LA VERA TRUFFA DELL'EVOLUZIONISMO 2 S.p.A.,, BigFarma, Rockefeller, BillGates, Kissinger, massoni, corrotti, Disney

Articoli e note firmate: LUCIANO BENASSI, Cristianità n.
95 (1983) Mistificazioni evoluzionistiche e matematica Il 19 aprile 1882, compiuti da poco i settantatré anni, Charles Robert Darwin moriva nella sua casa di Down, nel Kent.
Gli sopravvivevano la moglie Emma, sette dei suoi dieci figli, una mole notevole tra libri, articoli e memorie scientifiche; ma il suo nome sarebbe rimasto indissolubilmente legato a una delle maggiori mistificazioni della storia della scienza e della cultura occidentale: la teoria della evoluzione (1).
I.
La rivoluzione evoluzionistica A cento anni dalla scomparsa, il mondo scientifico ufficiale, con grande dispiego di mezzi, ha celebrato nel 1982 l'”anno darwiniano”.
Quotidiani, settimanali, riviste di divulgazione hanno offerto generosamente le proprie pagine alla memoria del “fondatore” e alla diffusione del suo “messaggio”: una claque invadente e ossessiva ha applaudito senza interruzione alle vecchie tesi evoluzionistiche riproposte, come sempre, secondo enunciati ambigui e sfuggenti e con il consueto corredo di “prove” (2).
Lo spazio per il dissenso è stato pressoché nullo e su ogni voce discorde è stata fatta gravare un’atmosfera ora di ironia, ora di disinteresse.
Non è consentito avere dubbi “sulla validità della teoria […].
L’impostazione corretta di questo dubbio non è […] “se l’evoluzione è vera”, ma se sappiamo tutto dell’evoluzione” (3).
Della evoluzione, in pratica, si conosce ben poco.
Giuseppe Montalenti, presidente dei Lincei, fautore e divulgatore in Italia della teoria evoluzionistica, ammette, per esempio, che “non è a credere che tutto sia chiaro, che tutti i problemi siano risolti.
Al contrario, molti rimangono aperti e intorno a essi si discute e si ricerca molto.
[…] Molti e gravi sono i problemi anche in quello che abbiamo chiamato l’aspetto storico dell’evoluzione.
Il quadro del processo evolutivo appare disegnato nelle sue grandi linee in modo abbastanza attendibile, ma quando si cerca di fissare il particolare si incontrano spesso grandi difficoltà” (4).
Se le difficoltà permangono, come sempre, e se nessun fatto nuovo, nessuna verifica sostanziale sono intervenuti in questi cento anni a fare sì che l’evoluzionismo sia qualcosa di più di un disegno “attendibile” soltanto nelle sue “grandi linee”, le celebrazioni riservate a Darwin e alla sua teoria, fatto anomalo nella storia della scienza, inducono a un atteggiamento di sospetto.
Il sospetto cade e diviene certezza se si considera che Darwin e l’evoluzionismo sono troppo importanti per essere lasciati al vaglio della usuale metodologia scientifica: non tanto per il rischio di vedere cadere ciò che affermano, quanto per il timore di dovere affermare ciò che negano.
Ne ha chiara coscienza Francois Jacob, evoluzionista, premio Nobel per la medicina nel 1965: “Quello che Darwin ha mostrato è che per rendere conto dello stato attuale del mondo vivente non c’era affatto bisogno di ricorrere ad un Ingegnere Supremo.
[…] Tuttavia se l’idea di un progetto, di un piano generale del mondo vivente, stabilito da un creatore è scomparsa con il darwinismo, questo ha conservato un alone di armonia universale” (5).
Quindi, per evitare che l'”Ingegnere Supremo”, cacciato dalla porta principale più di cento anni fa, rientri per quella di servizio attraverso la oggettiva constatazione della “armonia” della sua opera, ovvero della perfezione e della finalità delle sue parti, si rende necessario un costante rilancio della teoria evoluzionistica, nel quale non siano discussi e criticati i dubbi e le prove, ma sia posto l’accento sull’impatto rivoluzionario che essa ha avuto e continua ad avere su ogni concezione del mondo che faccia ricorso a un creatore.
Un creatore presuppone una volontà, e una volontà esprime una intenzione, un progetto: ebbene, continua Jacob, “la teoria della selezione naturale consiste precisamente nel capovolgere questa affermazione.
[…] In questo rovesciamento, in questa specie di rivoluzione copernicana sta l’importanza di Darwin per la nostra rappresentazione dell’universo e della sua storia” (6).
Se poi si considera che la concezione tradizionale del mondo “ha nella dottrina cristiana il suo più saldo fondamento” (7), non è difficile collocare il movimento evoluzionistico nel quadro più ampio del movimento che il pensiero contro-rivoluzionario denomina “Rivoluzione” e che si realizza nella lotta e nella demolizione tematica di ogni espressione conforme a quella dottrina: sul piano religioso, su quello politico-sociale-istituzionale, su quello economico, fino a colpire, da ultimo, i legami microsociali e l’individuo stesso.
Seguendo lo schema di Plinio Corrêa de Oliveira (8), lo svolgimento storico mette in evidenza, dalla fine dei Medioevo cristiano, una I Rivoluzione, protestantica, che distrugge i legami religiosi; una II Rivoluzione, liberale-illuministica, che distrugge i vincoli e i legami dell’antico ordine sociale; una III Rivoluzione, comunistica, che abolisce il residuo ordine economico.
Ma, ulteriore al comunismo, Corrêa de Oliveira intravede una “IV Rivoluzione nascente” (9), il cui tratto saliente sta nel carattere ristretto del suo campo d’azione: i legami microsociali, cioè la trama di relazioni che ogni uomo tesse in quanto membro di una comunità, di una famiglia, in quanto genitore.
E dopo i legami microsociali, spesso in diretta relazione con essi, si pone l’ordine interiore della persona, che trova nella gerarchia intelletto-volontà-sensibilità il riferimento di ogni azione e di ogni manifestazione.
V’è ora da chiedersi: se l’evoluzionismo, come non esitano ad affermare i suoi esponenti più rappresentativi, è una rivoluzione, nel senso di “sovvertimento” e non in quello, purtroppo diffuso, di semplice “cambiamento” rispetto a un ordine precedente, come collocarlo all’interno dello schema ora tracciato? Per il suo carattere intellettuale e accademico, l’evoluzionismo si pone innanzitutto su di un piano non immediatamente legato ai fatti e ai comportamenti delle persone: l’evoluzionismo è una rivoluzione nelle idee.
Cionondimeno, analogamente ai grandi sistemi ideologici del passato, esso aspira a fornire una giustificazione al comportamento individuale e sociale.
Ciò è tanto più vero in un’epoca come la nostra che “si è lasciata gradatamente persuadere che l’essere umano, analizzato, scomposto, scandagliato dalle varie direttive di ricerca non è altro che una macchina, di volta in volta meccanica, chimica, elettrica o cibernetica” (10).
Ora, è al contenuto delle idee evoluzionistiche e alla loro capacità di penetrazione che si deve guardare per rispondere alla importante domanda che ho posto prima.
Già ho osservato che il loro carattere sovversivo generale risiede nell’affermazione di una visione del mondo che fa a meno di un creatore.
Tuttavia non è difficile constatare che esse si spingono ben oltre, negando anche l’ordine morale che deriva dalla esistenza di un creatore e che, per questo, è vincolante.
L’evoluzionismo, infatti, traendo l’uomo dal caso e facendone un “prolungamento delle cose […] sullo stesso piano degli animali” (11), lo sottrae a ogni responsabilità: la storia diventa storia della biologia, dove “tutto è permesso” (12) e dove “non vi sono più leggi divine che assegnino limiti all’esperimento” (13).
Una volta esclusi Dio e la sua volontà, cioè una volta rotto il legame Creatore-creatura, rimane la constatazione del puro divenire.
Da esso gli esseri emergono non in vista di un fine secondo un progetto, ancorché immanenti al movimento stesso, bensì in virtù del puro gioco delle fluttuazioni statistiche.
“L’evoluzione — scrive Jacob — mette in gioco intere serie di contingenze storiche” (14), così che “il mondo vivente avrebbe potuto essere diverso da quello che è, o addirittura non esistere affatto” (15).
Questa affermazione è molto importante per il tipo di analisi che sto conducendo.
Essa dimostra, infatti, che l’evoluzionismo contiene in sé anche gli elementi della II e della III Rivoluzione: la rottura dei legami politici, cioè delle antiche solidarietà sociali fondate sulla gerarchia e sull’ordine, e di quelli economici.
Se ne rende ben conto lo stesso Jacob: “Finché l’Universo era opera di un Divino Creatore, tutti gli elementi erano stati da lui creati per accordarsi in un insieme armonioso, accuratamente preparato al servizio del componente più nobile: l’uomo.
[…] Era un modo di concepire il mondo che aveva importanti conseguenze politiche e sociali, in quanto legittimava l’ordine e la gerarchia della società” (16).
Ora, invece, perde di senso qualunque tentativo di fondare un ordine e una gerarchia: “il migliore di tutti i mondi possibili è diventato semplicemente il mondo che si trova a esistere” (17).
In questo emergere prepotente del “caso” come fonte ed essenza della realtà, in questa dissolvenza dell’essere umano, della sua libertà e della sua volontà nel movimento evolutivo, risiede il carattere originale della rivoluzione darwiniana: una originalità che la distingue dallo stesso marxismo e da ogni altra ideologia di matrice hegeliana.
Nella dialettica hegeliana e in quella marxistica, il movimento universale, dell’Idea o della Materia, conservava pur sempre una sua finalità, una “direzione privilegiata”, “ascendente”, e offriva agli individui più consapevoli la possibilità di tuffarsi nella corrente e di accelerare in qualche modo il corso della storia.
Ma ora che il mondo esistente non può essere che il frutto del caso, costruito come una quaterna del lotto, ogni pretesa di perfettibilità diventa inutile e assurda: anche il mondo di domani, come quello di oggi, uscirà “alla cieca” dall’urna dei “mondi possibili”.
Distinta dal comunismo, dunque, ma anche “oltre” il comunismo (18): la rivoluzione darwiniana procede inesorabile secondo una logica folle di trasgressioni successive.
Abbattute le barriere tra le specie, in una visione del mondo vivente nel quale gli organismi perdono la loro tipicità e la loro fissità strutturale, dove “oggetto effettivo di conoscenza è la popolazione nel suo insieme” (19), l’avanguardia evoluzionistica propone, da ultimo, il programma di ricostruzione della società e degli individui sulle basi delle indicazioni della sociobiologia e della ingegneria genetica.
L’inserimento dell’aborto nelle legislazioni di molti paesi, accompagnato da campagne propagandistiche sul suo uso come strumento di selezione in base alle caratteristiche genetiche dei feti (20); la diffusione della fecondazione artificiale, che esclude ogni rapporto di paternità e di maternità, lasciano intravedere l’inquietante scenario di una umanità pianificata e manipolata artificialmente, che attraverso la tecnica della clonazione (21), realizza il sogno utopico della uguaglianza assoluta: quella relativa al patrimonio ereditario degli individui.
Il movente occulto della Rivoluzione è l’odio a Dio.
Non potendo questo odio scagliarsi contro Dio stesso, si proietta contro le sue opere e, nella sua forma più consapevole e compiuta, contro il capolavoro del creato: l’uomo.
Nell’uomo Dio ha infuso la scintilla dell’intelletto, che lo distingue dagli animali, ma a ogni uomo ha anche assegnato una vita interiore, un modo di affacciarsi al reale e di riflettere su di esso del tutto diverso da quello di ogni altro uomo: è il dono della personalità.
È evidente che l’aggressione organizzata e tematica della Rivoluzione al creato deve prevedere il momento di lotta specifica all’essere umano: questo attacco, come si è detto, si compie con la IV Rivoluzione.
Nel quadro di questa battaglia, forse quella finale che la Rivoluzione si accinge a combattere (22), la rivoluzione evoluzionistica svolge il ruolo di aggressivo genetico, fornendo le idee per una alterazione delle differenze psico-somatiche tra gli individui.
La prospettiva è al limite; tuttavia non è eliminabile: la direzione in cui l’evoluzionismo lavora nei laboratori di genetica è quella di un mondo popolato da miliardi di esseri uguali, repliche esatte di uno stesso “progetto umano”.
Scrive ancora Jacob: “Forse si riuscirà anche a produrre, a volontà e nel numero di esemplari desiderato, la copia esatta di un individuo: un uomo politico, un artista, una reginetta di bellezza, un atleta.
Nulla vieta di applicare fin d’oggi agli esseri umani i procedimenti selettivi utilizzati per i cavalli da corsa, i topi da laboratorio o le vacche lattiere […].
Ma tutto questo non ha più a che fare soltanto con la biologia” (23).
È vero, tutto ciò è già oltre la biologia, è la prospettiva sinarchica della Repubblica Universale, di un mondo, come insegna Corrêa de Oliveira “senza disuguaglianze né sociali né economiche, diretto mediante la scienza e la tecnica, la propaganda e la psicologia” (24); di un mondo nel quale, paradossalmente, quella umanità che l’evoluzionismo vuole scaturita dai branchi scimmieschi delle savane, ritorna a essere mandria indistinta e brutale come i suoi mitici progenitori.
II.
L’evoluzionismo scientifico La filosofia insegna che l’unità è un carattere della verità.
La verità è compatta: negandone un aspetto, prima o poi si dovrà negarla tutta.
L’errore, al contrario, è molteplice, nel senso che il contrario di una affermazione vera non è una affermazione falsa, ma possono essere infinite affermazioni false.
Ciò rende, evidentemente, più ardua la difesa della verità, tuttavia ogni errore presenta sempre uno o più punti particolarmente deboli, sui quali intraprendere l’opera di demolizione completa.
Nel caso dell’errore evoluzionistico la situazione descritta è assai favorevole in quanto tutta la visione del mondo che scaturisce da esso trae la propria forza da un preteso riscontro scientifico, cioè da un contesto in cui la verifica della bontà di una affermazione è immediata e, entro certi limiti, inoppugnabile.
In altri termini, la rivoluzione evoluzionistica pretende di essere fondata scientificamente, per cui è sul terreno scientifico che può cominciare una seria opera di confutazione nei suoi confronti.
La sproporzione tra la produzione scientifica evoluzionistica e quella antievoluzionistica, decisamente a favore della prima, non deve indurre a credere in una altrettanto sproporzionata differenza di qualità, anzi.
Semplicemente il mondo accademico ufficiale, di concerto con i più importanti organi di divulgazione, impedisce che ottimi lavori di valenti uomini di scienza, di impostazione antievoluzionistica, possano raggiungere il vasto pubblico dei lettori.
Basti, per tutte, la dichiarazione di Pietro Omodeo, evoluzionista presentato come “il più noto studioso italiano di evoluzionismo” (25), rilasciata nel corso di una intervista sul movimento neo-creazionistico americano.
Ascoltando le affermazioni dei suoi avversari, a Omodeo “viene voglia di rispondere con un pernacchio” (26).
Più dei suoni non propriamente civili evocati da Omodeo, ciò che condiziona lo scienzato anticonformista è, naturalmente, il clima di ostracismo e di intimidazione che si crea contro chi avanza ipotesi contrarie alle vedute ufficiali sull’argomento (27).
Tuttavia non sono mancati nel passato, e non mancano ancora oggi, autorevoli ricercatori che, con i loro lavori, hanno messo in evidenza le lacune dell’evoluzionismo scientifico e proposto soluzioni radicalmente alternative al problema relativo all’origine e allo sviluppo della vita sulla Terra (28).
Fra questi, merita particolare attenzione, per il prestigio dell’autore e per la completezza e il rigore della trattazione, lo studio dello scienziato francese Georges Salet (29).
Docente universitario, profondo conoscitore delle maggiori questioni scientifiche del nostro tempo, Salet, cattolico, non ha esitato a scendere in campo ogni qualvolta l'”intellighentsia” scientista, mistificando i fatti, ha attaccato la Chiesa, le verità di fede, la filosofia naturale e cristiana (30).
Il pregio del volume di Salet consiste nell’andare direttamente al cuore della questione evoluzionistica, confutando i due cardini della teoria: il ruolo della selezione naturale e quello del caso come fonti del mondo vivente, della sua varietà, e della sua pretesa evoluzione.
Nella impossibilità di trascrivere in extenso tutte le osservazioni di Salet, svolte in diverse centinaia di pagine, mi limito a esporre i passaggi fondamentali della sua confutazione dell’evoluzionismo, che non è ancora stata smentita.
1.
I principi della teoria evoluzionistica Con il termine “evoluzionismo” si intende l’ipotesi scientifica che spiega l’origine della vita a partire dalla materia inerte (evoluzione molecolare), e la successiva diversificazione del mondo vivente a partire dagli esseri più semplici e primitivi, fino a rendere conto dello stato attuale del mondo vivente, con i milioni di specie esistenti nei regni vegetale e animale (evoluzione biologica).
Circa i meccanismi di questo processo non esistono spiegazioni univoche, e questo fatto, già di per sé, non depone a favore della bontà della teoria.
Grosso modo, le teorie esplicative della evoluzione possono riassumersi in tre gruppi: a.
spiegazioni spiritualistiche: sono quelle che fanno appello a non meglio identificati princìpi immateriali, che orienterebbero la materia verso stati sempre più complessi e perfezionati; b.
spiegazioni verbali: si tratta di definizioni tautologiche della evoluzione, dissimulate sotto la maschera di discorsi dotti e di terminologie scientifiche.
Questo tipo di spiegazioni sono dovute, per esempio, ai biologi marxisti, come il sovietico Oparin e l’inglese Haldane, e a uno spiritualista come Teilhard de Chardin, con la sua legge di “complessità-coscienza” (31); c.
spiegazioni scientifiche: sono i tentativi di spiegare il processo evolutivo attraverso i fatti di osservazione.
Sui primi due gruppi la scienza non può formulare giudizio alcuno, in quanto essi stessi si pongono al di fuori del suo campo di azione.
Per quanto riguarda le spiegazioni scientifiche si può dire che, attualmente, pur nella grande varietà delle posizioni dei singoli ricercatori, la maggior parte degli evoluzionisti concorda su spiegazioni dell’evoluzione che combinano le acquisizioni della genetica sulla eredità e sulle mutazioni, con l’idea originale di Darwin intorno alla selezione naturale: le teorie attuali sui meccanismi della evoluzione non sono altro che messe a punto di questa “teoria-base” detta “mutazioni-selezione”.
Vediamo che cosa afferma.
La genetica, branca della biologia che si occupa della eredità, mostra che il patrimonio ereditario di ciascun individuo è strutturato secondo unità microscopiche perfettamente individuate, dette geni.
I geni sono localizzati nei cromosomi, situati nel nucleo di ogni cellula, secondo un ordine ben determinato: ciascun gene, o una data sequenza di essi, corrisponde a una serie complessa di funzioni, che la cellula è o sarà chiamata a svolgere.
Il corredo di geni di ogni individuo contiene, in altri termini, la descrizione dell’individuo stesso, il suo progetto o piano di montaggio: è questo corredo di geni che, per esempio, è all’origine dello sviluppo dell’uomo così come di ogni animale pluricellulare.
Esso stabilisce i tempi e le modalità della crescita del feto: quando e come si deve formare il tessuto nervoso, quando e come quello osseo, quando e come gli occhi, i capelli, e così via.
Accade, tuttavia, che nel corso dello sviluppo di un individuo, o durante la sua vita, il suo patrimonio genetico subisca mutazioni, cioè alterazioni di struttura.
Ricorrendo di nuovo alla immagine del piano di montaggio, è come se le linee di esso fossero state in qualche modo alterate.
Ciò che la genetica ha accertato intorno al fenomeno delle mutazioni si può riassumere nelle seguenti proposizioni: > le mutazioni si trasmettono ereditariamente secondo le leggi di Mendel; > il loro tasso è estremamente basso: presso gli animali superiori è appena di 1 ogni 10.000 / 100.000 individui; > fanno generalmente apparire delle anomalie, delle tare, a volte delle vere e proprie mostruosità, che limitano notevolmente gli individui colpiti; > se l’organo colpito è un organo fondamentale, l’individuo muore prematuramente, spesso allo stadio di embrione; > il carattere delle mutazioni è profondamente casuale, cioè non si conosce alcun agente mutageno con azione specifica; > il numero delle mutazioni letali è da 10 a 15 volte superiore a quello delle mutazioni “vitabili”, cioè delle mutazioni che mantengono comunque in vita l’individuo colpito.
Per la teoria evoluzionistica “mutazioni-selezione”, le mutazioni costituiscono la fonte della variabilità del mondo vivente, alla quale attinge la selezione naturale per trattenere gli individui nei quali le mutazioni hanno incrementato il tasso di natalità o diminuito quello di mortalità, cioè gli individui favoriti dalle mutazioni.
Anche la selezione naturale è un fatto di osservazione, definitivamente acquisito alla scienza.
Le sue modalità di azione, quando possono esplicarsi, sono estremamente incisive.
Per esempio, se in una coltura di un milione di batteri compare un individuo mutato, o mutante, il cui ritmo di duplicazione è superiore dell’1 % rispetto agli altri, dopo 4000 generazioni, cioè qualche giorno su scala batterica, il rapporto di popolazione sarà invertito: un individuo originale per milione di mutanti.
La selezione naturale, utilizzando i prodotti delle mutazioni e con l’effetto dell’isolamento geografico delle popolazioni, rende perfettamente conto di quelle modificazioni limitate in seno alle specie, note da sempre ai naturalisti, che talvolta prendono il nome di microevoluzione.
Una delle sue manifestazioni più conosciute è la formazione di razze all’interno di una specie.
La microevoluzione, però, non ha nulla a che vedere con l’evoluzionismo: tra essi esiste una differenza di natura.
Quasi sempre gli evoluzionisti trascurano tale differenza con disinvoltura colpevole, così che fenomeni microevolutivi vengono interpretati come esempi di evoluzione (32).
La microevoluzione implica modificazioni organiche limitate ed esclude completamente la comparsa di nuovi organi o di nuove funzioni; l’evoluzionismo, invece, per rendere conto delle differenze organiche e funzionali tra i gruppi di viventi passati e attuali, deve postularle: la microevoluzione è indifferente o regressiva, l’evoluzionismo è progressivo.
La teoria evoluzionistica dunque, parte da basi concrete — le mutuazioni, la selezione —, in grado di rendere conto delle modificazioni limitate dei viventi, realmente riscontrabili in natura, per spiegare la comparsa di nuovi gruppi della classificazione sistematica attraverso modifiche profonde e apparizioni di funzioni e di organi nuovi negli esseri viventi.
Per rendere plausibili questi fantomatici passaggi, gli evoluzionisti ricorrono a sofismi e a mistificazioni, con i quali il ruolo delle mutazioni e della selezione viene completamente alterato.
2.
Il primo inganno evoluzionistico: il ruolo della selezione naturale Spiega Salet che la reale variabilità del mondo vivente può riassumersi nella seguente proposizione: “Gli organismi si modificano a caso.
Ogni modificazione (mutazione) che corrisponde al MIGLIORAMENTO di un organo è automaticamente selezionata” (33).
Ed ecco, invece, ciò che gli evoluzionisti, al seguito di Darwin, continuano a insinuare: “Gli organismi si modificano a caso.
Le modificazioni (mutazioni) che corrispondono all’APPARIZIONE di una nuova funzione (e quindi, in senso lato, di un nuovo organo) SONO automaticamente selezionate” (34).
Le due proposizioni, come si vede, differiscono per le parole scritte in maiuscolo: 1.> “mutazione”, che era singolare, è diventata plurale; 2.> “miglioramento” è diventato “apparizione”.
Questi cambiamenti, apparentemente banali, sono tali da trasformare una proposizione esatta in un sofisma.
Infatti è chiaro che la selezione naturale può intervenire sul mutante soltanto dopo che si sono verificate tutte le mutazioni necessarie alla comparsa del nuovo organo o della nuova funzione, cioè soltanto dopo che il nuovo organo è completamente costituito ed è in grado di esplicare perfettamente la nuova funzione: la selezione non può in alcun modo trattenere mutazioni intermedie perché non corrispondono ad alcunché di compiuto nell’organismo; anzi, un individuo in un simile stato sarebbe svantaggiato rispetto agli individui originali e la selezione naturale provvederebbe a cancellarlo in breve tempo dalla faccia della Terra.
Per esempio, un essere vivente dotato di un organo a mezza strada tra una pinna e un arto non è né un pesce capace di nuotare nell’acqua, né un animale da terraferma.
Un organo come un arto implica ossa, che ne assicurino la rigidità; articolazioni, che ne assicurino la mobilità, e muscoli, tendini e nervi, che ne assicurino la forza.
Parlare di formazione progressiva e lenta degli arti è un puro esercizio verbale, privo di ogni riscontro scientifico.
La selezione naturale non avrebbe nulla su cui agire.
Dietro una simile concezione circa il ruolo della selezione, oltre al misconoscimento dei fatti, vi è una cattiva comprensione dei concetti di “organo” e di “funzione”.
Nei trattati, nei libri di scuola e in ogni articolo sull’evoluzionismo, spesso si dice che un organo nuovo compare in forma molto semplice e che, in seguito, esso si perfeziona sotto il controllo della selezione come se, afferma Salet, bastasse “un poco di organo” per avere assicurata anche “un poco di funzione” (35).
Gli evoluzionisti dimenticano che il “diagramma” della funzione svolta da un organo è del tipo “tutto o niente”, proprio come accade per le macchine: nessun funzionamento fino a quando non sono a posto tutti i dispositivi componenti della macchina.
Lo sanno bene gli automobilisti, dice Salet, che “senza carburatore o senza dispositivo di accensione un’auto non viaggia “meno bene”: non viaggia affatto” (36).
Di fatto, una via di uscita esiste, ed è quella di ritenere che le mutazioni relative alla comparsa di un organo nuovo e di una nuova funzione avvengano tutte simultaneamente, così che la selezione può intervenire subito per conservare il risultato finale.
Come si comprende, il problema si sposta verso il calcolo delle probabilità, poiché occorre stabilire che valore di probabilità hanno mutazioni casuali di verificarsi simultaneamente e di costruire qualcosa di nuovo.
Quella che sembra una via di uscita pone, in realtà, quesiti ancora più gravi dei precedenti e, ancora una volta, gli evoluzionisti propongono soluzioni illusorie.
3.
Il secondo inganno evoluzionistico: il tempo necessario alla evoluzione Fino dai tempi di Darwin, ancora prima di individuare nelle mutazioni la fonte della variabilità del mondo vivente, i biologi avevano intuito le connessioni tra matematica ed evoluzione, ma nessuno tentò mai di impostare rigorosamente il problema (37).
Ancora oggi l’atteggiamento evoluzionistico è quello di una certa “sufficienza”: avendo avuto a disposizione un periodo dell’ordine di due miliardi di anni, si ritiene sostanzialmente inutile chiedersi cosa sia possibile o impossibile per la evoluzione in un tempo tanto lungo.
Basta attendere: il tempo compirà da solo il miracolo della creazione della vita e della sua trasformazione.
Ma non sarà un’attesa inutile? A fronte di affermazioni gratuite e non provate, Salet dimostra che la formazione casuale di un organo nuovo, anche modesto, richiederebbe periodi di tempo di durata inimmaginabile, che, espressi in anni, sarebbero dell’ordine di 10 seguito da parecchie centinaia o migliaia di zeri.
Nella impossibilità di ripercorrere punto per punto i suoi calcoli, riporto qui di seguito i passaggi principali della dimostrazione.
Occorre osservare, innanzitutto, che la casualità delle mutazioni non implica affatto che esse possano produrre un qualsiasi risultato.
Anche le fantasie del caso, dice Salet, hanno limiti.
Nella teoria delle probabilità, questi limiti si chiamano soglie di impossibilità e rappresentano quei valori di probabilità al di sotto dei quali vi è la certezza che un evento casuale, di una certa natura, non si è mai verificato né mai si verificherà.
Sulla scorta delle speculazioni di Émile Borel, uno dei massimi matematici del nostro secolo, Salet determina le soglie di impossibilità assoluta per eventi di natura chimica e biochimica sulla Terra e nell’Universo.
Considerando la velocità dell’elettrone nell’atomo e la sua massa si può stabilire in 1038 il massimo numero di eventi chimici che si possono svolgere ogni secondo in 1 grammo di materia.
Stimando ancora, con larghissimo margine, che il Sole abbia riserve di idrogeno per 100 miliardi di anni, si può ritenere che il nostro pianeta, esistente già da qualche miliardo di anni, possa avere una vita di 1018 secondi.
Infine, ritenendo che gli esseri viventi possano muovere una quantità di materia pari, al più, a quella contenuta in uno strato terrestre dello spessore di 1 chilometro, cioè 1024 grammi, si giunge alla cifra di 1080 come limite superiore sicuro del numero di tutto ciò che è possibile immaginare sulla Terra relativamente a eventi di natura chimica e biochimica.
Questo numero è molto importante perché il suo inverso, cioè 10-80 (=1/1080), costituisce proprio la soglia di impossibilità assoluta per eventi chimici e biochimici (38).
Salet riassume in un teorema queste considerazioni: “la realizzazione sulla Terra di un evento supposto o di un insieme di eventi supposti di natura chimica è impossibile se la probabilità di realizzazione di tale evento o insieme di eventi, in una sola prova, è inferiore a 10-100” (39).
Un altro dato utile ai fini della dimostrazione della impossibilità evolutiva è il numero massimo di esseri viventi che sono potuti esistere da quando la Terra può ospitare la vita, cioè da due miliardi di anni.
I calcoli forniscono 1045 come valore.
Nel caso particolare dei vertebrati tetrapodi, cioè anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, ovvero i grandi gruppi della sistematica animale, si ottiene come valore massimo la cifra di 1025.
Sulla scorta di questi limiti superiori e dei relativi valori inversi di probabilità, Salet calcola i valori di probabilità delle serie di mutazioni casuali, che possono portare alla comparsa di novità vantaggiose nel patrimonio ereditario di un individuo.
I risultati non lasciano adito a dubbio alcuno: tali valori di probabilità sono talmente inferiori ai limiti superiori da fare ritenere impossibile non solo la evoluzione nel suo complesso, ma anche la singola mutazione, o gruppo di mutazioni, capace di fare apparire un organo nuovo, per quanto semplice possa essere.
Per dare una idea, consideriamo il caso particolarmente interessante dei vertebrati tetrapodi, di cui si è detto sopra.
L’interesse nasce da due considerazioni: la prima è che gli evoluzionisti hanno elaborato numerose e contraddittorie teorie sulla filiazione di un gruppo di vertebrati da un altro (40); la seconda è che ai mammiferi appartiene anche l’uomo che, per questo, verrebbe ricollegato ad antenati animaleschi.
Consideriamo, dunque, una specie S di vertebrati tetrapodi costituita da M individui.
Se P è la probabilità che n geni del patrimonio ereditario di un individuo abbiano acquisito un nuovo carattere, in seguito a mutazioni casuali, si può scrivere che P = p1 x p2 x …
x pn, dove p1, p2,…, pn sono le probabilità di mutazione vantaggiosa dei singoli geni (41).
Chiamando p il valore più grande tra essi si può scrivere che la probabilità di mutazione degli n geni è inferiore a pn , cioè P < pn.
Ora, il numero probabile di individui della specie che hanno subito la mutazione sarà N = P x M, cioè la probabilità per un individuo moltiplicata per il numero totale degli individui (42).
In virtù della diseguaglianza scritta sopra vale allora che N < pn x M.
Assegniamo adesso valori ai simboli della disequazione, cercando di essere benevoli con la evoluzione.
Supponiamo che alla mutazione siano interessati soltanto 5 geni (n = 5); che la probabilità della singola mutazione sia di un milionesimo (p = 10-6) e che la popolazione della specie sia addirittura uguale al numero massimo di vertebrati tetrapodi (M = 1025): con questa ipotesi il numero di individui mutati risulta inferiore a 10-30 x 10-25 = 10-5, cioè a 1 su 100.000.
Nel contesto della nostra dimostrazione questo numero significa che, in un periodo di un miliardo di anni la probabilità che sia apparso un solo vertebrato munito di 5 nuovi geni funzionali, è di 1 su 100.000, ovvero che occorrono 100.000 miliardi di anni per avere la quasi certezza di vederne uno.
Queste cifre danno solo una pallida idea del tipo di problema che sorge quando si vuole assegnare al caso la genesi e la complessità del mondo vivente.
Basta supporre, per esempio, che i geni interessati alla novità siano 6 anzichè 5, perché la certezza della comparsa di un mutante risulti di 1 su 100 miliardi di miliardi di anni! Dato che la cosmologia più recente assegna all’Universo una età di circa 20 miliardi di anni (43), si può ritenere assurda ogni ipotesi che faccia ricorso al caso come a fonte di variabilità vantaggiosa, sia in ambiente pre-vivente che in ambiente vivente.
Salet riassme quanto succintamente ho esposto nel seguente principio generale: “Se una costruzione nuova necessita di n nuovi geni, il tempo necessario perché mutazioni geniche conferiscono loro il carattere voluto è una funzione esponenziale di n rapidamente crescente.
Tempi largamente superiori a quelli delle ere geologiche sono raggiunti per valori di n molto modesti” (44).
Conclusione Questo principio, e i calcoli da cui deriva, non hanno trovato smentita di nessun genere.
Ed è anche molto inverosimile che possano trovarne.
L’atteggiamento evoluzionistico è, di solito, quello di ignorare le difficoltà e le obiezioni e di passare oltre, giocando sulla ignoranza dei molti e su fattori emotivi.
Tra questi ultimi trova posto, senza dubbio, la convinzione diffusa che una risposta non scientifica a un problema posto dalla scienza, quale è quello relativo alla origine e alla varietà dei viventi, sia una sorta di capitolazione dell’intelletto, l’ammissione di un limite.
In realtà, ciò che cade e si frantuma, di fronte alle grandi questioni, non è l’intelletto, ma l’orgoglio “originale” che rispunta, oggi, nelle vesti di una scienza egemone del reale, attraverso la tecnica, e intollerante verso ogni fatto che sfugga ai suoi metodi di indagine.
Nel costringere i limiti della conoscenza entro i rigori del principio fisico di indeterminazione, Max Born, premio Nobel per la fisica nel 1954, scriveva con disprezzo “Quello che sta al di là, gli aridi tratti della metafisica, lo lasciamo volentieri alla filosofia speculativa” (45).
Dal canto suo, la filosofia naturale e cristiana si fa carico di quegli “aridi tratti”, sorretta dall’antica e ispirata sapienza: “Vani [per natura] sono tutti gli uomini, cui manca la conoscenza di Dio,/ e che dai beni visibili non seppero conoscere Colui che è,/ né dalla considerazione delle opere riconobbero l’artefice./ Ma o il fuoco o il vento o l’aria mobile/ o il cielo delle stelle o la gran massa delle acque/ o il sole e la luna credettero dei, governatori del mondo./ Se dilettati dalla bellezza di tali cose le supposero dei,/ sappiano quanto più bello di esse è il loro Signore,/ giacché l’autore della bellezza creò tutte quelle cose./ Se furono colpiti invece dalla loro potenza ed energia,/ intendano da esse, che più potente di loro è colui che le produsse./ Dalla grandezza invero e dalla bellezza delle creature/ si può conoscere, per analogia, il loro creatore” (46).
Luciano Benassi *** (1) In Giuseppe Sermonti e Roberto Fondi, Dopo Darwin.
Critica all’evoluzionismo, Rusconi, Milano 1980, p.
16, chiedendosi se sia “possibile un evoluzionismo senza Darwin”, Sermonti risponde che “se si intende il vero spirito e la vera intenzione dell’evoluzionismo la risposta è no”.
(2) La corsa alle “prove” costituisce, nella storia dell’evoluzionismo, un capitolo a sé.
Dalla ricerca dei cosiddetti “anelli mancanti” tra due gruppi di viventi al clamoroso falso paleontologico di Piltdown nel quale ebbe un ruolo attivo padre Teilhard de Chardin gli evoluzionisti non hanno mai tralasciato nulla che potesse confortare la validità della loro teoria.
Così non è infrequente imbattersi in notizie come Un bimbo con coda conferma la teoria dell’evoluzione (il Giornale nuovo, 21-5-1982).
(3) Così Claudio Barigozzi, in il Giornale nuovo, 17-6-1982.
Questo tour d’esprit è talmente frequente presso gli autori evoluzionisti che, si può dire, caratterizzi la logica dell’evoluzionismo stesso: non è più la teoria a sottostare ai dati della realtà, ma è la realtà a essere forzata entro le maglie rigide della teoria.
(4) Giuseppe Montalenti, Charles Darwin, Editori Riuniti, Roma 1982, pp.
117-118.
(5) Francois Jacob, Evoluzione e bricolage, gli “espedienti” della selezione naturale, Einaudi, Torino 1978, p.
VIII.
(6) Ibid., p.
36.
Sul carattere rivoluzionario del darwinismo cfr.
anche Iring Bernard Cohen, La rivoluzione darwiniana, in Le Scienze, n.
172, dicembre 1982.
L’autore — che in realtà è Victor S.
Thomas, professore di storia della scienza ad Harvard — ritiene estremamente significativa l’affermazione fatta da Darwin a conclusione dell’Origine delle specie, l’opera con cui presentò al mondo scientifico la sua teoria.
Scriveva Darwin: “Quando le opinioni sostenute in questo libro, od altre opinioni analoghe, verranno ammesse dalla generalità degli studiosi, si può prevedere oscuramente che vi sarà una grande rivoluzione nella storia della scienza” (Charles Darwin, L’origine delle specie, ed.
originale del 1859 e app.
con le varianti dell’ed.
del 1872, trad.
it., Newton Compton, Roma 1981, p.
557).
Cohen commenta così: “Questo evento, una dichiarazione di rivoluzione in una pubblicazione scientifica formale, è apparentemente senza precedenti nella storia della scienza”.
Interessante è ancora l’osservazione di Cohen sul fatto che “c’è un solo altro autore scientifico dell’epoca moderna che può essere paragonato a Darwin, […] ed è Sigmund Freud, un dato che mostra l’incredibile intuito che Freud ebbe quando, paragonò l’effetto prevedibile delle sue idee [sull’inconscio e sulla psicanalisi, ndr] a l’effetto di quelle di Darwin”.
(7) G.
Montalenti, op.
cit., p.
42.
(8) Cfr.
Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, 3a ed.
it.
accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977.
(9) Ibid., p.
189.
(10) Emanuele Samek Lodovici, Ma l’uomo non è solo una macchina, in Il Settimanale, anno 1980, n.
34-35.
(11) F.
Jacob, La logica del vivente, tr.
it., Einaudi, Torino 1971, p.
215.
(12) Ibidem.
(13) Ibidem.
(14) Idem, Evoluzione e bricolage, Gli “espedienti” della selezione naturale, cit., p.
VIII.
(15) Ibidem.
(16) Ibidem.
(17) Ibid., p.
IX.
(18) Cfr.
Lucio Colletti, Marx era il suo miglior nemico, in Darwin.
Come si diventa uomo, supplemento a L’Espresso, anno XXVII, n.
13, 4-4-1982.
(19) F.
Jacob, La logica del vivente, cit., p.
207.
Darwin, in pratica, ha negato la specie e il “tipo” o “modello” a cui ogni specie rinvia.
Il mondo vivente è, per l’evoluzionismo, un grande sistema i cui elementi, tutti diversi, sono in continua trasformazione.
(20) Il problema è discusso in Harry Harris, Diagnosi prenatale e aborto selettivo, tr.
it., Einaudi, Torino 1978.
(21) Clonazione è la tecnica con cui l’intero patrimonio cromosomico di un individuo viene introdotto in una cellula per ottenere un duplicato biologico dell’individuo stesso.
Fino dal 1979 i ricercatori Karl Illmensee, svizzero, e Peter Hoppe, statunitense, hanno ottenuto topi clonati, primi tra i mammiferi a essere generati con questo trattamento.
Il Corriere Medico del 13/14-1-1981, nel pubblicare un estratto del testo ufficiale con cui i due ricercatori presentavano l’esperimento, titola “profeticamente”: Oggi i topi, domani l’uomo.
(22) Cfr.
Massimo Introvigne, Le origini della Rivoluzione sessuale, in Cristianità, anno VII, n.
54, ottobre 1979.
L’autore osserva che il mutamento di interesse della Rivoluzione, dai fenomeni macrosociali a quelli microsociali, non è il segno di una “crisi” della Rivoluzione stessa.
Al contrario, “il fine della Rivoluzione è la IV Rivoluzione”, ovvero si sono demolite le istituzioni cristiane per quindi demolire l’uomo naturale e cristiano.
(23) F .
Jacob, La logica del vivente, cit., p.
375.
(24) P.
Corrêa de Oliveira, op.
cit., p.
117.
(25) Cfr.
il servizio Il nonno perde il pelo, in Panorama, anno XIX, n.
772, 2-2-1981.
(26) Ibidem.
(27) Lo stesso fenomeno si verifica anche in altri settori della ricerca, che hanno immediate implicazioni di carattere filosofico o religioso.
Chi scrive è a conoscenza, per diretta notizia da parte dell’interessato, di condizioni poste alla pubblicazione dei risultati di una analisi elettronica, estremamente raffinata, sulla Santa Sindone, da parte della redazione della rivista a cui il lavoro era diretto.
La redazione era disposta a pubblicarlo purché l’autore rinunciasse al confronto con i Vangeli che si rivelavano, naturalmente, in pieno accordo con i risultati.
(28) Tra questi autorevoli ricercatori, merita di essere espressamente ricordato A.
Ernst Wilder Smith.
Sulla sua opera, cfr.
Ermanno Pavesi, “Le scienze naturali non conoscono l’evoluzione”, in Cristianità, anno VII, n.
56, dicembre 1979.
(29) Cfr.
George Salet, Hasard et certitude.
Le Transformisme devant la biologie actuelle, Èditions scientifiques St-Edme, 2a ed., Parigi 1972.
Allo stesso livello, anche se con carattere diverso, è da collocare il già citato testo di G.
Sermonti e R.
Fondi.
(30) Di Salet è uscito un utilissimo studio sul “caso Galileo”, in Courrier de Rome et d’ailleurs, anno XII, n.
11-12, Parigi maggio-giugno-luglio 1980.
(31) Per una confutazione delle teorie abiogeniche di Haldane e Oparin, cfr.
G.
Sermonti e R.
Fondi, op.
cit., pp.
162 ss.
Sul pensiero e sulla teoria evoluzionistica di Teilhard de Chardin, cfr.
Pier Carlo Landucci, Miti e realtà, La Roccia, Roma 1968.
(32) Cfr.
G.
Montalenti, L’avesse saputo Darwin, in Scienza e Vita nuova, anno IV, 4-5-1982.
Montalenti riporta come “un classico” della evoluzione l’esempio della Biston betularia, la falena di cui sono sopravvissuti soltanto individui scuri.
Quelli chiari, al tempo della rivoluzione industriale, risaltavano particolarmente sui tronchi di betulla ricoperti di fuliggine, diventando facile preda degli uccelli.
Un tipico esempio di azione della selezione naturale è diventato un caso di evoluzione in atto! (33) G.
Salet, Hasard et certitude.
Le Transformisme devant la biologie actuelle, cit., p.
212.
(34) Ibidem.
(35) Ibid., p.
214.
(36) Ibidem.
(37) Ammette F.
Jacob, La logica del vivente, cit., p.
200, che “Darwin — per analizzare la variazione delle popolazioni — non ricorre a trattamenti matematici complessi, ma fa appello all’intuizione e al buon senso”.
(38) Il criterio per passare da 1080 (= numero massimo di eventi possibili) a 10-80 (= probabilità di un evento), è lo stesso che si applica nel noto caso del dado.
Nel lancio del dado il numero massimo di eventi possibili è 6 (le sei facce dei dado), mentre 1/6 è la probabilità di uscita di una faccia.
(39) G.
Salet, op.
cit., p.
107.
Il valore 10-80 è stato arrotondato, per comodità di calcolo, a 10-100 e ciò non cambia la validità della dimostrazione.
Il teorema è, in realtà, il corollario di una proposizione più generale, enunciata per la prima volta da É.
Borel e nota come “legge unica del caso”.
Per brevità non ho ritenuto di citarla in questa sede, anche se l’autore ne fa oggetto di una lunga analisi concettuale e matematica.
(40) Cfr., su questo argomento, l’ottima esposizione di R.
Fondi, in G.
Sermonti e R.
Fondi, op.
cit., pp.
233-274.
(41) La formula scritta della probabilità totale di eventi indipendenti come prodotto delle probabilità dei singoli eventi può risultare più chiara ricorrendo a un esempio immediato.
Nel lancio di un dado, come si è detto, la probabilità di ottenere un numero, per esempio 4, è 1/6.
Nel lancio di una moneta, invece, la probabilità di ottenere, per esempio, “testa” è 1/2.
Nel lancio di dado e moneta la probabilità di ottenere 4 e “testa” è proprio 1/6 x 1/2 = 1/12.
(42) Procedendo con l’esempio del dado, si può ritenere, con buona approssimazione, che, su 6000 lanci, il numero di volte in cui uscirà 4 sarà circa 1/6 x 6000 = 1000.
(43) Cfr.
Venzo de Sabbata, Universo senza fine.
Attualità in astrofisica, Corso, Ferrara 1978, p.
162.
(44) G.
Salet, op.
cit., p.
156.
(45) Max Born, Fisica atomica, tr.
it., Boringhieri, Torino 1968, p.
384.
(46) Sap.
13, 1-5.
In uno studio a proposito della casualità darwinista dell’evoluzione della specie, Luciano Benassi fa notare: <> Luciano Benassi, Cristianità n.
95 (1983).
Scrive invece Jacob: “Forse si riuscirà anche a produrre, a volontà e nel numero di esemplari desiderato, la copia esatta di un individuo: un uomo politico, un artista, una reginetta di bellezza, un atleta.
Nulla vieta di applicare fin d’oggi agli esseri umani i procedimenti selettivi utilizzati per i cavalli da corsa, i topi da laboratorio o le vacche lattiere […].
Ma tutto questo non ha più a che fare soltanto con la biologia” .
Francois Jacob, La logica del vivente, tr.
it., Einaudi, Torino 1971.
E’ utile consultare anche il libro di Francois Jacob, <>, Einaudi, Torino 1978.
Quelli di estrema sinistra credono tutti nel darwinismo.
In realtà, il darwinismo è un’utopia, come il comunismo.
Per questo piace loro.
Nessuno è mai riuscito a dimostrarlo scientificamente, è solo una teoria, ma a loro piace pensare di discendere dalla scimmia… Tra un po’ canteranno anche la canzone: <>.
Gianpiero Asara Cottu *** LINK UTILI Mistificazioni evoluzionistiche e matematica http://www.alleanzacattolica.org/indici/articoli/benassil95.htm *** SATIRA SUGLI EVOLUZIONISTI Leggo in un articolo di Francesco Agnoli su Il Foglio del 12 giugno 2008: << Censure – Era un grande genetista ma contro l’aborto.
Così Lejeune fu messo ai margini dal mondo scientifico […] Si batte […] per evitare il disastro nucleare, e confuta il darwinismo materialista e ideologico di Jacques Monod, che riduce l’uomo a un figlio del caso.
In nome dei suoi studi di genetica Lejeune sostiene la credibilità di Adamo ed Eva e, anticipando di dieci anni le scoperte di Gould ed Eldredge, confuta il gradualismo step by step di Darwin, sostenendo che l’evoluzione ha dovuto per forza fare dei salti […] >>.
Si sente dire in giro ancora la solita solfa dell’uomo che deriva dalla scimmia.
Cos’è, una battuta? Sapete qual è la bibita preferita dagli evoluzionisti? L’orang-soda.
Gianpiero Asara Cottu *** SATIRA SULL’EVOLUZIONE Leggo in un articolo sull’ornitorinco di Massimo Piattelli Palmarini sul Corriere della Sera del 11 maggio 2008: << Appena conclusa la mappatura del genoma.
Ecco le sorprese dell’ animale più strano.
«Il suo patrimonio genetico mette in crisi l’ evoluzionismo» […] I mammiferi normali, come è noto, hanno una coppia di cromosomi sessuali, XX nelle femmine, XY nei maschi.
Ebbene l’ ornitorinco ha ben 10 cromosomi sessuali, cinque paia di X nelle femmine, cinque X e cinque Y nei maschi.
E ha in tutto la bellezza di 52 cromosomi, contro i nostri 46.
[…] interessa tutti […] perché depone contro l’ idea darwiniana classica che l’ evoluzione biologica proceda sempre e solo per piccoli cambiamenti cumulativi […] >>.
Gli evoluzionisti discendono dalla scimmia (è un insulto).
Mi hanno risparmiato la fatica, in sostanza si prendono in giro da soli: sono loro che lo dicono, di avere origini quadrumani, non lo dico io.
Una volta ne ho incontrato uno che mi ha detto: << Odio i creazionisti, gli scienziati che negano la teoria di Darwin.
Sono un evoluzionista.
Discendo dalla scimmia >>.
E io: <>.
Gianpiero Asara Cottu ** UMORISMO E DARWINISMO Leggo in un articolo di Francesco Agnoli su Il Foglio 10/11/05: << La testa di Darwin – Il padre dell’evoluzionismo era convinto che i suoi studi gli avessero modificato il cranio… […] La cosa potrebbe stupire solo chi conosca il suo pensiero attraverso i nostri ridicoli manuali della scuola dell’obbligo.
Non invece chi, leggendo le sue opere originali, le ha trovate disseminate sia di affermazioni sconcertanti dal punto di vista scientifico, che di dichiarazioni apertamente classiste e razziste: ad esempio sull’inferiorità degli irlandesi, sulla necessità di limitare, come con le bestie, la riproduzione degli umani “inferiori”, o sulla superiorità mentale e fisica dell’uomo sulla donna.
[…] >>.
*** SATIRA SU ELTON JOHN EVOLUZIONE IMMAGINE DI ANTONIO ALFIERI (SI SCHERZA, STIMO ELTON JOHN).
Gianpiero Asara Cottu *** IL PROCESSO DELLA SCIMMIA IL PROCESSO DELLA SCIMMIAEDIZIONI LINDAU.
AUTORE: Meotti G.
Il processo della scimmia.
La guerra dell’evoluzione e le profezie di un vecchio biochimico COLLANA: I Draghi PAGINE: pp.
248 ILLUSTRAZIONI: N° 16 b/n f.t.
FORMATO: cm.
14×21 PREZZO: euro 19,50 ISBN: 978-88-7180-579-5 IL LIBRO.
Estate del 1925, Dayton, roccaforte battista nel Tennessee.
Un giovane insegnante, John T.
Scopes, viene processato (e condannato) per aver violato la legge che mette al bando l’insegnamento dell’evoluzione darwiniana.
È il «processo della scimmia», il processo del secolo in America.
Nel dicembre del 2005 a Harrisburg si replica, ma a parti rovesciate.
L’insegnamento del disegno intelligente è giudicato incostituzionale perché è una mera «progenie del creazionismo» e presuppone una «forza sovrannaturale».
Sembra una sentenza definitiva, ma lo scontro su Darwin divide nel profondo la società americana, l’unica in Occidente a non essersi mai pacificata con la Grande Ipotesi del naturalista inglese e con la sua concezione della vita, al centro di una guerra che investe la natura stessa della democrazia e rispetto alla quale l’Europa appare invece inerte.
L’ordinaria coscienza popolare e l’establishment liberal si confrontano su quello che resta un punto dirimente dell’identità culturale occidentale: il ruolo della religione nella società, a partire dalla scuola pubblica.
L’ideologia del darwinismo sociale ispira le grandi università e i centri di ricerca, dove in pochi decenni in nome dell’utopia scientista si è passati dalla genetica all’eugenetica.
«È cominciato tutto con l’Evoluzione ed è finito con l’Eugenetica», scrisse già agli inizi del secolo scorso il cattolico Chesterton.
E proprio l’eugenetica si agita come un lugubre fantasma nelle dense pagine del libro di Giulio Meotti, e con essa si rivelano le più recenti «frontiere» della scienza, sempre attraversate per il «bene» dell’umanità, dalla procreazione artificiale all’eutanasia, alla distruzione degli embrioni (Erwin Chargaff parlò di una nuova «Auschwitz molecolare»).
L’America è stata un terreno di coltura ideale per molti degli esperimenti scientifici più sconcertanti del ’900 – nel 1927 la Corte Suprema degli Stati Uniti si espresse a favore della sterilizzazione degli unfit, degli inadatti, perché, come sentenziò il giudice Wendell Holmes, «tre generazioni di imbecilli sono abbastanza.
Non vedo ragione per attribuire all’uomo un significato diverso da quello del babbuino».
Da allora centomila americani sono stati sterilizzati, la maggior parte dopo la follia nazista.
Ma anche la cronaca più recente resta tremenda.
Il caso Terri Schiavo è solo il più eclatante e la sua morte per denutrizione, voluta da un tribunale, dai medici e dal marito in nome della buona vita, non cessa di scuotere le coscienze.
Ma forse è inutile pretendere il lume della pietà – della ragione – da chi ha paragonato i suoi tristi sorrisi a «girasoli che seguono il movimento del sole nel cielo».
L’AUTORE.
Giulio Meotti, laureato in filosofia a Firenze, è giornalista del «Foglio».
RECENSIONI.
Antonio Carioti, «Corriere della Sera», 30 giugno 2006 «Giulio Meotti, giornalista del “Foglio”, riporta sul banco egli imputati le teorie darwiniane.
In parte perché il cieco meccanismo evolutivo gli pare inadeguato a spiegare l’origine della vita.
Ma soprattutto perché a suo avviso Darwin, riducendo l’uomo a un semplice animale, ne avrebbe ferito irrimediabilmente la dignità, autorizzando ogni esperimento sulla sua pelle.
Meotti […] presenta il darwinismo come il padre dell’eugenetica, funesta teoria che in America e in Svezia sfociò nella massiccia sterilizzazione forzata di individui considerati anormali e nel Terzo Reich portò alla loro uccisione.
Un orrore che […] oggi si ripropone con le manipolazioni genetiche e l’eutanasia legale.
Meotti non usa mezzi termini: vede nel darwinismo “un nemico spietato dell’uomo”, che “non ha mai esaurito la sua carica di morte”.» Matteo Orsucci, «Linea», 16 giugno 2006 «Nel libro di Giulio Meotti si spiega come gli eccessi della scienza contemporanea affondino le basi nel darwinismo» *** IL TAO DELLA BIOLOGIA IL TAO DELLA BIOLOGIA EDIZIONI LINDAU.
AUTORE: Sermonti G.
Il tao della biologia.
Saggio sulla comparsa dell’uomo COLLANA: I Draghi PAGINE: pp.
144 ILLUSTRAZIONI: N° 33 b/n FORMATO: cm.
14×21 PREZZO: euro 14,50 ISBN: 978-88-7180-696-9 L’AUTORE.
GIUSEPPE SERMONTI (Roma, 1925), genetista dal 1950 presso l’Istituto Superiore di Sanità in Roma, ha fondato la genetica dei microrganismi produttori di antibiotici e ha presieduto la International Commission for Genetics of Industrial Microorganisms.
Nel 1964 vince una cattedra di Genetica e nel 1970-71 presiede l’Associazione Genetica Italiana.
Nel 1980 è eletto alla vicepresidenza del XIV Congresso Internazionale di Genetica a Mosca.
Lo stesso anno è chiamato alla direzione della «Rivista di Biologia» (fondata nel 1919).
In quel periodo inizia la sua critica allo Scientismo e all’Evoluzionismo darwiniano, che lo isola dall’establishment accademico.
Nel 1982 l’Accademia Pontificia lo invita a partecipare a un gruppo di lavoro sull’Evoluzione dei Primati.
Nel 1986 è tra i fondatori, a Osaka, del gruppo degli Strutturalisti dinamici, di cui la «Rivista di Biologia» diviene l’organo.
Alla ricerca dei significati non utilitaristi della scienza, indaga e scopre leggi naturali e tecniche chimiche nelle fiabe del focolare.
Scrive e rappresenta drammi sui protagonisti della scienza.
Nel 2004 riceve il Premio per la Cultura della Vicepresidenza del Consiglio, per le sue ricerche e critiche scientifiche.
Pubblica indagini sulla nascita degli alfabeti dalle costellazioni dello Zodiaco.
Tra le sue opere scritte o riedite negli ultimi anni, Il mito della Grande Madre (2002), Il crepuscolo dello scientismo (1971, 2002), Dimenticare Darwin (1999, 2003), Fiabe di tre reami (1986-92, 2004), Why Is a Fly Not a Horse? (2004), Tra le quinte della scienza (commedie, 2007).
RECENSIONI.
Gabriele Burrini, «Astra», marzo 2008 «Un’operetta consolante, la presenta così l’autore.
Perché prova con solide argomentazioni che l’uomo non deriva dalla scimmia, ma da una “madre comune” […].
Solo che mentre l’essere umano conserva le originarie potenzialità ed è rimasto fanciullo, la scimmia invecchiata.» asaracottu@lycos.it

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Ecco, in breve la situazione finanziaria del mondo:
1- gli “illuminati” o satanisti, sono 60 famiglie (per lo più di banchieri ebrei), questi hanno il 50% della massa monetaria visibile del mondo! Come? Attraverso la riscossione del debito pubblico e attraverso le multinazionali, il monopolio dell’energia, della chimica, delle armi, delle banche!
2- hanno anche il doppio, di tutta la massa monetaria visibile nel mondo.
Come? Mettono in passivo la carta colorata (banconote), in attivo i titoli di Stato che il governo emette per pagare le banconote e quindi chiudono il bilancio a zero!
3- La conseguenza è che: “60 famiglie di satanisti detengono i tre quarti (3/4) di tutta la potenza finanziaria e istituzionale (massoneria) del mondo! Il mondo non ha più un futuro! Allora, preparati a prendere questo micro chip! è stato preparato per te e dentro è scritto il tuo nome in codice, con affianco il “666”.
Questo ti renderà bionico, questo sostituirà la tua carta di credito e il conto in banca, ecc…
ma secondo Apocalisse che ha parlato di ciò nei minimi dettagli tecnici, tu in Paradiso con questo “coso” non potrai più entrare.
Questo micro chip è il marchio della bestia e noi siamo vicini agli ultimi tempi!Questo documento è stato ideato scritto e pubblicato il giorno di Pasqua del Signore: 23 marzo 2008 ore 6,40.Here, shortly the financial situation of the world:
1 – him “illuminated” or satanistis, are 60 families (for him more than Jewish bankers), these have the 50% of the visible monetary mass of the world! As? Through the collection of the public debt and through the multinationals, the energy’s monopoly, of the chemistry, of the weapons, of the banch! 2 – they also have the double one, of the whole visible monetary mass in the world.
As? They put in passive the colored paper (banknotes), in active the state funds that the government utters for paying the banknotes and therefore they close the budget to zero!
3 – The consequence is that: “60 families of satanisti hold the three quarters (3/4) of the whole financial and institutional power (freemasonry) of the world! The world doesn’t have a future anymore! Well, prepared to take this microchip! you/he/she has been prepared for you and inside your name you/he/she is written in code, with I place side by side the “666”.
This will make you bionic, this it will replace your credit card and the account in the bank…
but according to Apocalypse that has spoken of this to the least technical details, you in Heaven with this “coso” cannot enter anymore.
This micro chip is the mark of the beast and us we are near to the last time!This document you/he/she has been conceived writing and published the day of Easter of the Lord: 23 March 2008 hours 6,40. Ignori del SIGNORAGGIO? Allora, ignori che è in atto un complotto contro di te!! Non sai della truffa e del delitto di lesa maestà, reso possibile da tutti i politici e da tutti i giornalisti che sono corrotti! Infatti, il signoraggio, non solo rende invisibile il doppio di tutto il denaro circolante nel mondo, ma rende invisibili anche le associazioni criminali che lo usano! Devono rovinare i popoli attraverso la rarefazione monetaria, altrimenti non possono utilizzare il denaro che ci hanno rubano! ******************************************** Di fronte alla realtà del “SIGNORAGGIO”, vedo le persone completamente stranite! A)- Infatti, esse non hanno i concetti e le categorie mentali per capire il problema, essendo stato occultato fino ad oggi ad arte ed avendo i politici ingannato cos’ì bene l’opinione pubblica attraverso il teatrino penoso delle elezioni.
B)- Inoltre, in chi è molto forte la realtà del peccato nella sua vita, i demoni stessi gli impediscono di capire l’argomento! Il signoraggio è la principale fonte di potere di Satana nel mondo! ********************************** * Capire che la democrazia non è mai esistita perché, il signoraggio è presente in Italia da 100 anni e in Inghilterra da 200 anni.
* Capire che la democrazia non è mai esistita perché, il signoraggio prevede il suddito e non il cittadino! * Capire che la democrazia non è mai esistita perché, senza sovranità monetaria non esiste sovranità popolare! * Capire che la democrazia non è mai esistita perché i 3/4 della ricchezza e delle strutture (massoneria+multinazionali) e delle istituzioni sono da decenni saldamente nelle mani di una monarchia bancaria “governo ombra” di circa 40 famiglie di banchieri ebrei non è un concetto che trova un sentiero già percorso nella nostra mente.
Capire che la democrazia non è mai esistita perché siamo nella truffa meglio orchestrata di tutta l’umanità, indissolubilmente dimostrata dal fatto che la stessa parola “signoraggio” non si può e non si deve conoscere nel silenzio assordante dei potenti mezzi dell’ormai unico Net Work Mondiale e che inevitabilmente vede complici tutti i giornalisti.
******************************************************* “morte e vita si sono affrontate il un prodigioso duello” Ecco, in breve la situazione finanziaria del mondo: Gli “illuminati” o vertice satanico-massonico, sono 40 famiglie (per lo più di banchieri ebrei), questi hanno: 1- il 50% della massa monetaria visibile del mondo! Come? Attraverso la riscossione del debito pubblico [tasse] e attraverso le multinazionali, il monopolio dell’energia, della chimica, delle armi, delle banche! Ovvero del 65% del prelievo fiscale ben il 50% serve a pagare l’inventato debito pubblico! 2- hanno anche il doppio, di tutta la massa monetaria visibile nel mondo.
Come? Mettono in passivo la carta colorata (banconote), in attivo i titoli di Stato (BOT E CCT) che il governo emette per pagare le banconote e quindi chiudono il bilancio a zero! 3- La conseguenza è che: “40 famiglie di banchieri detengono i tre quarti (3/4) di tutta la potenza finanziaria e istituzionale (massoneria) del mondo! CONCLUSIONE: Tutto questo, cerca di realizzare il progetto che già fu della “Torre di Babele” chiamato oggi New World Order! Pertanto, un POPOLO (invisibile come il signoraggio), di quasi un milione di satanisti-massoni, ha di fatto il controllo del nostro pianeta.
Il mondo non ha più un futuro! Allora, preparati a prendere il micro chip! è già stato preparato per te ed ha dentro il tuo nome in codice, con affianco il “666”.
Questo ti renderà bionico, e sostituirà la tua carta di credito e il conto in banca, ecc…
ma secondo Apocalisse che ha parlato di ciò nei minimi dettagli tecnici già 2000 anni fa, tu in Paradiso con questo “coso” non potrai più entrare.
Questo micro chip è il marchio della bestia e noi siamo vicini agli ultimi tempi! “Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora vivo trionfa.” – sequenza pasquale Questo documento è stato ideato scritto e pubblicato il giorno di Pasqua del Signore: 23 marzo 2008 ore 6,40.
http://www.youtube.com/watch?v=6e2TFVKyvrQ Su indicazione di google.com gli articoli continueranno su http://yeshua-ha-mashiach-notzri.blogspot.com/ In questo video l’On.
Tremonti spiffera ai quattro venti, molte cose riguardo agli “illuminati”, dice questo alla presenza di Bertinotti, che certamente sa più di lui e tace! Vogliono vedere fino a che punto, pur parlando di queste realtà criminali, la società reale sia giunta ad uno stato di coma vegetativo e non sia più in grado di reagire! Fino a che punto il loro lavoro sia perfetto, da aver annientato ogni senso critico e ogni capacità di reazione! ————————
!!! siamo all’intollerabile !!! Travaglio e tutti i giornalisti si ostinano a non parlare di signoraggio.
Ecco il “sistema” truffa, del signoraggio = su 3 monete del tuo duro lavoro: * la prima è invisibile per il signoraggio, * la seconda è invisibile per il debito pubblico (tasse, iva, tichet) * la terza quella che appare nelle tue mani, la devi restituire in parte alle loro multinazionali del petrolio, del farmaco, ecc…! Così, insieme ai tuoi figli, da cittadini, senza accorgervene, vi siete trasformati in sudditi o forse anche in schiavi: “carne da cannone”, altro che cittadino e sovranità popolare.
Se vuoi “vedere” questa zecca mostruosa e invisibile succhiare il sangue dei tuoi bambini, studia del signoraggio attraverso il docente universitario prof.
Auriti e rivolgiti a Rocco Carbone = r.c.tre@virgilio.it che a fronte delle nude spese di supporto, ti invierà dei CD.
———————— * Constatato che, proprio ogni centro di potere o consorteria massonica (a tutti i livelli), nessuno escluso, hanno per ora l’impossibilità (sic…) di uscire dall’attuale “sistema criminale” della moneta debito, poichè sono essi stessi vittime [lacrime di coccodrillo] e carnefici, ma soprattutto complici, del “sistema” planetario delle Banche Centrali, al punto che, è impossible far sapere all’opinione pubblica: del signoraggio.
* Considerato che, per la sopravvivenza dei popoli, comunque, una alternativa bisogna concretamente trovarla e in tempi stretti.
Con molto “dolore e fatica” in: http://deiverbumdei.blogspot.com si faranno dei tentativi di qualche soluzione…
[anche se io non potrei esserci più…] considerato che, il SIMEC, moneta locale, del Prof.
Giacinto Auriti [dopo aver portato, per una stagione progresso e sviluppo nella felice Guardiagrele, prima tristemente afflitta dalla piaga del suicidio] fu ritirata su ordine della Cassazione, perchè dichiarato illegale.
IBAN : IT33E0358901600010570347584, (non detraibili) http://sovranitamonetaria.org/video_tv/ ————————————————– USURA    http://signoraggio.wordpress.com/tag/massoneria/ NON STARE SOLO A GUARDARE COME GLI ALTRI SI COMPROMETTONO PER TE! SE NON FAI LA TUA PARTE, L’IMMOLAZIONE DELLE NOSTRE VITE SARÀ INUTILE E AI TUOI FIGLI RIMARRÀ UN FUTURO DA INCUBO! -IBAN: IT33E0358901600010570347584 (non deducibili) senz’altro – jhwhinri@gmail.com ti risponderà! Postepay: 4023-6004-5553-6625 (non detraibili) Lorenzo  , ore serali lorenzo.
@istruzione.it http://deiverbumdei.blogspot.com http://www.youtube.com/lorenzojhwh http://www.youtube.com/humanumgenus
INCONTRO MONDIALE E INTERCONFESSIONALE DI PREGHIERA PERPETUA FINO ALLA FINE DEL MONDO

CONCLUDENDO: OGNI LUNEDÌ DALLE 20,00 alle 21,00, SPIRITUALMENTE NEL CUORE DI DIO, CI INCONTREREMO NELLA PREGHIERA E IO, SERVITORE DI JHWH, SARÒ PRESENTE IN QUESTO MOMENTO DI PREGHIERA, FINO ALLA FINE DEL MONDO! Poiché LA PREGHIERA IN ACCORDO SECONDO LE INTENZIONI DI DIO È UNA PRGHIERA DINAMICA, SI OTTERRANNO MOLTI MIRACOLI E MOLTA CONSOLAZIONE E PROTEZIONE.

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Hello.
You appear to be good and spiritual person.

I agree with you when you say that youtube is a place where children can be corrupted.

There is far too much violence, nudity, crime, etc.
easily accessible to our children.

I don’t approve either.

Hopefully, youtube will one day, very soon, read their own subscriber agreement and follow it themselves, by deleting everyone that has violated it.

Between television, radio and the computer, kids are being taught the wrong way.

I wish only good to you.

Thank you for your message.

Have a great night.
God Bless, Charlene

——————————

http://it.youtube.com/watch?v=pkdo-qsKmCo

Questo cartone animato “incriminato” è molto efficace ed è stato preparato dagli stessi Testimoni di Geova per esplicitare il loro credo: http://it.youtube.com/watch?v=pkdo-qsKmCo

  

Ovvero:

1-*** Gesù in realtà non è ne uomo e ne Dio, in quanto è l’Arcangelo Michele che si è incarnato;

2-*** Nel giorno di Armaghedon lo stesso, salverà i soli Testimoni di Geova Fedeli e poi distruggerà tutto il resto, inesorabilmente i BUONI non hanno speranza.

Ovvero, si dimostra inequivocabilmente, che il loro dio è:

– stupido e cattivo.

Chi di voi sapeva che Gesù, per loro è l’Arcangelo Michele?

Ditelo a lorenzo  

Per concludere:

Dio è Buono e tutto ciò che è Buono può venire solo da Dio, per questo nessuno può e deve dire: “se non appartieni alla mia religione, non ti potrai salvare”.

Infatti, gli angeli a Betlemme cantavano: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra (a tutti) gli uomini di buona volontà”.

Questo vuol dire ovviamente che tutti gli uomini che hanno lottato e sofferto per realizzare il bene e che, hanno generosamente lavorato per una migliore società, Dio non potrà respingerli nel giorno del giudizio.
Altrimenti dovrebbe respingere se stesso.

Per concludere, e non voglio essere frainteso, Dio vuole da me tre cose principali:

1- l’abbattimento di questo criminale sistema del signoraggio bancario;

2- la liberazione della Chiesa dal modernismo;

3- la costruzione del terzo Tempio Ebraico

a Gerusalemme (casa di tutti i popoli).

 

Un mio collaboratore, mi ha detto:

“Perché, se tu fossi in autorità salveresti la vita agli illuminati e ai satanisti che si sono macchiati di crimini inimmaginabili?”

Nel dirmi questo, io sentivo la sua rabbia sorgere a ondate.

Gli ho detto, salverei la loro vita per due motivi:

1- “Dio, non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva!”

2- Sta per scendere di nuovo l’Angelo sterminatore sulla terra d’Egitto e saranno pochi quelli che si salveranno, ho visto uomini morire come mosche! La mano di Dio si sta rendendo pesante su di loro poiché sono molto al di la delle leggi e della giustizia degli uomini.

A tutti gli ebrei che mi leggono: “per quanto ancora volete passare dalla guerra agli attentati e dagli attentati alla guerra? Voi avete costruito la nazione senza costruire il Tempio? Allora, non avete alcun diritto giuridico di abitare quella terra.

Se voi venite meno alle promesse di Abramo e di Mosè, allora ve ne dovete andare o con le buone o con le cattive.
Poiché è inconcepibile giuridicamente un Israele laicista!

E poi, cosa vi conviene di più costruire il Tempio a JHWH o affrontare una nuova guerra?
 (concetti di metafisica laica ed universale per un nuovo progetto culturale) http://simec-aurito.blogspot.com http://immagini-parlanti.blogspot.com http://auriti.blogspot.com http://satanici.blogspot.com http://tutelasovranit.blogspot.com/

Carissimo, Nobilissimo, Chiarissimo, Gentilissimo e Umilissimo Santo Padre

San Benedetto ti sta indicando la strada che devi seguire per ottenere la vittoria.

Spiegazione delle iniziali presenti sulla Medaglia di San Benedetto:

S.
P.
B.
Crux Sancti Patris Benedecti Croce del Santo Padre Benedetto C.
S.
S.
M.
L.
Crux Sacra Sit Mihi Lux Croce sacra sii la mia Luce N.
D.
S.
M.
D.
Non draco sit mihi dux Che il dragone non sia il mio duce V.
R.
S.
Vadre Retro satana Allontanati satana! N.
S.
M.
V.
Non Suade Mihi Vana Non mi persuaderai di cose vane S.
M.
Q.
L.
Sunt Mala Quae Libas Ciò che mi offri è cattivo I.V.
B.
Ipsa Venena Bibas Bevi tu stesso i tuoi veleni

ESORCISMO:

(Al segno + ci si fa il segno della croce)

+ In nomine Patris, et Filii et Spiritui Sancto

Croce del Santo Padre Benedetto.
Croce Santa sii la mia Luce e non sia mai il dragone mio duce.
Va indietro satana! Non mi persuaderai di cose vane.
Sono mali le cose che mi offri, bevi tu stesso il tuo veleno.
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo +.
Amen!

in the next 12 hours anyone who reads this exorcism St.
Benedict, of the fifth century prayer: “CSPBCSSMLNDSMDVRSNSMVSMQLIVBpax” receives the release but who will be punished rebellion and remove from your youtube videos not suitable for children who are here.
In the name of Jesus I order every spirit: jealousy deceit family perversion depression prostitution illness deaf mute fear antichrist pride slavery blindness: go!

terror takes possession of the sons of darkness, on youtube

COLLIGITE FRAGMENTA (Gv 6,12)

la povertà e gli avanzi di Cristo sono sovrabbondanza assoluta riguardo al mondo!

Questo è il migliore augurio che la Puglia fa a Sua Santità Benedetto XVI, insieme ai suoi pastori e al popolo cristiano tutto.

Tutta la Puglia al completo e con i suoi vessilli si schiera con Sua Santità Benedetto XVI e stringe al suo nobile cuore paterno.
L’Arcivescovo Metropolita Mons.
Francesco   di Bari-Bitonto: “Pro ovibus suis” 

è un’altra icona, insieme a Sua Santità dell’immagine del Buon Pastore.

Infatti, il Vescovo è divorato dallo zelo per il Signore e per la sua casa ed è animato da un amore per Dio e per il suo popolo che non conosce mezze misure (sine modo) e consiste:

1- pascere Christum,

2- in Christo,

3- cum Christo,

4- praeter Christum sibi non pascere.

(Mons.
Vito Angiuli Provicario generale dell’Archidiocesi di Bari – Bitonto e mio amico)

*** Don Giovanni D’ercole

Carissimi amici, in tante occasioni Benedetto XVI ci ha chiesto di pregare per lui, affinché svolga al meglio la sua Missione e affinché non fugga davanti ai lupi.
È venuto il momento di stargli vicino con tutto il nostro cuore…

 

Benedetto XVI hai tutto il nostro amore.
I lupi potranno ringhiare, ma non appena sorge l’ombra del VINCASTRO del Buon Pastore, si daranno alla fuga! FORZA BENEDETTO XVI

Modernismo

Un bambino di 8 anni con in mano il catechismo di S.Pio X, può far zittire un teologo o un vescovo modernisti!

Il modernismo è un’eresia già condannata e che vede l’applicazione delle mode scientifiche e dei suoi metodi applicati alla teologia e questo ovviamente porta all’ateismo e allo scetticismo, freddezza, aridità, cinismo, indurimento e poi…
dannazione.

Questa eresia ha conquistato larghi settori del pensiero teologico contemporaneo e si sta insinuando subdolamente nei più alti livelli della gerarchia cattolica, tanto che il Santo Padre ha espresso pubblicamente un grido di dolore!

Con la scusa del Concilio Vaticano II (pastorale), si vuol mettere a tacere l’autorità di tutti i concili precedenti (dogmatici).

Ma tutti i concili dogmatici sono per natura intrinseca superiori al concilio pastorale che non ha preteso di prendere in riferimento un approfondimento della dottrina e che mai, comunque, nessun concilio potrebbe più negare!

Nietzsche fobico di odio verso Cristo è divenuto il criterio di discernimento delle scritture, per questi teologi(tanti) e vescovi (pochi) ormai segnati dal marchio di satana.

Satanismo

Il pastore evangelico Benny Hinn, mi ha detto che negli USA, mentre hanno fatto fuori la religione dalle scuole si tengono seminari satanici nelle scuole superiori a favore della stregoneria e della magia, così pericolosamente in basso è scesa la mia società americana: “tutto questo non ha senso!”
 

Oggi attorno alla famiglia e alla vita si svolge la lotta fondamentale della dignita’ dell’uomo.

(Papa Giovanni Paolo II a Rio de Janeiro il 3.10.1997 in preparazione al II incontro mondiale delle famiglie).

Referendum legge 40 – Family day.
Questo e’ il vero volto dell’Italia!

il vero volto dell’istituzione Il signoraggio bancario è il nostro più alto simbolo istituzionale! Questo rappresenta una turpe e occulta rapina della nostra sovranità, della nostra libertà e della nostra dignità.
Questo è il VERO motivo di tutti i MALI che affliggono la nostra falsa democrazia.
P.
Pio dice: “Quanti disgraziati nostri fratelli non corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della massoneria!” P. Pio dice: “Quanti disgraziati nostri fratelli non corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della massoneria!”

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Carissimi amici, in tante occasioni Benedetto XVI ci ha chiesto di pregare per lui, affinché svolga al meglio la sua Missione e affinché non fugga davanti ai lupi. È venuto il momento di stargli vicino con tutto il nostro cuore… 
Benedetto XVI hai tutto il nostro amore. I lupi potranno ringhiare, ma non appena sorge l’ombra del VINCASTRO del Buon Pastore, si daranno alla fuga! FORZA BENEDETTO XVI 
Contro il Modernismo di Bergoglio l’eretico?
Un bambino di 8 anni con in mano il catechismo di S.Pio X, può far zittire un teologo o un vescovo modernista! 
Il modernismo è un’eresia che distrugge la vocazione divina e trascendente, distrugge i dogmi mariani e il valore del sacrificio espiatorio della Messa, distrugge la natura divina in Gesù, eresia di Enzo Bianchi e Raner già condannata e che vede l’applicazione delle mode scientiste e dei suoi metodi applicati alla teologia e questo ovviamente porta all’ateismo e allo scetticismo, freddezza, aridità, cinismo, indurimento e poi…alla dannazione. 
Questa eresia ha conquistato larghi settori del pensiero teologico contemporaneo e si sta insinuando subdolamente nei più alti livelli della gerarchia cattolica, tanto che il Santo Padre ha espresso pubblicamente un grido di dolore! 
Con la scusa del Concilio Vaticano II (pastorale), si vuol mettere a tacere l’autorità di tutti i concili precedenti (dogmatici). 
Ma tutti i concili dogmatici sono per natura intrinseca superiori al concilio pastorale che non ha preteso di prendere in riferimento un approfondimento della dottrina e che mai, comunque, nessun concilio potrebbe più negare! 
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VERA, TRUFFA,EVOLUZIONISMO,S.p.A,liberazione della Chiesa, dal modernismo

Articoli e note firmate: LUCIANO BENASSI, Cristianità n. 95 (1983)

Mistificazioni evoluzionistiche e matematica

Il 19 aprile 1882, compiuti da poco i settantatré anni, Charles Robert Darwin moriva nella sua casa di Down, nel Kent. Gli sopravvivevano la moglie Emma, sette dei suoi dieci figli, una mole notevole tra libri, articoli e memorie scientifiche; ma il suo nome sarebbe rimasto indissolubilmente legato a una delle maggiori mistificazioni della storia della scienza e della cultura occidentale: la teoria della evoluzione (1).

I. La rivoluzione evoluzionistica

A cento anni dalla scomparsa, il mondo scientifico ufficiale, con grande dispiego di mezzi, ha celebrato nel 1982 l'”anno darwiniano”. Quotidiani, settimanali, riviste di divulgazione hanno offerto generosamente le proprie pagine alla memoria del “fondatore” e alla diffusione del suo “messaggio”:

una claque invadente e ossessiva ha applaudito senza interruzione alle vecchie tesi evoluzionistiche riproposte, come sempre, secondo enunciati ambigui e sfuggenti e con il consueto corredo di “prove” (2).

Lo spazio per il dissenso è stato pressoché nullo e su ogni voce discorde è stata fatta gravare un’atmosfera ora di ironia, ora di disinteresse.

Non è consentito avere dubbi “sulla validità della teoria […]. L’impostazione corretta di questo dubbio non è […] “se l’evoluzione è vera”, ma se sappiamo tutto dell’evoluzione” (3).

Della evoluzione, in pratica, si conosce ben poco.

Giuseppe Montalenti, presidente dei Lincei, fautore e divulgatore in Italia della teoria evoluzionistica, ammette, per esempio, che “non è a credere che tutto sia chiaro, che tutti i problemi siano risolti. Al contrario, molti rimangono aperti e intorno a essi si discute e si ricerca molto. […] Molti e gravi sono i problemi anche in quello che abbiamo chiamato l’aspetto storico dell’evoluzione.

Il quadro del processo evolutivo appare disegnato nelle sue grandi linee in modo abbastanza attendibile, ma quando si cerca di fissare il particolare si incontrano spesso grandi difficoltà” (4).

Se le difficoltà permangono, come sempre, e se nessun fatto nuovo, nessuna verifica sostanziale sono intervenuti in questi cento anni a fare sì che l’evoluzionismo sia qualcosa di più di un disegno “attendibile” soltanto nelle sue “grandi linee”, le celebrazioni riservate a Darwin e alla sua teoria, fatto anomalo nella storia della scienza, inducono a un atteggiamento di sospetto.

Il sospetto cade e diviene certezza se si considera che Darwin e l’evoluzionismo sono troppo importanti per essere lasciati al vaglio della usuale metodologia scientifica:

non tanto per il rischio di vedere cadere ciò che affermano, quanto per il timore di dovere affermare ciò che negano.

Ne ha chiara coscienza Francois Jacob, evoluzionista, premio Nobel per la medicina nel 1965: “Quello che Darwin ha mostrato è che per rendere conto dello stato attuale del mondo vivente non c’era affatto bisogno di ricorrere ad un Ingegnere Supremo. […] Tuttavia se l’idea di un progetto, di un piano generale del mondo vivente, stabilito da un creatore è scomparsa con il darwinismo, questo ha conservato un alone di armonia universale” (5).

Quindi, per evitare che l'”Ingegnere Supremo”, cacciato dalla porta principale più di cento anni fa, rientri per quella di servizio attraverso la oggettiva constatazione della “armonia” della sua opera, ovvero della perfezione e della finalità delle sue parti, si rende necessario un costante rilancio della teoria evoluzionistica, nel quale non siano discussi e criticati i dubbi e le prove, ma sia posto l’accento sull’impatto rivoluzionario che essa ha avuto e continua ad avere su ogni concezione del mondo che faccia ricorso a un creatore.

Un creatore presuppone una volontà, e una volontà esprime una intenzione, un progetto: ebbene, continua Jacob, “la teoria della selezione naturale consiste precisamente nel capovolgere questa affermazione. […] In questo rovesciamento, in questa specie di rivoluzione copernicana sta l’importanza di Darwin per la nostra rappresentazione dell’universo e della sua storia” (6).

Se poi si considera che la concezione tradizionale del mondo “ha nella dottrina cristiana il suo più saldo fondamento” (7), non è difficile collocare il movimento evoluzionistico nel quadro più ampio del movimento che il pensiero contro-rivoluzionario denomina “Rivoluzione” e che si realizza nella lotta e nella demolizione tematica di ogni espressione conforme a quella dottrina:

sul piano religioso, su quello politico-sociale-istituzionale, su quello economico, fino a colpire, da ultimo, i legami microsociali e l’individuo stesso.

Seguendo lo schema di Plinio Corrêa de Oliveira (8), lo svolgimento storico mette in evidenza, dalla fine dei Medioevo cristiano, una I Rivoluzione, protestantica, che distrugge i legami religiosi; una II Rivoluzione, liberale-illuministica, che distrugge i vincoli e i legami dell’antico ordine sociale; una III Rivoluzione, comunistica, che abolisce il residuo ordine economico. Ma, ulteriore al comunismo, Corrêa de Oliveira intravede una “IV Rivoluzione nascente” (9), il cui tratto saliente sta nel carattere ristretto del suo campo d’azione: i legami microsociali, cioè la trama di relazioni che ogni uomo tesse in quanto membro di una comunità, di una famiglia, in quanto genitore.

E dopo i legami microsociali, spesso in diretta relazione con essi, si pone l’ordine interiore della persona, che trova nella gerarchia intelletto-volontà-sensibilità il riferimento di ogni azione e di ogni manifestazione.

V’è ora da chiedersi: se l’evoluzionismo, come non esitano ad affermare i suoi esponenti più rappresentativi, è una rivoluzione, nel senso di “sovvertimento” e non in quello, purtroppo diffuso, di semplice “cambiamento” rispetto a un ordine precedente, come collocarlo all’interno dello schema ora tracciato?

Per il suo carattere intellettuale e accademico, l’evoluzionismo si pone innanzitutto su di un piano non immediatamente legato ai fatti e ai comportamenti delle persone: l’evoluzionismo è una rivoluzione nelle idee. Cionondimeno, analogamente ai grandi sistemi ideologici del passato, esso aspira a fornire una giustificazione al comportamento individuale e sociale. Ciò è tanto più vero in un’epoca come la nostra che “si è lasciata gradatamente persuadere che l’essere umano, analizzato, scomposto, scandagliato dalle varie direttive di ricerca non è altro che una macchina, di volta in volta meccanica, chimica, elettrica o cibernetica” (10). Ora, è al contenuto delle idee evoluzionistiche e alla loro capacità di penetrazione che si deve guardare per rispondere alla importante domanda che ho posto prima.

Già ho osservato che il loro carattere sovversivo generale risiede nell’affermazione di una visione del mondo che fa a meno di un creatore. Tuttavia non è difficile constatare che esse si spingono ben oltre, negando anche l’ordine morale che deriva dalla esistenza di un creatore e che, per questo, è vincolante. L’evoluzionismo, infatti, traendo l’uomo dal caso e facendone un “prolungamento delle cose […] sullo stesso piano degli animali” (11), lo sottrae a ogni responsabilità: la storia diventa storia della biologia, dove “tutto è permesso” (12) e dove “non vi sono più leggi divine che assegnino limiti all’esperimento” (13).

Una volta esclusi Dio e la sua volontà, cioè una volta rotto il legame Creatore-creatura, rimane la constatazione del puro divenire. Da esso gli esseri emergono non in vista di un fine secondo un progetto, ancorché immanenti al movimento stesso, bensì in virtù del puro gioco delle fluttuazioni statistiche.

“L’evoluzione — scrive Jacob — mette in gioco intere serie di contingenze storiche” (14), così che “il mondo vivente avrebbe potuto essere diverso da quello che è, o addirittura non esistere affatto” (15).

Questa affermazione è molto importante per il tipo di analisi che sto conducendo.

Essa dimostra, infatti, che l’evoluzionismo contiene in sé anche gli elementi della II e della III Rivoluzione: la rottura dei legami politici, cioè delle antiche solidarietà sociali fondate sulla gerarchia e sull’ordine, e di quelli economici.

Se ne rende ben conto lo stesso Jacob: “Finché l’Universo era opera di un Divino Creatore, tutti gli elementi erano stati da lui creati per accordarsi in un insieme armonioso, accuratamente preparato al servizio del componente più nobile: l’uomo.

[…] Era un modo di concepire il mondo che aveva importanti conseguenze politiche e sociali, in quanto legittimava l’ordine e la gerarchia della società” (16).

Ora, invece, perde di senso qualunque tentativo di fondare un ordine e una gerarchia: “il migliore di tutti i mondi possibili è diventato semplicemente il mondo che si trova a esistere” (17).

In questo emergere prepotente del “caso” come fonte ed essenza della realtà, in questa dissolvenza dell’essere umano, della sua libertà e della sua volontà nel movimento evolutivo, risiede il carattere originale della rivoluzione darwiniana: una originalità che la distingue dallo stesso marxismo e da ogni altra ideologia di matrice hegeliana.

Nella dialettica hegeliana e in quella marxistica, il movimento universale, dell’Idea o della Materia, conservava pur sempre una sua finalità, una “direzione privilegiata”, “ascendente”, e offriva agli individui più consapevoli la possibilità di tuffarsi nella corrente e di accelerare in qualche modo il corso della storia.

Ma ora che il mondo esistente non può essere che il frutto del caso, costruito come una quaterna del lotto, ogni pretesa di perfettibilità diventa inutile e assurda: anche il mondo di domani, come quello di oggi, uscirà “alla cieca” dall’urna dei “mondi possibili”.

Distinta dal comunismo, dunque, ma anche “oltre” il comunismo (18): la rivoluzione darwiniana procede inesorabile secondo una logica folle di trasgressioni successive.

Abbattute le barriere tra le specie, in una visione del mondo vivente nel quale gli organismi perdono la loro tipicità e la loro fissità strutturale, dove “oggetto effettivo di conoscenza è la popolazione nel suo insieme” (19), l’avanguardia evoluzionistica propone, da ultimo, il programma di ricostruzione della società e degli individui sulle basi delle indicazioni della sociobiologia e della ingegneria genetica.

L’inserimento dell’aborto nelle legislazioni di molti paesi, accompagnato da campagne propagandistiche sul suo uso come strumento di selezione in base alle caratteristiche genetiche dei feti (20); la diffusione della fecondazione artificiale, che esclude ogni rapporto di paternità e di maternità, lasciano intravedere l’inquietante scenario di una umanità pianificata e manipolata artificialmente, che attraverso la tecnica della clonazione (21), realizza il sogno utopico della uguaglianza assoluta: quella relativa al patrimonio ereditario degli individui.

Il movente occulto della Rivoluzione è l’odio a Dio.

Non potendo questo odio scagliarsi contro Dio stesso, si proietta contro le sue opere e, nella sua forma più consapevole e compiuta, contro il capolavoro del creato: l’uomo.

Nell’uomo Dio ha infuso la scintilla dell’intelletto, che lo distingue dagli animali, ma a ogni uomo ha anche assegnato una vita interiore, un modo di affacciarsi al reale e di riflettere su di esso del tutto diverso da quello di ogni altro uomo: è il dono della personalità. È evidente che l’aggressione organizzata e tematica della Rivoluzione al creato deve prevedere il momento di lotta specifica all’essere umano: questo attacco, come si è detto, si compie con la IV Rivoluzione. Nel quadro di questa battaglia, forse quella finale che la Rivoluzione si accinge a combattere (22), la rivoluzione evoluzionistica svolge il ruolo di aggressivo genetico, fornendo le idee per una alterazione delle differenze psico-somatiche tra gli individui.

La prospettiva è al limite; tuttavia non è eliminabile: la direzione in cui l’evoluzionismo lavora nei laboratori di genetica è quella di un mondo popolato da miliardi di esseri uguali, repliche esatte di uno stesso “progetto umano”.

Scrive ancora Jacob: “Forse si riuscirà anche a produrre, a volontà e nel numero di esemplari desiderato, la copia esatta di un individuo: un uomo politico, un artista, una reginetta di bellezza, un atleta. Nulla vieta di applicare fin d’oggi agli esseri umani i procedimenti selettivi utilizzati per i cavalli da corsa, i topi da laboratorio o le vacche lattiere […]. Ma tutto questo non ha più a che fare soltanto con la biologia” (23).

È vero, tutto ciò è già oltre la biologia, è la prospettiva sinarchica della Repubblica Universale, di un mondo, come insegna Corrêa de Oliveira “senza disuguaglianze né sociali né economiche, diretto mediante la scienza e la tecnica, la propaganda e la psicologia” (24); di un mondo nel quale, paradossalmente, quella umanità che l’evoluzionismo vuole scaturita dai branchi scimmieschi delle savane, ritorna a essere mandria indistinta e brutale come i suoi mitici progenitori.

II. L’evoluzionismo scientifico

La filosofia insegna che l’unità è un carattere della verità.

La verità è compatta: negandone un aspetto, prima o poi si dovrà negarla tutta.

L’errore, al contrario, è molteplice, nel senso che il contrario di una affermazione vera non è una affermazione falsa, ma possono essere infinite affermazioni false.

Ciò rende, evidentemente, più ardua la difesa della verità, tuttavia ogni errore presenta sempre uno o più punti particolarmente deboli, sui quali intraprendere l’opera di demolizione completa.

Nel caso dell’errore evoluzionistico la situazione descritta è assai favorevole in quanto tutta la visione del mondo che scaturisce da esso trae la propria forza da un preteso riscontro scientifico, cioè da un contesto in cui la verifica della bontà di una affermazione è immediata e, entro certi limiti, inoppugnabile.

In altri termini, la rivoluzione evoluzionistica pretende di essere fondata scientificamente, per cui è sul terreno scientifico che può cominciare una seria opera di confutazione nei suoi confronti.

La sproporzione tra la produzione scientifica evoluzionistica e quella antievoluzionistica, decisamente a favore della prima, non deve indurre a credere in una altrettanto sproporzionata differenza di qualità, anzi.

Semplicemente il mondo accademico ufficiale, di concerto con i più importanti organi di divulgazione, impedisce che ottimi lavori di valenti uomini di scienza, di impostazione antievoluzionistica, possano raggiungere il vasto pubblico dei lettori. Basti, per tutte, la dichiarazione di Pietro Omodeo, evoluzionista presentato come “il più noto studioso italiano di evoluzionismo” (25), rilasciata nel corso di una intervista sul movimento neo-creazionistico americano.

Ascoltando le affermazioni dei suoi avversari, a Omodeo “viene voglia di rispondere con un pernacchio” (26).

Più dei suoni non propriamente civili evocati da Omodeo, ciò che condiziona lo scienzato anticonformista è, naturalmente, il clima di ostracismo e di intimidazione che si crea contro chi avanza ipotesi contrarie alle vedute ufficiali sull’argomento (27). Tuttavia non sono mancati nel passato, e non mancano ancora oggi, autorevoli ricercatori che, con i loro lavori, hanno messo in evidenza le lacune dell’evoluzionismo scientifico e proposto soluzioni radicalmente alternative al problema relativo all’origine e allo sviluppo della vita sulla Terra (28).

Fra questi, merita particolare attenzione, per il prestigio dell’autore e per la completezza e il rigore della trattazione, lo studio dello scienziato francese Georges Salet (29). Docente universitario, profondo conoscitore delle maggiori questioni scientifiche del nostro tempo, Salet, cattolico, non ha esitato a scendere in campo ogni qualvolta l'”intellighentsia” scientista, mistificando i fatti, ha attaccato la Chiesa, le verità di fede, la filosofia naturale e cristiana (30).

Il pregio del volume di Salet consiste nell’andare direttamente al cuore della questione evoluzionistica, confutando i due cardini della teoria: il ruolo della selezione naturale e quello del caso come fonti del mondo vivente, della sua varietà, e della sua pretesa evoluzione. Nella impossibilità di trascrivere in extenso tutte le osservazioni di Salet, svolte in diverse centinaia di pagine, mi limito a esporre i passaggi fondamentali della sua confutazione dell’evoluzionismo, che non è ancora stata smentita.

1. I principi della teoria evoluzionistica

Con il termine “evoluzionismo” si intende l’ipotesi scientifica che spiega l’origine della vita a partire dalla materia inerte (evoluzione molecolare), e la successiva diversificazione del mondo vivente a partire dagli esseri più semplici e primitivi, fino a rendere conto dello stato attuale del mondo vivente, con i milioni di specie esistenti nei regni vegetale e animale (evoluzione biologica).

Circa i meccanismi di questo processo non esistono spiegazioni univoche, e questo fatto, già di per sé, non depone a favore della bontà della teoria. Grosso modo, le teorie esplicative della evoluzione possono riassumersi in tre gruppi:

a. spiegazioni spiritualistiche: sono quelle che fanno appello a non meglio identificati princìpi immateriali, che orienterebbero la materia verso stati sempre più complessi e perfezionati;

b. spiegazioni verbali: si tratta di definizioni tautologiche della evoluzione, dissimulate sotto la maschera di discorsi dotti e di terminologie scientifiche. Questo tipo di spiegazioni sono dovute, per esempio, ai biologi marxisti, come il sovietico Oparin e l’inglese Haldane, e a uno spiritualista come Teilhard de Chardin, con la sua legge di “complessità-coscienza” (31);

c. spiegazioni scientifiche: sono i tentativi di spiegare il processo evolutivo attraverso i fatti di osservazione.

Sui primi due gruppi la scienza non può formulare giudizio alcuno, in quanto essi stessi si pongono al di fuori del suo campo di azione. Per quanto riguarda le spiegazioni scientifiche si può dire che, attualmente, pur nella grande varietà delle posizioni dei singoli ricercatori, la maggior parte degli evoluzionisti concorda su spiegazioni dell’evoluzione che combinano le acquisizioni della genetica sulla eredità e sulle mutazioni, con l’idea originale di Darwin intorno alla selezione naturale: le teorie attuali sui meccanismi della evoluzione non sono altro che messe a punto di questa “teoria-base” detta “mutazioni-selezione”. Vediamo che cosa afferma.

La genetica, branca della biologia che si occupa della eredità, mostra che il patrimonio ereditario di ciascun individuo è strutturato secondo unità microscopiche perfettamente individuate, dette geni. I geni sono localizzati nei cromosomi, situati nel nucleo di ogni cellula, secondo un ordine ben determinato: ciascun gene, o una data sequenza di essi, corrisponde a una serie complessa di funzioni, che la cellula è o sarà chiamata a svolgere. Il corredo di geni di ogni individuo contiene, in altri termini, la descrizione dell’individuo stesso, il suo progetto o piano di montaggio: è questo corredo di geni che, per esempio, è all’origine dello sviluppo dell’uomo così come di ogni animale pluricellulare. Esso stabilisce i tempi e le modalità della crescita del feto: quando e come si deve formare il tessuto nervoso, quando e come quello osseo, quando e come gli occhi, i capelli, e così via.

Accade, tuttavia, che nel corso dello sviluppo di un individuo, o durante la sua vita, il suo patrimonio genetico subisca mutazioni, cioè alterazioni di struttura. Ricorrendo di

nuovo alla immagine del piano di montaggio, è come se le linee di esso fossero state in qualche modo alterate. Ciò che la genetica ha accertato intorno al fenomeno delle mutazioni si può riassumere nelle seguenti proposizioni:

le mutazioni si trasmettono ereditariamente secondo le leggi di Mendel;

il loro tasso è estremamente basso: presso gli animali superiori è appena di 1 ogni 10.000 / 100.000 individui;

fanno generalmente apparire delle anomalie, delle tare, a volte delle vere e proprie mostruosità, che limitano notevolmente gli individui colpiti;

se l’organo colpito è un organo fondamentale, l’individuo muore prematuramente, spesso allo stadio di embrione;

il carattere delle mutazioni è profondamente casuale, cioè non si conosce alcun agente mutageno con azione specifica;

il numero delle mutazioni letali è da 10 a 15 volte superiore a quello delle mutazioni “vitabili”, cioè delle mutazioni che mantengono comunque in vita l’individuo colpito.

Per la teoria evoluzionistica “mutazioni-selezione”, le mutazioni costituiscono la fonte della variabilità del mondo vivente, alla quale attinge la selezione naturale per trattenere gli individui nei quali le mutazioni hanno incrementato il tasso di natalità o diminuito quello di mortalità, cioè gli individui favoriti dalle mutazioni.

Anche la selezione naturale è un fatto di osservazione, definitivamente acquisito alla scienza. Le sue modalità di azione, quando possono esplicarsi, sono estremamente incisive. Per esempio, se in una coltura di un milione di batteri compare un individuo mutato, o mutante, il cui ritmo di duplicazione è superiore dell’1 % rispetto agli altri, dopo 4000 generazioni, cioè qualche giorno su scala batterica, il rapporto di popolazione sarà invertito: un individuo originale per milione di mutanti.

La selezione naturale, utilizzando i prodotti delle mutazioni e con l’effetto dell’isolamento geografico delle popolazioni, rende perfettamente conto di quelle modificazioni limitate in seno alle specie, note da sempre ai naturalisti, che talvolta prendono il nome di microevoluzione. Una delle sue manifestazioni più conosciute è la formazione di razze all’interno di una specie.

La microevoluzione, però, non ha nulla a che vedere con l’evoluzionismo: tra essi esiste una differenza di natura. Quasi sempre gli evoluzionisti trascurano tale differenza con disinvoltura colpevole, così che fenomeni microevolutivi vengono interpretati come esempi di evoluzione (32). La microevoluzione implica modificazioni organiche limitate ed esclude completamente la comparsa di nuovi organi o di nuove funzioni; l’evoluzionismo, invece, per rendere conto delle differenze organiche e funzionali tra i gruppi di viventi passati e attuali, deve postularle: la microevoluzione è indifferente o regressiva, l’evoluzionismo è progressivo.

La teoria evoluzionistica dunque, parte da basi concrete — le mutuazioni, la selezione —, in grado di rendere conto delle modificazioni limitate dei viventi, realmente riscontrabili in natura, per spiegare la comparsa di nuovi gruppi della classificazione sistematica attraverso modifiche profonde e apparizioni di funzioni e di organi nuovi negli esseri viventi. Per rendere plausibili questi fantomatici passaggi, gli evoluzionisti ricorrono a sofismi e a mistificazioni, con i quali il ruolo delle mutazioni e della selezione viene completamente alterato.

2. Il primo inganno evoluzionistico: il ruolo della selezione naturale

Spiega Salet che la reale variabilità del mondo vivente può riassumersi nella seguente proposizione: “Gli organismi si modificano a caso. Ogni modificazione (mutazione) che corrisponde al MIGLIORAMENTO di un organo è automaticamente selezionata”

(33). Ed ecco, invece, ciò che gli evoluzionisti, al seguito di Darwin, continuano a insinuare: “Gli organismi si modificano a caso. Le modificazioni (mutazioni) che corrispondono all’APPARIZIONE di una nuova funzione (e quindi, in senso lato, di un nuovo organo) SONO automaticamente selezionate” (34).

Le due proposizioni, come si vede, differiscono per le parole scritte in maiuscolo:

1. “mutazione”, che era singolare, è diventata plurale;

2. “miglioramento” è diventato “apparizione”.

Questi cambiamenti, apparentemente banali, sono tali da trasformare una proposizione esatta in un sofisma. Infatti è chiaro che la selezione naturale può intervenire sul mutante soltanto dopo che si sono verificate tutte le mutazioni necessarie alla comparsa del nuovo organo o della nuova funzione, cioè soltanto dopo che il nuovo organo è completamente costituito ed è in grado di esplicare perfettamente la nuova funzione: la selezione non può in alcun modo trattenere mutazioni intermedie perché non corrispondono ad alcunché di compiuto nell’organismo; anzi, un individuo in un simile stato sarebbe svantaggiato rispetto agli individui originali e la selezione naturale provvederebbe a cancellarlo in breve tempo dalla faccia della Terra. Per esempio, un essere vivente dotato di un organo a mezza strada tra una pinna e un arto non è né un pesce capace di nuotare nell’acqua, né un animale da terraferma. Un organo come un arto implica ossa, che ne assicurino la rigidità; articolazioni, che ne assicurino la mobilità, e muscoli, tendini e nervi, che ne assicurino la forza. Parlare di formazione progressiva e lenta degli arti è un puro esercizio verbale, privo di ogni riscontro scientifico. La selezione naturale non avrebbe nulla su cui agire.

Dietro una simile concezione circa il ruolo della selezione, oltre al misconoscimento dei fatti, vi è una cattiva comprensione dei concetti di “organo” e di “funzione”. Nei trattati, nei libri di scuola e in ogni articolo sull’evoluzionismo, spesso si dice che un organo nuovo compare in forma molto semplice e che, in seguito, esso si perfeziona sotto il controllo della selezione come se, afferma Salet, bastasse “un poco di organo” per avere assicurata anche “un poco di funzione” (35). Gli evoluzionisti dimenticano che il “diagramma” della funzione svolta da un organo è del tipo “tutto o niente”, proprio come accade per le macchine: nessun funzionamento fino a quando non sono a posto tutti i dispositivi componenti della macchina. Lo sanno bene gli automobilisti, dice Salet, che “senza carburatore o senza dispositivo di accensione un’auto non viaggia “meno bene”: non viaggia affatto” (36).

Di fatto, una via di uscita esiste, ed è quella di ritenere che le mutazioni relative alla comparsa di un organo nuovo e di una nuova funzione avvengano tutte simultaneamente, così che la selezione può intervenire subito per conservare il risultato finale. Come si comprende, il problema si sposta verso il calcolo delle probabilità, poiché occorre stabilire che valore di probabilità hanno mutazioni casuali di verificarsi simultaneamente e di costruire qualcosa di nuovo.

Quella che sembra una via di uscita pone, in realtà, quesiti ancora più gravi dei precedenti e, ancora una volta, gli evoluzionisti propongono soluzioni illusorie.

3. Il secondo inganno evoluzionistico: il tempo necessario alla evoluzione

Fino dai tempi di Darwin, ancora prima di individuare nelle mutazioni la fonte della variabilità del mondo vivente, i biologi avevano intuito le connessioni tra matematica ed evoluzione, ma nessuno tentò mai di impostare rigorosamente il problema (37). Ancora oggi l’atteggiamento evoluzionistico è quello di una certa “sufficienza”: avendo avuto a disposizione un periodo dell’ordine di due miliardi di anni, si ritiene sostanzialmente inutile chiedersi cosa sia possibile o impossibile per la evoluzione in un tempo tanto lungo. Basta attendere: il tempo compirà da solo il miracolo della creazione della vita e della sua trasformazione. Ma non sarà un’attesa inutile?

A fronte di affermazioni gratuite e non provate, Salet dimostra che la formazione casuale di un organo nuovo, anche modesto, richiederebbe periodi di tempo di durata inimmaginabile, che, espressi in anni, sarebbero dell’ordine di 10 seguito da parecchie centinaia o migliaia di zeri. Nella impossibilità di ripercorrere punto per punto i suoi calcoli, riporto qui di seguito i passaggi principali della dimostrazione.

Occorre osservare, innanzitutto, che la casualità delle mutazioni non implica affatto che esse possano produrre un qualsiasi risultato. Anche le fantasie del caso, dice Salet, hanno limiti. Nella teoria delle probabilità, questi limiti si chiamano soglie di impossibilità e rappresentano quei valori di probabilità al di sotto dei quali vi è la certezza che un evento casuale, di una certa natura, non si è mai verificato né mai si verificherà.

Sulla scorta delle speculazioni di Émile Borel, uno dei massimi matematici del nostro secolo, Salet determina le soglie di impossibilità assoluta per eventi di natura chimica e biochimica sulla Terra e nell’Universo. Considerando la velocità dell’elettrone nell’atomo e la sua massa si può stabilire in 1038 il massimo numero di eventi chimici che si possono svolgere ogni secondo in 1 grammo di materia. Stimando ancora, con larghissimo margine, che il Sole abbia riserve di idrogeno per 100 miliardi di anni, si può ritenere che il nostro pianeta, esistente già da qualche miliardo di anni, possa avere una vita di 1018 secondi. Infine, ritenendo che gli esseri viventi possano muovere una quantità di materia pari, al più, a quella contenuta in uno strato terrestre dello spessore di 1 chilometro, cioè 1024 grammi, si giunge alla cifra di 1080 come limite superiore sicuro del numero di tutto ciò che è possibile immaginare sulla Terra relativamente a eventi di natura chimica e biochimica. Questo numero è molto importante perché il suo inverso, cioè 10-80 (=1/1080), costituisce proprio la soglia di impossibilità assoluta per eventi chimici e biochimici (38). Salet riassume in un teorema queste considerazioni: “la realizzazione sulla Terra di un evento supposto o di un insieme di eventi supposti di natura chimica è impossibile se la probabilità di realizzazione di tale evento o insieme di eventi, in una sola prova, è inferiore a 10-100” (39).

Un altro dato utile ai fini della dimostrazione della impossibilità evolutiva è il numero massimo di esseri viventi che sono potuti esistere da quando la Terra può ospitare la vita, cioè da due miliardi di anni. I calcoli forniscono 1045 come valore. Nel caso particolare dei vertebrati tetrapodi, cioè anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, ovvero i grandi gruppi della sistematica animale, si ottiene come valore massimo la cifra di 1025.

Sulla scorta di questi limiti superiori e dei relativi valori inversi di probabilità, Salet calcola i valori di probabilità delle serie di mutazioni casuali, che possono portare alla comparsa di novità vantaggiose nel patrimonio ereditario di un individuo. I risultati non lasciano adito a dubbio alcuno: tali valori di probabilità sono talmente inferiori ai limiti superiori da fare ritenere impossibile non solo la evoluzione nel suo complesso, ma anche la singola mutazione, o gruppo di mutazioni, capace di fare apparire un organo nuovo, per quanto semplice possa essere.

Per dare una idea, consideriamo il caso particolarmente interessante dei vertebrati tetrapodi, di cui si è detto sopra. L’interesse nasce da due considerazioni: la prima è che gli evoluzionisti hanno elaborato numerose e contraddittorie teorie sulla filiazione di un gruppo di vertebrati da un altro (40); la seconda è che ai mammiferi appartiene anche l’uomo che, per questo, verrebbe ricollegato ad antenati animaleschi.

Consideriamo, dunque, una specie S di vertebrati tetrapodi costituita da M individui. Se P è la probabilità che n geni del patrimonio ereditario di un individuo abbiano acquisito un nuovo carattere, in seguito a mutazioni casuali, si può scrivere che

P = p1 x p2 x … x pn,

dove p1, p2,…, pn sono le probabilità di mutazione vantaggiosa dei singoli geni (41). Chiamando p il valore più grande tra essi si può scrivere che la probabilità di mutazione degli n geni è inferiore a pn , cioè

P pn.

Ora, il numero probabile di individui della specie che hanno subito la mutazione sarà

N = P x M,

cioè la probabilità per un individuo moltiplicata per il numero totale degli individui (42). In virtù della diseguaglianza scritta sopra vale allora che

N pn x M.

Assegniamo adesso valori ai simboli della disequazione, cercando di essere benevoli con la evoluzione. Supponiamo che alla mutazione siano interessati soltanto 5 geni (n = 5); che la probabilità della singola mutazione sia di un milionesimo (p = 10-6) e che la popolazione della specie sia addirittura uguale al numero massimo di vertebrati tetrapodi (M = 1025): con questa ipotesi il numero di individui mutati risulta inferiore a 10-30 x 10-25 = 10-5, cioè a 1 su 100.000.

Nel contesto della nostra dimostrazione questo numero significa che, in un periodo di un miliardo di anni la probabilità che sia apparso un solo vertebrato munito di 5 nuovi geni funzionali, è di 1 su 100.000, ovvero che occorrono 100.000 miliardi di anni per avere la quasi certezza di vederne uno.

Queste cifre danno solo una pallida idea del tipo di problema che sorge quando si vuole assegnare al caso la genesi e la complessità del mondo vivente. Basta supporre, per esempio, che i geni interessati alla novità siano 6 anzichè 5, perché la certezza della comparsa di un mutante risulti di 1 su 100 miliardi di miliardi di anni! Dato che la cosmologia più recente assegna all’Universo una età di circa 20 miliardi di anni (43), si può ritenere assurda ogni ipotesi che faccia ricorso al caso come a fonte di variabilità vantaggiosa, sia in ambiente pre-vivente che in ambiente vivente.

Salet riassme quanto succintamente ho esposto nel seguente principio generale: “Se una costruzione nuova necessita di n nuovi geni, il tempo necessario perché mutazioni geniche conferiscono loro il carattere voluto è una funzione esponenziale di n rapidamente crescente. Tempi largamente superiori a quelli delle ere geologiche sono raggiunti per valori di n molto modesti” (44).

Conclusione

Questo principio, e i calcoli da cui deriva, non hanno trovato smentita di nessun genere. Ed è anche molto inverosimile che possano trovarne. L’atteggiamento evoluzionistico è, di solito, quello di ignorare le difficoltà e le obiezioni e di passare oltre, giocando sulla ignoranza dei molti e su fattori emotivi. Tra questi ultimi trova posto, senza dubbio, la convinzione diffusa che una risposta non scientifica a un problema posto dalla scienza, quale è quello relativo alla origine e alla varietà dei viventi, sia una sorta di capitolazione dell’intelletto, l’ammissione di un limite.

In realtà, ciò che cade e si frantuma, di fronte alle grandi questioni, non è l’intelletto, ma l’orgoglio “originale” che rispunta, oggi, nelle vesti di una scienza egemone del reale, attraverso la tecnica, e intollerante verso ogni fatto che sfugga ai suoi metodi di indagine.

Nel costringere i limiti della conoscenza entro i rigori del principio fisico di indeterminazione, Max Born, premio Nobel per la fisica nel 1954, scriveva con disprezzo “Quello che sta al di là, gli aridi tratti della metafisica, lo lasciamo volentieri alla filosofia speculativa” (45).

Dal canto suo, la filosofia naturale e cristiana si fa carico di quegli “aridi tratti”, sorretta dall’antica e ispirata sapienza: “Vani [per natura] sono tutti gli uomini, cui manca la conoscenza di Dio,/ e che dai beni visibili non seppero conoscere Colui che è,/ né dalla considerazione delle opere riconobbero l’artefice./ Ma o il fuoco o il vento o l’aria mobile/ o il cielo delle stelle o la gran massa delle acque/ o il sole e la luna credettero dei, governatori del mondo./ Se dilettati dalla bellezza di tali cose le supposero dei,/ sappiano quanto più bello di esse è il loro Signore,/ giacché l’autore della bellezza creò tutte quelle cose./ Se furono colpiti invece dalla loro potenza ed energia,/ intendano da esse, che più potente di loro è colui che le produsse./ Dalla grandezza invero e dalla bellezza delle creature/ si può conoscere, per analogia, il loro creatore” (46).

Luciano Benassi

*** (1) In Giuseppe Sermonti e Roberto Fondi, Dopo Darwin. Critica all’evoluzionismo, Rusconi, Milano 1980, p. 16, chiedendosi se sia “possibile un evoluzionismo senza Darwin”, Sermonti risponde che “se si intende il vero spirito e la vera intenzione dell’evoluzionismo la risposta è no”.

(2) La corsa alle “prove” costituisce, nella storia dell’evoluzionismo, un capitolo a sé. Dalla ricerca dei cosiddetti “anelli mancanti” tra due gruppi di viventi al clamoroso falso paleontologico di Piltdown nel quale ebbe un ruolo attivo padre Teilhard de Chardin gli evoluzionisti non hanno mai tralasciato nulla che potesse confortare la validità della loro teoria. Così non è infrequente imbattersi in notizie come Un bimbo con coda conferma la teoria dell’evoluzione (il Giornale nuovo, 21-5-1982).

(3) Così Claudio Barigozzi, in il Giornale nuovo, 17-6-1982. Questo tour d’esprit è talmente frequente presso gli autori evoluzionisti che, si può dire, caratterizzi la logica dell’evoluzionismo stesso: non è più la teoria a sottostare ai dati della realtà, ma è la realtà a essere forzata entro le maglie rigide della teoria.

(4) Giuseppe Montalenti, Charles Darwin, Editori Riuniti, Roma 1982, pp. 117-118.

(5) Francois Jacob, Evoluzione e bricolage, gli “espedienti” della selezione naturale, Einaudi, Torino 1978, p. VIII.

(6) Ibid., p. 36. Sul carattere rivoluzionario del darwinismo cfr. anche Iring Bernard Cohen, La rivoluzione darwiniana, in Le Scienze, n. 172, dicembre 1982. L’autore — che in realtà è Victor S. Thomas, professore di storia della scienza ad Harvard — ritiene estremamente significativa l’affermazione fatta da Darwin a conclusione dell’Origine delle specie, l’opera con cui presentò al mondo scientifico la sua teoria. Scriveva Darwin: “Quando le opinioni sostenute in questo libro, od altre opinioni analoghe, verranno ammesse dalla generalità degli studiosi, si può prevedere oscuramente che vi sarà una grande rivoluzione nella storia della scienza” (Charles Darwin, L’origine delle specie, ed. originale del 1859 e app. con le varianti dell’ed. del 1872, trad. it., Newton Compton, Roma 1981, p. 557). Cohen commenta così: “Questo evento, una dichiarazione di rivoluzione in una pubblicazione scientifica formale, è apparentemente senza precedenti nella storia della scienza”. Interessante è ancora l’osservazione di Cohen sul fatto che “c’è un solo altro autore scientifico dell’epoca moderna che può essere paragonato a Darwin, […] ed è Sigmund Freud, un dato che mostra l’incredibile intuito che Freud ebbe quando, paragonò l’effetto prevedibile delle sue idee [sull’inconscio e sulla psicanalisi, ndr] a l’effetto di quelle di Darwin”.

(7) G. Montalenti, op. cit., p. 42.

(8) Cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, 3a ed. it. accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977.

(9) Ibid., p. 189.

(10) Emanuele Samek Lodovici, Ma l’uomo non è solo una macchina, in Il Settimanale, anno 1980, n. 34-35.

(11) F. Jacob, La logica del vivente, tr. it., Einaudi, Torino 1971, p. 215.

(12) Ibidem.

(13) Ibidem.

(14) Idem, Evoluzione e bricolage, Gli “espedienti” della selezione naturale, cit., p. VIII.

(15) Ibidem.

(16) Ibidem.

(17) Ibid., p. IX.

(18) Cfr. Lucio Colletti, Marx era il suo miglior nemico, in Darwin. Come si diventa uomo, supplemento a L’Espresso, anno XXVII, n. 13, 4-4-1982.

(19) F. Jacob, La logica del vivente, cit., p. 207. Darwin, in pratica, ha negato la specie e il “tipo” o “modello” a cui ogni specie rinvia. Il mondo vivente è, per l’evoluzionismo, un grande sistema i cui elementi, tutti diversi, sono in continua trasformazione.

(20) Il problema è discusso in Harry Harris, Diagnosi prenatale e aborto selettivo, tr. it., Einaudi, Torino 1978.

(21) Clonazione è la tecnica con cui l’intero patrimonio cromosomico di un individuo viene introdotto in una cellula per ottenere un duplicato biologico dell’individuo stesso. Fino dal 1979 i ricercatori Karl Illmensee, svizzero, e Peter Hoppe, statunitense, hanno ottenuto topi clonati, primi tra i mammiferi a essere generati con questo trattamento. Il Corriere Medico del 13/14-1-1981, nel pubblicare un estratto del testo ufficiale con cui i due ricercatori presentavano l’esperimento, titola “profeticamente”: Oggi i topi, domani l’uomo.

(22) Cfr. Massimo Introvigne, Le origini della Rivoluzione sessuale, in Cristianità, anno VII, n. 54, ottobre 1979. L’autore osserva che il mutamento di interesse della Rivoluzione, dai fenomeni macrosociali a quelli microsociali, non è il segno di una “crisi” della Rivoluzione stessa. Al contrario, “il fine della Rivoluzione è la IV Rivoluzione”, ovvero si sono demolite le istituzioni cristiane per quindi demolire l’uomo naturale e cristiano.

(23) F . Jacob, La logica del vivente, cit., p. 375.

(24) P. Corrêa de Oliveira, op. cit., p. 117.

(25) Cfr. il servizio Il nonno perde il pelo, in Panorama, anno XIX, n. 772, 2-2-1981.

(26) Ibidem.

(27) Lo stesso fenomeno si verifica anche in altri settori della ricerca, che hanno immediate implicazioni di carattere filosofico o religioso. Chi scrive è a conoscenza, per diretta notizia da parte dell’interessato, di condizioni poste alla pubblicazione dei risultati di una analisi elettronica, estremamente raffinata, sulla Santa Sindone, da parte della redazione della rivista a cui il lavoro era diretto. La redazione era disposta a pubblicarlo purché l’autore rinunciasse al confronto con i Vangeli che si rivelavano, naturalmente, in pieno accordo con i risultati.

(28) Tra questi autorevoli ricercatori, merita di essere espressamente ricordato A. Ernst Wilder Smith. Sulla sua opera, cfr. Ermanno Pavesi, “Le scienze naturali non conoscono l’evoluzione”, in Cristianità, anno VII, n. 56, dicembre 1979.

(29) Cfr. George Salet, Hasard et certitude. Le Transformisme devant la biologie actuelle, Èditions scientifiques St-Edme, 2a ed., Parigi 1972. Allo stesso livello, anche se con carattere diverso, è da collocare il già citato testo di G. Sermonti e R. Fondi.

(30) Di Salet è uscito un utilissimo studio sul “caso Galileo”, in Courrier de Rome et d’ailleurs, anno XII, n. 11-12, Parigi maggio-giugno-luglio 1980.

(31) Per una confutazione delle teorie abiogeniche di Haldane e Oparin, cfr. G. Sermonti e R. Fondi, op. cit., pp. 162 ss. Sul pensiero e sulla teoria evoluzionistica di Teilhard de Chardin, cfr. Pier Carlo Landucci, Miti e realtà, La Roccia, Roma 1968.

(32) Cfr. G. Montalenti, L’avesse saputo Darwin, in Scienza e Vita nuova, anno IV, 4-5-1982. Montalenti riporta come “un classico” della evoluzione l’esempio della Biston betularia, la falena di cui sono sopravvissuti soltanto individui scuri. Quelli chiari, al tempo della rivoluzione industriale, risaltavano particolarmente sui tronchi di betulla ricoperti di fuliggine, diventando facile preda degli uccelli. Un tipico esempio di azione della selezione naturale è diventato un caso di evoluzione in atto!

(33) G. Salet, Hasard et certitude. Le Transformisme devant la biologie actuelle, cit., p. 212.

(34) Ibidem.

(35) Ibid., p. 214.

(36) Ibidem.

(37) Ammette F. Jacob, La logica del vivente, cit., p. 200, che “Darwin — per analizzare la variazione delle popolazioni — non ricorre a trattamenti matematici complessi, ma fa appello all’intuizione e al buon senso”.

(38) Il criterio per passare da 1080 (= numero massimo di eventi possibili) a 10-80 (= probabilità di un evento), è lo stesso che si applica nel noto caso del dado. Nel lancio del dado il numero massimo di eventi possibili è 6 (le sei facce dei dado), mentre 1/6 è la probabilità di uscita di una faccia.

(39) G. Salet, op. cit., p. 107. Il valore 10-80 è stato arrotondato, per comodità di calcolo, a 10-100 e ciò non cambia la validità della dimostrazione. Il teorema è, in realtà, il corollario di una proposizione più generale, enunciata per la prima volta da É. Borel e nota come “legge unica del caso”. Per brevità non ho ritenuto di citarla in questa sede, anche se l’autore ne fa oggetto di una lunga analisi concettuale e matematica.

(40) Cfr., su questo argomento, l’ottima esposizione di R. Fondi, in G. Sermonti e R. Fondi, op. cit., pp. 233-274.

(41) La formula scritta della probabilità totale di eventi indipendenti come prodotto delle probabilità dei singoli eventi può risultare più chiara ricorrendo a un esempio immediato. Nel lancio di un dado, come si è detto, la probabilità di ottenere un numero, per esempio 4, è 1/6. Nel lancio di una moneta, invece, la probabilità di ottenere, per esempio, “testa” è 1/2. Nel lancio di dado e moneta la probabilità di ottenere 4 e “testa” è proprio 1/6 x 1/2 = 1/12.

(42) Procedendo con l’esempio del dado, si può ritenere, con buona approssimazione, che, su 6000 lanci, il numero di volte in cui uscirà 4 sarà circa 1/6 x 6000 = 1000.

(43) Cfr. Venzo de Sabbata, Universo senza fine. Attualità in astrofisica, Corso, Ferrara 1978, p. 162.

(44) G. Salet, op. cit., p. 156.

(45) Max Born, Fisica atomica, tr. it., Boringhieri, Torino 1968, p. 384.

(46) Sap. 13, 1-5.

In uno studio a proposito della casualità darwinista dell’evoluzione della specie, Luciano Benassi fa notare:

[…] Supponiamo che alla mutazione siano interessati soltanto 5 geni […] in un periodo di un miliardo di anni la probabilità che sia apparso un solo vertebrato munito di 5 nuovi geni funzionali, è di 1 su 100.000, ovvero che occorrono 100.000 miliardi di anni per avere la quasi certezza di vederne uno […] Basta supporre […] che i geni interessati alla novità siano 6 anzichè 5, perché la certezza della comparsa di un mutante risulti di 1 su 100 miliardi di miliardi di anni! Dato che la cosmologia più recente assegna all’Universo una età di circa 20 miliardi di anni […], si può ritenere assurda ogni ipotesi che faccia ricorso al caso […] Luciano Benassi, Cristianità n. 95 (1983). Scrive invece Jacob: “Forse si riuscirà anche a produrre, a volontà e nel numero di esemplari desiderato, la copia esatta di un individuo: un uomo politico, un artista, una reginetta di bellezza, un atleta. Nulla vieta di applicare fin d’oggi agli esseri umani i procedimenti selettivi utilizzati per i cavalli da corsa, i topi da laboratorio o le vacche lattiere […]. Ma tutto questo non ha più a che fare soltanto con la biologia” . Francois Jacob, La logica del vivente, tr. it., Einaudi, Torino 1971. E’ utile consultare anche il libro di Francois Jacob, Evoluzione e bricolage, gli “espedienti” della selezione naturale , Einaudi, Torino 1978. Quelli di estrema sinistra credono tutti nel darwinismo. In realtà, il darwinismo è un’utopia, come il comunismo. Per questo piace loro. Nessuno è mai riuscito a dimostrarlo scientificamente, è solo una teoria, ma a loro piace pensare di discendere dalla scimmia… Tra un po’ canteranno anche la canzone: Avanti popolo, scimmietta rossa… .

Gianpiero Asara Cottu

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LINK UTILI

Mistificazioni evoluzionistiche e matematica http://www.alleanzacattolica.org/indici/articoli/benassil95.htm

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SATIRA SUGLI EVOLUZIONISTI

Leggo in un articolo di Francesco Agnoli su Il Foglio del 12 giugno 2008: Censure – Era un grande genetista ma contro l’aborto. Così Lejeune fu messo ai margini dal mondo scientifico […] Si batte […] per evitare il disastro nucleare, e confuta il darwinismo materialista e ideologico di Jacques Monod, che riduce l’uomo a un figlio del caso. In nome dei suoi studi di genetica Lejeune sostiene la credibilità di Adamo ed Eva e, anticipando di dieci anni le scoperte di Gould ed Eldredge, confuta il gradualismo step by step di Darwin, sostenendo che l’evoluzione ha dovuto per forza fare dei salti […] .

Si sente dire in giro ancora la solita solfa dell’uomo che deriva dalla scimmia. Cos’è, una battuta? Sapete qual è la bibita preferita dagli evoluzionisti? L’orang-soda.

Gianpiero Asara Cottu

*** SATIRA SULL’EVOLUZIONE

Leggo in un articolo sull’ornitorinco di Massimo Piattelli Palmarini sul Corriere della Sera del 11 maggio 2008: Appena conclusa la mappatura del genoma. Ecco le sorprese dell’ animale più strano. «Il suo patrimonio genetico mette in crisi l’ evoluzionismo» […] I mammiferi normali, come è noto, hanno una coppia di cromosomi sessuali, XX nelle femmine, XY nei maschi. Ebbene l’ ornitorinco ha ben 10 cromosomi sessuali, cinque paia di X nelle femmine, cinque X e cinque Y nei maschi. E ha in tutto la bellezza di 52 cromosomi, contro i nostri 46. […] interessa tutti […] perché depone contro l’ idea darwiniana classica che l’ evoluzione biologica proceda sempre e solo per piccoli cambiamenti cumulativi […] . Gli evoluzionisti discendono dalla scimmia (è un insulto). Mi hanno risparmiato la fatica, in sostanza si prendono in giro da soli: sono loro che lo dicono, di avere origini quadrumani, non lo dico io. Una volta ne ho incontrato uno che mi ha detto: Odio i creazionisti, gli scienziati che negano la teoria di Darwin. Sono un evoluzionista. Discendo dalla scimmia . E io: Oh, la vuoi una banana? Ciao, salutami Tarzan ! .

Gianpiero Asara Cottu

** UMORISMO E DARWINISMO

Leggo in un articolo di Francesco Agnoli su Il Foglio 10/11/05: La testa di Darwin – Il padre dell’evoluzionismo era convinto che i suoi studi gli avessero modificato il cranio… […] La cosa potrebbe stupire solo chi conosca il suo pensiero attraverso i nostri ridicoli manuali della scuola dell’obbligo. Non invece chi, leggendo le sue opere originali, le ha trovate disseminate sia di affermazioni sconcertanti dal punto di vista scientifico, che di dichiarazioni apertamente classiste e razziste: ad esempio sull’inferiorità degli irlandesi, sulla necessità di limitare, come con le bestie, la riproduzione degli umani “inferiori”, o sulla superiorità mentale e fisica dell’uomo sulla donna. […] .

*** SATIRA SU ELTON JOHN

EVOLUZIONE

IMMAGINE DI ANTONIO ALFIERI (SI SCHERZA, STIMO ELTON JOHN). Gianpiero Asara Cottu

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IL PROCESSO DELLA SCIMMIA

IL PROCESSO DELLA SCIMMIAEDIZIONI LINDAU.

AUTORE: Meotti G. Il processo della scimmia.

La guerra dell’evoluzione e le profezie di un vecchio biochimico COLLANA: I Draghi PAGINE: pp. 248 ILLUSTRAZIONI: N° 16 b/n f.t. FORMATO: cm. 14×21 PREZZO: euro 19,50 ISBN: 978-88-7180-579-5

IL LIBRO. Estate del 1925, Dayton, roccaforte battista nel Tennessee. Un giovane insegnante, John T. Scopes, viene processato (e condannato) per aver violato la legge che mette al bando l’insegnamento dell’evoluzione darwiniana. È il «processo della scimmia», il processo del secolo in America.

Nel dicembre del 2005 a Harrisburg si replica, ma a parti rovesciate. L’insegnamento del disegno intelligente è giudicato incostituzionale perché è una mera «progenie del creazionismo» e presuppone una «forza sovrannaturale». Sembra una sentenza definitiva, ma lo scontro su Darwin divide nel profondo la società americana, l’unica in Occidente a non essersi mai pacificata con la Grande Ipotesi del naturalista inglese e con la sua concezione della vita, al centro di una guerra che investe la natura stessa della democrazia e rispetto alla quale l’Europa appare invece inerte. L’ordinaria coscienza popolare e l’establishment liberal si confrontano su quello che resta un punto dirimente dell’identità culturale occidentale: il ruolo della religione nella società, a partire dalla scuola pubblica.

L’ideologia del darwinismo sociale ispira le grandi università e i centri di ricerca, dove in pochi decenni in nome dell’utopia scientista si è passati dalla genetica all’eugenetica. «È cominciato tutto con l’Evoluzione ed è finito con l’Eugenetica», scrisse già agli inizi del secolo scorso il cattolico Chesterton. E proprio l’eugenetica si agita come un lugubre fantasma nelle dense pagine del libro di Giulio Meotti, e con essa si rivelano le più recenti «frontiere» della scienza, sempre attraversate per il «bene» dell’umanità, dalla procreazione artificiale all’eutanasia, alla distruzione degli embrioni (Erwin Chargaff parlò di una nuova «Auschwitz molecolare»).

L’America è stata un terreno di coltura ideale per molti degli esperimenti scientifici più sconcertanti del ’900 – nel 1927 la Corte Suprema degli Stati Uniti si espresse a favore della sterilizzazione degli unfit, degli inadatti, perché, come sentenziò il giudice Wendell Holmes, «tre generazioni di imbecilli sono abbastanza. Non vedo ragione per attribuire all’uomo un significato diverso da quello del babbuino». Da allora centomila americani sono stati sterilizzati, la maggior parte dopo la follia nazista.

Ma anche la cronaca più recente resta tremenda. Il caso Terri Schiavo è solo il più eclatante e la sua morte per denutrizione, voluta da un tribunale, dai medici e dal marito in nome della buona vita, non cessa di scuotere le coscienze. Ma forse è inutile pretendere il lume della pietà – della ragione – da chi ha paragonato i suoi tristi sorrisi a «girasoli che seguono il movimento del sole nel cielo».

L’AUTORE. Giulio Meotti, laureato in filosofia a Firenze, è giornalista del «Foglio».

RECENSIONI. Antonio Carioti, «Corriere della Sera», 30 giugno 2006 «Giulio Meotti, giornalista del “Foglio”, riporta sul banco egli imputati le teorie darwiniane. In parte perché il cieco meccanismo evolutivo gli pare inadeguato a spiegare l’origine della vita. Ma soprattutto perché a suo avviso Darwin, riducendo l’uomo a un semplice animale, ne avrebbe ferito irrimediabilmente la dignità, autorizzando ogni esperimento sulla sua pelle. Meotti […] presenta il darwinismo come il padre dell’eugenetica, funesta teoria che in America e in Svezia sfociò nella massiccia sterilizzazione forzata di individui considerati anormali e nel Terzo Reich portò alla loro uccisione. Un orrore che […] oggi si ripropone con le manipolazioni genetiche e l’eutanasia legale. Meotti non usa mezzi termini: vede nel darwinismo “un nemico spietato dell’uomo”, che “non ha mai esaurito la sua carica di morte”.» Matteo Orsucci, «Linea», 16 giugno 2006 «Nel libro di Giulio Meotti si spiega come gli eccessi della scienza contemporanea affondino le basi nel darwinismo»

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IL TAO DELLA BIOLOGIA

IL TAO DELLA BIOLOGIA EDIZIONI LINDAU. AUTORE: Sermonti G. Il tao della biologia. Saggio sulla comparsa dell’uomo COLLANA:

I Draghi PAGINE: pp. 144 ILLUSTRAZIONI: N° 33 b/n FORMATO: cm. 14×21 PREZZO: euro 14,50 ISBN: 978-88-7180-696-9

L’AUTORE. GIUSEPPE SERMONTI (Roma, 1925), genetista dal 1950 presso l’Istituto Superiore di Sanità in Roma, ha fondato la genetica dei microrganismi produttori di antibiotici e ha presieduto la International Commission for Genetics of Industrial Microorganisms.

Nel 1964 vince una cattedra di Genetica e nel 1970-71 presiede l’Associazione Genetica Italiana. Nel 1980 è eletto alla vicepresidenza del XIV Congresso Internazionale di Genetica a Mosca. Lo stesso anno è chiamato alla direzione della «Rivista di Biologia» (fondata nel 1919). In quel periodo inizia la sua critica allo Scientismo e all’Evoluzionismo darwiniano, che lo isola dall’establishment accademico. Nel 1982 l’Accademia Pontificia lo invita a partecipare a un gruppo di lavoro sull’Evoluzione dei Primati. Nel 1986 è tra i fondatori, a Osaka, del gruppo degli Strutturalisti dinamici, di cui la «Rivista di Biologia» diviene l’organo.

Alla ricerca dei significati non utilitaristi della scienza, indaga e scopre leggi naturali e tecniche chimiche nelle fiabe del focolare. Scrive e rappresenta drammi sui protagonisti della scienza. Nel 2004 riceve il Premio per la Cultura della Vicepresidenza del Consiglio, per le sue ricerche e critiche scientifiche. Pubblica indagini sulla nascita degli alfabeti dalle costellazioni dello Zodiaco. Tra le sue opere scritte o riedite negli ultimi anni, Il mito della Grande Madre (2002), Il crepuscolo dello scientismo (1971, 2002), Dimenticare Darwin (1999, 2003), Fiabe di tre reami (1986-92, 2004), Why Is a Fly Not a Horse? (2004), Tra le quinte della scienza (commedie, 2007).

RECENSIONI. Gabriele Burrini, «Astra», marzo 2008 «Un’operetta consolante, la presenta così l’autore. Perché prova con solide argomentazioni che l’uomo non deriva dalla scimmia, ma da una “madre comune” […]. Solo che mentre l’essere umano conserva le originarie potenzialità ed è rimasto fanciullo, la scimmia invecchiata.»

asaracottu@lycos.it

I miei siti:

http://www.asara.tk

http://www.satira.tk

http://www.immagini.tk

http://asara.blogsome.com

http://www.gianpieroasara.altervista.orghttp://sovranitamonetaria.org/video_tv/

Io, lorenzoJHWH  , come ministro e rappresentante di Dio dichiaro che le maledizioni e la condanna di Dio, sono senza appello e scendono su chiunque, a qualsiasi titolo, non si impegni a far crollare questo sistema iniquo delle banche centrali e della moneta debito e il conseguente crimine di signoraggio.

Ecco, in breve la situazione finanziaria del mondo:

1- gli “illuminati” o satanisti, sono 60 famiglie (per lo più di banchieri ebrei), questi hanno il 50% della massa monetaria visibile del mondo! Come? Attraverso la riscossione del debito pubblico e attraverso le multinazionali, il monopolio dell’energia, della chimica, delle armi, delle banche!

2- hanno anche il doppio, di tutta la massa monetaria visibile nel mondo. Come? Mettono in passivo la carta colorata (banconote), in attivo i titoli di Stato che il governo emette per pagare le banconote e quindi chiudono il bilancio a zero!

3- La conseguenza è che: “60 famiglie di satanisti detengono i tre quarti (3/4) di tutta la potenza finanziaria e istituzionale (massoneria) del mondo!

Il mondo non ha più un futuro! Allora, preparati a prendere questo micro chip! è stato preparato per te e dentro è scritto il tuo nome in codice, con affianco il “666”. Questo ti renderà bionico, questo sostituirà la tua carta di credito e il conto in banca, ecc… ma secondo Apocalisse che ha parlato di ciò nei minimi dettagli tecnici, tu in Paradiso con questo “coso” non potrai più entrare. Questo micro chip è il marchio della bestia e noi siamo vicini agli ultimi tempi!

Questo documento è stato ideato scritto e pubblicato il giorno di Pasqua del Signore: 23 marzo 2008 ore 6,40.

Here, shortly the financial situation of the world:

1 – him “illuminated” or satanistis, are 60 families (for him more than Jewish bankers), these have the 50% of the visible monetary mass of the world! As? Through the collection of the public debt and through the multinationals, the energy’s monopoly, of the chemistry, of the weapons, of the banch!
2 – they also have the double one, of the whole visible monetary mass in the world. As? They put in passive the colored paper (banknotes), in active the state funds that the government utters for paying the banknotes and therefore they close the budget to zero!

3 – The consequence is that: “60 families of satanisti hold the three quarters (3/4) of the whole financial and institutional power (freemasonry) of the world!
The world doesn’t have a future anymore! Well, prepared to take this microchip! you/he/she has been prepared for you and inside your name you/he/she is written in code, with I place side by side the “666”. This will make you bionic, this it will replace your credit card and the account in the bank… but according to Apocalypse that has spoken of this to the least technical details, you in Heaven with this “coso” cannot enter anymore. This micro chip is the mark of the beast and us we are near to the last time!This document you/he/she has been conceived writing and published the day of Easter of the Lord: 23 March 2008 hours 6,40.
title=”Signoraggio Network”/

“Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”
http://www.youtube.com/watch?v=6e2TFVKyvrQ
SIGNORAGGIO
http://fedele.altervista.org
Sfuggiamo al giudizio della legittima IRA di Dio e convertiamoci!
http://auriti.blogspot.com

Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore».i
Stimatissimi amici: delle famiglie, delle imprese, dell’Italia, del mondo, caro Prof. lorenzoJHWH , grazie. Collaboriamo da molti anni con il Prof. Auriti e con… Sentiamoci…
Attendiamo gentile conferma al ricevimento della presente, e del Vostro impegno contro ladri e assassini. Ing. Pierluigi Brivio – questo fratello in Cristo è ispiratore di diversi progetti da noi in fase di studio, per salvare molte vite umane in tutto il mondo e di cui è stata pianificata la distruzione.
Studi avanzati e proposte si possono condividere in:
http://deiverbumdei.blogspot.com
“Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti.” – Eraclito
Michelangelo Altamore – http://www.SovranitaMonetaria.org
——————————————————————-
Su you tube cerca:
“moneta al popolo”
—————————
Ho il dovere di ringraziare i miei collaboratori e tutti i miei 8000 alunni di questi 20 anni di insegnamento IBAN : IT33E0358901600010570347584
senz’altro –
jhwhinri@gmail.com
ti risponderà!

Che cosa sta facendo lorenzoJHWH su youtube?

1- Sta cacciando utilizzando l’autorità del nome di Gesù la: pornografia, volgarità, horror e satanismo, per poter vivere in sicurezza insieme ai nostri bambini e perché la civiltà possa finalmente prevalere.

2- Sta organizzando un incontro inter-religioso MONDIALE di preghiera, infatti ho chiesto 100 anni di risveglio spirituale in tutto il mondo in favore di tutti gli uomini di “buona volontà”.

In questo periodo verrà conosciuta e conosciuta personalmente da tutti la meravigliosa, gentilissima e delicatissima PERSONA DIVINA della Spirito Santo seconda la parola del profeta Isaia 17,7-9

che dice:

“In quel giorno si volgerà l’uomo al suo Creatore e i suoi occhi guarderanno al Santo d’Israele (Terzo Tempio Ebraico sul monte degli ulivi) Non si volgerà agli altari (ideologie e religioni) lavoro delle mani dell’uomo. In quel giorno ci sarà una ristorazione e un recupero totali. L’Eveo e l’Amorreo (potenze maligne ribelli: satanismo, massoneria e signoraggio bancario o figli delle tenebre) evacueranno (non potranno resistere all’assalto dei figli della luce) di fronte agli Israeliti (ogni credente è figlio di Abramo un erede delle promesse di Dio)”

I am lorenzoJHWH
and you promise to pray with you in spirit and you get many favors celestial, every Monday from 20.00 to 21.00 (until the end of the world)for peace, prosperity and health of your world that is in great danger.
because, 40 Jewish bankers of seigniorage, have stolen the monetary sovereignty and democracy is as a scam.
YOUTUBE will raise the level of its business, when all of ignominies: horror, pornography and vulgarity go on.
And we, we have to stay here peacefully together with our children
Search humanumgenus Playlist “musica celeste”
God bless you Please spread this message

Hello. You appear to be good and spiritual person.

I agree with you when you say that youtube is a place where children can be corrupted.

There is far too much violence, nudity, crime, etc. easily accessible to our children.

I don’t approve either.

Hopefully, youtube will one day, very soon, read their own subscriber agreement and follow it themselves, by deleting everyone that has violated it.

Between television, radio and the computer, kids are being taught the wrong way.

I wish only good to you.

Thank you for your message.

Have a great night. God Bless, Charlene

Dobbiamo chiedere per i prossimi 100 anni in preghiera: 1- un risveglio spirituale mondiale; 2- un periodo di pace e di prosperità GLOBALI, quale il mondo non ha mai conosciuto; 3- la riduzione dell’inquinamento e il pianeta diventerà un giardino, per lo sfruttamento delle fonti di energia alternative al petrolio che ha reso neri i nostri polmoni e le nostre anime; 4- i bambini e le mamme del mondo devono vivere in sicurezza; 5- Stop all’intolleranza religiosa e alla violazione della libertà religiosa! Poiché la religione che coartare dichiara di avere una origine demonica. Violentare e coartare è lo strumento di Satana! 6- Perché arabi, israeliani e tutti i popoli capiscano di appartenere all’unica famiglia umana! 7- Arabi ed Israeliani devono insieme costruire il terzo tempio ebraico, infatti, il cortile esterno è per tutti i popoli, il cortile interno è solo per la classe sacerdotale ebraica, nessun ebreo che non appartiene alla classe sacerdotale può avere accesso, senza eccezione di politici o capi religiosi, anche io non ho diritto ad avere questo accesso, perché JHWH è un Dio geloso e terribile.

CONCLUDENDO: OGNI LUNEDÌ DALLE 20,00 alle 21,00, SPIRITUALMENTE NEL CUORE DI DIO, CI INCONTREREMO NELLA PREGHIERA E IO, SERVITORE DI JHWH, SARÒ PRESENTE IN QUESTO MOMENTO DI PREGHIERA, FINO ALLA FINE DEL MONDO! Poiché LA PREGHIERA IN ACCORDO SECONDO LE INTENZIONI DI DIO È UNA PRGHIERA DINAMICA, SI OTTERRANNO MOLTI MIRACOLI E MOLTA CONSOLAZIONE E PROTEZIONE.

Perché gli ILLUMINATI (cioè i 40 banchieri ebrei, padroni S.p.A., del fondo monetario internazionale, insomma quelli che ci vendono le banconote per soldi veri e a cui dobbiamo pure gli interessi chiamati debito pubblico) sono satanisti e seguono il culto Babilonese del dio Marduk e di Atra-Hasis?

Perché sono convinti di essere dei anche loro! In effetti, come PROPRIO COME GLI DEI sono invisibili pure loro, grazie alla complicità della massoneria, che vanifica la politica.

Quanti parlamentari, politici portaborse, urlatori di mercato ortofrutticolo, sono esclusi dalla stanza dei bottoni?

Rappresentanti del popolo? Si, rappresentati di un popolo di schiavi del signoraggio!

La massoneria è il lato Oscuro dello Stato. La massoneria è il vero potere e unifica tutti i ricchi da destra a sinistra per il consolidamento dei loro interessi a beneficio del controllo globale della finanza satanica, insomma un abbraccio che risulta mortale per il popolo!

********************

Angolo dell’umorismo:

— “sapete perché sono sempre felice? Perché non ho il tempo per piangere!”

by lorenzoJHWH

— un youtubiano italiano, molto volgare e superstizioso, ma più informato sulla realtà dello spirituale rispetto a molti preti, quando ha ricevuto il mio messaggio in inglese, non lo ha compreso mi ha detto: “che fai, mi tiri il malocchio?” E mi ha contrattaccato con una sua frase di malocchio, ed io? Beh, io sto ridendo ancora!

——————————

http://it.youtube.com/watch?v=pkdo-qsKmCo

Questo cartone animato “incriminato” è molto efficace ed è stato preparato dagli stessi Testimoni di Geova per esplicitare il loro credo: http://it.youtube.com/watch?v=pkdo-qsKmCo

Ovvero:

1-*** Gesù in realtà non è ne uomo e ne Dio, in quanto è l’Arcangelo Michele che si è incarnato;

2-*** Nel giorno di Armaghedon lo stesso, salverà i soli Testimoni di Geova Fedeli e poi distruggerà tutto il resto, inesorabilmente i BUONI non hanno speranza.

Ovvero, si dimostra inequivocabilmente, che il loro dio è: – stupido e cattivo.

Chi di voi sapeva che Gesù, per loro è l’Arcangelo Michele?

Ditelo a lorenzoJHWH :

lorenzoJHWH.@istruzione.it

Per concludere, e non voglio essere frainteso, Dio vuole da me tre cose principali: 1- l’abbattimento di questo criminale sistema del signoraggio bancario; 2- la liberazione della Chiesa dal modernismo; 3- la costruzione del terzo Tempio Ebraico a Gerusalemme (casa di tutti i popoli).

“Non importa quale Dio preghi,
l’importante è ricordare ciò che ti accomuna agli altri esseri che condividono con te la loro umana esistenza, liberi dal VELENO del “cinismo” e del “menefreghismo” …

Oggi, 15/mar/09 è stato un giorno particolare.

Ho cercato la foto di un ragazzo vivisezionato vivo dai satanisti, 15 giorni fa, per farvi del male, ma il Signore vi ha protetti dalla mia cattiveria.

Perché meritate da me questo trattamento?

E me lo chiedete?

Siete vili e ipocriti e per questo, il mondo sta andando in malora e le classi più deboli sono spinte nella totale immoralità e degradazione e io dovrei risparmiarvi?

La carnagione del ragazzo era ancora rosea:

1-immobilizzato

2-il volto totalmente imbrigliato in diversi e sofisticati strumenti chirurgici,

3-l’occhio destro, estratto da un punzone

Per non girare a vuoto tra i satanisti ho preparato il presente

4- la morte è sopraggiunta per un segaccio che gli è entrato nel cranio longitudinalmente e che gli ha dato il sollievo della morte

QUESTO è il “sistema”! Il nostro “sistema”. Il satanismo è funzionale al signoraggio e d’altronde non potrebbe esistere senza la complicità e il controllo istituzionale completo del territorio.

In USA hanno il controllo esclusivo di alcune basi militari segrete e conducono esperimenti genetici i cui frutti si vedono su youtube:

donne ratto, donne scrofe, pseudo alieni.

SQUALI ENORMI E RETTILI NUTRITI CON ESSERI UMANI.

La società occidentale è assolutamente asservita a forze occulte e ormai da tempo, esiste un solo network mondiale. Un giorno verrà che si dirà lorenzoJHWH aveva ragione su tutto.

Inoltre, il crimine di Stato dell’11 settembre non avrebbe potuto essere attuato senza la loro potenza economica e militare e senza la possibilità di poter contare su un personale altamente attendibile.

LA SOCIETÀ CIVILE È ASSOLUTAMENTE IMPOTENTE E NON SA NEANCHE COME POTER IMPOSTARE UNA SOLUZIONE A QUESTO PROBLEMA, SE NON CONOSCE L’ESISTENZA DEL SIGNORAGGIO BANCARIO GRAZIE AI SANTORO, AI VESPA, ECC…

messaggio:

you satanist? You will not no part in our heritage,
but the court of God a trial is about you in two ways:
1- now, now, according to the temporal: Giobbe 15,17-35
2 – now and then, in the spiritual and eternal: the Justice of God, turns his Wrath upon you!
Saved from ruin that overwhelms you is because just yet, you’re still in time.
Search humanumgenus Playlist “musica celeste”
now is a murderess spirit is in your midst.
in the name of Jesus: go, or this youtube is for you as a plaque of the cemetery.
Blood of Jesus on you to save or destroy it, now.

Per vostra fortuna, quella foto non l’ho trovata più, ma ho constatato la chiusura del 30% dei siti satanistici, a motivo dei miei messaggi, costoro hanno fatto bene a prendere sul serio le mie minacce, poiché effettivamente la mia fede legata alla Parola di Dio non da loro speranza.

Vi accorgete dei siti chiusi semplicemente perché le icone sono bianche e potete facilmente dedurre una statistica.

Quelli che sono rimasti? Faranno una brutta fine, anche se io fossi abbattuto, questi stanno andando incontro a una morte assai prematura.

Questa è la prima volta che il satanismo internazionale retrocede e perde terreno dal suo sorgere, ed io voglio dedicare questa vittoria, la prima di tante altre a Sua Santità Benedetto XVI.

A: lettera aperta di Sua Santità Benedetto XVI a (…) lorenzoJHWH ???
Data: 15/mar/09
Messaggio Benedetto XVI:

“anche cattolici hanno pensato di dovermi colpire.

Sono rimasto rattristato dal fatto che anche cattolici abbiano pensato di dovermi colpire con una ostilità pronta all’attacco … Alcuni gruppi, invece, accusavano apertamente il Papa di voler tornare indietro, a prima del Concilio: si scatenava così una valanga di proteste, la cui amarezza rivelava ferite risalenti al di là del momento … purtroppo, questo “mordere e divorare” esiste anche oggi nella Chiesa come espressione di una libertà mal interpretata.”

B: lettera aperta di lorenzoJHWH a Sua Santità Benedetto XVI

Santità: “il cavallo non giova per la vittoria e con tutta la sua forza non potrà salvare!” “1000 cadranno al tuo fianco, 10.000 alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire, se solo guardi con i tuoi occhi vedrai la rovina dei tuoi nemici” “quelli si vantano nei carri e nei cavalli? Noi ci vantiamo nel Signore degli Eserciti”

Santità:
1- Io sono con te!
2- Gli uomini, non valgono per il loro numero
ma per lo spessore della loro fede e i modernisti hanno solo le chiacchiere, poiché la fede l’hanno persa completamente!
3- L’autorità che Lei non esercita, ritorna come maledizione!
Poiché a noi è imposto l’obbligo di fare giustizia, pertanto ogni atto di debolezza o anche di esitazione sono un falso concetto della Carità e rappresenta piuttosto un numero enorme di anime perdute.
4- Il momento è giunto di avere fermezza!

http://ordinemondiale.blogspot.com

Massima di lorenzoJHWH :
“chi prega piange ad un occhio!
Chi non prega piange a due!
chi loda, adora, canta e loda
non piange mai!”

Il peccatore:

disobbedisce e disprezza Dio.

Il peccatore è:

ingrato, misero, debole, odia la sua anima.

Il peccatore è cibo del demonio.

La vita del peccatore è abominevole e la sua memoria è in esecrazione.

Il peccatore è strumento di condanna a se stesso.

Quanto è infelice il peccatore.

Tanti sono i castighi del peccatore.

Il luogo del peccatore è l’inferno.
(liberamente tratto da: http://www.radicicristiane.it/)

il vero volto dell’istituzione
Il signoraggio bancario è il nostro
più alto simbolo istituzionale, il satanismo la sua anima e la massoneria il suo corpo, le S.p.A il suo ventre.
Questo MOSTRO è il VERO motivo di tutti i MALI che affliggono la nostra falsa democrazia.
POICHÉ senza SOVRANITÀ MONETARIA È RIDICOLA LA COSTITUZIONE.


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lorenzoJHWHJhwh Uniusrei
Ad Setup for blog. Le impostazioni di visualizzazione dei tuoi annunci AdSense. about. Mostra gli annunci sotto i miei post e nella barra laterale “consigliato”? ANSWER, eih google QUANDO, tu LO PRENDI NEL CUL0? poi, il SISTEMA NERVOSO NON TI MANTIENE LE GAMBE DRITTE, E POI, tu VAI SCULETTANDO COME UNA TROIKA.. cioè le tue impostazioni? non si mantengono!
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lorenzoJHWHJhwh Uniusrei
Invia feedback a 666 google [ gadget adsense (mostra annunci sotto i post e nella barra laterale) non si mantiene sulla pagina (di Jesus il messia viene! a romperti il culo sodoma ) ID account: pub-0316771350888352
https://messiajesus.blogspot.com/ google said: “grazie per il feedback”
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lorenzoJHWHJhwh Uniusrei
dobbiamo condannare a morte tutti i dirigenti di google
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N/D 68
Pagina esclusa…Altro…
 
lorenzoJHWHJhwh Uniusrei
Disallow: /search] Tester dei file robots.txt?
ma, c’é un problema: io non ho file robots.txt attivati
 
lorenzoJHWHJhwh Uniusrei
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lorenzoJHWHJhwh Uniusrei
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TRUFFA DELL'EVOLUZIONISMO S.p.A., COME RUGGISCE IL LEONE DELLA TRIBù DI GIUDA

Articoli e note firmate: LUCIANO BENASSI, Cristianità n. 95 (1983)

Mistificazioni evoluzionistiche e matematica

Il 19 aprile 1882, compiuti da poco i settantatré anni, Charles Robert Darwin moriva nella sua casa di Down, nel Kent. Gli sopravvivevano la moglie Emma, sette dei suoi dieci figli, una mole notevole tra libri, articoli e memorie scientifiche; ma il suo nome sarebbe rimasto indissolubilmente legato a una delle maggiori mistificazioni della storia della scienza e della cultura occidentale: la teoria della evoluzione (1).

I. La rivoluzione evoluzionistica
A cento anni dalla scomparsa, il mondo scientifico ufficiale, con grande dispiego di mezzi, ha celebrato nel 1982 l'”anno darwiniano”. Quotidiani, settimanali, riviste di divulgazione hanno offerto generosamente le proprie pagine alla memoria del “fondatore” e alla diffusione del suo “messaggio”:
una claque invadente e ossessiva ha applaudito senza interruzione alle vecchie tesi evoluzionistiche riproposte, come sempre, secondo enunciati ambigui e sfuggenti e con il consueto corredo di “prove” (2).
Lo spazio per il dissenso è stato pressoché nullo e su ogni voce discorde è stata fatta gravare un’atmosfera ora di ironia, ora di disinteresse.
Non è consentito avere dubbi “sulla validità della teoria […]. L’impostazione corretta di questo dubbio non è […] “se l’evoluzione è vera”, ma se sappiamo tutto dell’evoluzione” (3).

Della evoluzione, in pratica, si conosce ben poco.
Giuseppe Montalenti, presidente dei Lincei, fautore e divulgatore in Italia della teoria evoluzionistica, ammette, per esempio, che “non è a credere che tutto sia chiaro, che tutti i problemi siano risolti. Al contrario, molti rimangono aperti e intorno a essi si discute e si ricerca molto. […] Molti e gravi sono i problemi anche in quello che abbiamo chiamato l’aspetto storico dell’evoluzione.
Il quadro del processo evolutivo appare disegnato nelle sue grandi linee in modo abbastanza attendibile, ma quando si cerca di fissare il particolare si incontrano spesso grandi difficoltà” (4).
Se le difficoltà permangono, come sempre, e se nessun fatto nuovo, nessuna verifica sostanziale sono intervenuti in questi cento anni a fare sì che l’evoluzionismo sia qualcosa di più di un disegno “attendibile” soltanto nelle sue “grandi linee”, le celebrazioni riservate a Darwin e alla sua teoria, fatto anomalo nella storia della scienza, inducono a un atteggiamento di sospetto.
Il sospetto cade e diviene certezza se si considera che Darwin e l’evoluzionismo sono troppo importanti per essere lasciati al vaglio della usuale metodologia scientifica:
non tanto per il rischio di vedere cadere ciò che affermano, quanto per il timore di dovere affermare ciò che negano.
Ne ha chiara coscienza Francois Jacob, evoluzionista, premio Nobel per la medicina nel 1965: “Quello che Darwin ha mostrato è che per rendere conto dello stato attuale del mondo vivente non c’era affatto bisogno di ricorrere ad un Ingegnere Supremo. […] Tuttavia se l’idea di un progetto, di un piano generale del mondo vivente, stabilito da un creatore è scomparsa con il darwinismo, questo ha conservato un alone di armonia universale” (5).
Quindi, per evitare che l'”Ingegnere Supremo”, cacciato dalla porta principale più di cento anni fa, rientri per quella di servizio attraverso la oggettiva constatazione della “armonia” della sua opera, ovvero della perfezione e della finalità delle sue parti, si rende necessario un costante rilancio della teoria evoluzionistica, nel quale non siano discussi e criticati i dubbi e le prove, ma sia posto l’accento sull’impatto rivoluzionario che essa ha avuto e continua ad avere su ogni concezione del mondo che faccia ricorso a un creatore.

Un creatore presuppone una volontà, e una volontà esprime una intenzione, un progetto: ebbene, continua Jacob, “la teoria della selezione naturale consiste precisamente nel capovolgere questa affermazione. […] In questo rovesciamento, in questa specie di rivoluzione copernicana sta l’importanza di Darwin per la nostra rappresentazione dell’universo e della sua storia” (6).
Se poi si considera che la concezione tradizionale del mondo “ha nella dottrina cristiana il suo più saldo fondamento” (7), non è difficile collocare il movimento evoluzionistico nel quadro più ampio del movimento che il pensiero contro-rivoluzionario denomina “Rivoluzione” e che si realizza nella lotta e nella demolizione tematica di ogni espressione conforme a quella dottrina:
sul piano religioso, su quello politico-sociale-istituzionale, su quello economico, fino a colpire, da ultimo, i legami microsociali e l’individuo stesso.

Seguendo lo schema di Plinio Corrêa de Oliveira (8), lo svolgimento storico mette in evidenza, dalla fine dei Medioevo cristiano, una I Rivoluzione, protestantica, che distrugge i legami religiosi; una II Rivoluzione, liberale-illuministica, che distrugge i vincoli e i legami dell’antico ordine sociale; una III Rivoluzione, comunistica, che abolisce il residuo ordine economico. Ma, ulteriore al comunismo, Corrêa de Oliveira intravede una “IV Rivoluzione nascente” (9), il cui tratto saliente sta nel carattere ristretto del suo campo d’azione: i legami microsociali, cioè la trama di relazioni che ogni uomo tesse in quanto membro di una comunità, di una famiglia, in quanto genitore.
E dopo i legami microsociali, spesso in diretta relazione con essi, si pone l’ordine interiore della persona, che trova nella gerarchia intelletto-volontà-sensibilità il riferimento di ogni azione e di ogni manifestazione.

V’è ora da chiedersi: se l’evoluzionismo, come non esitano ad affermare i suoi esponenti più rappresentativi, è una rivoluzione, nel senso di “sovvertimento” e non in quello, purtroppo diffuso, di semplice “cambiamento” rispetto a un ordine precedente, come collocarlo all’interno dello schema ora tracciato?

Per il suo carattere intellettuale e accademico, l’evoluzionismo si pone innanzitutto su di un piano non immediatamente legato ai fatti e ai comportamenti delle persone: l’evoluzionismo è una rivoluzione nelle idee. Cionondimeno, analogamente ai grandi sistemi ideologici del passato, esso aspira a fornire una giustificazione al comportamento individuale e sociale. Ciò è tanto più vero in un’epoca come la nostra che “si è lasciata gradatamente persuadere che l’essere umano, analizzato, scomposto, scandagliato dalle varie direttive di ricerca non è altro che una macchina, di volta in volta meccanica, chimica, elettrica o cibernetica” (10). Ora, è al contenuto delle idee evoluzionistiche e alla loro capacità di penetrazione che si deve guardare per rispondere alla importante domanda che ho posto prima.
Già ho osservato che il loro carattere sovversivo generale risiede nell’affermazione di una visione del mondo che fa a meno di un creatore. Tuttavia non è difficile constatare che esse si spingono ben oltre, negando anche l’ordine morale che deriva dalla esistenza di un creatore e che, per questo, è vincolante. L’evoluzionismo, infatti, traendo l’uomo dal caso e facendone un “prolungamento delle cose […] sullo stesso piano degli animali” (11), lo sottrae a ogni responsabilità: la storia diventa storia della biologia, dove “tutto è permesso” (12) e dove “non vi sono più leggi divine che assegnino limiti all’esperimento” (13).

Una volta esclusi Dio e la sua volontà, cioè una volta rotto il legame Creatore-creatura, rimane la constatazione del puro divenire. Da esso gli esseri emergono non in vista di un fine secondo un progetto, ancorché immanenti al movimento stesso, bensì in virtù del puro gioco delle fluttuazioni statistiche.
“L’evoluzione — scrive Jacob — mette in gioco intere serie di contingenze storiche” (14), così che “il mondo vivente avrebbe potuto essere diverso da quello che è, o addirittura non esistere affatto” (15).
Questa affermazione è molto importante per il tipo di analisi che sto conducendo.
Essa dimostra, infatti, che l’evoluzionismo contiene in sé anche gli elementi della II e della III Rivoluzione: la rottura dei legami politici, cioè delle antiche solidarietà sociali fondate sulla gerarchia e sull’ordine, e di quelli economici.
Se ne rende ben conto lo stesso Jacob: “Finché l’Universo era opera di un Divino Creatore, tutti gli elementi erano stati da lui creati per accordarsi in un insieme armonioso, accuratamente preparato al servizio del componente più nobile: l’uomo.
[…] Era un modo di concepire il mondo che aveva importanti conseguenze politiche e sociali, in quanto legittimava l’ordine e la gerarchia della società” (16).
Ora, invece, perde di senso qualunque tentativo di fondare un ordine e una gerarchia: “il migliore di tutti i mondi possibili è diventato semplicemente il mondo che si trova a esistere” (17).

In questo emergere prepotente del “caso” come fonte ed essenza della realtà, in questa dissolvenza dell’essere umano, della sua libertà e della sua volontà nel movimento evolutivo, risiede il carattere originale della rivoluzione darwiniana: una originalità che la distingue dallo stesso marxismo e da ogni altra ideologia di matrice hegeliana.
Nella dialettica hegeliana e in quella marxistica, il movimento universale, dell’Idea o della Materia, conservava pur sempre una sua finalità, una “direzione privilegiata”, “ascendente”, e offriva agli individui più consapevoli la possibilità di tuffarsi nella corrente e di accelerare in qualche modo il corso della storia.
Ma ora che il mondo esistente non può essere che il frutto del caso, costruito come una quaterna del lotto, ogni pretesa di perfettibilità diventa inutile e assurda: anche il mondo di domani, come quello di oggi, uscirà “alla cieca” dall’urna dei “mondi possibili”.

Distinta dal comunismo, dunque, ma anche “oltre” il comunismo (18): la rivoluzione darwiniana procede inesorabile secondo una logica folle di trasgressioni successive.
Abbattute le barriere tra le specie, in una visione del mondo vivente nel quale gli organismi perdono la loro tipicità e la loro fissità strutturale, dove “oggetto effettivo di conoscenza è la popolazione nel suo insieme” (19), l’avanguardia evoluzionistica propone, da ultimo, il programma di ricostruzione della società e degli individui sulle basi delle indicazioni della sociobiologia e della ingegneria genetica.
L’inserimento dell’aborto nelle legislazioni di molti paesi, accompagnato da campagne propagandistiche sul suo uso come strumento di selezione in base alle caratteristiche genetiche dei feti (20); la diffusione della fecondazione artificiale, che esclude ogni rapporto di paternità e di maternità, lasciano intravedere l’inquietante scenario di una umanità pianificata e manipolata artificialmente, che attraverso la tecnica della clonazione (21), realizza il sogno utopico della uguaglianza assoluta: quella relativa al patrimonio ereditario degli individui.

Il movente occulto della Rivoluzione è l’odio a Dio.
Non potendo questo odio scagliarsi contro Dio stesso, si proietta contro le sue opere e, nella sua forma più consapevole e compiuta, contro il capolavoro del creato: l’uomo.
Nell’uomo Dio ha infuso la scintilla dell’intelletto, che lo distingue dagli animali, ma a ogni uomo ha anche assegnato una vita interiore, un modo di affacciarsi al reale e di riflettere su di esso del tutto diverso da quello di ogni altro uomo: è il dono della personalità. È evidente che l’aggressione organizzata e tematica della Rivoluzione al creato deve prevedere il momento di lotta specifica all’essere umano: questo attacco, come si è detto, si compie con la IV Rivoluzione. Nel quadro di questa battaglia, forse quella finale che la Rivoluzione si accinge a combattere (22), la rivoluzione evoluzionistica svolge il ruolo di aggressivo genetico, fornendo le idee per una alterazione delle differenze psico-somatiche tra gli individui.

La prospettiva è al limite; tuttavia non è eliminabile: la direzione in cui l’evoluzionismo lavora nei laboratori di genetica è quella di un mondo popolato da miliardi di esseri uguali, repliche esatte di uno stesso “progetto umano”.
Scrive ancora Jacob: “Forse si riuscirà anche a produrre, a volontà e nel numero di esemplari desiderato, la copia esatta di un individuo: un uomo politico, un artista, una reginetta di bellezza, un atleta. Nulla vieta di applicare fin d’oggi agli esseri umani i procedimenti selettivi utilizzati per i cavalli da corsa, i topi da laboratorio o le vacche lattiere […]. Ma tutto questo non ha più a che fare soltanto con la biologia” (23).

È vero, tutto ciò è già oltre la biologia, è la prospettiva sinarchica della Repubblica Universale, di un mondo, come insegna Corrêa de Oliveira “senza disuguaglianze né sociali né economiche, diretto mediante la scienza e la tecnica, la propaganda e la psicologia” (24); di un mondo nel quale, paradossalmente, quella umanità che l’evoluzionismo vuole scaturita dai branchi scimmieschi delle savane, ritorna a essere mandria indistinta e brutale come i suoi mitici progenitori.
II. L’evoluzionismo scientifico

La filosofia insegna che l’unità è un carattere della verità.
La verità è compatta: negandone un aspetto, prima o poi si dovrà negarla tutta.
L’errore, al contrario, è molteplice, nel senso che il contrario di una affermazione vera non è una affermazione falsa, ma possono essere infinite affermazioni false.
Ciò rende, evidentemente, più ardua la difesa della verità, tuttavia ogni errore presenta sempre uno o più punti particolarmente deboli, sui quali intraprendere l’opera di demolizione completa.

Nel caso dell’errore evoluzionistico la situazione descritta è assai favorevole in quanto tutta la visione del mondo che scaturisce da esso trae la propria forza da un preteso riscontro scientifico, cioè da un contesto in cui la verifica della bontà di una affermazione è immediata e, entro certi limiti, inoppugnabile.
In altri termini, la rivoluzione evoluzionistica pretende di essere fondata scientificamente, per cui è sul terreno scientifico che può cominciare una seria opera di confutazione nei suoi confronti.
La sproporzione tra la produzione scientifica evoluzionistica e quella antievoluzionistica, decisamente a favore della prima, non deve indurre a credere in una altrettanto sproporzionata differenza di qualità, anzi.
Semplicemente il mondo accademico ufficiale, di concerto con i più importanti organi di divulgazione, impedisce che ottimi lavori di valenti uomini di scienza, di impostazione antievoluzionistica, possano raggiungere il vasto pubblico dei lettori. Basti, per tutte, la dichiarazione di Pietro Omodeo, evoluzionista presentato come “il più noto studioso italiano di evoluzionismo” (25), rilasciata nel corso di una intervista sul movimento neo-creazionistico americano.
Ascoltando le affermazioni dei suoi avversari, a Omodeo “viene voglia di rispondere con un pernacchio” (26).

Più dei suoni non propriamente civili evocati da Omodeo, ciò che condiziona lo scienzato anticonformista è, naturalmente, il clima di ostracismo e di intimidazione che si crea contro chi avanza ipotesi contrarie alle vedute ufficiali sull’argomento (27). Tuttavia non sono mancati nel passato, e non mancano ancora oggi, autorevoli ricercatori che, con i loro lavori, hanno messo in evidenza le lacune dell’evoluzionismo scientifico e proposto soluzioni radicalmente alternative al problema relativo all’origine e allo sviluppo della vita sulla Terra (28).

Fra questi, merita particolare attenzione, per il prestigio dell’autore e per la completezza e il rigore della trattazione, lo studio dello scienziato francese Georges Salet (29). Docente universitario, profondo conoscitore delle maggiori questioni scientifiche del nostro tempo, Salet, cattolico, non ha esitato a scendere in campo ogni qualvolta l'”intellighentsia” scientista, mistificando i fatti, ha attaccato la Chiesa, le verità di fede, la filosofia naturale e cristiana (30).

Il pregio del volume di Salet consiste nell’andare direttamente al cuore della questione evoluzionistica, confutando i due cardini della teoria: il ruolo della selezione naturale e quello del caso come fonti del mondo vivente, della sua varietà, e della sua pretesa evoluzione. Nella impossibilità di trascrivere in extenso tutte le osservazioni di Salet, svolte in diverse centinaia di pagine, mi limito a esporre i passaggi fondamentali della sua confutazione dell’evoluzionismo, che non è ancora stata smentita.

1. I principi della teoria evoluzionistica

Con il termine “evoluzionismo” si intende l’ipotesi scientifica che spiega l’origine della vita a partire dalla materia inerte (evoluzione molecolare), e la successiva diversificazione del mondo vivente a partire dagli esseri più semplici e primitivi, fino a rendere conto dello stato attuale del mondo vivente, con i milioni di specie esistenti nei regni vegetale e animale (evoluzione biologica).

Circa i meccanismi di questo processo non esistono spiegazioni univoche, e questo fatto, già di per sé, non depone a favore della bontà della teoria. Grosso modo, le teorie esplicative della evoluzione possono riassumersi in tre gruppi:

a. spiegazioni spiritualistiche: sono quelle che fanno appello a non meglio identificati princìpi immateriali, che orienterebbero la materia verso stati sempre più complessi e perfezionati;

b. spiegazioni verbali: si tratta di definizioni tautologiche della evoluzione, dissimulate sotto la maschera di discorsi dotti e di terminologie scientifiche. Questo tipo di spiegazioni sono dovute, per esempio, ai biologi marxisti, come il sovietico Oparin e l’inglese Haldane, e a uno spiritualista come Teilhard de Chardin, con la sua legge di “complessità-coscienza” (31);

c. spiegazioni scientifiche: sono i tentativi di spiegare il processo evolutivo attraverso i fatti di osservazione.

Sui primi due gruppi la scienza non può formulare giudizio alcuno, in quanto essi stessi si pongono al di fuori del suo campo di azione. Per quanto riguarda le spiegazioni scientifiche si può dire che, attualmente, pur nella grande varietà delle posizioni dei singoli ricercatori, la maggior parte degli evoluzionisti concorda su spiegazioni dell’evoluzione che combinano le acquisizioni della genetica sulla eredità e sulle mutazioni, con l’idea originale di Darwin intorno alla selezione naturale: le teorie attuali sui meccanismi della evoluzione non sono altro che messe a punto di questa “teoria-base” detta “mutazioni-selezione”. Vediamo che cosa afferma.

La genetica, branca della biologia che si occupa della eredità, mostra che il patrimonio ereditario di ciascun individuo è strutturato secondo unità microscopiche perfettamente individuate, dette geni. I geni sono localizzati nei cromosomi, situati nel nucleo di ogni cellula, secondo un ordine ben determinato: ciascun gene, o una data sequenza di essi, corrisponde a una serie complessa di funzioni, che la cellula è o sarà chiamata a svolgere. Il corredo di geni di ogni individuo contiene, in altri termini, la descrizione dell’individuo stesso, il suo progetto o piano di montaggio: è questo corredo di geni che, per esempio, è all’origine dello sviluppo dell’uomo così come di ogni animale pluricellulare. Esso stabilisce i tempi e le modalità della crescita del feto: quando e come si deve formare il tessuto nervoso, quando e come quello osseo, quando e come gli occhi, i capelli, e così via.

Accade, tuttavia, che nel corso dello sviluppo di un individuo, o durante la sua vita, il suo patrimonio genetico subisca mutazioni, cioè alterazioni di struttura. Ricorrendo di

nuovo alla immagine del piano di montaggio, è come se le linee di esso fossero state in qualche modo alterate. Ciò che la genetica ha accertato intorno al fenomeno delle mutazioni si può riassumere nelle seguenti proposizioni:

> le mutazioni si trasmettono ereditariamente secondo le leggi di Mendel;

> il loro tasso è estremamente basso: presso gli animali superiori è appena di 1 ogni 10.000 / 100.000 individui;

> fanno generalmente apparire delle anomalie, delle tare, a volte delle vere e proprie mostruosità, che limitano notevolmente gli individui colpiti;

> se l’organo colpito è un organo fondamentale, l’individuo muore prematuramente, spesso allo stadio di embrione;

> il carattere delle mutazioni è profondamente casuale, cioè non si conosce alcun agente mutageno con azione specifica;

> il numero delle mutazioni letali è da 10 a 15 volte superiore a quello delle mutazioni “vitabili”, cioè delle mutazioni che mantengono comunque in vita l’individuo colpito.

Per la teoria evoluzionistica “mutazioni-selezione”, le mutazioni costituiscono la fonte della variabilità del mondo vivente, alla quale attinge la selezione naturale per trattenere gli individui nei quali le mutazioni hanno incrementato il tasso di natalità o diminuito quello di mortalità, cioè gli individui favoriti dalle mutazioni.

Anche la selezione naturale è un fatto di osservazione, definitivamente acquisito alla scienza. Le sue modalità di azione, quando possono esplicarsi, sono estremamente incisive. Per esempio, se in una coltura di un milione di batteri compare un individuo mutato, o mutante, il cui ritmo di duplicazione è superiore dell’1 % rispetto agli altri, dopo 4000 generazioni, cioè qualche giorno su scala batterica, il rapporto di popolazione sarà invertito: un individuo originale per milione di mutanti.

La selezione naturale, utilizzando i prodotti delle mutazioni e con l’effetto dell’isolamento geografico delle popolazioni, rende perfettamente conto di quelle modificazioni limitate in seno alle specie, note da sempre ai naturalisti, che talvolta prendono il nome di microevoluzione. Una delle sue manifestazioni più conosciute è la formazione di razze all’interno di una specie.

La microevoluzione, però, non ha nulla a che vedere con l’evoluzionismo: tra essi esiste una differenza di natura. Quasi sempre gli evoluzionisti trascurano tale differenza con disinvoltura colpevole, così che fenomeni microevolutivi vengono interpretati come esempi di evoluzione (32). La microevoluzione implica modificazioni organiche limitate ed esclude completamente la comparsa di nuovi organi o di nuove funzioni; l’evoluzionismo, invece, per rendere conto delle differenze organiche e funzionali tra i gruppi di viventi passati e attuali, deve postularle: la microevoluzione è indifferente o regressiva, l’evoluzionismo è progressivo.
La teoria evoluzionistica dunque, parte da basi concrete — le mutuazioni, la selezione —, in grado di rendere conto delle modificazioni limitate dei viventi, realmente riscontrabili in natura, per spiegare la comparsa di nuovi gruppi della classificazione sistematica attraverso modifiche profonde e apparizioni di funzioni e di organi nuovi negli esseri viventi. Per rendere plausibili questi fantomatici passaggi, gli evoluzionisti ricorrono a sofismi e a mistificazioni, con i quali il ruolo delle mutazioni e della selezione viene completamente alterato.

2. Il primo inganno evoluzionistico: il ruolo della selezione naturale

Spiega Salet che la reale variabilità del mondo vivente può riassumersi nella seguente proposizione: “Gli organismi si modificano a caso. Ogni modificazione (mutazione) che corrisponde al MIGLIORAMENTO di un organo è automaticamente selezionata”

(33). Ed ecco, invece, ciò che gli evoluzionisti, al seguito di Darwin, continuano a insinuare: “Gli organismi si modificano a caso. Le modificazioni (mutazioni) che corrispondono all’APPARIZIONE di una nuova funzione (e quindi, in senso lato, di un nuovo organo) SONO automaticamente selezionate” (34).
Le due proposizioni, come si vede, differiscono per le parole scritte in maiuscolo:

1.> “mutazione”, che era singolare, è diventata plurale;
2.> “miglioramento” è diventato “apparizione”.

Questi cambiamenti, apparentemente banali, sono tali da trasformare una proposizione esatta in un sofisma. Infatti è chiaro che la selezione naturale può intervenire sul mutante soltanto dopo che si sono verificate tutte le mutazioni necessarie alla comparsa del nuovo organo o della nuova funzione, cioè soltanto dopo che il nuovo organo è completamente costituito ed è in grado di esplicare perfettamente la nuova funzione: la selezione non può in alcun modo trattenere mutazioni intermedie perché non corrispondono ad alcunché di compiuto nell’organismo; anzi, un individuo in un simile stato sarebbe svantaggiato rispetto agli individui originali e la selezione naturale provvederebbe a cancellarlo in breve tempo dalla faccia della Terra. Per esempio, un essere vivente dotato di un organo a mezza strada tra una pinna e un arto non è né un pesce capace di nuotare nell’acqua, né un animale da terraferma. Un organo come un arto implica ossa, che ne assicurino la rigidità; articolazioni, che ne assicurino la mobilità, e muscoli, tendini e nervi, che ne assicurino la forza. Parlare di formazione progressiva e lenta degli arti è un puro esercizio verbale, privo di ogni riscontro scientifico. La selezione naturale non avrebbe nulla su cui agire.

Dietro una simile concezione circa il ruolo della selezione, oltre al misconoscimento dei fatti, vi è una cattiva comprensione dei concetti di “organo” e di “funzione”. Nei trattati, nei libri di scuola e in ogni articolo sull’evoluzionismo, spesso si dice che un organo nuovo compare in forma molto semplice e che, in seguito, esso si perfeziona sotto il controllo della selezione come se, afferma Salet, bastasse “un poco di organo” per avere assicurata anche “un poco di funzione” (35). Gli evoluzionisti dimenticano che il “diagramma” della funzione svolta da un organo è del tipo “tutto o niente”, proprio come accade per le macchine: nessun funzionamento fino a quando non sono a posto tutti i dispositivi componenti della macchina. Lo sanno bene gli automobilisti, dice Salet, che “senza carburatore o senza dispositivo di accensione un’auto non viaggia “meno bene”: non viaggia affatto” (36).
Di fatto, una via di uscita esiste, ed è quella di ritenere che le mutazioni relative alla comparsa di un organo nuovo e di una nuova funzione avvengano tutte simultaneamente, così che la selezione può intervenire subito per conservare il risultato finale. Come si comprende, il problema si sposta verso il calcolo delle probabilità, poiché occorre stabilire che valore di probabilità hanno mutazioni casuali di verificarsi simultaneamente e di costruire qualcosa di nuovo.
Quella che sembra una via di uscita pone, in realtà, quesiti ancora più gravi dei precedenti e, ancora una volta, gli evoluzionisti propongono soluzioni illusorie.

3. Il secondo inganno evoluzionistico: il tempo necessario alla evoluzione
Fino dai tempi di Darwin, ancora prima di individuare nelle mutazioni la fonte della variabilità del mondo vivente, i biologi avevano intuito le connessioni tra matematica ed evoluzione, ma nessuno tentò mai di impostare rigorosamente il problema (37). Ancora oggi l’atteggiamento evoluzionistico è quello di una certa “sufficienza”: avendo avuto a disposizione un periodo dell’ordine di due miliardi di anni, si ritiene sostanzialmente inutile chiedersi cosa sia possibile o impossibile per la evoluzione in un tempo tanto lungo. Basta attendere: il tempo compirà da solo il miracolo della creazione della vita e della sua trasformazione. Ma non sarà un’attesa inutile?
A fronte di affermazioni gratuite e non provate, Salet dimostra che la formazione casuale di un organo nuovo, anche modesto, richiederebbe periodi di tempo di durata inimmaginabile, che, espressi in anni, sarebbero dell’ordine di 10 seguito da parecchie centinaia o migliaia di zeri. Nella impossibilità di ripercorrere punto per punto i suoi calcoli, riporto qui di seguito i passaggi principali della dimostrazione.
Occorre osservare, innanzitutto, che la casualità delle mutazioni non implica affatto che esse possano produrre un qualsiasi risultato. Anche le fantasie del caso, dice Salet, hanno limiti. Nella teoria delle probabilità, questi limiti si chiamano soglie di impossibilità e rappresentano quei valori di probabilità al di sotto dei quali vi è la certezza che un evento casuale, di una certa natura, non si è mai verificato né mai si verificherà.
Sulla scorta delle speculazioni di Émile Borel, uno dei massimi matematici del nostro secolo, Salet determina le soglie di impossibilità assoluta per eventi di natura chimica e biochimica sulla Terra e nell’Universo. Considerando la velocità dell’elettrone nell’atomo e la sua massa si può stabilire in 1038 il massimo numero di eventi chimici che si possono svolgere ogni secondo in 1 grammo di materia. Stimando ancora, con larghissimo margine, che il Sole abbia riserve di idrogeno per 100 miliardi di anni, si può ritenere che il nostro pianeta, esistente già da qualche miliardo di anni, possa avere una vita di 1018 secondi. Infine, ritenendo che gli esseri viventi possano muovere una quantità di materia pari, al più, a quella contenuta in uno strato terrestre dello spessore di 1 chilometro, cioè 1024 grammi, si giunge alla cifra di 1080 come limite superiore sicuro del numero di tutto ciò che è possibile immaginare sulla Terra relativamente a eventi di natura chimica e biochimica. Questo numero è molto importante perché il suo inverso, cioè 10-80 (=1/1080), costituisce proprio la soglia di impossibilità assoluta per eventi chimici e biochimici (38). Salet riassume in un teorema queste considerazioni: “la realizzazione sulla Terra di un evento supposto o di un insieme di eventi supposti di natura chimica è impossibile se la probabilità di realizzazione di tale evento o insieme di eventi, in una sola prova, è inferiore a 10-100” (39).

Un altro dato utile ai fini della dimostrazione della impossibilità evolutiva è il numero massimo di esseri viventi che sono potuti esistere da quando la Terra può ospitare la vita, cioè da due miliardi di anni. I calcoli forniscono 1045 come valore. Nel caso particolare dei vertebrati tetrapodi, cioè anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, ovvero i grandi gruppi della sistematica animale, si ottiene come valore massimo la cifra di 1025.
Sulla scorta di questi limiti superiori e dei relativi valori inversi di probabilità, Salet calcola i valori di probabilità delle serie di mutazioni casuali, che possono portare alla comparsa di novità vantaggiose nel patrimonio ereditario di un individuo. I risultati non lasciano adito a dubbio alcuno: tali valori di probabilità sono talmente inferiori ai limiti superiori da fare ritenere impossibile non solo la evoluzione nel suo complesso, ma anche la singola mutazione, o gruppo di mutazioni, capace di fare apparire un organo nuovo, per quanto semplice possa essere.
Per dare una idea, consideriamo il caso particolarmente interessante dei vertebrati tetrapodi, di cui si è detto sopra. L’interesse nasce da due considerazioni: la prima è che gli evoluzionisti hanno elaborato numerose e contraddittorie teorie sulla filiazione di un gruppo di vertebrati da un altro (40); la seconda è che ai mammiferi appartiene anche l’uomo che, per questo, verrebbe ricollegato ad antenati animaleschi.
Consideriamo, dunque, una specie S di vertebrati tetrapodi costituita da M individui. Se P è la probabilità che n geni del patrimonio ereditario di un individuo abbiano acquisito un nuovo carattere, in seguito a mutazioni casuali, si può scrivere che
P = p1 x p2 x … x pn,
dove p1, p2,…, pn sono le probabilità di mutazione vantaggiosa dei singoli geni (41). Chiamando p il valore più grande tra essi si può scrivere che la probabilità di mutazione degli n geni è inferiore a pn , cioè
P < pn.
Ora, il numero probabile di individui della specie che hanno subito la mutazione sarà
N = P x M,
cioè la probabilità per un individuo moltiplicata per il numero totale degli individui (42). In virtù della diseguaglianza scritta sopra vale allora che
N < pn x M.
Assegniamo adesso valori ai simboli della disequazione, cercando di essere benevoli con la evoluzione. Supponiamo che alla mutazione siano interessati soltanto 5 geni (n = 5); che la probabilità della singola mutazione sia di un milionesimo (p = 10-6) e che la popolazione della specie sia addirittura uguale al numero massimo di vertebrati tetrapodi (M = 1025): con questa ipotesi il numero di individui mutati risulta inferiore a 10-30 x 10-25 = 10-5, cioè a 1 su 100.000.
Nel contesto della nostra dimostrazione questo numero significa che, in un periodo di un miliardo di anni la probabilità che sia apparso un solo vertebrato munito di 5 nuovi geni funzionali, è di 1 su 100.000, ovvero che occorrono 100.000 miliardi di anni per avere la quasi certezza di vederne uno.
Queste cifre danno solo una pallida idea del tipo di problema che sorge quando si vuole assegnare al caso la genesi e la complessità del mondo vivente. Basta supporre, per esempio, che i geni interessati alla novità siano 6 anzichè 5, perché la certezza della comparsa di un mutante risulti di 1 su 100 miliardi di miliardi di anni! Dato che la cosmologia più recente assegna all’Universo una età di circa 20 miliardi di anni (43), si può ritenere assurda ogni ipotesi che faccia ricorso al caso come a fonte di variabilità vantaggiosa, sia in ambiente pre-vivente che in ambiente vivente.

Salet riassme quanto succintamente ho esposto nel seguente principio generale: “Se una costruzione nuova necessita di n nuovi geni, il tempo necessario perché mutazioni geniche conferiscono loro il carattere voluto è una funzione esponenziale di n rapidamente crescente. Tempi largamente superiori a quelli delle ere geologiche sono raggiunti per valori di n molto modesti” (44).
Conclusione
Questo principio, e i calcoli da cui deriva, non hanno trovato smentita di nessun genere. Ed è anche molto inverosimile che possano trovarne. L’atteggiamento evoluzionistico è, di solito, quello di ignorare le difficoltà e le obiezioni e di passare oltre, giocando sulla ignoranza dei molti e su fattori emotivi. Tra questi ultimi trova posto, senza dubbio, la convinzione diffusa che una risposta non scientifica a un problema posto dalla scienza, quale è quello relativo alla origine e alla varietà dei viventi, sia una sorta di capitolazione dell’intelletto, l’ammissione di un limite.
In realtà, ciò che cade e si frantuma, di fronte alle grandi questioni, non è l’intelletto, ma l’orgoglio “originale” che rispunta, oggi, nelle vesti di una scienza egemone del reale, attraverso la tecnica, e intollerante verso ogni fatto che sfugga ai suoi metodi di indagine.
Nel costringere i limiti della conoscenza entro i rigori del principio fisico di indeterminazione, Max Born, premio Nobel per la fisica nel 1954, scriveva con disprezzo “Quello che sta al di là, gli aridi tratti della metafisica, lo lasciamo volentieri alla filosofia speculativa” (45).

Dal canto suo, la filosofia naturale e cristiana si fa carico di quegli “aridi tratti”, sorretta dall’antica e ispirata sapienza: “Vani [per natura] sono tutti gli uomini, cui manca la conoscenza di Dio,/ e che dai beni visibili non seppero conoscere Colui che è,/ né dalla considerazione delle opere riconobbero l’artefice./ Ma o il fuoco o il vento o l’aria mobile/ o il cielo delle stelle o la gran massa delle acque/ o il sole e la luna credettero dei, governatori del mondo./ Se dilettati dalla bellezza di tali cose le supposero dei,/ sappiano quanto più bello di esse è il loro Signore,/ giacché l’autore della bellezza creò tutte quelle cose./ Se furono colpiti invece dalla loro potenza ed energia,/ intendano da esse, che più potente di loro è colui che le produsse./ Dalla grandezza invero e dalla bellezza delle creature/ si può conoscere, per analogia, il loro creatore” (46).

Luciano Benassi
*** (1) In Giuseppe Sermonti e Roberto Fondi, Dopo Darwin. Critica all’evoluzionismo, Rusconi, Milano 1980, p. 16, chiedendosi se sia “possibile un evoluzionismo senza Darwin”, Sermonti risponde che “se si intende il vero spirito e la vera intenzione dell’evoluzionismo la risposta è no”.

(2) La corsa alle “prove” costituisce, nella storia dell’evoluzionismo, un capitolo a sé. Dalla ricerca dei cosiddetti “anelli mancanti” tra due gruppi di viventi al clamoroso falso paleontologico di Piltdown nel quale ebbe un ruolo attivo padre Teilhard de Chardin gli evoluzionisti non hanno mai tralasciato nulla che potesse confortare la validità della loro teoria. Così non è infrequente imbattersi in notizie come Un bimbo con coda conferma la teoria dell’evoluzione (il Giornale nuovo, 21-5-1982).

(3) Così Claudio Barigozzi, in il Giornale nuovo, 17-6-1982. Questo tour d’esprit è talmente frequente presso gli autori evoluzionisti che, si può dire, caratterizzi la logica dell’evoluzionismo stesso: non è più la teoria a sottostare ai dati della realtà, ma è la realtà a essere forzata entro le maglie rigide della teoria.

(4) Giuseppe Montalenti, Charles Darwin, Editori Riuniti, Roma 1982, pp. 117-118.

(5) Francois Jacob, Evoluzione e bricolage, gli “espedienti” della selezione naturale, Einaudi, Torino 1978, p. VIII.

(6) Ibid., p. 36. Sul carattere rivoluzionario del darwinismo cfr. anche Iring Bernard Cohen, La rivoluzione darwiniana, in Le Scienze, n. 172, dicembre 1982. L’autore — che in realtà è Victor S. Thomas, professore di storia della scienza ad Harvard — ritiene estremamente significativa l’affermazione fatta da Darwin a conclusione dell’Origine delle specie, l’opera con cui presentò al mondo scientifico la sua teoria. Scriveva Darwin: “Quando le opinioni sostenute in questo libro, od altre opinioni analoghe, verranno ammesse dalla generalità degli studiosi, si può prevedere oscuramente che vi sarà una grande rivoluzione nella storia della scienza” (Charles Darwin, L’origine delle specie, ed. originale del 1859 e app. con le varianti dell’ed. del 1872, trad. it., Newton Compton, Roma 1981, p. 557). Cohen commenta così: “Questo evento, una dichiarazione di rivoluzione in una pubblicazione scientifica formale, è apparentemente senza precedenti nella storia della scienza”. Interessante è ancora l’osservazione di Cohen sul fatto che “c’è un solo altro autore scientifico dell’epoca moderna che può essere paragonato a Darwin, […] ed è Sigmund Freud, un dato che mostra l’incredibile intuito che Freud ebbe quando, paragonò l’effetto prevedibile delle sue idee [sull’inconscio e sulla psicanalisi, ndr] a l’effetto di quelle di Darwin”.

(7) G. Montalenti, op. cit., p. 42.

(8) Cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, 3a ed. it. accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977.

(9) Ibid., p. 189.

(10) Emanuele Samek Lodovici, Ma l’uomo non è solo una macchina, in Il Settimanale, anno 1980, n. 34-35.

(11) F. Jacob, La logica del vivente, tr. it., Einaudi, Torino 1971, p. 215.

(12) Ibidem.

(13) Ibidem.

(14) Idem, Evoluzione e bricolage, Gli “espedienti” della selezione naturale, cit., p. VIII.

(15) Ibidem.

(16) Ibidem.

(17) Ibid., p. IX.

(18) Cfr. Lucio Colletti, Marx era il suo miglior nemico, in Darwin. Come si diventa uomo, supplemento a L’Espresso, anno XXVII, n. 13, 4-4-1982.

(19) F. Jacob, La logica del vivente, cit., p. 207. Darwin, in pratica, ha negato la specie e il “tipo” o “modello” a cui ogni specie rinvia. Il mondo vivente è, per l’evoluzionismo, un grande sistema i cui elementi, tutti diversi, sono in continua trasformazione.

(20) Il problema è discusso in Harry Harris, Diagnosi prenatale e aborto selettivo, tr. it., Einaudi, Torino 1978.

(21) Clonazione è la tecnica con cui l’intero patrimonio cromosomico di un individuo viene introdotto in una cellula per ottenere un duplicato biologico dell’individuo stesso. Fino dal 1979 i ricercatori Karl Illmensee, svizzero, e Peter Hoppe, statunitense, hanno ottenuto topi clonati, primi tra i mammiferi a essere generati con questo trattamento. Il Corriere Medico del 13/14-1-1981, nel pubblicare un estratto del testo ufficiale con cui i due ricercatori presentavano l’esperimento, titola “profeticamente”: Oggi i topi, domani l’uomo.

(22) Cfr. Massimo Introvigne, Le origini della Rivoluzione sessuale, in Cristianità, anno VII, n. 54, ottobre 1979. L’autore osserva che il mutamento di interesse della Rivoluzione, dai fenomeni macrosociali a quelli microsociali, non è il segno di una “crisi” della Rivoluzione stessa. Al contrario, “il fine della Rivoluzione è la IV Rivoluzione”, ovvero si sono demolite le istituzioni cristiane per quindi demolire l’uomo naturale e cristiano.

(23) F . Jacob, La logica del vivente, cit., p. 375.

(24) P. Corrêa de Oliveira, op. cit., p. 117.

(25) Cfr. il servizio Il nonno perde il pelo, in Panorama, anno XIX, n. 772, 2-2-1981.

(26) Ibidem.

(27) Lo stesso fenomeno si verifica anche in altri settori della ricerca, che hanno immediate implicazioni di carattere filosofico o religioso. Chi scrive è a conoscenza, per diretta notizia da parte dell’interessato, di condizioni poste alla pubblicazione dei risultati di una analisi elettronica, estremamente raffinata, sulla Santa Sindone, da parte della redazione della rivista a cui il lavoro era diretto. La redazione era disposta a pubblicarlo purché l’autore rinunciasse al confronto con i Vangeli che si rivelavano, naturalmente, in pieno accordo con i risultati.

(28) Tra questi autorevoli ricercatori, merita di essere espressamente ricordato A. Ernst Wilder Smith. Sulla sua opera, cfr. Ermanno Pavesi, “Le scienze naturali non conoscono l’evoluzione”, in Cristianità, anno VII, n. 56, dicembre 1979.

(29) Cfr. George Salet, Hasard et certitude. Le Transformisme devant la biologie actuelle, Èditions scientifiques St-Edme, 2a ed., Parigi 1972. Allo stesso livello, anche se con carattere diverso, è da collocare il già citato testo di G. Sermonti e R. Fondi.

(30) Di Salet è uscito un utilissimo studio sul “caso Galileo”, in Courrier de Rome et d’ailleurs, anno XII, n. 11-12, Parigi maggio-giugno-luglio 1980.

(31) Per una confutazione delle teorie abiogeniche di Haldane e Oparin, cfr. G. Sermonti e R. Fondi, op. cit., pp. 162 ss. Sul pensiero e sulla teoria evoluzionistica di Teilhard de Chardin, cfr. Pier Carlo Landucci, Miti e realtà, La Roccia, Roma 1968.

(32) Cfr. G. Montalenti, L’avesse saputo Darwin, in Scienza e Vita nuova, anno IV, 4-5-1982. Montalenti riporta come “un classico” della evoluzione l’esempio della Biston betularia, la falena di cui sono sopravvissuti soltanto individui scuri. Quelli chiari, al tempo della rivoluzione industriale, risaltavano particolarmente sui tronchi di betulla ricoperti di fuliggine, diventando facile preda degli uccelli. Un tipico esempio di azione della selezione naturale è diventato un caso di evoluzione in atto!

(33) G. Salet, Hasard et certitude. Le Transformisme devant la biologie actuelle, cit., p. 212.

(34) Ibidem.

(35) Ibid., p. 214.

(36) Ibidem.

(37) Ammette F. Jacob, La logica del vivente, cit., p. 200, che “Darwin — per analizzare la variazione delle popolazioni — non ricorre a trattamenti matematici complessi, ma fa appello all’intuizione e al buon senso”.

(38) Il criterio per passare da 1080 (= numero massimo di eventi possibili) a 10-80 (= probabilità di un evento), è lo stesso che si applica nel noto caso del dado. Nel lancio del dado il numero massimo di eventi possibili è 6 (le sei facce dei dado), mentre 1/6 è la probabilità di uscita di una faccia.

(39) G. Salet, op. cit., p. 107. Il valore 10-80 è stato arrotondato, per comodità di calcolo, a 10-100 e ciò non cambia la validità della dimostrazione. Il teorema è, in realtà, il corollario di una proposizione più generale, enunciata per la prima volta da É. Borel e nota come “legge unica del caso”. Per brevità non ho ritenuto di citarla in questa sede, anche se l’autore ne fa oggetto di una lunga analisi concettuale e matematica.

(40) Cfr., su questo argomento, l’ottima esposizione di R. Fondi, in G. Sermonti e R. Fondi, op. cit., pp. 233-274.

(41) La formula scritta della probabilità totale di eventi indipendenti come prodotto delle probabilità dei singoli eventi può risultare più chiara ricorrendo a un esempio immediato. Nel lancio di un dado, come si è detto, la probabilità di ottenere un numero, per esempio 4, è 1/6. Nel lancio di una moneta, invece, la probabilità di ottenere, per esempio, “testa” è 1/2. Nel lancio di dado e moneta la probabilità di ottenere 4 e “testa” è proprio 1/6 x 1/2 = 1/12.

(42) Procedendo con l’esempio del dado, si può ritenere, con buona approssimazione, che, su 6000 lanci, il numero di volte in cui uscirà 4 sarà circa 1/6 x 6000 = 1000.

(43) Cfr. Venzo de Sabbata, Universo senza fine. Attualità in astrofisica, Corso, Ferrara 1978, p. 162.

(44) G. Salet, op. cit., p. 156.

(45) Max Born, Fisica atomica, tr. it., Boringhieri, Torino 1968, p. 384.

(46) Sap. 13, 1-5.

In uno studio a proposito della casualità darwinista dell’evoluzione della specie, Luciano Benassi fa notare:
<> Luciano Benassi, Cristianità n. 95 (1983). Scrive invece Jacob: “Forse si riuscirà anche a produrre, a volontà e nel numero di esemplari desiderato, la copia esatta di un individuo: un uomo politico, un artista, una reginetta di bellezza, un atleta. Nulla vieta di applicare fin d’oggi agli esseri umani i procedimenti selettivi utilizzati per i cavalli da corsa, i topi da laboratorio o le vacche lattiere […]. Ma tutto questo non ha più a che fare soltanto con la biologia” . Francois Jacob, La logica del vivente, tr. it., Einaudi, Torino 1971. E’ utile consultare anche il libro di Francois Jacob, <>, Einaudi, Torino 1978. Quelli di estrema sinistra credono tutti nel darwinismo. In realtà, il darwinismo è un’utopia, come il comunismo. Per questo piace loro. Nessuno è mai riuscito a dimostrarlo scientificamente, è solo una teoria, ma a loro piace pensare di discendere dalla scimmia… Tra un po’ canteranno anche la canzone: <>.

Gianpiero Asara Cottu

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LINK UTILI
Mistificazioni evoluzionistiche e matematica http://www.alleanzacattolica.org/indici/articoli/benassil95.htm
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SATIRA SUGLI EVOLUZIONISTI

Leggo in un articolo di Francesco Agnoli su Il Foglio del 12 giugno 2008: <>.
Si sente dire in giro ancora la solita solfa dell’uomo che deriva dalla scimmia. Cos’è, una battuta? Sapete qual è la bibita preferita dagli evoluzionisti? L’orang-soda.

Gianpiero Asara Cottu

*** SATIRA SULL’EVOLUZIONE

Leggo in un articolo sull’ornitorinco di Massimo Piattelli Palmarini sul Corriere della Sera del 11 maggio 2008: <>. Gli evoluzionisti discendono dalla scimmia (è un insulto). Mi hanno risparmiato la fatica, in sostanza si prendono in giro da soli: sono loro che lo dicono, di avere origini quadrumani, non lo dico io. Una volta ne ho incontrato uno che mi ha detto: <>. E io: <>.

Gianpiero Asara Cottu

** UMORISMO E DARWINISMO

Leggo in un articolo di Francesco Agnoli su Il Foglio 10/11/05: <>.

*** SATIRA SU ELTON JOHN

EVOLUZIONE
IMMAGINE DI ANTONIO ALFIERI (SI SCHERZA, STIMO ELTON JOHN). Gianpiero Asara Cottu

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IL PROCESSO DELLA SCIMMIA

IL PROCESSO DELLA SCIMMIAEDIZIONI LINDAU.
AUTORE: Meotti G. Il processo della scimmia.
La guerra dell’evoluzione e le profezie di un vecchio biochimico COLLANA: I Draghi PAGINE: pp. 248 ILLUSTRAZIONI: N° 16 b/n f.t. FORMATO: cm. 14×21 PREZZO: euro 19,50 ISBN: 978-88-7180-579-5

IL LIBRO. Estate del 1925, Dayton, roccaforte battista nel Tennessee. Un giovane insegnante, John T. Scopes, viene processato (e condannato) per aver violato la legge che mette al bando l’insegnamento dell’evoluzione darwiniana. È il «processo della scimmia», il processo del secolo in America.
Nel dicembre del 2005 a Harrisburg si replica, ma a parti rovesciate. L’insegnamento del disegno intelligente è giudicato incostituzionale perché è una mera «progenie del creazionismo» e presuppone una «forza sovrannaturale». Sembra una sentenza definitiva, ma lo scontro su Darwin divide nel profondo la società americana, l’unica in Occidente a non essersi mai pacificata con la Grande Ipotesi del naturalista inglese e con la sua concezione della vita, al centro di una guerra che investe la natura stessa della democrazia e rispetto alla quale l’Europa appare invece inerte. L’ordinaria coscienza popolare e l’establishment liberal si confrontano su quello che resta un punto dirimente dell’identità culturale occidentale: il ruolo della religione nella società, a partire dalla scuola pubblica.
L’ideologia del darwinismo sociale ispira le grandi università e i centri di ricerca, dove in pochi decenni in nome dell’utopia scientista si è passati dalla genetica all’eugenetica. «È cominciato tutto con l’Evoluzione ed è finito con l’Eugenetica», scrisse già agli inizi del secolo scorso il cattolico Chesterton. E proprio l’eugenetica si agita come un lugubre fantasma nelle dense pagine del libro di Giulio Meotti, e con essa si rivelano le più recenti «frontiere» della scienza, sempre attraversate per il «bene» dell’umanità, dalla procreazione artificiale all’eutanasia, alla distruzione degli embrioni (Erwin Chargaff parlò di una nuova «Auschwitz molecolare»).
L’America è stata un terreno di coltura ideale per molti degli esperimenti scientifici più sconcertanti del ’900 – nel 1927 la Corte Suprema degli Stati Uniti si espresse a favore della sterilizzazione degli unfit, degli inadatti, perché, come sentenziò il giudice Wendell Holmes, «tre generazioni di imbecilli sono abbastanza. Non vedo ragione per attribuire all’uomo un significato diverso da quello del babbuino». Da allora centomila americani sono stati sterilizzati, la maggior parte dopo la follia nazista.
Ma anche la cronaca più recente resta tremenda. Il caso Terri Schiavo è solo il più eclatante e la sua morte per denutrizione, voluta da un tribunale, dai medici e dal marito in nome della buona vita, non cessa di scuotere le coscienze. Ma forse è inutile pretendere il lume della pietà – della ragione – da chi ha paragonato i suoi tristi sorrisi a «girasoli che seguono il movimento del sole nel cielo».

L’AUTORE. Giulio Meotti, laureato in filosofia a Firenze, è giornalista del «Foglio».
RECENSIONI. Antonio Carioti, «Corriere della Sera», 30 giugno 2006 «Giulio Meotti, giornalista del “Foglio”, riporta sul banco egli imputati le teorie darwiniane. In parte perché il cieco meccanismo evolutivo gli pare inadeguato a spiegare l’origine della vita. Ma soprattutto perché a suo avviso Darwin, riducendo l’uomo a un semplice animale, ne avrebbe ferito irrimediabilmente la dignità, autorizzando ogni esperimento sulla sua pelle. Meotti […] presenta il darwinismo come il padre dell’eugenetica, funesta teoria che in America e in Svezia sfociò nella massiccia sterilizzazione forzata di individui considerati anormali e nel Terzo Reich portò alla loro uccisione. Un orrore che […] oggi si ripropone con le manipolazioni genetiche e l’eutanasia legale. Meotti non usa mezzi termini: vede nel darwinismo “un nemico spietato dell’uomo”, che “non ha mai esaurito la sua carica di morte”.» Matteo Orsucci, «Linea», 16 giugno 2006 «Nel libro di Giulio Meotti si spiega come gli eccessi della scienza contemporanea affondino le basi nel darwinismo»
***
IL TAO DELLA BIOLOGIA

IL TAO DELLA BIOLOGIA EDIZIONI LINDAU. AUTORE: Sermonti G. Il tao della biologia. Saggio sulla comparsa dell’uomo COLLANA:
I Draghi PAGINE: pp. 144 ILLUSTRAZIONI: N° 33 b/n FORMATO: cm. 14×21 PREZZO: euro 14,50 ISBN: 978-88-7180-696-9
L’AUTORE. GIUSEPPE SERMONTI (Roma, 1925), genetista dal 1950 presso l’Istituto Superiore di Sanità in Roma, ha fondato la genetica dei microrganismi produttori di antibiotici e ha presieduto la International Commission for Genetics of Industrial Microorganisms.
Nel 1964 vince una cattedra di Genetica e nel 1970-71 presiede l’Associazione Genetica Italiana. Nel 1980 è eletto alla vicepresidenza del XIV Congresso Internazionale di Genetica a Mosca. Lo stesso anno è chiamato alla direzione della «Rivista di Biologia» (fondata nel 1919). In quel periodo inizia la sua critica allo Scientismo e all’Evoluzionismo darwiniano, che lo isola dall’establishment accademico. Nel 1982 l’Accademia Pontificia lo invita a partecipare a un gruppo di lavoro sull’Evoluzione dei Primati. Nel 1986 è tra i fondatori, a Osaka, del gruppo degli Strutturalisti dinamici, di cui la «Rivista di Biologia» diviene l’organo.
Alla ricerca dei significati non utilitaristi della scienza, indaga e scopre leggi naturali e tecniche chimiche nelle fiabe del focolare. Scrive e rappresenta drammi sui protagonisti della scienza. Nel 2004 riceve il Premio per la Cultura della Vicepresidenza del Consiglio, per le sue ricerche e critiche scientifiche. Pubblica indagini sulla nascita degli alfabeti dalle costellazioni dello Zodiaco. Tra le sue opere scritte o riedite negli ultimi anni, Il mito della Grande Madre (2002), Il crepuscolo dello scientismo (1971, 2002), Dimenticare Darwin (1999, 2003), Fiabe di tre reami (1986-92, 2004), Why Is a Fly Not a Horse? (2004), Tra le quinte della scienza (commedie, 2007).

RECENSIONI. Gabriele Burrini, «Astra», marzo 2008 «Un’operetta consolante, la presenta così l’autore. Perché prova con solide argomentazioni che l’uomo non deriva dalla scimmia, ma da una “madre comune” […]. Solo che mentre l’essere umano conserva le originarie potenzialità ed è rimasto fanciullo, la scimmia invecchiata.»

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i poveri di JHWH


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MY JHWH ] URLERò COSì FORTE: così COME RUGGISCE IL LEONE DELLA TRIBù DI GIUDA, E IL TERRORE SI DIFFONDERà, CONTRO TUTTE LE CREATURE MALVAGIE! SI DIFFONDERà il terrore PER TUTTO IL REGNO DELL’ANTICRISTO con angoscianti e TERRIFICANTI PRESAGI DI MORTE.. la distruzione senza rimedio seguirà, per molti il sole del giorno dopo mai più potrà sorgere!
a Benjamin Netanyahu e: a tutto il popolo mondiale degli ebrei, tutti i miei: ” regali ministri di Israele” non ha importanza, se i criminali moriranno veramente, noi li crederemo morti in noi stessi, perché, anche noi possiamo morire al peccato definitivamene! e, questo noi possiamo crederlo e pregarlo e ottenerlo: infatti: è scritto: ” LA FEDE NON DELUDE!” E benché, nostro padre Abramo fece molti peccati, per inesperienza spirituale, involontariamente, tuttavia da quello che dovette sofffrire, la sua fede crebbe e divenne perfetta, ed è stato chiamato il PADRE di tutti i credenti! Ma piacque a Dio JHWH, anche, ed ancora di più, al di la, di tutti i suoi atti di giustizia e di eroismo, infatti, per nessuno di essi, lui Abramo fu giusticato e per nessuno di essi piacque  Dio: ma, piacque a Dio per la sua fede: “ECCO PERCHé L’AMORE SUPERA LA LEGGE ” e “pieno compimento della legge è l’AMORE!” quindi, il Talmud è declassato a semplice libro letterario, è lui che impedisce la effusione dello SPIRITO SANTO, affinché, vengano benedetti tutti i popoli del mondo!
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http://fedele.altervista.org [ Salman dell’Arabia Saudita ]] ALLORA TU SEI TUTTO SCEMO! [[ così, io per proteggere Israele dalla Kabbalah dei Rothschild, che ha già portato a morire 6 milioni di ebrei circa, con Hitler, io devo danneggiare qualche religione? ] ALLORA TU SEI TUTTO SCEMO! [ Qui, tutti lo sanno, se tu non eri un assassino seriale, un criminale internazionale, io non avrei, mai detto nulla contro il mio Santo Islam, che può essere una religione benefica e positiva, ma, che, tu ne hai fatto una religione maligna e negativa, come è il satanismo stesso! ] E SE L’ISLAM VERRà ABOLITO SUL PIANETA I SATANISTI FARISEI DARANNO LA COLPA A ME, MENTRE IN RELATà, LORO LO AVEVANO PROGETTATO, già,  PRIMA CHE IO NASCESSI CON LA LORO KABBALAH [ OK! Maometto è il figlio di satana, esoterista, tutti i crimini e tutti i peccati sono stati con lui, quelli che hanno scritto 4 volte il Corano, distruggendo 4 edizioni, dopo di lui, erano degli assassini, come dei pezzi di merda di asino.. ma, l’Islam tuttavia non sarebbe mai diventato qualcosa di cattivo, se voi non eravate cattivi! VOI SIETE CATTIVI, e STUPIDI anche, PERCHé VOI NON STATE FACENDO NULLA PER AIUTARE ME! O ci salveremo insieme, o moriremo insieme in questa guerra mondiale, ma, tu hai fatto di te stesso un ipocrita criminale a cui nessuno si può avvicinare! 
Salman dell’Arabia Saudita ] tu non devi dire: “la Monarchia Inglese la fanno vivere, quindi faranno vivere anche me” [ perché Elisabetta II, LEI è Gezabele II, e stanno nelle banche SpA, INSIEME con i Rothschild a succhiare il Signoraggio Bancario, ED IL SANGUE DEI POPOLI SCHIAVI ] NON HAI VISTO TU COME HANNO RIMOSSO, TUTTE LE MONARCHIE TEOCRATICHE? INFATTI, I FARISEI MASSONI COSPIRAZIONE USURA E SCHIAVITù UNIVERSALE, idolatria talmud, Baal JaBullOn loro ODIANO I POTERI forti: MONARCHICI E TEOCRATICI!
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Elisabetta II del Regno Unito ] e già, come no, tutto ad un tratto: adesso, non lo conosce nessuno questo Demonio usuraio Rothschild il Parassita? Voi portate tutti il suo demonio denaro del debito: in tasca! Voi siete tutti, i suoi complici con lui all’inferno!
my JHWH ] perché io non posso mai stare da solo in pace a lavorare? Questi leggeno i miei articoli nel momento stesso che io li sto digitando sul WordPad, altro che DATAGATE, ormai i nostri sistemi operativi non sono una protezione per nessuno, e tutti lo sanno io ho soltanto windows
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Bush 666 Rothschild SpA Gmos ] sostanzialmente [ io credo che, voi dovreste ringraziare, i vostri agenti CIA 666 in facebook, per avermi chiuso la pagina di ANSA MONDO.. che felicità! ADESSO MI POSSO DEDICARE SOLTANTO A VOI! [ 
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Salman dell’Arabia Saudita ] possibile che, proprio tu con tutti i tuoi assassini della Galassia Jahdista shari’a il nazismo, per il mondo intero Califfato: allah akbar, tu non riusciresti a fare un lavoro sporco a nome mio? infatti la leggittima difesa non è omicidio colpevole!
my JHWH holy holy ]  adesso sono più offesi gli sgozzatori maomettani o gli usurai strozzini farisei? Ahhhh adesso ho capito: “sono entrambi: i commercianti di schiavi: dello anticristo!” OK! ALLORA, noi NON ABBIAMO PIù UNA SPERANZA DI EVITARE questa GUERRA MONDIALE nucleare: dunque che sia! HAI VISTO? QUESTA VOLTA, IO HO VINTO LA MIA SCOMMESSA CONTRO DI TE!
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my JHWH holy ] e che cazzo è da oltre 25 anni che questi maomettani mi hanno messo a contare i cadaveri dei martiri cristiani innocenti! MO BASTA [ EIH, TU  ANIMA MALEDETTA Muhammad, Jaman, Awal, SHARI’A, Islam, nazismo Satana ] nel nome di Gesù di Betlemme [ tu spirito malefico, maligno, assassino seriale nazista, tu vieni fuori, esci dal corpo del Genere Umano! amen alleluia! ] [ C. S. P. B. Crux Sancti Patris Benedecti. http://esorcismo.altervista.org/esorcismo_san_benedetto.htm ] Croce del Santo Padre Benedetto C. S. S. M. L. Crux Sacra Sit Mihi Lux Croce sacra sii la mia Luce. N. D. S. M. D. Non draco sit mihi dux. Che il dragone non sia il mio duce V. R. S. Vadre Retro satana Allontanati satana! N. S. M. V. Non Suade Mihi Vana Non mi persuaderai di cose vane S. M. Q. L. Sunt Mala Quae Libas Ciò che mi offri è cattivo. I.V. B. Ipsa Venena Bibas Bevi tu stesso i tuoi veleni. + In nomine Patris, et Filii et Spiritui Sancto. Croce del Santo Padre Benedetto. Croce Santa sii la mia Luce e non sia mai il dragone mio duce. Va indietro satana! Non mi persuaderai di cose vane. Sono mali le cose che mi offri, bevi tu stesso il tuo veleno. Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo +. Amen!
P. Pio dice: “Quanti disgraziati nostri fratelli non corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della massoneria!”Temono che possiamo unirci su questo obiettivo, perché risolverebbe tutti gli altri e così perderanno il controllo su di noi
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US Drops Key Demand to Inspect Iran Nuclear Sites. In a major setback to stop Iran from nuclear capability, the US has agreed to drop its key demand to inspect Iran’s nuclear sites. A bad deal has now become much worse. kerry Zarif. WATCH: What the World Looks Like with a Nuclear Iran (Chilling Video)  This SHOCKING video shows what would likely happen if an Iran nuclear deal goes bad, resulting in nuclear threats and actual attacks. The real world with a nuclear Iran. On Thursday speaking to new graduates of the Israeli Air Force, Prime Minister Benjamin Netanyahu issued new last-minute warnings on the nuclear agreement with Iran. As the June 30 deadline for the deal is just days away, the Israeli PM said the West is making too many concessions and paving the way for Iran to be his country’s “top threat.” But he says there is still enough time to make a good deal. “[The West] could still come to their senses,” said Netanyahu. “It’s still not too late to insist on a good agreement, and certainly not too late not to promote a bad agreement.” But he is warning that concessions are only making Iran’s desire to become a nuclear power more intense. “These concessions increase Iran’s appetite, and every day, they come and further raise their requirements in order to squeeze more concessions from them,” the prime minister said. “This agreement is fundamentally flawed,” he added, “leaving the path to achieving Iran’s arsenal of nuclear bombs within a decade.” “I repeat it now: no agreement is better than a bad agreement,” Netanyahu warned, but insisted that no matter the outcome, “Israel will always protect itself, and the IAF is a big part of that.”
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    What if the Iran Deal is a Bad Deal. Scene of terror attack     Female Palestinian Terrorist Stabs Female IDF Officer. A female IDF officer is in moderate to serious condition after being stabbed in the neck by a female terrorist in Palestinian Authority-controlled Bethlehem.
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Desecration of the Mount of Olives Cemetery     WATCH: Arab Vandals Destroy Jewish Tombstones on the Mount of Olives. The situation is becoming dire on the Mount of Olives cemetery where Arabs are frequently vandalizing, burning and destroying Jewish tombstones. [Destruction and Tomb Burning on Mount of Olives. Following the severe vandalism on the ancient Mount of Olives Jewish cemetery by Arab rioters, the Religious Services Ministry intends to double the security budget for the site, Arutz Sheva has learned Tuesday. “We are not going to give in to terrorism in the Mount of Olives area,” Religious Affairs Minister David Azoulay (Shas) stated Tuesday. “We will double the security budget during the approvals process for the state budget in order to stop vandalism on the Mount.” “There are 5,000 vacant gravesites [on Mount of Olives], which you don’t have on Har Hamenuchot [the other main cemetery in Jerusalem – ed.], for example, but people are afraid to bury their loved ones there because of the desecration of gravestones and sense of a lack of security on the roads leading there,” he added. Religious Affairs Ministry CEO Oded Fluss added that the entire issue speaks volumes about whether Israel is truly exercising its sovereignty over Jerusalem. [ Watch Here ] He added that even a small boost in funding for security would solve many of the problems with the Mount. “I do not know why the desecration of graves at other locations stirs up a media storm, while here, it’s done systematically,” he lamented. a “We intend to make every effort to combat this phenomenon and bring this intolerable situation on the Mount of Olives and its roads to the public consciousness.” The budget for Mount of Olives is due to be expanded in any event, as part of the implementation of the coalition agreement ruling party Likud signed with Shas to form the new government. Ongoing vandalism at the Mount has recently escalated, as Arabs have begun not only smashing tombstones, but torching graves as well. Jews are becoming afraid to bury their dead there as a result of the vandalism, which in some cases the Israel Police have blamed on the Jews themselves, in what activists say is an attempt to avoid tackling the problem. Source: Arutz Sheva ]
=================      [Horrifying Video] Watch What Happens if the Iran Deal Goes Bad
Dear Lorenzo, The video you are about to watch will shock you. It is not like anything you have ever seen before.
Although horrifying beyond belief, it is a realistic depiction of what can actually happen if the Iran deal goes bad. It’s chilling how realistic it is. You absolutely must take a glimpse [ https://go.madmimi.com/redirects/1435519020-91b52746d467a0f7b6b813cb7022bdb7-9e03887?pa=31291241763 ] at the world with a nuclear Iran.
After you watch, please FORWARD this email to every single person you know. You will understand why.
Click Here to Watch the Frightening Video https://go.madmimi.com/redirects/1435519020-2b16c46b8d78b717b9e5bbb3d21093ba-9e03887?pa=31291241763 Join us in praying that what you have just seen will never actually happen. But that’s not enough. We must do everything in our power to stop a nuclear Iran.
Yes, Israel needs your help. But so does the entire free world. We cannot afford to remain silent. Contact your elected officials today! Click Here to Sign the Petition to Stop Iran. Again, we urge you to forward this email to everyone you know – RIGHT NOW! Thank you for standing United with Israel.]
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Palestinian rock terror     Rock-Throwing Arabs Attack Jewish Children in Jerusalem. Rock-throwing Arab terrorists attacked a bus filled with small children in Jerusalem on Monday. The children managed to escape unharmed.
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Urge President Obama and the US Congress: Keep the Pressure on Iran
Thank you for signing the Petition http://stopiran.org/thankyou.php?status=old_email&Contact0Email
     Terrorists Open Fire on Israeli Drivers Near Community of Shiloh: Victim: ‘They Wanted to Kill Us Because We Are Jews’. Click here to watch: Terrorists Open Fire on Israeli Drivers Near Community of Shiloh

Terrorists opened fire on Monday evening on an Israeli vehicle near the community of Shiloh in the Binyamin region. Four people were wounded in the attack, including one seriously. Two of the victims were evacuated to the Shaarei Tzedek Hospital in Jerusalem, among them the seriously wounded victim and one more in light-to-moderate condition. Two other victims were evacuated to the Hadassah Ein Kerem Hospital. Magen David Adom reported that “at 22:55 there were reports of ah shooting at three people near the community of Shvut Rachel. Magen David Adom teams on their way.” The terrorist attack in Shvut Rachel is the second attack in several hours. Earlier on Monday, an IDF soldier was wounded in a stabbing attack at Rachel’s Tomb in Bethlehem. According to security sources, a female Arab terrorist arrived on Monday morning at the checkpoint adjacent to Rachel’s Tomb, located south of Jerusalem and adjacent to Bethlehem in Judea, where she stabbed a 25-year-old female IDF soldier who was manning the checkpoint several times in the neck. After paramedics carried out emergency first aid at the scene, the soldier was evacuated in serious condition for further medical treatment at the Hadassah Ein Kerem Hospital in Jerusalem. Shortly after being evacuated to the hospital the soldier’s condition stabilized, but continued to be classified as moderate to serious. And on Saturday night, terrorists opened fire on a civilian ambulance as it was driving along a road adjacent to Beit El in the Binyamin region. At least three direct hits from the bullets were located on the ambulance, but fortunately no one was wounded in the incident.
Watch Here https://www.youtube.com/watch?v=GgxA9pQHA1k Victim: ‘They Wanted to Kill Us Because We Are Jews’
Yair Ofer from Kohav Hashachar, one of the Jews wounded in the shooting attack Monday in the Binyamin region, spoke to B’Hadrei Haredim​ from his hospital bed Tuesday morning about his ordeal. Yair also commented on the latest spike in attacks in Judea and Samaria, noting that a good deal of the problem lies with the “settler” label. “They say I’m a ‘settler.’ What does this mean, ‘settler?” he fired. “I grew up in Jerusalem and looked for a nice place to raise my children. I am a father of two children and I’m married, and they are my life.” “I am a student and I work very hard so that we have money and live well enough,” he continued. “No one gives me money. The state doesn’t help ‘settlers.’ I pay tax and national insurance, and we work hard and listen to them call us ‘settlers,’ and it’s ‘okay’ for them to do that because we are ‘land grabbers.” “No!” he added. “Overall, we believe that the Land of Israel is ours and it is our right to live there.” “I have never hit an Arab, I work with Arabs, and I treat them as people like any other people, whom we should treat with respect,” Yair declared. “I’m not going to war. We want to live in peace.”
http://www.israelvideonetwork.com/terrorists-open-fire-on-israeli-drivers-near-community-of-shiloh/?omhide=true&utm_source=MadMimi&utm_medium=email&utm_content=Terrorists+Open+Fire+on+Israeli+Drivers+Near+Community+of+Shiloh&utm_campaign=20150630_m126386047_6%2F30+Breaking+Israel+Video%3A+Terrorists+Open+Fire+on+Israeli+Drivers+Near+Community+of+Shiloh&utm_term=terror-attack-shiloh_png_3F1435659668
Source: Arutz Sheva ] The One Video About Peace in the Middle East Every Person Must See [ On September 18, 1978, Egyptian President Anwar Sadat and Israeli Prime Minister Menachem Begin signed the so-called Camp David Accords, cementing the notion that land for peace would become the basis for a resolution of the Arab-Israel conflict. In 2000 Israel withdrew it’s forces from Lebanon. In 2005 Israel withdrew it’s forces and all of its civilians from the Gaza strip. Did Israel really get peace? http://www.israelvideonetwork.com/the-one-video-about-peace-in-the-middle-east-every-person-must-see/?omhide=true&utm_source=MadMimi&utm_medium=email&utm_content=Terrorists+Open+Fire+on+Israeli+Drivers+Near+Community+of+Shiloh&utm_campaign=20150630_m126386047_6%2F30+Breaking+Israel+Video%3A+Terrorists+Open+Fire+on+Israeli+Drivers+Near+Community+of+Shiloh&utm_term=F140728EI01-e1403978093665_jpg_3F1435657523
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Ciao, lorenzo. [ Due pastori sudanesi, padre Michael Yat e padre Peter Reith) rischiano l’ergastolo o la pena capitale.
 E questo per aver predicato il Vangelo. Chiedi all’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani di intervenire!
] Scrivo per invitarti a partecipare a questa nostra petizione (http://www.citizengo.org/it/25963-due-pastori-cristiani-rischio-pena-di-morte-sudan), riguardante il caso di due pastori sudanesi, il reverendo Michael Yat e il reverendo Peter Reith, arrestati e detenuti ingiustamente in Sudan, in base ad accusa assurde che potrebbero addirittura comportare la pena di morte. Lo scorso dicembre, padre Michael si è recato presso una chiesa evangelica presbiteriana precedentemente attaccata e distrutta delle autorità. Dopo il sermone, il religioso è stato arrestato immediatamente. Padre Peter ha denunciato pubblicamente l’ingiusto arresto ed è stato a sua volta condotto in carcere nei primi giorni del mese successivo. Il processo, che vede i due predicatori imputati di minaccia al sistema costituzionale del Sudan e di spionaggio, è iniziato lo scorso 15 giugno. Ma la palese assenza di testimoni dimostra come i due siano stati arrestati esclusivamente in base alla loro fede religiosa e alla loro attività di evangelizzazione.
Inizialmente detenuti in un luogo ignoto, i due pastori sono stati da poco rintracciati. Denunciano violenze psicologiche e intimidazioni: solo da poco hanno potuto rivedere i propri famigliari (il reverendo Yat ha due figli piccoli; il reverendo Reith una bambina appena nata). E sempre e solo attraverso una finestra schermata.
Si tratta di vere e proprie persecuzioni religiose, perpetrate nonostante la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (sottoscritta dal Sudan) e la stessa Costituzione sudanese, che garantiscono il diritto alla libertà di culto.
Per questo, ci rivolgiamo all’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani,Zeid Ra’ad Al Hussein, chiedendogli di intervenire. Ti invito, lorenz, a firmare questa nostra iniziativa (cliccando sul link seguente) e, dopo averlo fatto, a condividerla con i tuoi contatti (potrai farlo tramite social media, attraverso la pagina che visualizzerai dopo la firma) o inoltrando direttamente questo mio messaggio via email:
Firma qui: http://www.citizengo.org/it/25963-due-pastori-cristiani-rischio-pena-di-morte-sudan
Persecuzioni religiose contro i cristiani non sono una novità in Sudan. Ciò che è successo un anno fa con il caso di Meriam (la donna ingiustamente condannata a morte per apostasia) dimostra la terribile situazione dei cristiani che vivono in quel Paese, ma anche la potenza e l’efficacia di un’iniziativa di mobilitazione e pressione internazionale. Nel caso di Meriam, è stato proprio grazie all’interesse e agli appelli da tutto il mondo (tra cui le più di 300.000 firme raccolte da CitizenGO) che si è giunti alla sua liberazione. Ora vogliamo e dobbiamo fare lo stesso per padre Peter e padre Michael.
Per ogni firma raccolta, il nostro sistema invierà automaticamente una email all’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani e all’indirizzo istituzionale della presidenza del Sudan, chiedendo all’Alto Commissario di adoperarsi perché padre Michael e padre Peter siano rilasciati immediatamente.
Firma qui: http://www.citizengo.org/it/25963-due-pastori-cristiani-rischio-pena-di-morte-sudan
Grazie mille del tuo interesse nei confronti delle nostre campagne di raccolta firme e della tua partecipazione.
A presto, Matteo Cattaneo e tutto il team di CitizenGO
P.S.: Come certamente sai, lo scorso sabato si è svolta a Roma una grande manifestazione, organizzata dal comitato “Difendiamo i nostri figli”, a difesa della famiglia naturale e contro l’indottrinamento gender nelle scuole, l’utero in affitto e il “matrimonio gay”. L’evento ha avuto enorme successo, con centinaia e centinaia di migliaia di famiglie arrivate da tutta Italia. Anche noi di CitizenGO siamo stati felici di partecipare. Ecco il nostro video della manifestazione: https://www.youtube.com/watch?v=4ZoPR2GnwNg
Libertà per i pastori cristiani ingiustamente detenuti. a Zeid Ra’ad Al Hussein, Alto Commissario dell’ONU er i diritti umani. Sono rimasto scioccato per la situazione dei pastori Yat Michael e Peter Yein Reith, a rischio pena di morte per aver predicato il Vangelo in Sudan. Si tratta di una palese violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (articolo 18) e della Costituzione del Sudan (sezione 6). Chiedo il rilascio immediato di padre Michael e padre Reith! Due pastori cristiani (il reverendo Michael Yat e il reverendo Peter Reith) sono stati arrestati in Sudan e rischiano la pena di morte. L’arresto risale allo scorso dicembre, dopo un sermone tenuto da padre Michael nella sua chiesa evangelica presbiteriana, distrutta poco prima dalle autorità. Padre Peter, dopo aver condannato l’ingiusto arresto di padre Michael, è stato anch’egli rinchiuso in carcere.
Secondo testimoni della stessa chiesa dei due pastori, “non si tratta di niente di nuovo per la nostra chiesa. Quasi tutti i pastori sono stati arrestati. Siamo stati presi a sassate e a bastonate. Questo è il loro modo di comportarsi con le chiese cristiane. Non siamo sorpresi.”
Il processo ha preso il via lo scorso 15 giugno. L’assenza di testimoni, manifestatasi negli ultimi giorni, prova che i due pastori stanno subendo minacce legali e persecuzioni semplicemente a causa della loro fede.
Padre Michael è sposato e ha due bambini (uno di un anno e l’altro di 3), mentre padre Peter, che gestisce un orfanotrofio nel Sud Sudan, ha una figlia appena nata.
Vogliamo chiedere alle Nazioni Unite di agire. Quando Meriam, sempre in Sudan, è stata arrestata e condannata a morte a causa della sua fede cristiana, è stato grazie alla pressione internazionale (causata anche da CitizenGO) che il suo caso si è risolto per il meglio. Dobbiamo fare lo stesso ora!
Per ogni firma a questa petizione, il nostro sistema invierà una email a Navi Pillay, Alto Commissario ONU, e a l presidente sudanese Omar al-Bashir, con il testo della petizione che si trova qui a destra.
Ulteriori informazioni (inglese): 2 Pastors face possible death penalty for preaching the gospel http://pulse.ng/religion/in-sudan-2-pastors-face-possible-death-penalty-for-preaching-the-gospel-id3782295.html
http://blogs.cbn.com/globallane/archive/2015/06/01/imprisoned-south-sudan-pastors-unafraid.aspx
After Meriam Ibrahim’s Release, Why Are Two Christians Still Facing The Death Penalty In Sudan? http://www.huffingtonpost.com/2015/05/21/sudan-christians-death-penalty_n_7346896.html
Interview: Imprisoned South Sudan Pastors Unafraid.
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Today marks one year since the Islamic State proclaimed the dawn of a new Islamic ‘caliphate’ in Iraq and Syria, and thousands of Christians were forced to flee. year ago, few people had any idea what the word ‘caliphate’ means. Then, on June 29, 2014, an army of radical Sunni Muslims proclaimed the dawn of a new Islamic ‘caliphate’, or Islamic State (IS). In the year since, Christians of Syria and Iraq have learned first-hand what a caliphate means to them: They can become Muslim. They can leave. Or they can die. Christians who live outside the IS shadow, however, also need to understand what the IS embodiment of a caliphate means for persecuted believers, Christians worldwide, and what Open Doors is doing to help. The Islamic State’s interpretation of Islam is a grave threat to Christians. Untold numbers have been killed, raped or abducted. Hundreds of thousands of Syrian and Iraqi Christians have been driven from their homes, creating a humanitarian crisis of the first order. While many of the oldest Christian communities in the world have been overrun, and their existence is at stake. Open Doors refuses to accept that there may be no more Church left in Iraq or Syria, but the world needs to wake up and recognise the seriousness of the threat. The IS movement has a strong potential to spread beyond Iraq and Syria through foreign jihadists. It is realistic to expect more jihadists, returning to their native Western countries, will turn against Christian, Jewish or Western influences in Europe and worldwide. Anxious Western governments could be in danger of restricting Muslims too much. That could create a vicious cycle of frustration and resentment, which may fuel further violence against these Christian, Jewish or Western influences.
https://www.opendoors.org.za/eng/persecuted_christians/news_persecuted_church/news_2015/06_june/iraq_syria_declaration_is_caliphate/
 I livelli ideologici di quella che era una volta la nostra società ebraico cristiana (la sacraità del valore della vita) sono in caduta libera, perché il sistema massonico: i maggiori  specialisti massoni di ingegneria sociale della storia, del nuovo ordine mondiale: con la sua potenza finanziaria politica e mediatica, rappresenta il nuovo criterio di cosa è giusto e di cosa è sbagliato, il materialismo relativismo edonismo e nichilismo: (ogni uomo è il suo portafolio e il suo ruolo nel sistema: il potere massonico) ecco perché Dio e la sua legge naturale sono andati in cantina. ADESSO QUELLO CHE ATTENDE LA NOSTRA SOCIETà è UN NUOVO LIVELLO DI IMPAZZIMENTO E IMBARBARIMENTO. Aleteia – Negli USA il matrimonio gay è legge Storica decisione della Corte Suprema americana che rende legale in tutti gli Stati le unioni omosessuali… COME ANCHE NEL (più il District of Columbia). CON ALTRI 13 stati il matrimonio gay era esplicitamente vietato.
Secondo un sondaggio di Gallup, dal 1996 al 2014 i cittadini americani favorevoli alla legalizzazione dei matrimoni gay sono passati dal 27 al 55 per cento. L’amministrazione democrata del presidente uscente Barack Obama è favorevole all’equiparazione fra matrimonio omosessuale ed eterosessuale già dal 2011. Una precedente sentenza della Corte aveva riconosciuto a livello federale la validità di tali unioni, ora i singoli stati non potranno più sottrarsi a questo riconoscimento.
La sentenza era ampiamente attesa vista anche la difficoltà di trovare qualcuno che difendesse la tesi opposta di fronte alla Corte. http://www.aleteia.org/it/tag/matrimonio-gay-5706778486505472

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