il porporato).
Eppure
il servizio di lunedì 12 luglio dell’autorevole settimanale austriaco
Profil, basato anche scoperta di un numero imprecisato di video a sfondo
erotico, sembrerebbe dimostrare il contrario. I vertici della Chiesa
per la prima volta hanno scoperto il materiale un anno fa su un computer
del seminario, ha precisato Profil. In esso figuravano numerose
immagini di giovani preti e loro insegnanti che si baciavano e
indulgevano in giochi sessuali e orge.
L’organo di
stampa ha precisato che il direttore del seminario, il reverendo Ulrich
Kuechl, ha già rassegnato le dimissioni e anche il suo vice, lfgang
Rothe, le ha sottoposte al suo superiore. “Ho delle responsabilità e me
le assumo” ha commentato il vescovo Krenn, ma “non avevo niente a che
vedere con queste cose, anche se ovviamente sono di mia competenza”. Il
caso ha suscitato molto scalpore nel Paese a maggioranza cattolica, dove
i vertici ecclesiastici stanno ancora tentando di superare le divisioni
create dalle accuse di molestie nei confronti di studenti minorenni da
parte del cardinale Hans Hermann Groer, costretto a rassegnare le
dimissioni nel 1995 dall’arcidiocesi di Vienna.
Martedì, 20 luglio 2004
Scandalo pedofilia in Austria
Nominato dal Vaticano un visitatore
apostolico
Di seguito la notizia così come è stata riportata dall’agenzia della CEI SIR e dal sito Tamles.
articolo tratto da TAMLES
Un
vescovo ultraconservatore che dichiara un bacio sulla bocca una forma
di gioia natalizia… speriamo che riconosca la stessa gioia natalizia
in tutte le coppie omosessuali, sarebbe una bella estensione del
concetto!
IL CASO – Lo scandalo in un seminario
L´invio da Roma del visitatore apostolico è un atto rarissimo
MARCO POLITI
CITTA´
DEL VATICANO – Un altro colpo per papa Wojtyla. Dopo la serie infinita
dei processi per pedofilia nelle diocesi Usa, sono arrivate fino in
Vaticano le ondate fangose dello scandalo del seminario austriaco di
Sankt Poelten, in Austria, dove gli inquirenti hanno trovato materiale
pornografico in quantità industriali mentre sui giornali sono finite le
foto del rettore Ulrich Kuechl (dimessosi il 5 luglio) e del vicerettore
Wolfgang Rothe, ritratti in atteggiamenti “inequivocabili” ognuno con
un seminarista diverso.
Ad aumentare la vergogna sono state le
prime dichiarazioni del vescovo di Sankt Poelten, monsignor Kurt Krenn –
un ultraconservatore che si è sempre proclamato fedele del pontefice ad
oltranza – che aveva definito alla tv austriaca tutta la vicenda
“esagerata e montata”, sostenendo che il bacio in bocca del vicerettore
Rothe con un allievo (foto pubblicata dal settimanale “Profil”) andava
considerato solo un momento di gioia natalizia. “Era una festa di Natale
– ha detto testualmente monsignor Krenn – e alla fine si sono dati un
bacio. Non ha niente a che fare con l´omosessualità”.
Papa Wojtyla
sembra meno tranquillo. Ieri ha inviato ufficialmente nella diocesi un
“visitatore apostolico”, l´equivalente di un commissario straordinario,
con l´incarico di indagare particolarmente sul seminario, la diffusione
di materiale pedo-pornografico (sono stati trovate quarantamila foto e
parecchi video), relazioni erotiche ed eventuali abusi sessuali. Per la
Chiesa austriaca lo scandalo è una disgrazia che segue di pochi anni
l´altro scandalo a sfondo sessuale, che coinvolse negli anni Novanta
l´arcivescovo di Vienna cardinale Hans Groer, poi dimessosi nel 1998 e
morto ritirato nel 2003. Nei giorni scorsi il cancelliere austriaco
Wolfgang Schuessel aveva dichiarato pubblicamente: “In Austria Stato e
Chiesa sono separati, per questo non ho alcun diritto di prendere
posizione come cancelliere… ma come credente e cattolico voglio una
spiegazione immediata e sincera”.
L´invio di un “visitatore
apostolico”, cioè di un alto commissario-inquirente vaticano, è un atto
rarissimo. La persona incaricata dal pontefice, mons. Klaus Kung,
vescovo di Feldkirch, si è detto consapevole che si tratta di una
responsabilità “delicata e difficile”, ma ha sottolineato di voler
“procedere in maniera approfondita e immediata per rafforzare la fiducia
che i fedeli nutrono nei confronti della Chiesa e del Santo Padre”.
La
procura austriaca, dal canto suo, ha già iniziato a indagare. E´ stata
annunciata l´incriminazione per possesso di materiale pedofilo e
pornografico di un novizio polacco ventisettenne, che peraltro è già
stato allontanato dal seminario. In stato di stallo sono invece le
indagini su otto altri seminaristi, poiché per ora non è stato possibile
scoprire – data la molteplicità di password di accesso – chi abbia
effettivamente visionato siti pedofili e pornografici su un computer
dove furono trovate scaricate migliaia di immagini porno. “Di questa
vicenda – aveva dichiarato una settimana fa alla rivista “News” il
vescovo Krenn – alla conferenza episcopale non deve importare un
accidente”. Più di quanto potesse tollerare il Vaticano.
____________________________
La notizia data dall’agenzia SIR del 20-7-2004
16:56 – ST. PÖLTEN, NOMINA DI MONS. KÜNG, CARD. SCHÖNBORN (VESCOVI AUSTRIA): “PASSO VERSO IL RISANAMENTO DELLA SITUAZIONE”
Il
card. Christoph Schönborn, presidente della Conferenza episcopale
austriaca, ha definito oggi la nomina di mons. Klaus Küng, vescovo di
Feldkirch, quale visitatore apostolico per la diocesi di St. Pölten, un
“provvedimento “straordinario e raro”. Il cardinale ha spiegato che il
visitatore apostolico, responsabile solo dinanzi al Papa, ha il compito
di “informarsi quanto più rapidamente circa tutti gli avvenimenti” a St.
Pölten “e di assicurarsi che l’ordine della Chiesa universale venga
rispettato e ripristinato all’interno della diocesi e in particolare
anche nel seminario”. Con questa nomina papale viene meno anche la
commissione d’inchiesta istituita da mons. Krenn, vescovo di St. Pölten,
poiché, ha aggiunto il cardinale, “in quanto visitatore apostolico per
la diocesi, mons. Küng dispone di pieni poteri anche nei confronti del
seminario”. Schönborn ha comunicato che “tutte le decisioni importanti” e
le “prese di posizione ufficiali” debbono essere concordate con il
visitatore, che dispone di “ampi poteri” durante il periodo di carica.
“Penso che ciò sia importante affinché possa lavorare in pace e con
decisione”, ha aggiunto. Schönborn ha definito il provvedimento della
Santa Sede “un importante passo verso il risanamento della situazione”.
“Ormai sappiamo tutti, e percepiamo dolorosamente che un tale
risanamento è necessario. Molte persone sono state irritate, deluse,
rattristate o furibonde” da quanto avvenuto, ha osservato, pur
sottolineando che la reazione della Chiesa austriaca e del Papa sia
stata immediata. Il cardinale non ha fatto previsioni sulla durata della
permanenza di mons. Küng a St. Pölten: “daremo il nostro sostegno a
mons. Küng ed egli stesso troverà molto sostegno nella diocesi”, ha
dichiarato. Da parte sua, mons. Küng, ha annunciato che si “occuperà
immediatamente del seminario”. Il vescovo ha sottolineato di voler
cercare il dialogo con i responsabili, “a partire dai vescovi e da tutti
i responsabili della diocesi”. “Interverrò certamente – ha affermato –
laddove sia necessario per far sì che vengano esaminati tutti gli eventi
e per far chiarezza su quanto accaduto e per decidere il da farsi”.
Giovedì, 22 luglio 2004
Austria: forte aumento uscite dalla Chiesa
cattolica
VIENNA
– Chiesa cattolica in Austria soffre in questo momento una pesante
emorragia di fedeli, come conseguenza degli scandali sollevati il mese
scorso dai presunti rapporti omosessuali e dalle fotografie
pedo-pornografiche nel seminario di St.Poelten, nel frattempo chiuso dal
Vaticano.
Il quotidiano conservatore di Vienna “Die
Presse” ha pubbicato oggi i primi dati ufficiali, relativi al periodo
dopo la scoperta degli scandali, sui cittadini che sono andati in comune
a farsi cancellare ufficialmente dalle liste della Chiesa cattolica: a
Vienna a luglio le uscite sono state del 30% superiori allo stesso mese
dello scorso anno.
A St.Poelten, dove aveva sede il
“seminario a luci rosse”, l’aumento è stato del 186% (in cifre, 80
fedeli si sono fatti cancellare a luglio 2004, rispetto a 28 del luglio
2003). Il fenomeno avrà poi conseguenze economiche in termini di quote
della dichiarazione dei redditi, ma il risultato si vedrà il prossimo
anno.
Da SWISSINFO
Mercoledì, 01 settembre 2004
PRETI PEDOFILI
Vaticano sapeva di scandalo St.Polten da anni
Lo sostengono alcuni testimoni in un documentario televisivo
di APC
Roma,
20 ago. (Apcom) – Nel documentario televisivo dedicato allo scandalo
del seminario di St. Polten il network tedesco ARD ha intervistato
alcuni testimoni, che sostengono all’unaminità una tesi molto scomoda:
il vescovo Kurt Krenn (che aveva definito lo scandalo come innocui
“giochi da ragazzi”) e degli alti prelati erano a conoscenza delle
abitudini del seminario, dei suoi festini omosessuali e delle foto
proibite.
Intanto un servizio radiofonico del
Suedwestrundfunk sostiene che anche il Vaticano sapesse delle attività
omosessuali e questo da almeno due anni.
Nel
documentario, che andrà in onda domenica sera, un ex-seminarista
racconta per la prima volta le abitudini di St. Polten, ora chiuso
dall’inviato del Papa che ha ritenuto obbligatorio un “nuovo inizio”.
Un
testimone interno sostiene che la morale all’interno del seminario
fosse praticamente assente e che i preti avessero spesso rapporti
sessuali con i seminaristi, definiti “carne fresca e giovane”. “Quel
posto era come una palude” racconta l’uomo. “E’molto triste”, conclude
il testimone, che è stato addirittura minacciato di morte, “che il
Vaticano abbia reagito solamente dopo che i media avevano portato alla
luce questa sordida situazione”. Il Vaticano quindi, secondo le accuse
di molti, avrebbe saputo dei sex party nel seminario, ma non avrebbe
fatto nulla per contrastarli.
Già nel 1999 la Conferenza dei
Vescovi tedesca aveva dovuto stilare un documento che regolasse i casi
riguardanti i seminaristi gay; avevano concordato sul fatto che gli
omosessuali potessero diventare preti, a patto di non ammetterlo mai in
pubblico e di attenersi severamente alle regole del celibato. Era
inoltre vietato frequentare “luoghi disdicevoli” quali bar e discoteche.
Secondo
l’indagine del SWR su 27 diocesi tedesche, la maggior parte di esse si
sarebbe attenute alle regole per scegliere i futuri preti.
Ma, come fa notare a SWR il novizio Stefan Kiechle, “la tentazione siede nella camera accanto”.
Nel
seminario di St. Polten furono ritrovate 40.000 foto pornografiche e
svariati filmini, nei quali erano visibili anche dei bambini. Un giovane
seminarista è stato condannato a 6 mesi di prigione a causa del
possesso di materiale pedopornografico.
Mercoledì, 01 settembre 2004
AUSTRIA: CONDANNA SOFT PER IL
SEMINARISTA CHE SCARICAVA FOTO
PORNO DA INTERNEt
Da Agenzia Adista n° 61 dell’11 settembre 2004
32480.
ST. PÖLTEN-ADISTA. Il capro espiatorio è saltato fuori. Il 27enne
seminarista polacco Piotr Z., accusato nell’ambito dello scandalo che ha
coinvolto il seminario di St. Pölten (v. Adista n. 55 e 57/04) di avere
scaricato da Internet 1.700 fotografie pornografiche, tra le quali
molte di carattere pedofilo, è stato già processato e condannato a sei
mesi di reclusione con libertà condizionata. I giudici sono stati
clementi: per questo reato è prevista una pena da uno a due anni di
carcere.
Ma lui si è mostrato molto contrito: “Confesso di avere
guardato le fotografie – ha ammesso – e me ne pento profondamente”. Il
pubblico ministero lo ha anche interrogato sui motivi di un tentato
suicidio di qualche settimana fa: “È stato per il dolore, per il
rimorso, per il senso di colpa. Mi sono sentito così abbandonato. Non è
tanto per me, quanto per la vergogna che ho procurato alla mia
famiglia”.
Nel frattempo procede la visita apostolica di mons.
Klaus Küng, incaricato dal papa il 21 luglio scorso di condurre indagini
e ricerche sul caso, ma la conclusione è ancora lontana, ha affermato
il segretario di Küng, Bernhard Augustin. Küng ha smentito intanto la
notizia, diffusa dall’emittente televisiva ARD, secondo cui l’attività
omosessuale all’interno del seminario (ci sono anche le foto del
segretario di Krenn e vicerettore del seminario in ambiguo atteggiamento
con il rettore) sarebbe stata nota al Vaticano e alla Conferenza
episcopale austriaca già da un paio d’anni. Le prime “indicazioni
significative”, ha detto, risalgono al novembre 2003, quando nel corso
della ricerca di un virus nel sistema informatico del seminario sono
state scoperte immagini pornografiche. E mentre colloqui e ricerche
vengono condotte nella massima riservatezza, la rivista ultracattolica
Der 13. afferma di aver già raccolto più di 3.000 firme a sostegno del
vescovo di St. Pölten Kürt Krenn. “Giustizia per Krenn!”, recita il
titolo dell’appello, che verrà inviato al papa.
Venerdì, 29 dicembre 2006
ALLA FINE L’ARCIVESCOVO DI AGRIGENTO, MONS. CARMELO FERRARO,
HA CEDUTO ALLE PRESSIONI DEI MEDIA
da IMG-Press – Il foglio elettronico: http://www.imgpress.it/index.asp
“Il segno di Dio – ha spiegato il Papa – è il bambino nel suo bisogno
di aiuto e nella sua povertà”. “Egli si fa piccolo per noi”, perché
vuole toglierci la “paura della sua grandezza”. “Egli chiede il nostro
amore – ha ribadito Benedetto XVI – Nient’altro vuole da noi se non il
nostro amore, mediante il quale impariamo spontaneamente ad entrare nei
suoi sentimenti, nel suo pensiero e nella sua volontà”. Ecco, Mons.
Ferraro, queste parole sull’infanzia abusata, del Sommo Pontefice
l’aiuteranno ad adottare la decisione migliore per il bene della Chiesa.
Alberto Giannino
Presidente Ass. culturale docenti cattolici
Venerdì, 29 dicembre 2006
Il dibattito sulla omelia del predicatore del Papa
Una medicina spirituale per gli abusi
sessuali del clero
Lee Penn confuta la proposta del predicatore apostolico
(Traduzione
dall’inglese e riduzione di Fausto Marinetti. Di seguito il testo
originale) Ringraziamo il nostro carissimo amico Fausto Marinetti per
averci inviato questa sua libera traduzione e riduzione di un articolo
pubblicato negli USA in cui si discute della proposta del predicatore
del Papa a proposito della pedofilia nella chiesa cattolica. Riprendiamo
questo articolo per dimostrare come le questioni sollevate dallo stesso
Fausto Marinetti sulla proposta del predicatore del Papa, siano molto
più diffuse nella chiesa cattolica di quanto si voglia far credere.
Il
testo originale è ripetitivo e per molti versi stucchevole e ciò ha
spinto Fausto Marinetti a ridurre il testo tradotto all’essenziale.
Riportiamo comunque di seguito il testo originale in inglese.
Premessa
Il
predicatore personale del Papa propone una giornata di digiuno per
solidarizzare con le vittime degli abusi sessuali da parte del clero
(15.12.2006).
Padre Raniero Cantalamessa dice: “La Chiesa ha
“pianto e sospirato” in tempi recenti per gli abomini commessi nel suo
seno da alcuni dei suoi stessi ministri e pastori. Ha pagato un prezzo
altissimo per questo. È corsa ai ripari, si è data regole ferree per
impedire che gli abusi si ripetano. È venuto il momento, dopo
l’emergenza, di fare la cosa più importante di tutte: piangere davanti a
Dio, affliggersi come si affligge Dio; per l’offesa fatta al corpo di
Cristo e lo scandalo recato “ai più piccoli dei suoi fratelli”, più che
per il danno e il disonore arrecato a noi”.
Nonostante questo, il
card. Bernard Law (allontanato dalla diocesi di Boston) resta al suo
posto di onore e privilegio come Arciprete della Basilica di S. Maria
Maggiore. Altri prelati continuano a coprire il delitto, mentre complici
e colpevoli sfuggono alla giustizia civile. Quindi non siamo al “dopo
emergenza”, perché lo scandalo persiste.
“Un giorno che predicavo
al clero di una diocesi che aveva molto sofferto per questa ragione, mi
colpì un pensiero. Questi nostri fratelli sono stati spogliati di tutto,
ministero, onore, libertà, e Dio solo sa con quanta effettiva
responsabilità morale, nei singoli casi; sono diventati gli ultimi, i
reietti… Se in questa situazione, toccati dalla grazia, si affliggono
per il male causato, uniscono il loro pianto a quello della Chiesa, la
beatitudine degli afflitti e di coloro che piangono diventa di colpo la
loro beatitudine. Potrebbero essere vicini a Cristo che è l’amico degli
ultimi, più di tanti altri, me compreso, ricchi della propria
rispettabilità e forse portati, come i farisei, a giudicare chi sbaglia.
C’è una cosa però che questi fratelli dovrebbero assolutamente evitare
di fare e che qualcuno, purtroppo, sta cercando invece di fare:
approfittare del clamore per trarre vantaggi anche dalla propria colpa,
rilasciando interviste, scrivendo memoriali, nel tentativo di far
ricadere la colpa sui superiori e sulla comunità ecclesiale. Questo
rivelerebbe una durezza di cuore davvero pericolosa”.
Come e
quanto siamo lontani dal porre fine allo scandalo! Solo alcuni sono
stati smascherati, ma molti hanno evitato la prigione grazie alle
autorità ecclesiastiche. Le “gesta” dei pedofili non sono “errori” ma
crimini. E mentre il predicatore li ammonisce di non strumentalizzarli
con “memoriali” per fini speculativi, pare esortarli a non gettare la
responsabilità “sui superiori e sulla comunità ecclesiale”. Non sembra
dire nulla ai prelati, che hanno amplificato il crimine con l’omertà e
ci fa vedere, che ne negano ancora l’ampiezza e la gravità. Gli avvocati
delle vittime replicano, che parole e gesti di contrizione devono
essere accompagnati da azioni concrete.
Barbara Blaine, presidente
dell’Associazione Survivor Network of those abused by Priests, sostiene
che centinaia di prelati hanno favorito migliaia di preti pedofili.
Quindi “Solo azioni decise possono tutelare i bambini, non atteggiamenti
benevoli. Apprezzeremmo di più interventi papali, disciplinari,
adeguati ed efficaci nei confronti dei vescovi”. Per Mary Pat Fox,
presidente di Voice of Faithful, le critiche sono un segno di speranza,
in quanto i vertici Vaticani stanno comprendendo la gravità della cosa,
ma dovrebbero andare oltre punendo i Vescovi che hanno protetto il clero
colpevole.
Sono d’accordo: pie parole di pentimento sarebbero
insignificanti senza cambiamenti profondi e atti riparatori. Solo con la
giustizia le parole diventano efficaci. “L’uomo è giustificato dalle
azioni, non dalle intenzioni” (Gc 2,24). Dio dice: “Io detesto, respingo
le vostre feste e non gradisco le vostre riunioni, anche se voi mi
offrite olocausti, io non gradisco i vostri doni, e le vittime grasse
come pacificazione io non le guardo. Lontano da me il frastuono dei tuoi
canti: il suono delle tue arpe non posso sentirlo! Piuttosto scorra
come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne” (Amos
5,21-24). “Smettete di presentare offerte inutili, l’incenso è un
abominio per me; non posso sopportare noviluni, sabati, assemblee sacre
delitto e solennità. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto,
sono per me un peso; sono stanco di sopportarli. Quando stendete le
mani, io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere,
io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi,
togliete dalla mia vista il male delle vostre azioni. Cessate di fare il
male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete
l’oppresso, rendete giustizia all’orfano” (Isaia 1,13-17).
Proposte pratiche
Per pentirsi efficacemente bisogna sostituire alle parole i fatti. Per esempio:
1 Confinare il card. B. Law in monastero per fare penitenza, togliergli cappello cardinalizio e le sue onorificenze;
2 Lo stesso valga per i prelati che hanno favorito o fiancheggiato i preti pedofili;
3 Direttive papali affinché i molestatori si costituiscano all’autorità civile;
4 Sopprimere gli ordini religiosi nei quali si verificano abusi sessuali;
5 Sopprimere i seminari in cui si manifestino tali situazioni;
6
Processare p. Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, e, se
colpevole, pubblicare verdetto, motivi e pena canonica, affinché i suoi
seguaci non possano più dire di essere stati perseguitati ingiustamente;
7 Investigare i movimenti ecclesiali, Opus Dei compresa, per verificare se si riscontrano abusi sessuali fisici o morali;
8
Pubblicare i nomi dei colpevoli e dei complici (compresi i defunti)
alleggerirebbe la discriminazione e vergogna delle vittime e le
aiuterebbe a ricostruirsi una vita;
9 I colpevoli dovrebbero laicizzarsi spontaneamente e sollecitare le vittime ad uscire dall’anonimato;
10
Preti e religiosi rinuncino a dispendiose difese legali e a pressioni
sui parenti delle vittime, affinché ammettano una presunta
corresponsabilità delle stesse. La varie strategie difensive non
riescono a dimostrare, che le vittime avrebbero gradito di essere
abusate da una organizzazione, che afferma di essere il “Corpo di Cristo
in terra”. Non solo avvocati e compagnie assicurative ma anche i
prelati sono responsabili di ciò che succede in tribunale.
11 Preti e religiosi smettano di opporsi a nuove forme di protezione legale per ridurre la gravità del delitto;
12
Investigare lo stile di vita del clero e dei religiosi con particolare
attenzione ad episodi di omosessualità in occidente e di relazioni
eterosessuali o di concubinato nel terzo mondo. Si può liberalizzare il
matrimonio dei preti senza cambiare i dogmi. Ma quando la gerarchia
occulta relazioni di lunga data di un clero supposto celibe, si fa
complice di un’ampia ipocrisia e potrebbe contribuire ad accrescere il
numero dei potenziali abusi. Preti e religiosi che vivono relazioni
clandestine non sarebbero in grado di denunciare gli abusi perpetrati da
loro colleghi.
Nessuno di questi punti intacca i dogmi della
dottrina cattolica. Tuttavia, se accolti, indurrebbero i responsabili ad
un ritorno alla coerenza evangelica e i colpevoli offrirebbero una
giusta riparazione dei loro misfatti, predisponendosi a ricevere la
misericordia di Dio.
A parte un miracolo, non credo che quanto
auspicato avverrà nel prossimo futuro. Queste proposte, che sarebbero
“veri frutti di conversione” (Matteo 3,8), non sono ben accette. Padre
Cantalamessa preferisce suggerire pie e devote penitenze, che lasciano
il tempo che trovano. Però, il monito del Battista ai farisei potrebbe
essere utile per la gerarchia e i suoi difensori: “Già la scure è posta
alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene
tagliato e gettato nel fuoco” (Matteo 3,10).
CONCLUSIONE
Qualcosa
di buono c’è nella proposta di p. Cantalamessa: i giusti possono e
devono offrire preghiere e digiuni riparatori, che aiuteranno i
colpevoli a ravvedersi. La Chiesa è il corpo mistico di Cristo e, come i
malvagi violano tutto il corpo, preghiere e penitenze lo salveranno
tutto intero. Inoltre i giusti possono fare molto di più:
1. Offrire tempo, capacità, denaro ai gruppi che sostengono le vittime;
2. Se i difensori della gerarchia minimizzano il delitto non si deve alimentare questa subdola propaganda;
3.
Quando la vittima accusa un prete, non si deve presumere che stia
mentendo. E’meglio lasciare alle autorità giudiziarie il compito di
indagare;
4. Se tutto ciò che riguarda gli abusi sessuali diventa
di pubblica ragione e i responsabili vengono rimossi dal ministero, ci
saranno conseguenze positive anche per i laici.
Come i colpevoli
dovrebbero accettare la pena, così i giusti dovrebbero accettare la
penuria di risorse e di preti, la chiusura di seminari e scuole, per
soddisfare le esigenze della giustizia. Questi sono gli inevitabili
frutti e i risultati della corruzione fuori controllo dei prelati, dei
preti e dei religiosi del nostro tempo.
(libera traduzione e riduzione a cura di Fausto Marinetti)
Mercoledì, 03 gennaio 2007
http://www.fisicamente.net/SCI_FED/index-1380.htm