tecnocrazia lgbtq diritti Satana UE anticristo commercianti degli schiavi: dalit dhimmi(sharjah) e goyim(Spa$Co), Jabull-On e alto tradimento Costituzionale il signoraggio bancario sono alleati tra di loro! CSPBCSSMLNDSMDVRSNSMVSMQLIVB drink your poison made by yourself, BURN SATANA ROCKEFELLER ALLAH IN JESUS’S NAME
al MIO FRATELLO, Abd Allah bin Abd al-Aziz Al Saud, Re dell’Arabia
Saudita Abdullah. e Benjamin Netanyahu, spesso soprannominato Bibi, OK!
NEL FRATTEMPO METTETEVI DACCORDO TRA VOI, CIRCA LA MIA PROPOSTA! che
cosa hanno fatto i satanisti della cia datagate entrando nel mio:
Lorenzojhwh UniusREI
jhwhinri@gmail.com
mi hanno disattivato la funzione Impostazioni › Email e cellulare !!
QUELLO CHE HANNO OTTENUTO è DI FARMI PERDERE TANTO TEMPO!!!
corpo di cristo
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Il meglio della rete
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Profeta e Scienziato prof. Giacinto Auriti
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A tutte le NAZIONI del MONDO: “morte all’usuraio!”
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ora basta!
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monarchia bancaria internazionale, assolutistica e parassitaria
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New World Order – Nuovo ordine mondiale
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Jesus il messia viene! Maranatha, vieni Signore Gesù!
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FASE TRE – divulgare il nuovo ordine mondiale: strategie della PIRAMIDE massonica.
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Satanismo Internazionale del nuovo ordine mondiale!
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signoraggio internazionale
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dignità dell’uomo
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signoraggio S.p.A.
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democrazia estinta perchè camuffata
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PRESTO
QUESTO ABOMINIO Islam ABOMINIO FINIRà DI ESISTERE! gli atei
evoluzionisti, le scimmie GENDER, non hanno nessun senso della logica,
dal momento che, condannano a morte Israele, e tutto l’Occidente, per
spianare la strada alla shariah, della LEGA ARABA, il peggiore nazimo
CALIFFATO OTTOMANO della storia! Ma questa non è la agenda di questi
coglioni sauditi salafiti spietati assassini.. NO! questa, è la agenda
Rothschild talmud i satanisti DATAGATE NWO FMI SPA GMOS! Isis lapida
uomo per adulterio in Siria. Due giorni dopo notizia su donna che ha
subito stessa sorte. C. S. P. B. Crux Sancti Patris Benedecti Croce del
Santo Padre Benedetto. C. S. S. M. L. Crux Sacra Sit Mihi Lux. Croce
sacra sii la mia Luce, N. D. S. M. D. Non draco sit mihi dux. Che il
dragone non sia il mio duce V. R. S. Vadre Retro satana, Allontanati
satana! N. S. M. V. Non Suade Mihi Vana, Non mi persuaderai di cose
vane, S. M. Q. L. Sunt Mala Quae Libas, Ciò che mi offri è cattivo, I.V.
B. Ipsa Venena Bibas, Bevi tu stesso i tuoi veleni, ESORCISMO (Al segno
+ ci si fa il segno della croce) + In nomine Patris, et Filii et
Spiritui Sancto, Croce del Santo Padre Benedetto. Croce Santa sii la mia
Luce e non sia mai il dragone mio duce. Va indietro satana! Non mi
persuaderai di cose vane. Sono mali le cose che mi offri, bevi tu stesso
il tuo veleno. Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo +.
Amen!
PRESTO QUESTO ABOMINIO Islam ABOMINIO FINIRà DI ESISTERE!
Quella bambina di tre mesi che è stata uccisa: il suo vero nome è:
Genere Umano! “PRESTO QUESTO ABOMINIO Islam ABOMINIO FINIRà DI
ESISTERE!”. TEL AVIV, 23 OTT – Lamentava problemi mentali emersi dopo
aver scontato un periodo di detenzione in Israele Abdel Rahman
al-Shaludi, il ventenne palestinese ucciso a Gerusalemme da un agente
della polizia israeliana dopo che con la sua auto aveva investito un
gruppo di passanti, provocando la morte di una bebe’ e il ferimento di
altre 8 persone. Secondo la polizia israeliana si e’ trattato di un
attentato. La agenzia Maan ha appreso che al-Shaludi aveva fissato un
appuntamento con uno psichiatra. LO VANNO DICENDO TUTTI NEL REGNO DI
DIO: “TUTTI I MUSULMANI HANNO GRAVI PROBLEMI PSICHICI! “
C. S. P.
B. Crux Sancti Patris Benedecti Croce del Santo Padre Genere Umano”
Benedetto. C. S. S. M. L. Crux Sacra Sit Mihi Lux. Croce sacra sii la
mia Luce, N. D. S. M. D. Non draco sit mihi dux. Che il dragone non sia
il mio duce V. R. S. Vadre Retro satanaMy JHWH Holy — quello che, io
odio di questi satanisti farisei cabalisti luciferini talmud agenda FMI
Banca MOndiale, Rothschild.. è che, loro si prendono sempre troppo
tempo, e troppi cadaveri, per fare tutte le cose! C. S. P. B. Crux
Sancti Patris Benedecti Croce del Santo Padre Genere Umano” Benedetto.
C. S. S. M. L. Crux Sacra Sit Mihi Lux. Croce sacra sii la mia Luce, N.
D. S. M. D. Non draco sit mihi dux. Che il dragone non sia il mio duce
V. R. S. Vadre Retro satana. Allontanati satana! N. S. M. V. Non Suade
Mihi Vana. Non mi persuaderai di cose vane, S. M. Q. L. Sunt Mala Quae
Libas. Ciò che mi offri è cattivo, I.V. B. Ipsa Venena Bibas. Bevi tu
stesso i tuoi veleni, ESORCISMO (Al segno + ci si fa il segno della
croce) + In nomine Patris, et Filii et Spiritui Sancto, Croce del Santo
Padre Benedetto. Croce Santa sii la mia Luce e non sia mai il dragone
mio duce. Va indietro satana! Non mi persuaderai di cose vane. Sono mali
le cose che mi offri, bevi tu stesso il tuo veleno. Nel Nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo +. Amen! Allontanati satana! N. S. M.
V. Non Suade Mihi Vana, Non mi persuaderai di cose vane, S. M. Q. L.
Sunt Mala Quae Libas, Ciò che mi offri è cattivo, I.V. B. Ipsa Venena
Bibas, Bevi tu stesso i tuoi veleni, ESORCISMO (Al segno + ci si fa il
segno della croce) + In nomine Patris, et Filii et Spiritui Sancto,
Croce del Santo Padre Benedetto. Croce Santa sii la mia Luce e non sia
mai il dragone mio duce. Va indietro satana! Non mi persuaderai di cose
vane. Sono mali le cose che mi offri, bevi tu stesso il tuo veleno. Nel
Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo +. Amen!
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http://www.corrispondenzaromana.it/io-non-mi-lascero-dominare-da-nulla/
22
ottobre 2014. «Io non mi lascerò dominare da nulla». Lutero e
Melantone(di Cristina Siccardi) La coscienza di ogni individuo che segue
i principi del Creatore è quella che segue la Verità, portatrice di
libertà (Gv 8, 32); la «libertà di coscienza» di ogni individuo che
segue i propri voleri e i propri piaceri è quella che rende la vita
avviluppata di problemi e di infelicità. Tuttavia l’individuo, anche
cristiano, si ribella e vuole imporre la sua volontà, sfidando Dio e
corrompendo, di peccato in peccato, la sua splendente innocenza
battesimale.
C’è chi, pur conducendo una vita licenziosa, vuole a
tutti i costi vedere legittimati i propri atti dissoluti. Esistono casi
eclatanti nella storia, come quello di Enrico VIII, la cui scelta di
divorziare da Caterina d’Aragona per contrarre nuovo matrimonio con Anna
Bolena originò uno scisma all’interno della Chiesa.
Tuttavia un
fatto similare avvenne anche nel Protestantesimo stesso; mentre
quest’ultimo, però, si piegò alle voglie di Filippo I d’Assia, la Santa
Sede di Roma non si piegò a quelle di Enrico VIII. Fu così che il
Parlamento inglese approvò gli atti che sancirono la frattura con Roma
nella primavera del 1534. In particolare l’Act of Supremacy stabilì che
il Re è «l’unico Capo Supremo della Chiesa d’Inghilterra» e il Treasons
Act dello stesso anno rese alto tradimento, punibile con la morte, il
rifiuto di riconoscere il Sovrano come tale: molti martiri persero la
vita sul patibolo per tale ragione, fra questi san Tommaso Moro.
Alcuni
anni prima di tali fatti storici, il Langravio Filippo I d’Assia, dopo
poche settimane dal suo matrimonio con la malaticcia e poco piacente
Cristina di Sassonia, che probabilmente abusava anche di alcool, commise
adulterio e nel 1526 iniziò a considerare l’ammissibilità della
bigamia. Scrisse quindi a Martin Lutero per chiedergli la sua opinione
in merito, portando come precedente la pratica della poligamia tra i
patriarchi dell’Antico Testamento.
Lutero rispose che per un
cristiano non era sufficiente considerare gli atti dei patriarchi, ma
che, come per i patriarchi, era necessaria una speciale sanzione divina.
Poiché nel caso specifico tale sanzione non esisteva, l’eresiarca gli
raccomandò di non incorrere in un matrimonio poligamo. Ma Filippo non
abbandonò il suo progetto, né tantomeno uno stile di vita basato sul
libertinaggio che, per anni, gli impedì di accostarsi alla comunione
luterana (memoria dell’ultima cena di Cristo), dove non avviene la
transustanziazione, poiché Lutero la negò.
Entrò quindi in scena
Melantone con il caso di Enrico VIII: il riformatore propose che le
“difficoltà” del Re venissero risolte prendendo una seconda moglie,
piuttosto che divorziando dalla prima. Proposta che garbò molto al
langravio, avvalorata da alcune affermazioni dello stesso Lutero,
contenute nei suoi sermoni sulla Genesi. Tale soluzione parve a Filippo I
l’unico “medicinale misericordioso” per curare la sua coscienza malata
di vizi e di peccati. Egli quindi pensò di sposare la figlia di una dama
di compagnia di sua sorella, Margarethe von der Saale, la quale non
voleva a lui unirsi se non con l’approvazione dei teologi di Wittenberg,
approvazione che arrivò sotto le minacce dello stesso langravio d’Assia
a Rotenburg an der Fulda, dove, il 4 marzo 1540, Filippo e Margarethe
vennero uniti in matrimonio. La vicenda, comunque, fu di enorme scandalo
per tutta la Germania, tanto che alcuni alleati del langravio smisero
di servirlo e Lutero si rifiutò di confermare il proprio coinvolgimento
nella questione.
Come non ricondurre tali vicende alle proposte
avanzate all’interno del Sinodo straordinario sulla famiglia conclusosi
da poco? L’uomo contemporaneo, tronfio del suo progresso scientifico,
culturale, tecnologico e teologico, ripropone gli stessi temi di mezzo
millennio fa per andare incontro alle coscienze esigenti non di Verità,
ma di soggettiva libertà delle persone: “diritti” per le proprie
incontrollate passioni.
«Chi viene a trovarsi in queste ed in
altre situazioni del genere, in cui le norme canoniche chiaramente non
coincidono con la realtà umana quale si prospetta ad una coscienza
deformata, ha diritto all’aiuto ed alla comprensione fraterna ed
intelligente del prossimo. Ciò significa non solo trattarli come dei
fuorilegge, ma anche aiutarli a giudicare la loro situazione e
l’eventuale dissidio fra la norma, da una parte, e l’imperativo della
coscienza, dall’altra. In definitiva, si tratta di prestar loro
l’attenzione che meritano, facendo sentire inoltre la propria
partecipazione alla loro fiducia nell’amore di Dio, che tutto abbraccia e
di tutto finisce per avere ragione. Ciò significa anche non impedir
loro senza motivo di accostarsi ai sacramenti. Poiché le attuali norme
sembrano non consentirlo e non è possibile trovare una via d’uscita
neanche ricorrendo all’epicheia, si dovrebbe cercare di riformare queste
prescrizioni».
Questo non è un brano tratto dalle discussioni del
Sinodo sulla famiglia; non è neppure il passo di un’intervista
rilasciata dal Cardinale Kasper e nemmeno una considerazione di Papa
Francesco. Questa è una citazione tratta da un libro di Viktor
Steininger pubblicato in Germania nel 1968 e tradotto in Italia, l’anno
seguente, con il titolo Divorzio anche per chi accetta il Vangelo?
Paradossi dell’indissolubilità matrimoniale (Herder-Morcelliana, pp.
174-175).
Lo stratagemma della Misericordia, privata della
Giustizia (Dio è sia Misericordia che Giustizia), muterebbe non solo la
pastorale nei confronti dei peccatori adulteri o omosessuali, ma si
relazionerebbe a quell’auspicato «sviluppo del dogma» sbandierato dai
teologi novatori che aprirono la loro breccia nel Concilio Vaticano II e
le cui conseguenze, cariche di zolfo, oggi i cattolici sono costretti a
respirare. Sono in molti, nel clero, a scalpitare per “soccorrere” le
necessità spirituali dei fedeli.
Ma sono così sicuri di voler
soccorrere spingendo le loro anime sempre più nelle sabbie mobili del
peccato mortale? E quale misericordia userebbero per Nostro Signore?
L’anima, quando riceve la Comunione, diventa Tempio di Dio. Rimembrano
ancora i custodi del depositum fidei e coloro che odono più le loro
teorie degli imperativi del Signore, ciò che scrive san Paolo nella
prima lettera ai Corinzi?
«”Tutto mi è lecito!”. Ma non tutto
giova. “Tutto mi è lecito!”. Ma io non mi lascerò dominare da nulla […]
il corpo poi non è per l’impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è
per il corpo. Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche
noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di
Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una
prostituta? Non sia mai! […] non sapete che il vostro corpo è tempio
dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non
appartiene a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo.
Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!» (1Cor. 6, 12-20).
Se
tale insegnamento stride alle coscienze nutrite di libertà soggettive e
non oggettive, non è un problema di san Paolo, né di quelli a lui fedeli
che continuano tenacemente e con perseveranza a non essere né adulteri,
né profanatori del Sacramento della Comunione. La Chiesa si è sempre
prodigata con carità verso il peccatore, ma ha sempre combattuto contro
il peccato, nemico delle anime. Come né il langravio Filippo I d’Assia,
né Enrico VIII potranno mai diventare modelli di vita matrimoniale, così
nessun tipo di concessione al peccato potrà mutare la rotta di coloro
che sono coscienti di essere stati comprati a caro prezzo. (Cristina
Siccardi) http://www.corrispondenzaromana.it/io-non-mi-lascero-dominare-da-nulla/
====================
http://www.corrispondenzaromana.it/ombre-inquietanti-sulla-relatio-synodi/
22
ottobre 2014. Ombre inquietanti sulla Relatio Synodi. Relatio Synodi(di
Tommaso Scandroglio) La Relatio Synodi della III Assemblea generale
straordinaria del Sinodo dei Vescovi presenta sicuramente delle luci, ma
accanto queste non mancano ampie zone d’ombra. Concentriamo la nostra
attenzione su ciò che dice il documento sinodale in merito a coloro i
quali hanno contratto il solo matrimonio civile, ai divorziati risposati
e ai conviventi. Al n. 25 leggiamo: «In ordine ad un approccio
pastorale verso le persone che hanno contratto matrimonio civile, che
sono divorziati e risposati, o che semplicemente convivono, compete alla
Chiesa rivelare loro la divina pedagogia della grazia nelle loro vite e
aiutarle a raggiungere la pienezza del piano di Dio in loro. Seguendo
lo sguardo di Cristo, la cui luce rischiara ogni uomo (cf. Gv 1,9;
Gaudium et Spes, 22) la Chiesa si volge con amore a coloro che
partecipano alla sua vita in modo incompiuto riconoscendo che la grazia
di Dio opera anche nelle loro vite dando loro il coraggio per compiere
il bene, per prendersi cura con amore l’uno dell’altra, ed essere a
servizio della comunità nella quale vivono e lavorano». In questa
sezione vi sono almeno due passaggi che fanno problema.
I padri
sinodali ci dicono che «la grazia di Dio opera» anche nelle vite di
queste persone che vivono condizioni gravemente illecite sotto il
profilo morale. Con buona probabilità queste persone vivono in stato di
peccato mortale (posto che naturalmente sussistano anche la condizione
di piena avvertenza e deliberato consenso). Ora Tommaso D’Aquino – e
tutta la tradizione dottrinale – ci insegna che «chi è in peccato
mortale è privo della grazia di Dio» (In 4 Sent. d. 16, q. 2, a. 1, sol.
3). Vero è che Dio non cessa di prendersi cura di costoro per farli
“tornare all’ovile”, ma asserire che vivono in grazia di Dio è
scorretto. Infatti una cosa è l’azione salvifica di Dio che agisce dal
di fuori a beneficio della persona, un’altra è la condizione interiore
di quest’ultima che se non accetta l’azione di grazia divina ne rimane
ovviamente esclusa. Altro passaggio non proprio limpido: la grazia di
Dio aiuterebbe i conviventi, i coniugi non stretti da vincolo
sacramentale e i divorziati risposati a «prendersi cura con amore l’uno
dell’altra». Non si comprende come Dio possa incoraggiare l'”amore” dei
conviventi, delle persone sposate solo civilmente e dei divorziati
risposati, perché significherebbe che Dio vuole confermare uno stato di
vita gravemente immorale, rinsaldare un rapporto che ai suoi occhi è
intrinsecamente disordinato.
C’è chi però obbietta che da una
parte queste persone vivono sì una situazione irregolare – aspetto
negativo – però su altro fronte – aspetto positivo – si vogliono bene,
si amano. Valorizziamo dunque almeno questo fattore positivo. Risposta:
purtroppo quel bene del “volersi bene” inserito in un contesto di
peccato diventa malum. Quell’amore non è tale, non è autentico. Ciò
appare evidentissimo nel caso dei divorziarti risposati: qui il Sinodo
incoraggerebbe ad amare l’altra persona che non è il proprio coniuge e
quindi incoraggerebbe l’adulterio.
Infine il n. 45, in merito a
separazioni e divorzi, così si esprime: «i Padri sinodali hanno
avvertito l’urgenza di cammini pastorali nuovi, che partano
dall’effettiva realtà delle fragilità familiari, sapendo che esse,
spesso, sono più ‘subite’ con sofferenza che scelte in piena libertà».
Limitandoci alla realtà italiana però le cose pare che stiano in modo
differente. Secondo un report dell’Istat del 2012 i primi tre motivi per
cui un matrimonio va a gambe all’aria sono: la routine quotidiana
(40%), il tradimento (30%) e l’ingerenza dei suoceri (20%). Forse a
parte l’ultimo motivo, le altre motivazioni che portano alla tomba il
matrimonio rimandano a scelte fatte in piena libertà e consapevolezza
dai coniugi e non a calamità “naturali” che si abbattono sulla coppia
annientandola contro la loro volontà. (Tommaso Scandroglio)
=====================
http://www.corrispondenzaromana.it/verso-il-sinodo-del-2015/ 22 ottobre 2014 – 10:59
Das
Drama geht weiter! Verso il sinodo del 2015. Verso il sinodo del
2015(di Roberto de Mattei) «Das Drama geht weiter!» (Lo spettacolo
continua) ha dichiarato in un’intervista il cardinale Reinhard Marx,
arcivescovo di Monaco di Baviera (“La Repubblica”, 20 ottobre 2014). Lo
spettacolo è quello del Sinodo dei Vescovi, che ha visto un imprevisto
colpo di scena svolgersi in aula..
La Relatio post disceptationem
presentata il 13 ottobre, malgrado i rimaneggiamenti a cui è stata
sottoposta, non ha ottenuto l’attesa maggioranza dei due terzi sui due
nodi cruciali: l’accesso alla comunione dei divorziati risposati e
l’apertura alle coppie omosessuali, attestandosi a 104 favorevoli e 74
contrari sul primo punto e a 118 placet e 62 non placet sul secondo.
Malgrado l’evidente débâcle il cardinale Marx, che è uno dei più accesi
esponenti dell’ala progressista, si è detto soddisfatto, perché il
processo rivoluzionario è fatto di tappe successive. Su alcuni temi, ha
spiegato, «abbiamo fatto due passi avanti e poi uno indietro».
L’arretramento
però è stato imposto da una resistenza dei Padri sinodali, ben più
ampia del previsto. Per comprendere la portata dell’evento si può
ricordare che al Concilio Vaticano II, malgrado l’aspro dibattito in
aula, i documenti più contestati, come la Dignitatis Humanae e la Nostra
Aetate, vennero approvati con 2.308 voti contro 70 il primo e 2.221
contro 88 il secondo. Se allora si parlò di consenso maggioritario, oggi
la spaccatura è evidente.
La Chiesa è oggi un campo di battaglia,
come tante volte lo è stata, da Nicea al Vaticano II, dove si sono
sempre scontrati non conservatori e progressisti, ma i cattolici che non
vogliono toccare uno iota del deposito divino e coloro che in questo
deposito vogliono introdurre delle novità. La frase di papa Francesco
secondo cui «Dio non teme ciò che è nuovo» va intesa in un senso diverso
da quello che ha voluto attribuirgli il Pontefice: può solo voler dire
che Dio non ha timore dei “novatores”, ne distrugge l’opera e affida il
compito di sconfiggerli ai difensori del Magistero immutabile della
Chiesa.
In campo di fede e di morale ogni eccezione introduce una
regola e ogni nuova regola apre la strada ad un sistema normativo che
capovolge l’antico. La novità ha una portata rivoluzionaria che va colta
nel suo momento embrionale. Il cardinale George Pell, in un’intervista
televisiva al “Catholic New Service”, ha definito la richiesta della
comunione ai divorziati come un cavallo di Troia che apre la strada al
riconoscimento delle unioni omosessuali.
Il numero dei divorziati
risposati che chiedono di ricevere la comunione è infatti irrilevante.
Ciò che è in gioco è ben altro: è l’accettazione da parte della Chiesa
dell’omosessualità, considerata non come un peccato o come una tendenza
disordinata, ma come una “tensione” positiva verso il bene, degna di
accoglienza pastorale e di protezione giuridica. I cardinali Marx e
Schönborn sono stati chiari a questo proposito e il segretario aggiunto
del Sinodo mons. Bruno Forte, allievo della scuola ereticale di Tubinga,
ne ha eseguito i desiderata, rivelandosi come l’autore dei passaggi più
scabrosi della prima Relatio.
La larga maggioranza dei padre
sinodali ha respinto i paragrafi scandalosi, ma ciò che la dottrina non
ammette viene ammesso dalla prassi, in attesa di essere sancito da un
prossimo Sinodo. Per molti laici, sacerdoti e vescovi, l’omosessualità
può essere praticata, anche se non accolta di diritto, perché non
rappresenta un peccato grave. Ciò si collega alla questione delle
convivenze extra-matrimoniali. Se la sessualità fuori del matrimonio non
è un peccato grave, ma un valore positivo, purché si esprima in maniera
stabile e sincera, essa merita di essere benedetta dal sacerdote e
legalizzata dallo Stato. Se è un valore, è anche un diritto, e se esiste
il diritto alla sessualità, il passo dalla convivenza dei divorziati al
matrimonio omosessuale è inevitabile.
Il Magistero dottrinale
della Chiesa, che non ha mai variato nel corso di duemila anni, insegna
che la pratica dell’omosessualità va considerata come un vizio contro
natura, che provoca non solo la dannazione eterna degli individui, ma
anche la rovina morale della società. Le parole di Sant’Agostino nelle
Confessioni riassumono il pensiero dei Padri: «I delitti che vanno
contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere
condannati e puniti ovunque e sempre. Quand’anche tutti gli uomini li
commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa condanna divina»
(Confessioni, c. III, p. 8).
I Pastori della Chiesa nel corso dei
secoli hanno raccolto e ritrasmesso questo insegnamento perenne. Perciò
la morale cristiana ha sempre condannato l’omosessualità, senza riserve,
e ha stabilito che questo vizio non può pretendere a nessun titolo di
venire legalizzato dall’ordinamento giuridico né promosso dal potere
politico. Quando nel 1994 il Parlamento Europeo votò la sua prima
risoluzione a favore del pseudo-matrimonio omosessuale, Giovanni Paolo
II nel suo discorso del 20 febbraio 1994 ribadì che «non è moralmente
ammissibile l’approvazione giuridica della pratica omosessuale. (…) Con
la risoluzione del Parlamento Europeo, si è chiesto di legittimare un
disordine morale. Il parlamento ha conferito indebitamente un valore
istituzionale a comportamenti devianti, non conformi al piano di Dio.
(…) Dimenticando la parola di Cristo – “la Verità vi farà liberi” (Gv 8,
32) – si è cercato di indicare agli abitanti del nostro continente il
male morale, la deviazione, una certa schiavitù, come via di
liberazione, falsificando l’essenza stessa della famiglia».
Una
crepa in questo edificio dottrinale si è aperta il 28 luglio 2013,
quando sul volo di ritorno dal Brasile, papa Francesco pronunciò le
esplosive parole: «chi sono io per giudicare!» destinate da allora ad
essere utilizzate per giustificare ogni trasgressione. Il giudizio, con
la conseguente definizione delle verità e condanna degli errori, compete
per eccellenza al Vicario di Cristo, supremo custode e giudice della
fede e della morale.
Richiamandosi alle parole di Francesco,
alcuni vescovi e cardinali, dentro e fuori l’aula sinodale, hanno
espresso la richiesta di cogliere gli aspetti positivi dell’unione
contro natura. Ma se uno tra i più gravi peccati cessa di essere tale, è
il concetto stesso di peccato che viene meno e riaffiora quella
concezione luterana della misericordia che è stata anatemizzata dal
Concilio di Trento. Nei canoni sulla giustificazione promulgati il 13
gennaio 1547 si legge: «Se qualcuno afferma che la fede che giustifica
non è altro che la fiducia nella divina misericordia» (can. 12); «che
Dio ha dato agli uomini Gesù Cristo come redentore in cui confidare e
non anche come legislatore cui obbedire» (can. 21); «che non vi è alcun
peccato mortale, se non quello della mancanza di fede» (can. 27), «sia
anatema».
Si tratta di temi teologici che hanno una ricaduta
sociale e che anche i laici hanno il diritto e il dovere di affrontare,
mentre si avvicina non solo il Sinodo del 2015, ma quel 2017 che vede il
quinto centenario della Rivoluzione di Lutero e il primo delle
apparizioni di Fatima. Ciò che è in corso non è uno spettacolo giocoso,
come lascia intendere il cardinale Marx, ma un duro conflitto, che
coinvolge il Cielo e la terra. Gli ultimi atti saranno drammatici, ma
l’epilogo certamente trionfante, secondo la divina promessa, confermata
dalla Madonna alla Cova da Iria nel 1917.
Che l’Immacolata si
degni concedere una perseverante purezza di pensieri e di azioni a tutti
coloro che nel calore della lotta difendono con coraggio l’integrità
della fede cattolica. (Roberto de Mattei)
==================
da
UNIUS REI, A: SUO: king Saudi Arabia: SATANISTI ED ALIENI (BIOLOGIA
SINTETICA, GMOS DEMONI che sono sempre stati con noi e non vengono da
nessul altro pianeta lontano! Questo è il progetto medioevale della
Magia Nera GOLEM) SATANISTI ED ALIENI SONO AFFINI: il regno di satana! E
CIA DATAGATE NON HANNO BISOGNO DI VENIRE NELLA MIA GMAIL PER DIRE: “IO
DATAGATE,IO SONO QUì, perché, IO il 666 Nuovo Ordine Mondiale 322, io HO
PAURA DEI TUOI BLOGGERS, E DI QUELLO CHE TU PUOI scrivere, PERCHé I
MIEI FILTRI NON FUNZIONANO BENE, e perché il mio potere non è ancora un
potere assoluto!”, è CHIARO: IL SISTEMA NASSONICO HA LANCIATO la sua
sfida, contro: di me: UNIUS REI, perché io rappresento il GENERE UMANO,
quella FRATELLANZA UNIVERSALE, che, io rappresento: l’ultima risorsa,
prima del baratro!
Certo, tu puoi venire a Roma a tagliare la
testa del Papa, perché, questo, piace al tuo dio Allah, e soprattutto
piace ai Farisei Rothschild, ed i massoni Bildenberg, che, hanno giurato
per JaBullOn, non hanno una loro opinione da poter esprimere! MA, POI,
DOVE LONTANO TU CREDI DI POTER ARRIVARE? FERMATI COGLIONE CON QUESTA TUA
GUERRA DI CIVILTà, FERMATI CON QUESTA BLASFEMIA APOSTASIA, PEDOFILIA
POLIGAMIA, O TU FARAI SCRIVERE LA PAROLA “FINE” CONTRO TUTTO IL GENERE
UMANO!
ovviamente, come tu sai, di questi messaggi nella mia posta gmail, ce ne sono tanti! https://ssl.gstatic.com/images/logos/google_logo_41.png
Gentile utente, Il tuo account (jhwhinri@gmail.com ) ha 2 messaggi in sospeso.
Per ricevere questi messaggi, CIicca qui per Re-login http://ow.ly/CEERM, e attendere la risposta dal nostro reparto. Tutti QUESTI messaggi: SONO PARTE DI UNA STRATEGIA DEL NWO!
IN
REALTà EDWARD SNOWDEN [ Edward Joseph Snowden è un informatico
statunitense. Ex tecnico della Central Intelligence Agency e fino al 10
giugno 2013 collaboratore della Booz Allen Hamilton,] ha dimostrato come
la CIA, non ha bisogno di password per accedere a tutti i nostri dati
informatici! TUTTO QUESTO POSSIAMO CHIAMARLO IL “GRANDE FRATELLO”
oppure: “Intelligenza artificiale” oppure GMOS, Biologia Sintetica, per
tecnologia aliena!
Credo, che tu avrai sentito parlare, di: “tecnologia nano” da un cinquantesimo di millimetro!
ed
a questo livello, così evoluto di tecnologia, non ha importanza, se
possiamo avere dei filamenti neuronali artificiali nel nostro cervello,
oppure se questa tecnologia può essere occultata, in una qualsiasi
scheda elettronica, del nostro PC, come in ogni video camera per poter
comporre un sistema integrato elettronico, per il controllo globale! OK!
QUESTA INTELLIGENZA ELETTRONICA ARTIFICIALE, E QUESTO è un GLOBALE
CONTROLLO? SONO GIà OPERATIVI!
===================
Eminenze reverendissime, Eccellenze,
cari
amici, siamo lieti di invitarvi al Simposio internazionale 2014 di
AsiaNews , che si svolgerà a Roma il 18 novembre 2014 (h. 15 – 20)
presso la Pontificia Università Urbaniana, Auditorium Giovanni Paolo II,
Via Urbano VIII, 16. Il tema di quest’anno, “La missione in Asia: da
Giovanni Paolo II a papa Francesco”, vuole mettere in luce e comprendere
la continuità fra lo slancio verso la missione in Asia del papa
divenuto santo pochi mesi fa e i primi passi di papa Francesco nel mondo
asiatico. Fin dal 1995, a Manila, Giovanni Paolo II ha affermato che
“l’Asia è il nostro compito per il terzo millennio” e che
l’evangelizzazione deve puntare soprattutto verso il continente
asiatico. Da questa sua visione è nata l’esperienza di AsiaNews e un
crescente interesse della Chiesa verso questo continente.
Papa
Francesco ha già compiuto un viaggio in Corea del Sud, dove ha potuto
incontrare milioni di fedeli coreani e di altri Paesi asiatici. Fra poco
più di un mese egli andrà in Filippine e in Sri Lanka. Allo studio vi è
anche un viaggio in Giappone. Papa Bergoglio sta costruendo sulla scia
di Giovanni Paolo II, proponendo anche una riformulazione – una
conversione – del mondo dell’economia, della finanza, degli Stati a
favore delle popolazioni e degli strati dimenticati dei popoli asiatici.
A tale quadro vanno aggiunti i viaggi desiderati e (per ora) incompiuti
dei due pontefici: l’Iraq e la Cina. Al Simposio partecipano come
relatori:
il card. Luis Antonio Tagle di Manila (Filippine)
il card. Joseph Zen Ze-kiun di Hong Kong (Cina)
il Patriarca caldeo Raphael Louis Sako di Baghdad (Iraq)
mons. Joseph Rayappu, arcivescovo di Mannar (Sri Lanka)
mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon (Corea del Sud)
Alle 17.30 è previsto un coffee-break per tutti i partecipanti. P. Bernardo Cervellera
Direttore, AsiaNews, Roma 12 ottobre, 2014, AsiaNews Via Guerrazzi 11, Roma, Italia. segreteria@asianews.it www.asianews.it
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http://www.corrispondenzaromana.it/ecumenismo-chiesta-da-un-vescovo-protestante-la-revoca-della-scomunica-di-lutero/
28
dicembre 2012 Chiesta da un vescovo protestante la revoca della
scomunica di Lutero. lutero(di Mauro Faverzani) Che quello della
“protestantizzazione” per la Chiesa Cattolica sia ormai più che un
rischio lo dimostrano episodi apparentemente marginali, eppure
drammaticamente sintomatici. Come il sogno della signora Margot Käßmann,
già “vescovo” protestante di Mannheim, ora figura di spicco del
consiglio degli evangelici tedeschi, l’Ekd: è stata lei ad invocare per
il 2017 l’annullamento della scomunica inflitta a Martin Lutero da Papa
Leone X il 3 gennaio 1521 con la bolla “Decet Romanum Pontificem”.
Quale
il motivo della singolare pretesa? A chiederlo ‒ afferma ‒ sarebbero
molti “cattolici come Hans Küng”. La signora Käßmann dimentica
evidentemente la condanna inflitta proprio a Küng dalla Congregazione
per la Dottrina della Fede con revoca della “missio canonica”. Ma il
fatto che a Küng vengano concessi credito ed ampi spazi non solo dai
mass-media, bensì anche presso un certo mondo ecclesiale, specie quello
fatto da sigle ed associazioni protese verso un malinteso senso
dell’ecumenismo spinto, evidentemente gli conferisce
quell’autorevolezza, cui la signora Käßmann fa riferimento. Citando per
l’appunto – e non a caso ‒ il fatto che «in molte parrocchie» cattolici e
protestanti progettino ormai «assieme gli eventi», nonché il fatto che
le tante commissioni ecumeniche abbiano già “mostrato”, a suo avviso,
come la richiesta non sia poi tanto bizzarra, anzi sia «teologicamente
giustificabile». Insomma, una pericolosa omologazione dottrinale prima,
culturale e spirituale poi, così preoccupata di cancellar le differenze
da porre le due confessioni sostanzialmente sullo stesso piano.
A
dare notizia di questo appello è stato il giornale “Mannheimer Morgen”
nell’edizione dello scorso 23 dicembre, ma la vicenda è stata ripresa
quattro giorni dopo dall’agenzia d’informazione cattolica tedesca
“Kath.net”. L’occasione per questa sorta di “rappacificazione” sarebbe
data dalla ricorrenza dei 500 anni dall’affissione delle 95 tesi, che
sancirono la rottura con Roma. Ricorrenza, che cade il 31 ottobre del
2017, giorno in cui la signora Käßmann spera «di poter festeggiare tutti
insieme la comunione» ritrovata, magari con un bel gesto clamoroso e
simbolico di “riconciliazione”.
Come un fiume in piena, il
“vescovo” protestante non si ferma qui. E chiede addirittura che quel
giorno venga proclamata una straordinaria festa nazionale in tutta la
Germania, perché il Paese – afferma ‒ «dev’essere orgoglioso che da qui
sia partito un movimento mondiale come quello della Riforma», incurante
della divisione e dei mali causati alla Chiesa. D’altra parte, prosegue
Käßmann, «nessuno nel 1984 avrebbe creduto che nel 1989 sarebbe caduto
il muro di Berlino». Come se gli eventi politici, assolutamente
immanenti, si potessero accostare a questioni teologiche trascendenti;
come se l’ideologia comunista in neanche un secolo di storia fosse
paragonabile all’esperienza bimillenaria della fede cattolica nel
disperato, vano e fuorviante sforzo d’avvicinare ordini di grandezza tra
loro incomparabili…
http://www.corrispondenzaromana.it/ecumenismo-chiesta-da-un-vescovo-protestante-la-revoca-della-scomunica-di-lutero/
Non
paga, Käßmann, dopo i riconoscimenti religiosi e civili, pretende anche
d’incidere sulle usanze popolari, chiedendo che «la gente sappia cosa
si festeggia il 31 ottobre» e capisca che «non si tratta di Halloween».
Già, Halloween. La notte, in cui i satanisti tengono le loro “messe
nere” con tanto di cerimonie di propiziazione, per festeggiare il
“capodanno di satana”, la “notte di sabba”, notte che segnerebbe
l’inizio del nuovo anno diabolico. “Coincidenze” sinistre, quelle che
sul calendario avvicinano le 95 tesi di Lutero all’esoterismo infernale.
“Coincidenze”, che dovrebbero far riflettere. (Mauro Faverzani)
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satana
non dorme mai! Quindi, la calpa precede la tempesta! Pensa a come
potresti essere attaccato, la prudenza e d’obbligo, ma, tu non avere
paura noi non ti abbandoneremo!
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08 novembre 2013 – 16:53
Papa Francesco e la legalizzazione del “matrimonio gay” in Illinois
resizer.jsp(di
Lupo Glori) L’Illinois è il quindicesimo stato americano a legalizzare
il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Procede così a ritmi
spediti l’omosessualizzazione degli Stati Uniti sostenuta e promossa
dal presidente Barack Obama e avallata, lo scorso 26 giugno, dalla
dichiarazione di incostituzionalità del “Defense of Marriage Act”
(Doma) da parte della Corte Suprema americana.
Con 61 voti a
favore e 54 contrari, la Camera dell’Illinois ha, infatti, approvato la
legge che, dopo la scontata firma del Governatore Pat Quinn, renderà
possibile, dal primo giugno del 2014, lo pseudo matrimonio omosessuale.
Dopo il Maryland, il Maine, lo Stato di Washington, il Delaware, il
Rhode Island e il Minnesota, una nuova vittoria, dunque, per i
sostenitori dei diritti gay. Come riporta inoltre “La Stampa”, a
testimonianza di tale dilagante deriva omosessualista a stelle e
strisce, «a giugno, poi, la Corte Suprema ha cancellato il bando per i
matrimoni gay in California, e la stessa cosa si prepara a fare la
massima Corte del New Jersey. La settimana scorsa, inoltre, il Senato
federale ha compiuto un passo in avanti già definito da molti `storico´:
ha deciso che si voterà sull’Employment Non Discrimination Act (Enda),
la legge che vieta nei luoghi di lavoro ogni tipo di discriminazione
basata sugli orientamenti sessuali».
Il presidente americano
Barack Obama, uscito ormai, da tempo, totalmente allo scoperto in
materia di diritti omosessuali, festeggia dichiarando come: «il nostro
viaggio come nazione non è completo fino a quando i nostri fratelli e
sorelle gay non saranno trattati come gli altri dalla legge. Gay e le
lesbiche d’America devono essere trattati in modo giusto ed equo».
Obama ha aggiunto entusiasta come lui e la moglie Michelle siano,
«contenti per tutte le coppie dell’Illinois che vedono riconoscere il
loro amore legale così come lo è il nostro, e per i loro amici e le loro
famiglie che volevano altro che vedere i loro cari essere trattati
giustamente e in modo paritario davanti alla legge».
Il “Chicago
Tribune” mette in luce un aspetto particolare della vicenda, facendo
notare come in Illinois gli attivisti gay abbiano trovato un insolito
alleato nel Papa richiamandosi alla sua, ormai celebre, esternazione
rilasciata sul volo di ritorno dalla GMG a Rio de Janeiro, quando
affermò: «se una persona è gay e cerca Dio in buona fede, chi sono io
per giudicarla?». Secondo il giornale di Chicago tali parole hanno
indotto ad un “esame di coscienza” diversi parlamentari cattolici, tra
cui la democratica Linda Chapa LaVia e il presidente della Camera,
Michael Madigan. Quest’ultimo ha sottolineato come i commenti del Papa
sull’omosessualità abbiano assicurato tra i 5 e i 10 voti, decisivi per
il passaggio della legge.
Come riporta il sito americano
“LifeNews.com” commentando tale notizia, Linda Chapa LaVia ha
giustificato il proprio voto a favore del matrimonio omosessuale
affermando che: “come cattolica seguace di Gesù e del Papa, Papa
Francesco, mi è chiaro che la nostra dottrina religiosa cattolica ha al
suo centro l’amore, la compassione e la giustizia per tutte le persone”.
Da parte sua Madigan, senza nominare direttamente il Papa, ha fatto
comunque un chiaro riferimento alle sue osservazioni dichiarando: «per
quelli a cui capita di essere gay e che vivono le loro relazioni in
maniera armoniosa e produttiva, ma illegale, chi sono io per giudicare
che loro dovrebbero essere illegali?».
Tali dichiarazioni, da un
lato, testimoniano l’impatto e le conseguenze dannose che possono avere
sull’opinione pubblica certe parole, strumentalizzate a proprio
piacimento dalla stampa; dall’altro, denotano la superficialità di
alcuni sedicenti politici cattolici che, in cerca di consenso, tentano
di contemperare l’inconciliabile: la dottrina cattolica e
l’omosessualismo. La posizione tradizionale della Chiesa cattolica in
materia è stata ricordata peraltro dall’arcivescovo di Chicago, il
cardinal Francis George, il quale, all’indomani dell’approvazione, ha
puntato il dito contro quella che ha definito “una pessima legge”. Papa
Francesco, da parte sua, nella sua prima enciclica, Lumen Fidei,
pubblicata nel mese di luglio, aveva ribadito in maniera netta
l’insegnamento della Chiesa, che definisce il matrimonio come l’unione
di un uomo e una donna. Nel 2009, come arcivescovo di Buenos Aires, il
futuro Papa aveva inoltre messo in guardia dal matrimonio omosessuale
rappresentandolo come, “una macchinazione del Padre della Menzogna che
cerca di confondere e ingannare i figli di Dio, (…) una pretesa
distruttiva contro il piano di Dio”. (di Lupo Glori)
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10
settembre 2014. Il cardinal Dolan sarà il “Grand Marshal” del primo
“Gay St. Patrick’s Day”. Il cardinal Dolan sarà il “Grand Marshal” del
primo “Gay St. Patrick’s Day”(di Lupo Glori) Il St. Patrick’s Day di
New York, l’antichissima e celebre parata cattolica del 17 marzo, in
onore del patrono d’Irlanda San Patrizio, risalente al 1762, apre ai
gruppi omosessuali che da quest’anno saranno ammessi a partecipare alla
sfilata con i loro cartelli e striscioni.
Come riporta l’agenzia
di stampa “TMNews” infatti, «fino a oggi gli omosessuali erano liberi di
partecipare alle celebrazioni, ma senza mostrare i cartelli che
rappresentavano le loro associazioni. Ma il comitato organizzatore della
parata ha annunciato che durante la prossima manifestazione, il 17
marzo, i gruppi che rappresentano diverse comunità gay, lesbiche,
bisessuali e transgender potranno sfilare lungo Fifth Avenue con le
proprie insegne». Con tale storica decisione gli organizzatori della
manifestazione cedono, dunque, alle pressioni dei movimenti LGBT,
divenute sempre più accese e violente negli ultimi decenni. Pressioni
che hanno trovato un alleato formidabile e determinante nel nuovo
sindaco di New York, Bill de Blasio, il primo sindaco in 20 anni a non
partecipare alla sfilata.
L’anno scorso de Blasio, infatti, dopo
aver preso parte alla cerimonia religiosa, che accompagna
tradizionalmente l’evento, aveva disertato la parata in polemica contro
le presunte politiche “omofobe” degli organizzatori. Ma la notizia più
importante e sorprendente è un’altra. Gli organizzatori della
manifestazione hanno, infatti, pensato bene di assegnare il titolo
onorario di “Grand Marshal” dello storico primo “Gay St. Patrick’s Day”
all’Arcivescovo di New York, il cardinale Timothy Dolan, che ha
accettato l’invito di aprire la sfilata sotto le insegne omosessuali
dichiarando al “New York Times”: «gli organizzatori della Parata hanno
la mia fiducia e il mio supporto. I miei predecessori ed io abbiamo
sempre lasciato le decisioni su chi potesse marciare agli organizzatori
delle singole parate. Come ho fatto ogni anno… prego che la Parata sia
una occasione di unità per tutti noi». Patrick J. Hornbeck, presidente
del dipartimento di teologia alla “Fordham University”, giudica la
decisone del cardinal Dolan in linea con il pensiero “rivoluzionario” di
Papa Francesco: «Penso che stiamo vedendo il cattolicesimo di Papa
Francesco arrivare fino all’arcidiocesi di New York, la dichiarazione
del cardinale Dolan è accogliente. Non è lui che prende questa
decisione, ma vede la sfilata come un’opportunità per l’unità».
Al
contrario Pat Archbold, giornalista della più antica rivista cattolica
degli Stati Uniti, il “National Catholic Register”, definisce la scelta
dell’Arcivescovo di New York di sfilare come “Grand Marshal”, una
«capitolazione totale ai gruppi gay». La giustificazione del cardinal
Dolan circa la non intromissione della chiesa cattolica riguardo la
partecipazione dei gruppi omosessualisti alla marcia newyorkese è
smentita dai fatti.
IMG_0007Nel 1993, il Cardinale John O’Connor
si oppose, difatti, alla aggressiva campagna della Irish Lesbian and Gay
Organization di poter marciare sotto le proprie bandiere, affermando
risolutamente: «I cattolici irlandesi sono stati perseguitati per il
solo fatto di aver rifiutato il compromesso con l’insegnamento della
Chiesa. Quello che gli altri possono chiamare bigottismo, i cattolici
irlandesi lo chiamano principio». Il più autorevole rappresentante della
chiesa cattolica americana, accettando il ruolo di ospite d’onore della
prima sfilata omosessuale di san Patrizio, cade, dunque, nella trappola
LGBT, che utilizzerà tale plateale ed emblematica partecipazione per i
suoi evidenti fini ideologici.
In un momento di grave crisi e
confusione morale, in una società sempre più pericolosamente minacciata
dall’ideologia del gender, sarebbe stato auspicabile che il cardinal
Dolan prendesse esempio dal Cardinale John O’Connor e rifiutasse
fermamente tale invito, ribadendo la palese inconciliabilità tra
dottrina cattolica e omosessualità. (Lupo Glori)
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12 settembre 2014 http://www.corrispondenzaromana.it/conchita-wurst-la-donna-barbuta-proclamata-voce-europea/
Conchita
Wurst, la “donna barbuta” proclamata “voce europea”.
conchita-wrust-gender(di Lupo Glori) La drag queen Conchita Wurst,
meglio conosciuta come la “donna barbuta” vincitrice dell’ultimo
Eurovisione Song Contest, il prossimo 8 ottobre canterà davanti al
Parlamento Europeo in occasione della sessione plenaria. La, a dir poco,
bizzarra decisione è stata presa congiuntamente da tutti i principali
partiti europei. Sul manifesto dell’evento sono infatti presenti i loghi
dei Verdi, dei Socialisti, della Sinistra Europea e anche dei Popolari.
Un ampio appoggio trasversale per proclamare all’unanimità «Conchita,
la voce dell’Europa».
La drag queen, incredula di tale investitura
e tanta considerazione, cavalca l’onda ideologica: «Un invito del
genere è ovviamente un grande onore, (…) quando ci si impegna per amore,
rispetto e tolleranza si fa parte di un movimento più grande, che deve
essere portato avanti anche dai cittadini europei e dalla politica».
Daniele
Viotti, europarlamentare PD, tra i promotori dell’iniziativa insieme
alla vicepresidente del Parlamento UE Ulrike Lunacek, tristemente
conosciuta per il suo rivoluzionario rapporto, ha commentato: «Conchita è
la voce dell’Europa attenta alle discriminazioni e ai diritti di tutti,
il suo concerto qui a Bruxelles forse servirà anche a far smuovere
qualcosa in Italia, visto che siamo tra gli ultimi Paesi dell’Ue a non
tutelare con una legge le coppie omosessuali».
Viotti ha quindi
sollecitato il premier italiano a intraprendere una decisa “battaglia
culturale” volta ad ottenere gradualmente tutto: «I colleghi me lo
chiedono spesso: “Nemmeno ora che c’è Renzi riuscite a fare cambiare le
cose?”. Al premier chiedo di fare una battaglia culturale che porti ad
avere tutto. Prendiamoci il tempo necessario, spieghiamo bene le cose
(anche assieme alle associazioni) e otteniamo tutto. Non subito, non in
fretta, ma tutto».
La scelta di attribuire all’icona LGBTQ,
Concita Wurst , il titolo di “voce europea”, invitandola come ospite
d’onore al Parlamento Europeo, dimostra, ancora una volta, il prisma
ideologico dell’Unione Europea fondato su di un relativismo valoriale
che pretende di conciliare qualsiasi tendenza o istinto individuale al
di là di ogni giudizio etico.
Giuliano Amato, il 23 aprile 2012,
nell’ambito di un convegno universitario, ha utilizzato un’immagine
particolare ed efficace per descrivere l’UE: «L’Europa è un sistema
ibrido, un ermafrodito. Su alcuni temi siamo disposti ad accettare
organismi decisionali a livello europeo; su altri rivendichiamo la
sovranità nazionale. Questa ibridazione non è negativa, ma l’ermafrodito
deve diventare più democratico e più efficiente». All’impotenza
politica corrisponde una schizofrenia morale. In questo senso la
decisione di eleggere la “donna barbuta” a voce europea esprime il
carattere ibrido e ermafrodita dell’Unione Europea, istituzione
rappresentante di un area geografica un tempo culla di forti principi e
nobili valori e fulcro propulsore della Civiltà Occidentale, oggi
ridotta ad un morente corpo scheletrico, priva di identità e di un
proprio principio fondativo. (di Lupo Glori)
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http://www.corrispondenzaromana.it/le-oche-del-campidoglio/
22 ottobre 2014. Le oche del Campidoglio. Marino(di Danilo Quinto) Nel
390 a.C., come racconta Tito Livio, furono le oche a salvare il
Campidoglio dall’assedio dei Galli. Marco Manlio, svegliato dal loro
starnazzare e dal rumore delle loro ali, radunò gli altri soldati e
respinse l’assalto dei barbari. Ora, al Campidoglio, le oche sono
scomparse, insieme ai soldati che possono difenderlo.
Non ci sono
più i barbari, ma uomini suadenti, sorridenti e giulivi che dicono:
«Questo è un giorno normale. Cosa c’è di più bello del diritto
d’amare?». Trascrivono matrimoni contratti all’estero tra uomini e
uomini e donne e donne, che si presentano insieme ai loro figli.
Declamano versi di Pablo Neruda: «Se saprai starmi vicino, e potremo
essere diversi, se il sole illuminerà entrambi senza che le nostre ombre
si sovrappongano, se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo e
insieme al mondo, piangere, ridere, vivere. Se ogni giorno sarà scoprire
quello che siamo e non il ricordo di come eravamo, se sapremo darci
l’un l’altro senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo se il tuo
corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia… Allora sarà amore e non
sarà stato vano aspettarsi tanto».
Vengono accolti da ovazioni,
applausi e grida («Bravo, avanti»). Posano per le foto di rito. Si
dicono pronti a ricorrere all’Unione europea, se qualcuno dovesse
azzardarsi ad intervenire su quella scelta, definita «atto di stato
civile».
Sempre, le parole danno un senso alle cose che accadono.
Lo stato è civile quando asseconda i desideri più sfrenati. Vuoi
eliminare il nascituro? Ti organizzo l’omicidio. Vuoi rompere il
matrimonio? Ti abbrevio i tempi d’attesa. Non riesci ad avere bambini?
Ti affitto un utero o ti faccio una legge che tratta come spazzatura gli
embrioni umani. Vuoi evitare di restare in gravidanza? Ti distribuisco
milioni di pillole, di uno, tre o 5 giorni dopo, garantendoti anche la
possibilità di farlo da te l’aborto, a casa.
Non vuoi più tenere
gli anziani malati a casa o in ospedale o i figli portatori di handicap,
perché sono un peso e ti danno fastidio e non hai il denaro per
parcheggiarli in una casa di riposo o di cura? Niente paura, ti martello
ogni giorno con campagne e sondaggi che promuovono l’eutanasia e il
suicidio assistito. Alla fine, una legge si farà. Hai un figlio da un
rapporto incestuoso? Tolgo il divieto del riconoscimento. Vuoi un figlio
“perfetto”? Te lo costruisco in laboratorio e ti do anche la
possibilità di scegliertelo come più ti garba, con diagnosi prenatali
che da strumenti di intervento precoce sulle malattie si trasformano in
strumenti di selezione della vita.
Mal sopporti di istruire i tuoi
figli sulla sessualità? Te li educo io, a scuola, così – come sostiene
l’Organizzazione Mondiale della Sanità – anche i bambini da 0 a 4 anni,
impareranno il piacere sessuale e quello della masturbazione e quelli un
po’ più grandi comprenderanno meglio la normalità di un’identità
sessuale fluttuante nel corso della vita.
Il Sindaco di Roma,
Ignazio Marino, cavalca l’onda lunga dei “diritti civili”, quelli che
per certuni hanno dato un senso alla “nuova modernità”. Questo è il
“mondo” che molti cattolici “tiepidi”, pronti ai compromessi e al “male
minore” hanno contribuito a costruire negli ultimi decenni. Poco
consapevoli di quella bellissima “preghiera sacerdotale” di Gesù,
contenuta nel Vangelo di Giovanni (Gv 17,1-25), dove il Figlio di Dio
non prega per il “mondo”. Non gli interessa il “mondo”. Non ama il
buonismo. Non è ecumenista.
Prega per coloro che Dio Gli ha dato,
per coloro ai quali ha dato la parola di Suo Padre, per coloro che sono
odiati dal mondo, «perché essi non sono del mondo, come io non sono del
mondo». Chiede al Padre di consacrare i Suoi figli nella Verità, perché
«la tua parola è Verità» e di custodirli da Satana, da Mammona, dal
principe di questo mondo e dalle sue trame. (Danilo Quinto)
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http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/prove-sinodali-di-distruzione-della-fede-la-gradualita-della-legge/ 18 ottobre 2014 – 17:29
Prove sinodali di distruzione della Fede: la gradualità della legge (Fonte: lafededeinostripadri.blogspot.com)
Oramai è molto chiaro che il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia si sta
svolgendo in un clima di grande confusione e ambiguità. Come diversi
commentatori hanno notato, l’assise sembra essere stata rigidamente
blindata soprattutto perché non trapelasse la grande opposizione alla
“linea misericordiosa”, il cui esponente di spicco è il Card. Kasper.
Nonostante tale “blindatura”, infatti, c’è stato un provvidenziale
intoppo nel programmato briefing che doveva spiegare la Relazione dopo
la discussione del Card. Erdo. Il cardinale ungherese, relatore generale
al Sinodo, ha additato il vescovo Bruno Forte come artefice dei
paragrafi ambigui sugli omosessuali (e sulle altre proposte Kasper?). Il
briefing è stato rigidamente impostato in modo generico e molto
unilaterale. Ma ormai e evidente che l’assise è spaccata, e che sono
tanti i restii a permettere un’ “innovazione pastorale”, che è piuttosto
uno stravolgimento della dottrina.
Ciò che più sorprende è il
fatto che il Sinodo stesso, come ha notato l’arcivescovo Stanisław
Gądecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca, si è emancipato
dal concetto di peccato. Non si parla da nessuna parte di peccato,
mentre si cerca di affrontare con tanta bontà e con uno sguardo detto
“misericordioso” le situazioni familiari in cui il primo matrimonio è
naufragato nel divorzio, rappresentando al contempo le nuove unioni come
normali e addirittura con elementi intrinseci di bontà. In modo ilare,
come in una festa, da queste nuove convivenze more uxorio si è passati a
vedere la bontà delle unioni tra due uomini o due donne. Certo, la
bontà di alcuni padri sinodali non conosce limiti nell’errore. Ma ci si
chiede: che c’entrano le unioni omosessuali con la famiglia? Sono in
qualche modo famiglia anche loro?
Per la linea Kasper-Forte sì,
applicando un principio (scorretto) della gradualità. Di questo
argomento abbiamo già qui dato un accenno ecclesiologico, dimostrandone
le premesse erronee, anzi ereticali, ossia la confusione ch’essi fanno
tra amore naturale e grazia. Ora entriamo nello specifico.
Cos’è questa benedetta gradualità?
Si
fa un gran parlare ora di questo principio morale ma, evidentemente
secondo l’interpretazione della linea sinodale della rottura dottrinale,
viene interpretato in modo surrettizio, al fine di poter guardare con
occhi di misericordia chi vive in una situazione disordinata e di
peccato. Tale principio, secondo i suoi teorici, permetterebbe di vedere
solo il bene che c’è nel peccato (che non bisogna però dire tale), e
così l’approccio misericordioso avrebbe la meglio sulla dottrina rigida e
fissista, quella dei fondamentalisti della fede, che, al dire di Mons.
Forte, “colpisce come una clava”. Lui, invece, è morbido e umano…e sa
accarezzare il mondo. Sta di fatto che la grande reazione dei Padri, che
si è avuta dopo la Relazione-sintesi della prima settimana di lunedì 13
ottobre, indica una cosa: la “gradualità” così come è stata concepita e
interpretata nel Sinodo è sbagliata.
Infatti, nella sintesi degli
interventi in aula dopo la Relatio post disceptationem fatta dal Card.
Erdo leggiamo: «Necessario è approfondire e chiarire il tema della
“dicendo gradualità”, che può essere all’origine di una serie di
confusioni. Per quanto riguarda l’accesso ai sacramenti per i divorziati
risposati, ad esempio, è stato detto che è difficile accogliere delle
eccezioni senza che in realtà diventino una regola comune».
Il
tema della gradualità era stato già affrontato da S. Giovanni Paolo II
nell’Esortazione apostolica post-sindodale Familiaris consortio,
esortazione di fatto messa in soffitta in questo Sinodo:
«Anche i
coniugi, nell’ambito della loro vita morale, sono chiamati ad un
incessante cammino, sostenuti dal desiderio sincero e operoso di
conoscere sempre meglio i valori che la legge divina custodisce e
promuove, e dalla volontà retta e generosa di incarnarli nelle loro
scelte concrete. Essi, tuttavia, non possono guardare alla legge solo
come ad un punto ideale da raggiungere in futuro, ma debbono
considerarla come un comando di Cristo Signore a superare con impegno le
difficoltà. “Perciò la cosiddetta legge della gradualità, o cammino
graduale, non può identificarsi con la gradualità della legge, come se
ci fossero vari gradi e varie forme di precetto nella legge divina per
uomini e situazioni diverse» (FC 34).
La gradualità della legge
indica che la legge stessa sarebbe graduale, quindi che si potrebbe
scegliere quello che più conviene, invece la legge della gradualità o
cammino graduale, accezione corretta, esprime piuttosto l’esigenza di
un’opera pedagogica per entrare nel cuore della legge e per osservarla
non solo in modo esteriore, ma con la mente e il cuore: posso cioè
essere educato a capire gradualmente il valore della legge, che in sé
rimane intangibile e comunque la via al bene da perseguire.
L’indissolubilità
del matrimonio è un precetto divino: è l’essenza del matrimonio e ad un
tempo la condizione di partenza per potersi sposare. Ora, si può
applicare la gradualità della legge a questo precetto divino, iscritto
nella natura dell’uomo e del matrimonio? Certamente no. Non si può
sottoporre l’indissolubilità del matrimonio ad un arrivo graduale; non
vale mai, come risulta chiaramente in questo caso, la gradualità della
legge. I divorziati risposati non potrebbero mai capire per gradi la
verità dell’indissolubilità perché l’hanno messa in discussione e
l’hanno spezzata in partenza. Né tanto meno vale la gradualità per
vedere l’amore di due partner come un bene in sé, amore folle che arriva
fino al sacrificio di sé, amore che giustificherebbe così l’unione, e
pian piano ci permetterebbe di maturare giudizi più misericordiosi verso
di loro. Questa è una gradualità nel peccato, che è sempre peccato.
In
che senso però, a livello educativo e pastorale, si deve essere
pazienti e vedere una legge della gradualità? Solo in chi vuole
accostarsi al matrimonio e vuole capire la bellezza dell’unione sponsale
indissolubile, magari uscendo da una condizione di peccato oggettivo
qual è la convivenza, è individuabile una legge della gradualità. Per
gli omosessuali la gradualità consiste nell’accompagnarli pian piano,
nel rispetto delle persone, a capire che la condizione di vita scelta è
contro natura, e a farli uscire da quella condizione, cominciando ad
astenersi dagli atti disordinati e con la preghiera capire le cose più
grandi dello spirito.
Si vede chiaramente che il principio della
gradualità non può “servire” a vedere un bene in una convivenza o un in
matrimonio civile dopo il divorzio come tali, procurando magari, con un
cammino penitenziale, un accostamento poi alla Comunione. La gradualità
non può essere manipolata per avere uno sguardo misericordioso su chi
vive in situazioni non conformi alla legge di Dio.
Il principio
della gradualità, pertanto, non è per se stesso la soluzione ai problemi
di chi vive in situazioni matrimoniali difficili o disordinate, ma
richiede una spiegazione morale giusta, altrimenti degenera in un grande
equivoco. Il punto chiave dell’equivoco sta qui: si vuole utilizzare,
come appare dal Sinodo, un principio morale che è un aiuto a diventare
santi, passo dopo passo, data la difficoltà che noi poveri peccatori
possiamo incontrare, per vedere invece il bene in una situazione
intrinsecamente disordinata. Il bene o qualche elemento di bontà, che
certamente esiste (non per sé ma in relazione al bene integro), se non è
redento da ogni compromesso con il peccato e con il disordine morale
non è un bene ma ancora un male. Il bene o è integro o non è bene, ma
ancora un male, cioè l’assenza di un bene che dovrebbe esserci. Il bene o
è tutto bene e interamente bene o è un male. L’errore della linea
Kasper-Forte parte da un approccio storicistico alla Rivelazione e alla
grazia, e finisce nel rendere bene un bene non integro, dunque ancora un
male, un peccato. Con il rischio di giustificare con il fine (amore,
fedeltà, aiuto reciproco) i mezzi, che sono inquinati (convivenza o
divorzio).
Intanto però è da notare con interesse uno scherzo
della Provvidenza: mentre fino a qualche anno fa i critici di Kasper, di
Forte, e dei vari Baldisseri di turno, erano soltanto dei “conservatori
con delle fisime”, oggi invece tali personaggi sono noti e svelati al
pubblico, a tutti i fedeli. Tutti ormai sanno perché la linea dei
riformatori è in odore di eresia. (Fonte: http://lafededeinostripadri.blogspot.com)
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http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/larcidiocesi-di-udine-scende-in-campo-contro-la-linea-kasper/
22 ottobre 2014 L’arcidiocesi di Udine scende in campo contro la linea
Kasper. sinodoL’Arcidiocesi metropolitana di Udine – chiesa patriarcale
sub-apostolica in quanto continuazione sotto altro nome
dell’antichissimo Patriarcato di Aquileia (la fondazione risale
all’evangelista Marco discepolo di san Pietro) di cui l’arcivescovo
udinese è erede, ne porta, ad es., tuttora l’abito rosso patriarchino –
ha preso posizione sul tema oggetto del Sinodo ribadendo la Dottrina di
sempre e così sconfessando la linea Kasper-Forte. Intervistato da
Francesco Dal Mas sul settimanale diocesano La Vita Cattolica monsignor
Guido Genero Vicario Generale dell’Arcidiocesi udinese e illustre
docente presso il locale Studio teologico ha posizionato la diocesi
friulana decisamente nel campo di quanti si oppongono alla linea Kasper.
Riportiamo il testo integrale dell’intervista significativamente intitolata Speciale Sinodo. Adulteri senza Comunione:
Mons.
Genero, partiamo dal tema più dibattuto in questi giorni: la comunione
dei separati e dei divorziati. Sono molti a chiederla?
In verità
no. Tanti, infatti, sanno di essere in situazione di peccato e nelle
condizioni, magari, di non porvi rimedio, per cui neppure avanzano la
richiesta di poter accedere al banchetto eucaristico. È una sofferenza,
in ogni caso, che va compresa.
La comprensione fino a che punto può arrivare? Ossia, si può chiudere un occhio sulla verità, sulla dottrina?
No,
se vogliamo rispettare il Vangelo ed il magistero. Ogni sacramento
presuppone la freschezza del battesimo e della cresima che si acquista
con la santa confessione. Anche quello dell’eucarestia. Ciò che troppo
spesso si dimentica. E non soltanto da parte di chi compie adulterio, ma
anche di chi bestemmia. Il sabato sera, in bar, si oltraggia Dio, la
domenica, alla Messa, ci si accosta all’altare. Si compie un doppio
peccato.
Sono norme comportamentali perfino banali, che ogni
cristiano dovrebbe rispettare. Invece, appunto, si chiude un occhio,
talvolta anche due. Lei parla di adulterio. Questa situazione,
evidentemente di peccato, è ormai una prassi. Immaginarsi se viene
confessata e, quindi, se di essa ci si pente.
Un cristiano
dovrebbe farlo. Ma per riprendere il tema della comunione ai separati e
ai divorziati, che è ammessa, si pone il passaggio obbligato della
purificazione, quindi della confessione. La confessione, a sua volta,
presuppone la richiesta di perdono. E il perdono lo si riceve se si
volta pagina, se si rinuncia alla condizione di peccato. Quindi? Quindi
un separato o un divorziato per comunicarsi ha bisogno, come qualsiasi
altro peccatore, di confessarsi e se lo fa vuol dire che è disposto a
cambiare vita. Questo che cosa significa? Che deve rinunciare alla
convivenza che, molto probabilmente, ha in atto. Lo fa? Bene. Ritorna,
da pentito, al primo vincolo, il matrimonio sacramentale (se lo ha
celebrato). O ad una situazione di non vincolo.
Ma di solito non
capita. Appunto. Si pretende la comunione, e magari l’eventuale
assoluzione nell’eventuale confessione, continuando nella situazione di
peccato.
Nel caso del vincolo sacramentale del matrimonio la
situazione si complica perché non siamo in presenza di una colpa solo
personale …
Appunto. Non è il caso del peccatore che confessa una
colpa solo personale e viene assolto personalmente dopo aver chiesto
perdono. Il sacramento del matrimonio è un vincolo che coinvolge due
persone. Ed è per questo che fin dalle pagine del Vangelo si sostiene il
presupposto dell’unicità, della fedeltà e dell’indissolubilità.
In
situazione di peccato si trovano anche coloro che convivono? A rigor di
logica (evangelica) sì. Anche se non hanno contratto vincolo. Ma lo
dovrebbero fare.
Si è molto sentito parlare nei giorni di pre Sinodo di creatività pastorale nell’approccio con le situazioni di sofferenza?
Si
è fatto cenno anche autorevolmente alla creatività. Sinceramente non
capisco che cosa si intenda affermare nello specifico. Nella
testimonianza del Vangelo non è possibile essere molto creativi. Gesù,
ad esempio, condanna per ben cinque volte l’adulterio. Quindi da un
punto di vista sacramentale non sono possibili le mediazioni. Sul piano
pastorale, invece, è doverosa la vicinanza con le donne e gli uomini che
si trovano in condizioni di sofferenza.
Confidiamo la lettura di
questa intervista incoraggi altre diocesi d’Italia, d’Europa e del mondo
a prendere apertamente posizione in difesa della Dottrina Cattolica
contro il tentativo ideologico di capovolgerla purtroppo messo in atto
anche da alti e altissimi esponenti della Gerarchia. (N. G.)
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https://forum.termometropolitico.it/5993-come-il-sistema-mondialista-favorisce-la-distruzione-dell-europa-e-l-islamizzazione.html
Grecia: i vertici della Comunità Europea cominciano a perdere la
pazienza, Atene “confisca” le riserve delle autorità locali. Nuova
Cipro?
Il governo Tsipras deve pagare stipendi e pensioni, oltre a
dover far fronte al debito contratto con il Fondo Monetario
Internazionale (FMI). Per affrontare la situazione, il primo ministro ha
emanato un decreto con cui ordina alle autorità locali (regioni, comuni
ma anche le università) di trasferire le proprie eccedenze alla banca
centrale. Da Atene puntano a ottenere un tesoretto di 2 miliardi e mezzo
di euro cioè l’indispensabile per tenere il paese a galla.
L’intervento
sulle riserve dei governi locali è stata giustificata ufficialmente
come “una forma morbida di controllo dei capitali”, tuttavia in queste
ore i piccoli debitori greci si stanno vedendo sequestrati i loro
depositi. Non si conoscono i margini dell’intervento ma, stando alla
stampa greca, tra i destinatari ci sarebbe persino un cittadino con un
debito di 200 euro. Se l’intervento dovesse acquisire maggiore
consistenza potrebbe innescarsi una “corsa agli sportelli” dalle
proporzioni “cipriote”.
La sconfitta di Varoufakis
L’ultimo
incontro tra il ministro delle Finanze greco e l’Eurogruppo è andato
molto male: “un perditempo, un giocatore d’azzardo, un dilettante” è
stato definito dai partecipanti in un impeto di esasperazione
Varoufakis. Quest’ultimo d’altronde non ha risparmiato la propria
staffilata ai vertici delle finanze europee; su Twitter giusto domenica
ha scritto citando Roosvelt “sono unanimi nel loro odio verso di me e io
accolgo con favore il loro odio”.
Per il governo greco la questione
del salvataggio è una questione esclusivamente politica: la Grecia non
vuole ritornare sulla strada dell’austerità per questo si tenta di
“soffocarla” privandola della liquidità necessaria a evitare il default.
Neanche tanto velatamente il concetto è stato espresso da Nikos Filis,
capogruppo di Syriza al parlamento greco: “il problema è politico, non è
solo una trattativa economica, hanno detto apertamente che non vogliono
il nuovo governo greco che non li soddisfa”.
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Come il sistema mondialista favorisce la distruzione dell’Europa e l’islamizzazione
Come l’Europa è diventata complice del Califfato in arrivo
Alla Fiera del Libro di Torino (14-18 maggio 2009) l’editore Lindau
presenta il nuovo libro di Bat Ye’Or, ” Verso il califfato universale “,
come l’Europa è diventata complice dell’espansionismo musulmano (
venerdì 15 maggio, ore 19, spazio Autori B). Sarà presente la stessa
autrice, presentata da Ugo Volli. Quale introduzione al libro, Bat Ye’Or
ci ha inviato questo articolo, che pubblichiamo con grande piacere.
La maggior parte degli europei non ha ancora compreso che le loro
strutture nazionali e sovrane si sono già disintegrate nel
multilateralismo e il multiculturalismo. Essi credono ancora di poter
agire sul proprio destino nazionale restando nella sfera democratica che
si sono creati. In realtà, il potere decisionale a livello nazionale
relativo alla politica interna ed estera è sfuggito loro di mano. Oggi
le popolazioni dell’UE sono gestite da organizzazioni internazionali,
come le Nazione Unite, la Fondazione Anna Lindh, l’Alleanza delle
Civiltà, l’Organizazione della Conferenza Islamica (OCI) e la sua
filiale l’ISESCO, interconnesse in reti che diffondono la governance
mondiale in cui predomina l’influenza dell’OCI sull’ONU. Il
trasferimento del potere fuori dai confini nazionali dei singoli stati
membri dell’Unione Europea verso le organizzazioni internazionali
avviene attraverso strumenti detti «dialogo» e «multilateralismo» legati
a reti designate dagli stati: Dialogo Euro-Arabo, Medea, Processo di
Barcellona, Unione per il Mediterraneo, Fondazione Anna Lindh, Alleanza
delle Civiltà, Parlamento Euro-Mediterraneo (PEM) ecc. Queste reti
trasmettono direttive a delle sottoreti, a miriadi di ONG e ai
rappresentanti delle «società civili» che scelgono essi stessi,
attivisti dell’immigrazione e del multiculturalismo. La rete delle
istituzioni politiche, i cosiddetti «think tank», spesso finanziata
dalla Commissione europea, trasforma tali direttive in opinione pubblica
mescolandole sulla stampa, nelle pubblicazioni, nei film, veri e propri
inghiottitoi di miliardi. Le popolazioni europee sono chiuse in un
gioco di specchi che si rinviano, a tutti i livelli sino all’infinito,
le opinioni prefabbricate in base ad agende politiche e culturali che
esse ignorano e spesso disapprovano. Questa trasformazione «di un’Europa
delle Nazioni» in un’Europa unificata e integrata alle organizzazioni
internazionali, come l’ONU, l’UNESCO, l’OCI, ecc., risponde alla
strategia dell’UE in particolare nella sua dimensione mediterranea. Una
tale ottica motiva le politiche sia dell’UE che dell’OCI, che si
oppongono entrambe – per interessi diversi – ai nazionalismi culturali e
identitari locali in Europa. Questo movimento promuove il
multiculturalismo e l’internazionalismo di una popolazione europea
destinata a trasformarsi e a sparire in virtù dell’unione delle due rive
del Mediterraneo e di una immigrazione dell’Africa e dell’Asia
incoraggiata dalla Dichiarazione Durban 2. Questa Dichiarazione è in
conformità alla politica dell’OCI in riguardo all’emigrazione. A tale
scopo, la nozione stessa e la coscienza di una civiltà europea peculiare
e specifica, nel corso di millenni, si dissolve mentre si continuano a
combattere con accanimento le identità culturali europee assimilate al
razzismo. L’OCI segue un percorso simile all’Unione europea,
organizzandosi come forza transnazionale, ma, contrariamente all’UE, si
afferma grazie al radicamento della ummāh nella sfera della religione,
della storia e della cultura coranica. Cosa è l’OCI? Questa è
un’organizzazione centrale creata nel 1969 per distruggere Israele. Essa
riunice 56 stati membri (musulmani o a maggioranza musulmana) e
l’Autorita Palestinese. Questi stati sono in Asia, Africa et Europa con
l’Albania, la Bosnia Herzegovina e il Kossovo. L’OCI è la seconda
organizzazione intergovernativa dopo le Nazioni Unite e rappresenta un
miliardo trecento milioni di musulmani. Al l’11° Vertice islamico
svoltosi a Dakar il 13 e 14 marzo 2008, l’OCI ha adottato una Carta che
ne sancisce i principi e gli obiettivi, il primo dei quali consiste
nell’unificazione della ummāh (la comunità islamica mondiale) attraverso
il suo radicamento nel Corano e nella Sunna, e la difesa solidale delle
cause e degli interessi musulmani sulla pianeta. Questa politica spiega
la recrudescenza di religiosità musulmana in generale, inclusa
l’Europa, e di odio contro Israele e l’Occidente. I suoi organi
principali sono: 1) il Vertice islamico, che rappresenta l’istanza
suprema di decisione ed è composto dai re e dai capi di stato; 2) il
Consiglio dei ministri degli esteri; 3) il Segretariato generale, che
costituisce l’organo esecutivo dell’OCI e 4) la Corte islamica
internazionale di Giustizia, che diventerà l’organo giuridico principale
dell’organizzazione (articolo 14) e giudicherà in conformità con i
valori islamici. (art. 15). L’OCI è dotata di una struttura unica fra le
Nazioni e le società umane. In effetti, il Vaticano e le varie Chiese
non hanno un potere politico, anche se in concreto fanno politica,
poiché nel cristianesimo come nel giudaismo funzioni religiose e
politiche devono restare rigorosamente separate. Lo stesso vale anche
per le religioni asiatiche, i cui sistemi non riuniscono in un’unica
struttura organizzativa religione, strategia, politica e sistema
giuridico. Non solo l’OCI gode di un potere illimitato grazie all’unione
e alla coesione di tutti i poteri, ma a questi aggiunge anche
l’infallibilità conferita dalla religione. Riunendo sotto un solo capo
56 paesi, alcuni fra i più ricchi del pianeta, l’organizzazione
controlla la maggior parte delle risorse energetiche mondiali. L’OCI è
un’organizzazione religiosa e politica che appartiene alla sfera di
influenza dei Fratelli Musulmani con cui condivide in tutti i casi la
visione strategica e culturale di una comunità religiosa universale, la
ummāh, ancorata al Corano, alla Sunna e all’ortodossia canonica della
shari’a. Che la religione sia un fattore prioritario per l’OCI si
evidenzia dal suo linguaggio e dai suoi obiettivi. Così la conferenza di
Dakar (marzo 2008) prende il titolo di Conferenza del Vertice islamico,
Sessione della ummāh islamica del XXI secolo. Nel preambolo della Carta
dell’OCI, gli stati membri confermano la loro unione e la loro
solidarietà ispirate dai valori islamici al fine di rafforzare
nell’arena internazionale i loro interessi comuni e la promozione dei
valori islamici. Essi s’impegnano a rivitalizzare il ruolo di pioniere
dell’islām nel mondo, a sviluppare la prosperità negli stati membri e,
al contrario degli stati europei, ad assicurare la difesa della loro
sovranità nazionale e della loro integrità territoriale. Dichiarono che
la vera solidarietà implica necessariamente il consolidamento delle
istituzioni e la profonda convinzione di un destino comune in base a
valori comuni definiti nel Corano e nella Sunna (§ 4) che stabiliscono i
parametri della buona governance islamica. Essi raccomandano che i
mezzi di informazione contribuissero a promuovere e sostenere le cause
della ummāh e i valori dell’islām mentre l’OCI si impegna in forme di
solidarietà con le minoranze musulmane e le comunità di immigrati nei
paesi non musulmani e collabora con le organizzazioni internazionali e
regionali per garantire i loro diritti nei paesi stranieri. L’OCI si
impegna inoltre a stimolare i nobili valori dell’islām, a preservarne i
simboli e la loro eredità comune e a difendere l’universalità della
religione islamica, in termini più chiari, la diffusione universale
dell’islām (da‘wah). Si impegna a inculcare i valori islamici nei
bambini musulmani e a sostenere le minoranze e le comunità di immigrati
musulmani all’esterno degli stati membri al fine di preservarne la loro
dignità, identità culturale e religiosa e i loro diritti. Affermano il
loro sostegno alla Palestina con capitale Al-Quds Al-Sharif, il nome
arabizzato di Gerusalemme. L’OCI sostiene tutti i movimenti musulmani di
lotta come quello del popolo turco di Cipro, in Sudan, in Cina, dei
Palestinesi, condamna l’occupazione dell’Armenia in Azerbaigian, del
Jammu e Kashmir, l’oppressione dei musulmani in Grecia, in Myanmar, in
Caucasia, in Thailandia, in India e nelle Filippine. Sulla scena della
politica internazionale, l’OCI ha creato vari comitati per coordinare le
iniziative e la politica in campo politico, economico, sociale,
religioso, mediatico, educativo e scientifico sul piano interstatale
degli paesi musulmani e internazionale. Gli obiettivi strategici della
Carta sono tesi a: «Assicurare una partecipazione attiva degli stati
membri [dell’OCI]al processo mondiale di presa di decisione nei campi
della politica, dell’economia e del sociale, al fine di garantire i loro
interessi comuni» (I-5); e a «promuovere e difendere posizioni
unificate sulle questioni di interesse comune nei forum internazionali».
Fra i suoi obiettivi, la Carta dell’OCI elenca la diffusione, la
promozione e la preservazione degli insegnamenti e dei valori islamici,
la diffusione della cultura islamica e la salvaguardia del patrimonio
islamico (I-11); la lotta alla diffamazione dell’islām, la preservazione
dei diritti, della dignità e dell’identità religiosa e culturale delle
comunità e delle minoranze musulmane negli stati non membri (I-16).
Questo punto indica la tutela sugli immigrati musulmani all’estero e le
pressioni esercitate dall’OCI, attraverso il canale dei dialoghi e
dell’Alleanza delle Civiltà, sui governi dei paesi di accoglienza non
musulmani. Essendo un’organizazione musulmana religiosa, come lo dice
pure essa stessa, l’OCI dichiara essere l’organo rappresentativo del
mondo musulmano. Rivendica la sua solidarietà con tutte le minoranze
musulmane che abitano negli stati non membri dell’OCI (vale a dire i
paesi non musulmani). Per queste minoranze, l’OCI domanda il godimento
degli diritti dell’uomo elementari, fra cui la protezione dell’identità
culturale, il rispetto delle loro leggi in modo da proteggersi contro
qualsiasi forma di discriminazione, oppressione ed esclusione, il
salvataggio del patrimonio culturale dei musulmani negli stati non
musulmani. L’OCI considera suo compito proteggere il diritto alla
cultura, alla religione e all’identità culturale degli immigrati
musulmani e di promuoverli nelle sfere del potere, di autorita e di
influenza. Onde assicurare la protezione delle minoranze musulmane
immigrate e stabilite in Occidente, e preservarne l’identità, l’OCI ha
deciso di internazionalizzare la lotta all’islamofobia attraverso la
cooperazione fra l’OCI e le altre organizzazioni internazionali come le
Nazioni Unite, l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa, l’OSCE, l’Unione
africana e così via. Anche in questo caso la politica dell’Unione
Europea intesa a sostenere «la legalità internazionale» dell’ONU
rinforza in realtà il controllo mondiale dell’OCI che predomina in tutte
le istituzioni internazionali. Ma la priorità politica dell’OCI è
naturalmente la distruzione di Israele e l’islamizazione di Gerusalemme.
L’OCI prevede di trasferire la sua sede da Gedda (Arabia Saudita) a
al-Kuds, la Gerusalemme islamizzata. Come l’OCI ha i caratteri di uno
califfato universale, la Gerusalema ebraica e cristiana diventata al
Kuds e sarà la sede dove la sharia governerà, come a La Mecca, Gaza e i
luoghi tenuti dai Talebani. Questa strategia si sviluppa in associazione
con molte chiese e l’Europa. L’OCI vuole che l’eliminazione di Israele
sia fatto come un atto di profondo odio dall’insieme del pianeta, ma
specialmente dagli Occidentali. In altre parole vuole che siano i
Cristiani che destruggano la radice della loro spiritualità. Questo
sarebbe un altro parricidio dopo la Shoah. La propaganda globale di odio
contro Israele che si manifesta nei canali occidentali con l’argomento
della vittimologia e l’innocenza palestinese provienne dell’OCI.
L’Europa palestinizzata, e volontariamente colpevolizzata, continua a
dare sostegno, finanziario, diplomatico, politico e mediatico alla
Palestina e a promuovere l’emergenza del Califfato universale a al-Kuds
sulle rovine dell’antica Gerusalemme.
Bat Ye’or
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eih
Bush 322, MI DISPIACE! TU NON PUOI UCCIDERE TUTTI I POPOLI DEL MONDO,
SOLTANTO PERCHé, IL TUO SISTEMA BANCARIO HA PRODOTTO BOLLE FINANZIARIE,
CHE SUPERANO DI: 100 VOLTE: IL PRODOTTO INTERNO LORDO DEL PIANETA, TUTTI
TITOLI CHE, NON POTREBBERO MAI ESSERE MONETIZZATI, REALMENTE! cosa, TU
hai fatto della nostra sovranità monetaria? TU CI STAI AMMAZZANDO! ] [
Anche dall’UE confermano: “abbiamo ceduto la nostra sovranità”
15/11/2014 di Marco Mori ] SE, TU NON DISTRUGGI IL SISTEMA BANCARIO?
POI, TU DOVRAI DISTRUGGERE I POPOLI! quindi non potrai mai dire: “non è
stata colpa mia!”
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Video Boko Haram, decapitate due spie
La sequenza è intitolata ‘Caccia alle spie’
Nuovo
orrore dai fondamentalisti islamici nigeriani Boko Haram. Secondo il
Site, il sito di monitoraggio del jihadismo sul web, i jihadisti “cinque
giorni dopo avere lanciato un avvertimento, hanno diffuso un video dal
titolo “Harvest of spie” (‘Caccia alle spie’) che mostra la
decapitazione di due uomini”. Il Site riferisce che il video, caricato
oggi su Twitter dal gruppo fondamentalista, mostra un uomo identificato
come Dawoud Muhammad di Baga (città nigeriana) inginocchiato per terra
ed alcuni uomini alle sue spalle mascherati. Muhammad dice che un
poliziotto lo avrebbe pagato con l’equivalente di 25 dollari per fare la
spia e gli avrebbe promesso di farlo diventare ricco. Il secondo uomo
decapitato viene identificato come Muhammad Awlu. Nel video non viene
mostrato il momento della decapitazione ma i due corpi con le teste
mozzate appoggiate sul petto. In passato Boko Haram ha già diffuso un
video di una decapitazione: quella di un pilota nigeriano catturato a
settembre.
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La sottomissione della donna è la causa principale della violenza e dell’arretratezza dell’islam
verità e rivoluzione
La sottomissione della donna è la causa principale della violenza e dell’arretratezza dell’islam
Sono
oltre centomila i cristiani uccisi ogni anno per la loro fede. La
memoria è in assoluto il dovere etico principale. La memoria della
storia e la conoscenza della verità è quello che è successo, quello che è
veramente successo, non quello che sarebbe carino che fosse successo,
perché così i nostri teoremi tornerebbero e noi potremmo dimostrare che
da una parte ci sono i buoni e dall’altra i cattivi come nei film della
Walt Disney degli anni ’50 e ’60.
La memoria della storia consiste in
una puntigliosa conta dei morti, perché ognuno di loro era una persona,
non uno scarafaggio o un cane, ma una persona e se quelli che hanno
sterminato quei morti hanno combattuto sotto una bandiera che ha i
nostri stessi colori, allora quella conta deve essere ancora più
attenta, più fanaticamente puntigliosa. La verità vi renderà liberi, la
verità anche quando atroce o scomoda. Solo la conoscenza della storia e
della verità ci può fornire le due uniche direttive possibili a
qualsiasi azione etica, solo apparentemente in contrasto l’una con
l’altra, che sono la fede e il dubbio.
Nel primo periodo della sua
vita un bambino fa blocco unico con la madre. Hitler era figlio di madre
umiliata e battuta, Osama Bin Laden è il figlio numero 56. È stato un
bambino a stento riconosciuto dal proprio padre, che non ne ricordava il
nome. Che incredibile odio verso tutti quelli che non sono il figlio
numero 56 e che hanno creato società dove non è possibile essere il
figlio numero 56!
Un mondo di pace non nascerà mai fino a quando le
donne saranno miserabili e schiave. Una donna schiava può diventare
madre di un Orco oppure di uno schiavo: il suo dolore diventa la ferocia
del figlio oppure la sua acquiescenza alle ingiustizie. Per un mondo
migliore non basta l’abbattimento dei tiranni, politici o economici che
siano: prima o poi si creeranno altri tiranni. Si creeranno più prima
che poi, impareranno ad ammantare i crimini più feroci sotto una
bandierina di benevolenza e tutto resterà uguale se non peggiore.
Un mondo libero e giusto può nascere solo attraverso le madri.
I
figli di madri libere e forti non diventano né carnefici né schiavi di
nessuno. Non è un caso se in Africa i paesi che se la cavano dal punto
di vista economico sono quelli dove le donne non sono calpestate e dove
la democrazia è rispettata.
La pace del mondo passa dal benessere
fisico ed economico delle madri, passa dalla loro alfabetizzazione,
dalla loro scolarizzazione, loro diritto inalienabile di scegliere chi
sarà il padre dei suoi figli, dal loro diritto inalienabile di non
essere battute, vendute, comprate, sfruttate, ripudiate, lapidate,
bruciate. Nessun mondo di pace può nascere sulla negazione di questi
diritti. Un mondo dove una creatura umana non ha in mano il proprio
destino, dove una creatura umana può essere messa a morte per aver
voluto sentire il vento sui capelli non può essere un mondo di pace.
Nessun mondo di pace sarà costruito sul sangue delle donne lapidate, e
sull’educato silenzio che ha commentato la loro lapidazione. Nessun
mondo di pace nascerà dove è permesso a una bambina di 9 anni di essere
data in sposa e di essere condannata a morte. Nessun mondo di pace
sorgerà fino a quando anche solo un’unica bambina potrà essere
infibulata, così da ridurre tutta la sua vita a umiliazione e dolore.
Un
mondo di pace può nascere solo dalla capacità di non abdicare mai alle
idee di libertà e di diritti civili, incluso l’inalienabile diritto di
ridere di tutto, incluse le cose più sacre e più serie. Noi osiamo
ridere di Dio e della morte: questa è la nostra forza. Chi non vuol
essere deriso, si dia da fare per meritare rispetto. Chi usa la condanna
a morte per ridurre la derisione al silenzio, dimostra quanto quella
derisione sia giustificata.
http://www.ioamolitalia.it/blogs/verita-e-rivoluzione/la-sottomissione-della-donna-e-la-causa-principale-della-violenza-e-dell%E2%80%99arretratezza-dell%E2%80%99islam.html
La nostra libertà non è stata un dono. Il sangue versato non è stato un effetto speciale.
di Silvana De Mari 20/04/2015
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La Boldrini la smetta di assolvere l’islam anche quando gli islamici gettano a mare i cristiani
verità e rivoluzione
La Boldrini la smetta di assolvere l’islam anche quando gli islamici gettano a mare i cristiani
Provo
una profonda vergogna come italiana davanti alle ignobili parole della
signora Boldrini: “Non credo ci sia stata una discussione teologica
sulla barca”, ha detto, in riferimento alla vicenda che ha visto dei
clandestini islamici gettare in mare nove cristiani.
Gentilissima
signora Boldrini, la discussione teologica c’è stata. La domanda: “Sei
cristiano? Dimostrami che sei islamico citando versi del Corano”, è in
tutto e per tutto una discussione teologica. La domanda riguarda la fede
in Dio, in greco Teo, quindi è proprio una discussione teologica, è una
discussione teologica che condanna a morte, circa 100.000 morti l’anno,
un numero insufficiente, evidentemente, perché lei abbia un sussulto di
indignazione. Lo stesso tipo di discussione teologica che ha condannato
a morte i ragazzi in Kenya, i 21 martiri sgozzati in Libia perché il
loro sangue tingesse di rosso il Mediterraneo, gli innumerevoli morti
della Nigeria, il ragazzo bruciato vivo in Pakistan.
Per la signora
Boldrini che riscrive la lingua italiana, si mette lo strofinaccio sulla
testa quando va in moschea, il rispetto delle tradizioni islamiche è
sacro, quanto sacro è lo spregio di quelle italiane: una posizione
accettabile se fosse un privato cittadino, ma è inaccettabile da parte
della terza carica dello Stato.
Denuncio la vigliaccheria di
innumerevoli giornalisti che spacciano i morti ammazzati per gli effetti
di “una guerra di religione” e “le guerre di religione sono tutte
sbagliate”. Le guerre sono situazioni dove tutti sono armati, mentre
dove le armi sono da una parte sola si tratta di massacro. Le guerre non
sono tutte sbagliate, chi combatte perché sta aggredendo e chi combatte
perché difende non sono sullo stesso piano, chi li mette sullo stesso
piano fa il gioco degli aggressori.
Le verità più elementari sono
travolte e annientate. E adesso visto che su questa pagina FB,
periodicamente bloccata, siamo tutti brutti sporchi e cattivi, parliamo
di xenofobia. La xenofobia vuol dire letteralmente paura dello straniero
ed è la norma di qualsiasi consorzio di creature umane, in realtà di
creature viventi.
Appartenere a un gruppo, a una tribù, a una
nazione significa aver riconosciuto il patto sociale, il rispetto della
legge comune, non uccidere, non rubare, con commettere stupro sugli
altri appartenenti al gruppo.
Chiunque venga dall’esterno non ha
riconosciuto questo patto, potrebbe sottoscriverlo o non sottoscriverlo,
cioè essere un amico o un nemico e se me ne accorgo tardi, dopo che ne
ho permesso l’ingresso, ho un nemico in casa.
L’affermazione: tutti
gli immigrati sono cattivi e pericolosi è razzista, tra l’altro tre
delle personalità politiche europee che più amo, Magdi Cristiano Allam,
Souad Sbai e Ayan Hirsi Alì, sono immigrati.
L’affermazione tutti gli immigrati sono buoni. È altrettanto razzista e follemente pericolosa.
La
xenofobia, paura dello straniero, non è una colpa, ma un elementare
diritto umano perché è onere dello straniero dimostrare di essere
innocuo. Ed è dovere di ogni popolo difendere la terra ereditata dai
propri padri che darà in eredità ai propri figli.
Un popolo che non o fa, si sta candidando a essere un popolo di schiavi oppure di morti.
Grazie
signora Boldrini.
http://www.ioamolitalia.it/blogs/verita-e-rivoluzione/la-boldrini-la-smetta-di-assolvere-l-islam-anche-quando-gli-islamici-gettano-a-mare-i-cristiani.html
di Silvana De Mari 21/04/2015
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Anche la Chiesa si unisce alla sinistra nel giustificare la violenza islamica contro i cristiani
P.S. (Politicamente Scorretto)
Anche la Chiesa si unisce alla sinistra nel giustificare la violenza islamica contro i cristiani
Se
il tempo me lo consentisse cercherei di studiare in modo approfondito
psichiatria e psicologia, per capire cosa sta succedendo a tante menti
italiane (e non solo) apparentemente colte e lucide. Certo, si possono
avere differenti opinioni politiche; si possono manifestare differenti
sensibilità; si possono immaginare differenti future evoluzioni
storiche, ma la negazione dei fatti è un comportamento che ha a che
vedere solo con la malafede o, per bene che vada, con la perdita delle
capacità cognitive sostituita da valutazioni “di pancia” innescate da
tossici condizionamenti ideologici ed umanitaristici. I recenti
avvenimenti sui massacri dei cristiani dimostrano quanto in Italia il
politicamente corretto impedisca una serena valutazione sulle cause di
tali tragedie e sul modo di porvi un qualche limite. L’assassinio di
dodici africani cristiani ad opera di pii musulmani su un gommone
proveniente dalla solita Libia è l’ultima e più lampante dimostrazione
dello stravolgimento dei fatti ad opera di politici e religiosi
nostrani. Già senza che si avessero notizie più dettagliate sui fatti, è
scattata la gara tra i giustificazionisti. In prima linea,
naturalmente, politici e giornalisti di sinistra capeggiati
dall’ineffabile lady Boria Boldrini che, a conferma della sensibilità e
del buon gusto che da sempre la caratterizzano, ci ha pure ironizzato su
(“Uccisi per motivi religiosi? Non penso discutessero di teologia!”).
Ma che politici e giornalisti sinistri abbiano un tale comportamento è
normale e prevedibile, poiché sulla distorsione delle realtà e sullo
sfruttamento di solidarietà ed accoglienza essi costruiscono brillanti
carriere mentre i loro amici costruiscono imperi economici senza
affrontare la benché minima concorrenza. Ciò che proprio non si spiega,
se non ricorrendo agli specialisti della psiche, è il giustificazionismo
di taluni religiosi. Essi, infatti, sostengono la teoria secondo la
quale, in determinati contesti, l’aggressività aumenta: qualcuno ha
addirittura citato, con ammirevole sprezzo del ridicolo, l’effetto
“barca a vela”, ossia quel fenomeno che porta alla perdita del controllo
dei nervi quando si convive per lungo tempo in spazi ristretti. In
pratica, i due gruppi religiosi presenti sul gommone avrebbero litigato
solo a causa del contesto nel quale si trovavano, caratterizzato
soprattutto dalle avversità cui andavano incontro. Tali affermazioni
sono facilmente confutabili, in quanto è proprio nelle condizioni di
pericolo che le differenze di varia natura vengono accantonate per
dedicare tutte le proprie energie a salvare la pelle, collaborando con
chi sta al proprio fianco a prescindere da chi sia e da come la pensi.
L’effetto “barca a vela” svanisce quando si rischia di colare a picco.
Dal racconto di diversi testimoni sappiamo però che i musulmani si sono
inferociti quando qualche cristiano ha cominciato ad invocare l’aiuto di
Gesù: ciò è inammissibile per un orecchio islamico, è un atto di sfida a
cui rispondere con violenza. Del resto sappiamo che, anche negli stati
islamici meno integralisti, i cristiani possono pregare solo nelle
(pochissime) chiese colà ancora in piedi o all’interno delle mura
domestiche, ma mai all’esterno ed in presenza di sensibili fedeli del
credo dominante. La vicenda si è per ora conclusa con dodici cristiani
assassinati e quindici musulmani arrestati, che probabilmente verranno
condannati (sia pure a pene ridotte dalle attenuanti culturali) e quindi
avviati ad una sicura carriera di fondamentalismo all’interno delle
patrie galere. Oltre che ad essere mantenuti a spese del contribuente
per parecchi anni, a costi decisamente superiori a quelli sostenuti
dallo stato italiano per i richiedenti asilo. Ciò che purtroppo non si
vuole capire è che quei quindici islamici (probabilmente) responsabili
della strage sul gommone non sono criminali incalliti, ma solo persone
cresciute con un certo imprinting – ahimè sempre più diffuso – che le ha
portate a manifestare ed attuare un comportamento, eccezionale quanto
si vuole, ma comunque da esse ritenuto lecito. Sbagliano anche quei
commentatori non politicamente corretti che sostengono che tra gli
assassini vi fossero anche dei terroristi in arrivo nel nostro Paese. In
tal caso, i terroristi non avrebbero scatenato una rissa col rischio di
rovesciare il barcone o di farsi arrestare una volta sbarcati: il loro
unico interesse, in quei frangenti, sarebbe stato solo quello di
approdare in Italia sani e salvi. Al di là dell’ennesima strage di
innocenti, l’aspetto terrorizzante della vicenda, come plasticamente
dimostrato dai fatti, è che dei normali musulmani in cerca di un futuro
migliore, ma culturalmente carichi di astio ed aggressività, possano
all’improvviso trasformarsi in feroci assassini per ingiustificabili
ragioni di odio religioso. Se ciò succede in mare, nessuno può escludere
che lo stesso possa prima o poi ripetersi sulla terraferma. Ma i nostri
politici e giornalisti di sinistra continuano a non voler prendere atto
della realtà. I barconi non ottenebrano solo le menti di stranieri
disperati. Anche tantissimi cervelli nostrani.
di Pier Luigi Melis
21/04/2015
http://www.ioamolitalia.it/blogs/ps-politicamente-scorretto/anche-la-chiesa-si-unisce-alla-sinistra-nel-giustificare-la-violenza-islamica-contro-i-cristiani.html
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Nazioni Unite ed Unione Europea ci condannano a morte bloccando la natalità e favorendo la nostra sottomissione all’islam
verità e rivoluzione
Nazioni Unite ed Unione Europea ci condannano a morte bloccando la natalità e favorendo la nostra sottomissione all’islam
Noi
abitanti del Terzo Millennio siamo sempre in bilico sulla corda, da un
lato il baratro, dall’altro la definitiva salvazione. Abbiamo un bel po’
di supereroi, sempre più cupi e ammaccati, e parecchie distopie: il
contrario dell’utopia cui abbiamo rinunciato definitivamente. Una volta
accomunata la fantascienza al fantasy, il fantastico e l’horror regnano
incontrastati, riempiendo da soli più di metà degli scaffali delle
librerie e degli schermi cinematografici.
Siamo immersi in una
cultura di morte, siamo il secolo del genocidio, prima questa parola
non esisteva. Si comincia un secolo fa con gli armeni, un secolo esatto.
Libri, film, serie televisive: tutto pullula di cultura di morte; se
non sono ciberterminatori, sono vampiri, o extraterrestri predatori o
virus. Persino i film per bambini – la serie di I pirati dei Caraibi del
capitano Jack Sparrow – sono infarciti di mostri, fantasmi, creature
fatte di dolore e putridume.
Dalla loro ossessiva presenza possiamo
capire quello che succede nella mente degli uomini, e nella loro storia.
Se non sono Orchi sono Estranei, se non sono licantropi sono fantasmi,
se non è Alien è Terminator, o Predator. Voldemort e i suoi Mangiamorte
rubano la scena a Sauron e ai suoi Nazgûl, a Saruman con i suoi
sterminati eserciti di orchi. Dalle tombe si sono alzati, oltre che gli
aristocratici vampiri, ognuno dotato di storia e di nome, eserciti di
zombie, la loro versione sottoproletaria e anonima, che film dopo film
arrivano con il loro passo claudicante e gli occhi vuoti a mangiare
l’anima o più prosaicamente il cervello e le frattaglie dei vivi, che
resteranno poi sparse in uno sgraziato disordine. Il piccolo ET che
voleva telefonare a casa ha lasciato il posto a extraterrestri
cattivissimi in film terrificanti (Alien, La Cosa), involontariamente
comici (La guerra dei mondi), o genialmente comici (Men in Black):
K, impassibile: «Ha detto qualcosa prima di buttarsi?»
J: «Che il mondo sta per finire.»
K, sempre senza cambiare espressione: «Ha detto quando?»
Siamo
immersi in una ciclopica danza macabra. È l’angoscia per il nostro
presente, il terrore per il nostro futuro che abbiamo nascosto nella
Terra di Mezzo, tra le aule di Hogwarts, dall’altra parte della Barriera
di Ghiaccio, oltre i confini delle terre note. Mentre nemici
terrificanti assediano, e all’interno i difensori sono divisi e
infiltrati di collaborazionisti e traditori: questo il riassunto estremo
della maggioranza delle nostre narrazioni.
Tutta la nostra
narrazione fantastica è immersa in una cultura di morte, perché siamo il
secolo del genocidio, certo, e poi perché non siamo certi di avere un
futuro. Sappiamo che il male assoluto esiste e siamo sull’orlo della
fine del mondo.
La regola della vita è che le società, le civiltà,
come gli individui, le famiglie, i gruppi cerchino di sopravvivere. Non è
possibile che una civiltà sopravviva se la natalità è inferiore a 2,3
figli per madre: la nostra si aggira attorno all’1,4. Non è pensabile
che una civiltà sopravviva se ha una natalità bassa e permette
l’ingresso a minoranze con strutture ideologiche e religiose
contrastanti e non sovrapponibili, quindi minoranze non integrabili, che
per secoli sono state il nemico storico e che nel giro di una
generazione o al massimo due diventeranno maggioranza.
Dello
sterminio, della cultura di morte, fanno parte le donne che preferiscono
che l’ammasso di cellule che portano nel ventre muoia piuttosto che
diventare una creatura umana che si rivolgerà a loro dicendo mamma.
Al
magnifico atto di sessualità che genera la vita, quello dove lo sperma
dell’uomo è nel ventre di una donna dove le due metà si fonderanno in
una nuova vita unica e irripetibile, alla dolcezza del rapporto che
tiene insieme in complicità i padre e la madre del nuovo essere, viene
equiparato il gesto erotico fine a se stesso, un erotismo usa e getta
slegato da qualsiasi possibilità di creare una nuova esistenza nel
mondo.
Questa equiparazione vuol dire che la vita non ha valore. È
un’affermazione antropologicamente atroce che può venire in mente solo a
una cultura che rinnegando Dio non può che diventare cultura di morte.
Madre natura non è stupida. Quello che le interessa è la
generazione successiva. Il sesso serve per generare la vita, ed è lì che
è divertente. L’erotismo fine a se stesso, dove non si genera nulla,
sulle lunghe distanze, è di una noia mortale, bisogna farsi di qualche
cosa o passare a 50 sfumature di sadomaso per non essere assordati dalla
mancanza di senso. Esattamente la stessa differenza che c’è tra
mangiare a una tavola imbandita qualcosa di preparato con intelligenza o
amore oppure mangiare e vomitare cibo spazzatura.
Il mondo occidentale è immerso in una iper-erotizzazione e in una ipo-sessualizzazione.
La
nostra estinzione e conseguente libanizzazione dell’Europa non può
essere possibile senza un calo nella natalità. L’aborto è sempre un
suicidio differito, una manifestazione dell’odio di sé della donna,
spesso è sufficiente un’unica domanda, mi scusi, signora, ci ha pensato
bene, questo è il suo bambino, per fermarlo, sempre lascia reliquati,
perché l’inconscio della donna vede l’uccisione del figlio come
un’autoprofanazione. Non è un caso che gli stessi poteri forti, ONU ed
UE, che difendono il diritto della donna a seguire l’impulso dell’aborto
fino alla fine senza il rischio di incontrare qualcuno che causi un
ripensamento, sono gli stessi che hanno tra i loro scopi ufficiali
l’islamizzazione mediante libanizzazione dell’Europa.
Usciamo dalla
cultura della morte adesso. Un uomo e una donna che si amano, che
prendono l’impegno di proteggersi a vicenda e di proteggere i figli, lo
prendono davanti alla comunità e lo mantengono, fino alla fine.
L’ultima
riga delle fiabe: e vissero sempre felici e contenti. Sempre no.
Qualche volta hanno litigato, ma non hanno mollato. E quando non si
molla i decenni passano e si diventa la coppia illuminata: la tenerezza
ha riempito tutti gli spazi. Amo il tuo corpo anche se ha le cicatrici
della coronaroplastica o dell’asportazione del cancro, amo il tuo corpo
ancora di più di quando era perfetto e forte.
Questo salverà il mondo. di Silvana De Mari 22/04/2015
http://www.ioamolitalia.it/blogs/verita-e-rivoluzione/nazioni-unite-ed-unione-europea-ci-condannano-a-morte-bloccando-la-natalita-e-favorendo-la-nostra-sottomissione-all-islam.html
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Gli arresti confermano la connivenza tra terrorismo islamico e traffico dei clandestini
Sia il vostro parlare sì sì no no
Gli arresti confermano la connivenza tra terrorismo islamico e traffico dei clandestini
La
buona notizia è che le nostre forze dell’ordine hanno arrestato 18
terroristi islamici che si nascondevano in Sardegna, al termine di
indagini che hanno coinvolto 7 province. Tra loro figurano due guardie
del corpo di Osama bin Laden, il fondatore della rete terroristica
islamica di Al Qaeda, e gli autori di numerosi attentati terroristici in
Pakistan compresa la strage del mercato di Peshawar, Meena Bazar,
avvenuta ad ottobre 2009 in cui vennero uccise più di 100 persone.
Altra
buona notizia è l’aver accertato che questa rete terroristica islamica
era anche impegnata nel traffico di clandestini. Pachistani e afghani
venivano introdotti illegalmente in Italia per poi proseguire il loro
viaggio verso il Nord Europa. L’ingresso in Italia avveniva attraverso
imprenditori compiacenti che fornivano falsi contratti di lavoro. In
parallelo i terroristi islamici, evidentemente con la complicità di
funzionari delle forze dell’ordine collusi, fornivano documenti falsi da
cui i clandestini risultavano vittime di persecuzioni etniche o
religiose. La rete terroristica forniva supporto logistico e finanziario
ai clandestini, assicurando loro patrocinio presso gli uffici
immigrazione e istruzioni sulle dichiarazioni da rendere per ottenere
l’asilo politico, apparecchi telefonici e carte Sim.
La cattiva
notizia è che tocchiamo con mano per l’ennesima conferma che l’Italia è
considerata un porto franco del terrorismo islamico globalizzato. Ci
usano come un rifugio sicuro, contando sul lassismo della classe
politica, sulla connivenza di una rete di imprenditori e pezzi deviati
dello Stato, fino a quando non si decide di intervenire per reprimerli.
La
cattiva notizia è che anche quando le istituzioni preposte alla
sicurezza decidono di intervenire, lo fanno limitandosi a intercettare e
reprimere solo la punta dell’iceberg, ma continuiamo ad avere paura e
non scontrarci con l’iceberg, ovvero con la filiera che costituisce la
piattaforma sociale, logistica ed operativa senza cui i terroristi
islamici non potrebbero nascondersi dentro casa nostra. Se 18 pericolosi
terroristi islamici risiedevano nel nostro Paese da anni, è evidente
che l’hanno potuto fare solo perché hanno potuto contare sul sostegno di
decine, centinaia e forse migliaia di simpatizzanti e militanti
islamici radicati ovunque in Italia.
La cattiva notizia è che abbiamo
la conferma che il terrorismo islamico è parte integrante dell’attività
e del giro d’affari legato al traffico dei clandestini, una realtà che è
fin troppo evidente in Libia dove da quattro anni le coste sono
controllate dai terroristi islamici che operano in combutta con la
criminalità organizzata straniera ed italiana, che realizzano un giro
d’affari legato al traffico dei clandestini stimato in 43 miliardi di
euro, di gran lunga superiore a quello che frutta il traffico della
droga.
Ancora cattive notizie. Chi ci governa in Italia e in Europa
conferma che predica male e razzola peggio. Subito dopo le lacrime di
coccodrillo esibite a caldo dopo la strage di circa 900 clandestini,
dopo aver detto per la prima volta che bisogna impedire che i
clandestini salgano su quelle imbarcazioni fatiscenti, dopo essersi
addirittura spinti a sostenere che bisogna distruggerle mentre sono
attraccate sulla costa libica per impedirne l’uso, ebbene concretamente i
capi di Stato e di governo europei si sono limitati a promettere nuovi
fondi all’operazione denominata Triton, che attualmente dispone di meno
di 3 milioni di euro al mese rispetto ai 10 milioni che spendeva da sola
l’Italia nel 2014 nell’operazione Mare Nostrum.
Ma chi ci governa in
Italia e in Europa non ha detto una sola parola se e come si procederà a
distruggere le barche e i gommoni degli scafisti. Così come nessuno
parla del blocco navale che va necessariamente imposto a ridosso delle
nostre acque territoriali per porre fine al traffico dei clandestini e
procedere alle operazioni di respingimento monitorato delle
imbarcazioni.
Cari amici la conclusione è che non dobbiamo più
lasciarci ingannare da questa classe politica italiana ed europea. È
arrivato il momento di assumere noi l’iniziativa di promuovere ciò che è
necessario fare per salvaguardare la nostra sicurezza nazionale e per
difendere la nostra civiltà. Andiamo avanti. Insieme ce la faremo! di
Magdi Cristiano Allam 24/04/2015
http://www.ioamolitalia.it/sia-il-vostro-parlare-si-si-no-no/gli-arresti-confermano-la-connivenza-tra-terrorismo-islamico-e-traffico-dei-clandestini.html
Gli arresti in Italia confermano la connivenza del terrorismo islamico con il traffico dei clandestini
http://www.ioamolitalia.it/video/gli-arresti-in-italia-confermano-la-connivenza-del-terrorismo-islamico-con-il-traffico-dei-clandestini.html
https://www.youtube.com/watch?v=ud5yeMR5HTY#t=23
Pubblicato il 24 apr 2015
Buongiorno
amici. Intervenendo questa mattina su Canale 5 alla trasmissione “La
telefonata di Belpietro”, ha denunciato la connivenza tra il terrorismo
islamico e la criminalità organizzata che gestisce il traffico dei
clandestini. L’arresto di 18 terroristi islamici in Sardegna ha
accertato che questa rete terroristica islamica era anche impegnata nel
traffico di clandestini. Pachistani e afghani venivano introdotti
illegalmente in Italia per poi proseguire il loro viaggio verso il Nord
Europa. L’ingresso in Italia avveniva attraverso imprenditori
compiacenti che fornivano falsi contratti di lavoro. In parallelo i
terroristi islamici, evidentemente con la complicità di funzionari delle
forze dell’ordine collusi, fornivano documenti falsi da cui i
clandestini risultavano vittime di persecuzioni etniche o religiose.
http://bit.ly/1Gq16fK
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Dittatura interna, europea e globalista: ora dobbiamo combattere per liberare gli italiani
Sia il vostro parlare sì sì no no
Dittatura interna, europea e globalista: ora dobbiamo combattere per liberare gli italiani
Buongiorno
amici. Dobbiamo prendere atto e avere l’onestà di dire che non tutti
gli italiani riconoscono che il 25 aprile 1945, data in cui il “Comitato
di Liberazione Nazionale”, formato dalle forze partigiane tra cui
spiccavano i partigiani comunisti, annunciò l’insurrezione generale
contro le forze nazifasciste, corrisponda alla “Festa di liberazione
nazionale”. Da un lato, il peso rilevante svolto dalle forze Alleate
nella liberazione dell’Italia e, dall’altro, gli eccidi perpetrati dai
partigiani comunisti contro decine di migliaia di italiani denunciati
arbitrariamente di collaborazionismo, getta pesanti ombre sul ruolo
risolutivo e centrale che a livello ufficiale si continua ad attribuire
alla Resistenza.
Ma, al di là di questo legittimo dubbio che
condivido pienamente, mi domando se la vera liberazione degli italiani
sia una battaglia che dobbiamo ancora combattere. È del tutto evidente
che gli italiani oggi devono liberarsi da un regime politico che è
sostanzialmente dittatoriale. Così come dobbiamo liberarci da una
dittatura eurocratica che si avvale dello strapotere dell’euro e
dell’imposizione dell’80% delle leggi nazionali ispirate al relativismo
dominante. Infine dobbiamo liberarci da una globalizzazione che promuove
l’immigrazionismo incondizionato e ci sta trasformando in semplici
strumenti di produzione e di consumo della materialità, uniformandoci
all’insegna del meticciato culturale, agevolando il successo della
strategia di conquista islamica.
Concludo dicendo che, al di là del
legittimo dubbio sulla “Festa della liberazione” dell’Italia per mano di
partigiani che sono stati indubbiamente sanguinari carnefici di decine
di migliaia di italiani, oggi dobbiamo rimboccarci le maniche per
liberarci, come italiani, dalla dittatura interna, dalla dittatura
eurocratica e dalla dittatura globalista che si sostanzia
dell’immigrazionismo e dell’islamismo.
Cari amici, non c’è comunque
nulla da festeggiare. C’è piuttosto da combattere per garantire a tutti
noi il legittimo diritto alla vita, alla dignità e alla libertà. Andiamo
avanti. Insieme ce la faremo!
di Magdi Cristiano Allam 25/04/2015
http://www.ioamolitalia.it/sia-il-vostro-parlare-si-si-no-no/dittatura-interna-europea-e-globalista-ora-dobbiamo-combattere-per-liberare-gli-italiani.html
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Perché
i sinistrorsi contestano la presenza della Brigata Ebraica che ha
combattuto con gli Alleati e plaudono ai palestinesi che hanno
combattuto con i nazisti? verità e rivoluzione. Perché i sinistrorsi
contestano la presenza della Brigata Ebraica che ha combattuto con gli
Alleati e plaudono ai palestinesi che hanno combattuto con i nazisti?
Perché la bandiera della bandiera ebraica non deve esserci ai cortei del
25 aprile: quella bandiera ricorda la legittimità dell’esistenza dello
Stato di Israele..
Nessun paese arabo ha mai sviluppato una ricerca
storiografica. Non esistono le facoltà universitarie per farle, non
esiste il metodo. Esattamente come non esiste ricerca scientifica: la
storiografia in effetti è una scienza. Unica eccezione è un impegno
nella ricerca tecnologica di tipo militare (atomica pachistana, atomica
iraniana) di seconda mano, però, su tecnologia straniera, in genere
russa o cinese.
Vi è in compenso una larghissima diffusione di una
metastoria, un’interpretazione fantastica e completamente falsa di
quello che è successo ad uso dell’ideologia religiosa e nazionale.
Questa fantastica metastoria sta invadendo sempre di più i media e i
testi occidentali nelle scuole.
Una lettura deformata dei fatti porta
all’accusa dello Stato sionista “creato” da potenze occidentali e USA
per levarsi gli ebrei di torno e per i sensi di colpa della Shoah.
All’Europa e agli Stati Uniti mai è venuto in mente di muovere un dito
per gli ebrei. Gli USA hanno osteggiato la nascita dello Stato di
Israele. La potentissima lobby dei petrolieri statunitensi è sempre
stata violentemente anti israeliana: per evitare di inimicarsi, con
conseguente aumento del greggio, i grandi produttori di petrolio. Gli
Usa non hanno nemmeno riconosciuto Israele alla sua nascita. La lobby
del petrolio impedì a Truman di farlo. Solo un vecchio Churchill senza
più potere, che pure anche lui per antisemitismo si era fatto sentire,
ormai senza alcun potere parlò a favore dell’esistenza dello Stato di
Israele.
La nascita di Israele non fu dovuta alla “benevolenza” nei
suoi confronti degli Stati europei per compensare la Shoah: la
benevolenza degli Stati europei era zero e della Shoah non fregava
niente a nessuno. De Gaulle non voleva nemmeno sentirne parlare. Non
fregava niente a nessuno dal punto di vista politico, non fregava niente
a nessuno dal punto di vista intellettuale: “Se Questo è un uomo” fu
rifiutato dalla Einaudi esattamente come libri analoghi furono rifiutati
da altri editori.
Fu solo negli Anni ’50 e ’60, quando l’URSS
dovette spostare l’attenzione dai suoi Gulag, che si scoprì la Shoah.
Piangere la Shoah, tanto non era un problema, ormai erano morti,
permetteva inoltre di aggredire Israele, che invece proteggeva ebrei
vivi, evitando l’accusa di antisemitismo. La Shoah inoltre permise e
permette di separare ebrei perbene, quelli in coda davanti alle camere a
gas con i loro bambini, che ci hanno dato la possibilità di fare tanti
bei film, ed ebrei cattivi, quelli che i loro figli li difendono a
mitragliate. Inoltre questa fantastica metastoria trasforma Israele in
uno Stato coloniale, uno Stato quindi formato da una madrepatria
occidentale che sposta i suoi cittadini su un luogo non occidentale.
La
nascita di Israele fu il premio per essersi schierato al fianco agli
Alleati, così come la Dalmazia, che era italiana, fu data alla
Jugoslavia perché aveva combattuto al fianco agli Alleati e fu tolta
all’Italia che era stata una potenza dell’Asse. La città dove è nato
Kant non è più un pezzo della Germania perché sempre, all’insegna del
diritto internazionale, chi combatte dalla parte sbagliata perde il
territorio.
La verità è che Israele non è stato “regalato” dalle
potenze europee, ma conquistato dal valore della Brigata Ebraica, 60.000
uomini su una popolazione di mezzo milione di abitanti, un israeliano
su 10, calcolando anche donne, vecchi e bambini, un israeliano su tre
calcolando solo gli uomini validi, ha combattuto contro il nazifascismo.
I palestinesi all’opposto hanno combattuto con il nazifascismo,
titolari anche con i bosniaci di una divisione delle SS, la Tredicesima.
Negli Anni ’40 la bandiera palestinese era una svastica.
È stato un patto rispettato. Israele l’hanno conquistato gli israeliani con il sangue della Brigata Ebraica.
La
tragedia è che a quel punto si è inventato il popolo palestinese, e
l’invenzione del popolo palestinese è verbalizzata in questo senso anche
dai capi di Al Fatah e di Hamas: noi siamo in tutto e per tutto arabi,
non appena Israele sarà distrutto torneremo a fonderci con la grande
Nazione araba.
Se gli italiani avessero rifiutato di accogliere i
profughi dalmati (sono stati riassorbiti nel giro di una decina di anni)
e li avesse rinchiusi in campi profughi al confine di Trieste, ci
sarebbe una questione dalmata.
La tesi di Israele quale Stato
coloniale fatto dall’Europa e dagli USA è la fantastica geopolitica su
cui sono fondati i deliri di Iran, palestinesi, Al Qaida, Isis, ma anche
di tutti i paesi arabi cosiddetti moderati, semi-moderati, molto
moderati che di più non si potrebbe, moderati un pochino ma non
toccatemi la sharia.
Libri Consigliati. “Fascismo Islamico”, di Carlo Panella (Rizzoli)
“Il complotto islamico”, di Carlo Panella (Lindau)
“Eurabia”, di Bat Ye’or (Lindau)
Nel frattempo ricordiamoci chi ha combattuto e dove
Oriana Fallaci, staffetta partigiana di Giustizia e libertà.
Primo Levi, Giustizia e Libertà.
Dario
Fo: repubblica di Salò (ma non lo sapeva: con tutte quelle divise
credeva fossero i boy scout, per questo non lo ha mai detto. La cosa
mostruosa è che Dario Fo abbia denunciato i primi giornalisti che hanno
osato dire la verità su di lui: il coraggio di fare il disertore non
l’ha avuto, quello della libertà nemmeno. Dario Fo, fascista
combattente, ha guidato mostruosi cortei che hanno festeggiato il 25
aprile bruciando bandiere degli Stati Uniti e di Israele. A tutte le
famiglie delle migliaia di uomini morti sul suolo italiano il
ringraziamento del fascista Dario Fo e dei fascisti dei centri sociali).
Gunter Grass: SS (ma non lo sapeva: con tutte quelle divise credeva fossero i boy scout, per questo non lo ha mai detto).
Guido
Pasolini, fratello di Pier Paolo, partigiano, massacrato nel ’44 con
tutta la sua brigata a Porzius da partigiani comunisti. I partigiani
comunisti cominciarono a sterminare gli oppositori già nel ’44,
soprattutto altri partigiani: persone coraggiose, che sapevano
combattere e che non si poteva accusare di connivenza col fascismo.
Le frasi storiche, tanto per chiarire chi era da una parte e chi da un’altra
“Il
nazismo ha due anime: tedesca e islamica”, in “Io Adolf Hitler” (Adolf
Hitler, 22 novembre 1941, Berlino). In tale occasione fu fondata la XIII
Divisione delle SS, la divisione islamica bosniaco-palestinese, che si
contraddistinse per la sua ferocia contro cristiani e ebrei. L’anima
islamica era quella del Gran Mufti di Gerusalemme, Haj Amin Al Husseini,
che dichiarò che il nazismo e l’islam avevano gli stessi valori e gli
stessi nemici. Gli stessi nemici: gli ebrei, il cristianesimo, il
concetto di democrazia e di libertà. Gli stessi valori: l’odio e la
volontà di sterminare gli ebrei, di annientare o asservire scienza e
cultura, di sommergere la civiltà europea in un mare di sangue così da
farne tabula rasa.
Fino al novembre 1941 il progetto era la pulizia
etnica, espulsione degli ebrei. Dopo questa data, nel febbraio 1942
arriva il progetto detto soluzione finale: lo sterminio. Non abbiamo
prove certe, ma non è inverosimile che lo sterminio, assolutamente
antieconomico, delirante e contrario alla civiltà tedesca, fosse una
richiesta del Gran Mufti per evitare che gli ebrei espulsi arrivassero
in Palestina.
E ora la bandiere dell’inesistente Stato della
Palestina, che legittima il terrorismo contro Israele, sventolano alla
Festa del 25 aprile. Una democrazia può vivere ed essere fiera di sé
stessa anche se ha la sua inevitabile quota di venduti e cretini.
Tranquilli: ce la faremo. Ricuperiamo la storia, e la storia è quello
che veramente è successo. Non può essere reinventata.
di Silvana De Mari 25/04/2015
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Come si fa a festeggiare la liberazione senza esporre le bandiere degli Stati Uniti e della Gran Bretagna?
verità e rivoluzione
Come si fa a festeggiare la liberazione senza esporre le bandiere degli Stati Uniti e della Gran Bretagna?
Torniamo al 25 aprile.
Il nazifascismo è stato battuto sul suolo italiano dalle seguenti armate:
ESERCITI REGOLARI:
Esercito
degli Stati Uniti d’America, senza i quali marceremmo a passo dell’oca,
perché senza di loro gli altri sarebbero stati travolti. Quindi se
amate la Liberazione tenete una bandiera degli Stati Uniti alle vostre
finestre o almeno nei vostri cuori.
Esercito Inglese, quelli che da
soli hanno resistito, mentre gli Stati Uniti ci stavano pensando su. Non
marciamo a passo dell’oca perché Winston Churchill ha sprofondato il
suo popolo nel sangue, nel sudore e nelle lacrime perché Winston
Churchill non ha mai mollato. Quindi bandiera inglese e già che ci siete
nella vostre case potete sempre tenere una copia della Storia della
Seconda guerra mondiale con la quale W. Churchill ha vinto il premio
Nobel per la letteratura nel 1953 e che può sempre far comodo da avere
sottomano una di quelle domeniche pomeriggio quando fuori piove e non
c’è niente alla tele.
Esercito Francese. Preferiamo dimenticarcelo.
L’esercito francese aveva con sé le truppe marocchine, che si sono
coperte di disonore. Le truppe marocchine hanno lasciato alle proprie
spalle 60.000 donne violentate. Donne, vecchia, bambine di sei anni,
violentate decine e decine di volte. Sono state ufficialmente chiamate
“le marocchinate”. L’episodio è ricordato nel libro La Cioaciara di
Moravia. Perché i marocchini non avrebbero dovuto? Nell’islam è
permesso, anzi raccomandato. L’islam è stato fondato da Maometto, il
quale, autore della frase gli ebrei sono maiali, sterminò gli ebrei
dell’Arabia ammazzando tutti i maschi e facendo schiave le femmine, cioè
violentandole. Quando Maometto II e i suoi entrano e distruggono
Costantinopoli, la terza città santa della Cristianità, violentano donne
e ragazzini e questo è trionfalmente scritto sui libri di storia su cui
i bambini turchi studiano. Però c’è il sangue dei partigiani della
Corsica torturati a morte dall’Ovra, la polizia segreta fascista e
quindi: bandiera francese.
Brigata Ebraica: i loro soldati avevano
come simbolo la bandiera con la Stella di David e hanno versato il loro
sangue per la libertà dell’Italia. Chi manca di rispetto alla bandiera
con la Stella di Davide sta mancando di rispetto non solo alle vittime
del nazifascismo ma anche a chi ha versato il suo sangue per liberarne
l’Italia. Non mi ricordo se ho già accennato che sono ferocemente
filo-sionista. Per quelli che non lo sapessero, sono ferocemente
filo-sionista. Quindi faccio parte del “sostieni Israele comprando i
prodotti israeliani”.
Brigata Polacca: gli uomini della Polonia hanno
combattuto per noi e versato il loro sangue per noi. La Polonia è lo
Stato martire della Seconda guerra mondiale. L’invasione tedesca della
Polonia è cominciata il 1 settembre del ’39, quella sovietica il 23
settembre. In quei 23 giorni, un tizio chiamato Togliatti Palmiro,
pubblicò 4 articoli sulla Pravda su quanto era bello Hitler e su che
gioiello era il nazismo. Nei quattro articoli Togliatti scrisse la
verità: il nazismo e il comunismo hanno moltissimi punti in comune, il
vero irriducibile nemico di entrambi è il capitalismo democratico. La
Polonia è stato l’osso che i due mostri si sono spolpati. Gli ebrei
polacchi sono i martiri che i due mostri hanno fatto a gara a
sterminare. I nazisti non sparavano sugli ebrei che scappavano verso la
frontiera sovietica: sarebbe stato uno spreco di pallottole visto che
gli ebrei crollavano abbattuti dal fuoco dei sovietici. In omaggio al
sangue della Polonia, quindi, andiamo a vedere il film Katyn, il film
sulla strage ordinata da Stalin: 15.000 ufficiali polacchi massacrati.
Gli ufficiali sono i laureati. Un popolo senza laureati, cioè senza
classe borghese è più facile da tenere sottomesso e da spolpare. Far
parte del “Patto di Varsavia” voleva dire sottomissione, dittatura e
miseria, miseria e miseria. La strage è raccontata in un film
difficilissimo da vedere perché il comunismo è morto, ma i comunisti
sono vivi e vegeti e sempre raggrumati attorno alla mummia luetica e
psicotica di Lenin. Katyn è sotto censura, come sotto censura è la
storia. Quanti film sui gulag avete visto? Un paio. Possibile che dei
milioni e milioni e milioni di morti nei gulag nessuno abbia una storia
che ci si possa fare un film? I registi italiani, così intelligenti,
così astuti, così sprezzanti dal basso delle loro ville faraoniche per
lo schifo di democrazia capitalista in cui sguazzano infelici, un
accidenti di film sui un gulag non lo fanno mai? Questi geni di registi
americani che fanno film su film su quanto è cattiva la Cia, sanno a che
cosa la Cia si opponeva? Allora guardiamo almeno Katyn, film sullo
sterminio degli ufficiali polacchi ammazzati dai sovietici che per
decenni ne danno la colpa ai nazisti, e sarà una cosa meravigliosamente
anti-nazista, guardiamoci Katyn e avremo difeso la dignità dell’uomo
dalle dittature che sono tutte sorelline tra di loro.
ESERCITI IRREGOLARI:
Resistenza Italiana
Sono
stati degli eroi, tutti, perché la guerra è già terribile a farla da
esercito regolare, figuriamoci da irregolare, da soli, senza ordini,
senza collegamenti, con la paura che i familiari a casa vengano presi
per rappresaglia. Churchill nella sua Storia della Seconda Mondiale
sbaglia e sottovaluta la Resistenza Italiana (ha sbagliato. Certo tutti
sbagliano, resta un grande, ma sulla Resistenza italiana ha sbagliato).
La Resistenza ha avuto meriti militari grandi e ha avuto grandissimi
meriti “psicologici”: il nazismo si è sentito franare la terra sotto i
piedi. Ha avuto il grandissimo merito di fare in maniera che l’Italia
potesse alla fine, al tavolo di trattative, sedersi come alleato e non
come nemico sconfitto. Ci ha permesso di riscattare il nostro onore.
Non tutti i partigiani sono stati onorevoli.
E
i partigiani che hanno combattuto il nazifascismo si sono divisi in tre
colori, gli stessi della nostra bandiera: i rossi (Stella Rossa), i
verdi (Giustizia e Libertà, Oriana Fallaci, Primo Levi) e i bianchi. I
bianchi erano gli ex militari. Erano i realisti badogliani, cioè quelli
che tenevano per il re e per Badoglio, che all’epoca erano la norma.
Fermo restando che il re era un cialtrone e Badoglio un criminale di
guerra (l’Etiopia ne sa qualcosa), questi partigiani sono stati i
migliori dal punto di vista militare, perché erano quelli che le armi ce
le avevano e le sapevano usare. Tra le imprese più importanti: la
Repubblica partigiana della Val dell’Ossola. Il comandante Di Dio non
era di sinistra ed è quello che in Val dell’Ossola ha tenuto testa ai
tedeschi per un periodo più lungo a quello necessario a invadere la
Polonia.
Se la gloria va divisa tra le tre formazioni,
l’ignominia (assassinio di ex fascisti, assassinio di innocenti,
assassinio di partigiani bianchi) è di una formazione sola, la rossa, la
fazione comunista, quella che prendeva gli ordini da Stalin, il
simpatico lazzarello che con Hitler aveva firmato a suo tempo un patto
che più che di non aggressione era di alleanza. I partigiani comunisti
sono responsabili di tutte le azioni militarmente insulse, prive di
importanza militare che causavano rappresaglie sulla popolazione civile
(Sant’Anna di Stazzema) perché c’era un preciso ordine di Stalin di
causare il massimo dolore al popolo italiano così da spingerlo verso il
comunismo.
Ai partigiani rossi dobbiamo il linciaggio senza processo
di Mussolini e della sua amante (colpevole di cosa?) e in
quell’occasione sparì anche la riserva aurea della Repubblica di Salò. I
partigiani comunisti a Porzius e in innumerevoli altri casi
sterminarono partigiani e antifascisti perché avrebbero costituito un
problema certo dopo. Uccisi furono anche ex fascisti, senza processo e
tutti condannati a morte, ma insieme a loro furono uccisi tutti quelli
che erano anticomunisti, sacerdoti e seminaristi, il più giovane
appassionato antifascista di 14 anni. Il simpatico lazzarello Stalin e i
suoi successori sono quelli che hanno pagato i decenni di martellante
propaganda, per cui le persone sono attualmente convinte che la guerra
di liberazione sia stata rossi contro neri.
Particolarmente bizzarro è
il film Novecento di Bertolucci, dove in questo simpatico
rimaneggiamento della storia, squisitamente stalinista e quindi
orwelliano, gli Alleati non ci sono più, esattamente come gli Alleati
non ci sono alle colorate processioni che il 25 aprile festeggiano non
si sa bene che cosa, perché un ammasso di gente senza bandiere degli
Stati Uniti e della Gran Bretagna, non può stare festeggiando la
vittoria sul nazifascismo.
Bianca, rossa o verde che fosse, la
Resistenza è stata la ciliegina sulla torta. La torta erano i soldati di
Roosevelt, che sono arrivati armati fino ai denti con armi pagate dai
contribuenti statunitensi. Senza quei soldati e senza quei contribuenti,
la resistenza non sarebbe nemmeno stata possibile. Signori, non
riscrivete la storia.
di Silvana De Mari 26/04/2015
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L’Europa usa i nostri soldi per ingrassare i burocrati anziché risolvere l’emergenza immigrazione
http://www.ioamolitalia.it/video/l%E2%80%99europa-usa-i-nostri-soldi-per-ingrassare-i-burocrati-anziche-risolvere-l%E2%80%99emergenza-immigrazione.html
https://www.youtube.com/watch?v=jHzD4cyz0PY
Pubblicato il 27 apr 2015
Buongiorno
amici. Più della metà dei soldi stanziati dall’Unione Europea per far
fronte all’emergenza immigrazione, pari a 1,3 miliardi di euro all’anno,
vengono bruciati in stipendi, affitti, spese di rappresentanza e
relazioni esterne. Solo Frontex, l’agenzia dedicata al controllo delle
frontiere, butta via 37 milioni di euro per i suoi euroburocrati.
Smettiamola di sperperare i nostri soldi dandoli all’Europa ed essere
poi costretti a elemosinare i nostri soldi.
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Metà dei soldi europei per l’immigrazione vanno agli stipendi dei burocrati
Editoriale
Metà dei soldi europei per l’immigrazione vanno agli stipendi dei burocrati
Buongiorno
amici. Più della metà dei soldi stanziati dall’Unione Europea per far
fronte all’emergenza immigrazione, pari a 1,3 miliardi di euro all’anno,
vengono bruciati in stipendi, affitti, spese di rappresentanza e
relazioni esterne. Solo Frontex, l’agenzia dedicata al controllo delle
frontiere, butta via 37 milioni di euro per i suoi euroburocrati. Al
pari di tutti gli organismi delle Nazioni Unite, di tutti gli apparati
burocratici dello Stato, anche l’euroburocrazia di Bruxelles ci costa
più di quanto si investe per risolvere i problemi reali.
Marco
Ventura sul Messaggero, denuncia che “il personale delle agenzie europee
decentrate, che 15 anni fa erano 12 e oggi sono 32 con sedi nei diversi
Paesi, è passato da 1.486 unità nel 2000 a 6.050 nel 2013”. Ebbene
pensate dei 1,3 miliardi di euro a disposizione, per pattugliare la
frontiera meridionale nel contesto della cosiddetta operazione Triton,
l’Europa concede appena 2,9 milioni al mese.
Gran parte di questi
soldi viene spartita a pioggia a un’infinita lista di Ong e organismi
internazionali. Tra queste c’è anche Frontex che conta uno staff di 317
persone. Ebbene, limitatatamente a Frontex, “la spesa relativa al
personale nel 2014 ammonta a 20 milioni e 472 mila euro, a cui vanno
aggiunte le altre spese amministrative, 12 milioni e 590 mila
(comprensivi di oltre 5 milioni di affitto, sede in un grattacielo di
Varsavia, 1 milione più che nel 2012)”, e oltre 4,5 milioni di euro per
non meglio precisate “relazioni esterne”. Se si spulcia il bilancio di
Frontex, che nel 2015 ci costerà ben 114 milioni di euro, troviamo anche
615 mila euro spesi per le “riunioni non operative” e 675mila euro per
“informazioni e trasparenza”.
Frontex non è certo la pecora nera
delle agenzie europee decentrate che, in soli quindici anni, sono
passate da dodici a trentadue. Tra queste c’è anche l’Ufficio di
supporto all’asilo europeo (Easo) con sede alla Valletta. Qui lavorano
appena 51 persone che, però, ci costano oltre 6 milioni di euro.
All’esborso per lo staff vanno aggiunti altri 2,5 milioni di euro per le
infrastrutture. Nel giro di un anno gli affitti sono, infatti, passati
da 385mila a 765mila euro. A spiccare tra queste agenzie c’è, poi, il
Fondo europeo per i rimpatri che tra il 2008 e il 2016 ci è costato ben
60 milioni di euro. Di questi 26 milioni sono stati messi a disposizione
dall’Italia. Dove sono finiti? L’esempio fatto dal Messaggero è
emblematico: per rimpatriare 60 nigeriani a Lagos il Fondo europeo per i
rimpatri ha speso 424 mila euro, più di 7.000 euro a testa, neanche
avessero viaggiato su un aereo privato superlussuoso!
Cari amici,
questi dati e questi fatti ci confermano che quest’Europa è
intrinsecamente marcia e irriformabile. Smettiamola di sperperare i
nostri soldi dandoli all’Europa ed essere poi costretti a elemosinare i
nostri soldi. Utilizziamo direttamente i soldi degli italiani per
soddisfare in primo luogo le necessità degli italiani.
di Magdi Cristiano Allam 27/04/2015
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tutti
gli amici di Obama: il sistema massonico islamico, in Siria ] [
CALIFFATO MONDIALE ISLAMICO E SHARIA: LA LEGGE A CUI TUTTI DOVRANNO
CHINARE IL CAPO IN UN MODO O NELL’ALTRO? Pubblicato da BOJS – LION OF
YAHUDA venerdì 8 agosto 2014. “No, per il tuo Signore, NON SARANNO
CREDENTI FINCHE’ non ti avranno eletto giudice delle loro discordie e
FINCHE’ NON AVRANNO ACCETTATO SENZA RECRIMINARE quello che avrai deciso,
SOTTOMETTENDOSI COMPLETAMENTE.” Sura IV An-Nisâ’ (IV,65). Lâ ilâha
illâ Allah. “Sahih Bukhari (il piu sacro dopo il Corano) Volume 4, Libro
52, Numero 260, narra: Ali bruciò alcune persone e la notizia giunse ad
Ibn ‘Abbas, che disse: ‘Fossi stato io al suo posto non li avrei
bruciati’. Perché il Profeta (pbsl) ha detto: ‘Non punite (nessuno) con
la Punizione di Allah.’ Ma non c’è dubbio che li avrei uccisi, poiché
il Profeta ha detto: ‘Se qualcuno (Musulmano) abbandona la sua
religione, uccidetelo’.”
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tutti gli amici
di Obama: il sistema massonico, in Siria ] [ CALIFFATO MONDIALE
ISLAMICO E SHARIA: LA LEGGE A CUI TUTTI DOVRANNO CHINARE IL CAPO IN UN
MODO O NELL’ALTRO. Agenda LEGA ARABA, nazi sharia, da tutti è
conosciuta?? Prima, si fa il genocidio di tutti gli israeliani, e poi,
si conquista ROMA e il mondo!” QUESTO E’ IL VERO SCOPO DELL’ISIS E DELLA
JIHAD ISLAMICA E’ UNA PROFEZIA CHE TROVERETE SPIEGATA CLICCANDO SUL
LINK QUI SOTTO: L’ANTICRISTO, IL CALIFFATO UNIVERSALE E LE PROFEZIE
Chi
vuole capire cosa stiamo affrontando per davvero oltre ciò che dicono i
media non può fare ameno di dedicare una serata, invece che ai soliti
insulsi programmi televisivi, a questi documenti in cui viengono
chiarite molte cose che riguardano la situazione internazionale e cosa
ci dobbiamo aspettare dall’autunno in poi e per i prossimi anni.
Buona visione.
http://intermatrix.blogspot.it/2014/08/no-per-il-tuo-signore-non-saranno.html
2014 CHIAMATA ALLA SOTTOMISSIONE ALLE GIUSTE LEGGI DI ALLAH
COSA
SUCCEDE A LONDRA. COME E’ INIZIATO IL CALIFFATO IN SIRIA E COME
INIZIERA’ IN ITALIA E NEL MONDO. COSA STANNO FACENDO IN BELGIO SEDE
DELL’UNIONE EUROPEA. EUROPISTAN, BREVE DOCUMENTARIO SUL RADICALISMO
ISLAMICO IN EUROPA. GUARDATE COME SI SONO INTEGRATI IN EUROPA E CON NOI
BOJS Lion http://intermatrix.blogspot.it/2014/08/no-per-il-tuo-signore-non-saranno.html
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CALIFFATO
ISLAMICO: SCOPERTI VERI MATTATOI ISIS-ISIL PER ESSERI UMANI IN SIRIA ]
SCOPERTI VERI MACELLI ISLAMICI DI CARNE UMANA IN SIRIA
di Walid
Shoebat e Theodore Shoebat [ che cosa la politica degli USA ha
prodotto nel mondo ] [ Saif Al-Adlubi ha raccontato di un macellaio
egiziano impegnato a ispezionare la fila di persone in attesa di
esecuzione. Al-Adlubi è stato testimone di almeno due armeni in attesa
del loro turno per essere assassinati poichè nessuno aveva pagato il
loro riscatto, una somma di 100.000 dollari ciascuno. “L’egiziano ha
afferrato il collo di un anziano cristiano armeno” dice Al-Adlubi, che
era in procinto di assassinare. Il macellaio egiziano ha tastato il
collo del cristiano armeno dicendo “sei un uomo anziano e il tuo collo è
morbido. Non ho bisogno di affilare la mia lama per te”. Altri
potrebbero risultare più difficili da uccidere, a seconda della loro
corporatura. Saif Al-Adlubi racconta della sua fuga miracolosa dalla
Siria fino al villaggio turco di Rehaniyeh. Egli è stato probabilmente
uno dei pochi sopravvissuti che ha reso nota l’esistenza di uno dei più
macabri centri di sterminio sistematico di esseri umani gestito dal
gruppo Jihadista Takfiri noto come ISIS. Rescue Christians ha tradotto
un’intervista fatta ad Al-Adlubi che potete vedere nel video sotto: I
centri carcerari sotto il controllo dell’ISIS sono ricalcati sul modello
dei campi di sterminio nazisti delle SS, l’unica differenza è che
l’ISIS conduce lo sterminio in una maniera molto più orribile. L’ISIS
trasforma le prigioni in tribunali sommari con mattatoi e centri di
uccisione annessi per sterminare cristiani e musulmani che sono in
disaccordo con l’ideologia Takfiri. Non appena riconosciute colpevoli,
le vittime vengono trattate alla stregua di bestiame.
http://intermatrix.blogspot.it/2014/08/scoperti-veri-mattatoi-islamici-per.html
ISIS
è l’acronimo di Islamic State of Iraq and great Siria. Negli ambienti
mediorientali, l’ISIS è noto anche come Daiish. Il problema è nella
traduzione corretta del nome arabo del gruppo: al-Dawla al-Islamiya
fil-Iraq wa al-Sham. Anche senza conoscere la lingua di Maometto si
intuisce come la querelle si crei nell’interpretazione dell’ultima
parola, al-Sham. Anch’esso è un termine non univoco, dal punto di vista
del significato. In alcuni casi è usato per fare riferimento alla
capitale siriana Damasco e ai territori circostanti; in altre contesti
si identifica con un territorio molto più vasto, che comprenderebbe non
solo la Siria ma anche una parte dell’Egitto, Israele, la Giordania, il
Libano e i Territori Palestinesi, fino ad alcune zone della Turchia
meridionale. Rescue Christians ha ottenuto il filmato di un altro
mattatoio da parte di un cristiano siriano, Kamil Toume, che conferma
quanto scoperto. Tutto combacia. Toume ha confermato il racconto di
Al-Adlubi ed ha fornito un filmato clandestino che prova questa realtà
(che potete vedere sopra). Rescue Christians ha aiutato Toume a sfuggire
alla sorte di suo padre e sua sorella, i quali sono stati usati per un
sacrificio rituale e poi cremati dai ribelli islamici di Al-Nusra a
Duwair vicino Homs.
“Avete mai sentito del mattatoio di Umm
Muhammad?” ci ha detto Kamil quando gli abbiamo chiesto di commentare la
storia di Saif Al-Adlubi. “Cosa intendi per mattatoio di Umm Muhammad”?
Gli abbiamo domandato increduli. Il filmato riguarda due distinti
mattatoi, uno a Bayyada e l’altro – vecchio di tre anni – ad Al-Siba’.
Questi mattatoi operano in Siria da 3 anni.
Al-Adlubi
è un musulmano fondamentalista che si era unito al Libero Esercito
Siriano FSA (Free Syrian Army) come militante e addetto
all’informazione. Catturato da Daiish, racconta la sua storia spiegando
come non gli era mai capitato prima di sperimentare un simile orrore
sotto il regime di Assad. Egli è stato uno dei pochi superstiti riusciti
a fuggire quando le milizie siriane hanno finalmente sconfitto i
ribelli Daiish in quel particolare centro carcerario.
“Come
potrei essere considerato un infedele se prego e digiuno?” ha chiesto al
suo carceriere, riportando il suo racconto a molte agenzie di
informazione arabe.
“Tu sei “murtad” [apostata]” ha risposto l’ufficiale.
“Allora gli ho chiesto, qual’è la mia sorte. Voglio sapere. Che cosa mi aspetta, uno, due anni in carcere?”
E lui mi ha risposto in arabo: “[Abshir Bithabih], cioè: Rallegrati, sarai sacrificato”.
Secondo
la teologia islamica Daiish, sarebbe stato sacrificato come un martire,
espiando con la morte il suo peccato. Questa non è la stessa sorte dei
cristiani, che invece secondo loro bruceranno nelle fiamme eterne
dell’inferno.
Prima di essere liberato, Al-Adlubi ha visto i corpi di
giovani uomini che venivano sistematicamente macellati e sbudellati.
“Il mattatoio era su una collina. Un posto appartato e privo di
abitazioni nei dintorni” dice Al-Adlubi. “Ho visto corpi senza vita
appesi a testa in giù come pecore macellate” ha aggiunto. “Nel mezzo del
mattatoio c’è un egiziano gigantesco, alto circa due metri. Era lui
l’addetto alla macellazione.”
Il macellaio egiziano esamina la fila
di uomini, giovani e vecchi, in attesa di essere uccisi: cristiani
armeni, cristiani siriani, sciiti e perfino sunniti. Ognuno doveva
essere ricevere preventivamente un esame fisico. Essi vengono decapitati
alla base del collo, poi gli viene aperto il petto, vengono estratte le
interiora e infine vengono appesi per i piedi. Il collo di un anziano
cristiano armeno risultava tra i più facili.
Le storie di Al-Adlubi e
di Toume coincidono. Toume ci ha mandato dei filmati diffusi nella
comunità siriana dopo che il mattatoio umano era stato finalmente
fermato, e il resto delle macabre prove è stato rivelato quando la
polizia siriana ha fatto irruzione nel mattatoio di Umm Muhammad nel
distretto di Siba’ ad Homs, tre anni fa, nell’agosto del 2011.
Inizialmente, il mattatoio di Umm Muhammad non non era gestito da Da’ish
ma dall’ FSA (Free Syrian Army). Questi mattatoi sono rimasti in
funzione per anni, e solo nel futuro conosceremo la reale portata di
questi orrori.
Abbiamo già scritto in passato a proposito di una
rara malattia (Kuru) che ha infettato i siriani e che può essere
contratta solo attraverso il cannibalismo.
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CALIFFATO
ISLAMICO: SCOPERTI VERI MATTATOI ISIS-ISIL PER ESSERI UMANI IN SIRIA ]
SCOPERTI VERI MACELLI ISLAMICI DI CARNE UMANA IN SIRIA
di Walid
Shoebat e Theodore Shoebat [ che cosa la politica degli USA ha
prodotto nel mondo ] Umm Muhammad era una donna sunnita addetta allo
smembramento dei corpi umani. Nel filmato, si vedono i corpi umani fatti
a pezzi esattamente come si farebbe in un normale mattatoio con il
bestiame. Quello che colpisce è l’estrema cura profusa nel tagliare le
parti del corpo senza chiari segni di tortura, il che indica che il
potenziale obiettivo era di stoccare le parti per un motivo sconosciuto.
Il tavolo è del tipo in uso negli obitori o in medicina forense.
La
storia di Al-Adlubi è confermata anche da filmati ottenuti da
Al-Bayyada, un altro mattatoio, che Rescue Christians è stato in grado
di documentare. E proprio come riferito da Al-Adlubi, i corpi erano
appesi per i piedi, privi di teste, come pecore macellate. Le teste
venivano rimosse dalla base del tronco, proprio come specificato da
Al-Adlubi nella sua descrizione dei metodi meticolosi dell’egiziano, e
come riferito da Toume a proposito del mattatoio di Umm-Muhammad nel
distretto di Al-Siba’.
L’incubo di Saif Al-Adlubi è terminato
quando le milizie siriane hanno finalmente fatto irruzione nella
prigione Daiish di Edbana. Riportiamo questi racconti per rompere il
silenzio sull’uccisione sistematica in Siria dei cristiani, delle
minoranze sciite e degli stessi musulmani sunniti che sono in disaccordo
con la teologia Takfirista dei Daiish. La loro storia ricorda quella
dello sterminio degli ebrei e di altre minoranze in Europa, quando
inizialmente su quei fatti non trapelava quasi nulla.
Nel caso
della Siria, la storia si ripete. Rescue Christians rilascerà un
comunicato stampa per rendere nota la storia di Toume, la sorte dei
cristiani siriani e l’assassinio della sua famiglia per mano delle forze
dei ribelli in Siria. La crudeltà espressa dai musulmani nei mattatoi
umani siriani ricorda la violenza perpetrata dai Turchi Ottomani. I
commenti del macellaio egiziano sulla morbidezza del collo dell’anziano
siriano hanno un parallelo nell’odio che i Turchi Ottomani nutrirono
verso gli armeni. Oggi abbiamo la documentazione di come lo sterminio
degli armeni fu portato avanti.
Un tedesco, che è stato
testimone del genocidio armeno, gestiva un orfanotrofio nella zona di
Moush dove i turchi stavano perpetrando i massacri. Quando chiese ad un
ufficiale turco se ai bambini armeni sarebbe stato concesso un
salvacondotto, il turco rispose: “Puoi portarli con te, ma essendo
armeni puoi star certo che gli verranno tagliate le teste lungo la
strada.”(1) Nei mattatoi della Siria, ci sono innumerevoli corpi, tutti
severamente mutilati e tagliati a pezzi. Questo è esattamente ciò che i
turchi fecero ai cristiani nel loro famigerato genocidio. I contadini
turchi catturarono intere comunità di armeni e li fecero a pezzi mentre
erano ancora vivi. Una lettera scritta da una fonte anonima riferisce
come i contadini turchi fecero a pezzi un gran numero di armeni usando i
loro attrezzi agricoli: “Nella valle di Beyhan Boghazi, a sei o sette
ore di distanza dalla città, essi furono attaccati da un’orda selvaggia
di contadini turchi, e, come ordinato, furono tutti massacrati con
mazze, martelli, accette, falci, zappe, seghe – in una parola, con ogni
attrezzo che possa causare una morte lenta e dolorosa. Alcuni tagliarono
loro teste, orecchie, nasi, piedi con le falci; altri gli cavarono gli
occhi.. I corpi delle vittime furono lasciati smembrati nella valle, in
pasto agli animali selvatici.” (2)
William Willard Howard, un
testimone oculare del genocidio armeno, descrive come i turchi
mutilarono e fecero a pezzi i corpi dei cristiani: “le piante dei loro
piedi vengono tenute su un falò fin quando la carne non si stacca e
cade. Dopo di questo, alle vittime poteva essere strappata la lingua, o
potevano essere accecate con ferri arroventati. Se non erano ancora
morti dopo tutto questo, venivano fatti a pezzi con i coltelli.” (3)
http://intermatrix.blogspot.it/2014/08/scoperti-veri-mattatoi-islamici-per.html
CALIFFATO
ISLAMICO: SCOPERTI VERI MATTATOI ISIS-ISIL PER ESSERI UMANI IN SIRIA ]
SCOPERTI VERI MACELLI ISLAMICI DI CARNE UMANA IN SIRIA
di Walid
Shoebat e Theodore Shoebat [ che cosa la politica degli USA ha
prodotto nel mondo ] Samuel Gridley Howe, un americano che aiutò i
cristiani greci a ribellarsi contro l’occupazione turca nel 19°secolo,
descrive il massacro dei cristiani greci da parte dei turchi come
un’autentica mattanza, con uno spargimento di membra mutilate e teste
mozzate. Ecco come descrive un massacro avvenuto in una città greca: “Le
truppe turche si raccolsero intorno alla città, poi si lanciarono
contro gli abitanti indifesi, e cominciarono a macellare tutti quelli
che incontravano. ….E tutto questo si compì in poche ore; poche ore di
rapina ed assassinio avevano trasformato quella bella città in una
scena di devastazione totale; un mattatoio, ancora fumante del sangue di
migliaia di persone di ogni età, di entrambi i sessi, i cui corpi
decapitati e mutilati giacevano in ogni direzione in mezzo alle strade.”
(4)
I mattatoi in Siria sono in realtà dei centri per compiere
sacrifici rituali umani. Rescue Christians ha ottenuto le prove filmate
anche di questo fatto. Nel video, che è filmato in un altro mattatoio
sconosciuto, il boia declama questa preghiera prima di compiere
l’assassinio: “In difesa dei Sunniti, O Signore, O Signore, noi portiamo
queste offerte a te, O Signore. Ti preghiamo di accettare queste
offerte sacrificali, O Signore. O Signore, accetta questo da noi,
accetta questo da noi. Nel nome di Allah. Bismillah (nel nome di Allah).
Allahu Akbar (Allah è grande).”
Le vittime possono essere uccise con
armi da fuoco o assassinate, ma una cosa è certa, queste sono uccisioni
rituali. Questo si può dedurre mettendo in relazione i mattatoi siriani
con la concezione dello spargimento di sangue cristiano nell’ideologia
islamica, come si può osservare nelle cronache storiche. Ad esempio,
Howe, un testimone oculare della violenza turca, riferisce che i turchi
musulmani “credono che il sangue di un cristiano sia un’offerta
accettevole a Dio.” (5)
Ora, in connessione con questa affermazione,
ecco un resoconto di John Eshoo, un reverendo assiro che sopravvisse al
genocidio fatto dai turchi, in cui egli si riferisce alla carneficina
come ad un letterale mattatoio e descrive il metodo di macellazione
usato dai musulmani Turchi sui cristiani come identico a quello usato
per i sacrifici animali durante i digiuni islamici:
“Il terrificante
luogo divenne letteralmente un mattatoio umano, che riceveva le sue
vittime silenziose, in gruppi di dieci o venti alla volta, per essere
giustiziate. Questi assiri indifesi marciavano come agnelli condotti al
macello, senza aprire la bocca, se non per dire “Signore, nelle tue mani
rimettiano i nostri spiriti.” I boia cominciavano con il tagliare le
dita delle vittime, una falange alla volta, fino a quando entrambe le
mani erano completamente amputate. Poi essi venivano distesi in terra,
alla maniera degli animali sacrificati nel digiuno, ma con le facce
rivolte verso l’alto e le teste appoggiate su pietre o blocchi di legno.
Poi veniva tagliata loro la gola, ma solo parzialmente, in modo da
prolungare la loro tortura, e mentre si dibattevano nell’agonia, le
vittime venivano prese a calci e bastonate con pesanti mazze che gli
assassini portavano con se. Molti di loro, mentre ancora in agonia,
venivano gettati nelle fosse e sepolti prima che fossero spirati.” (6)
Tutto
questo sadismo e crudeltà venivano praticati secondo il metodo usato
per i sacrifici islamici di animali, e nella religione musulmana è
permesso sostituire la vittima animale con una vittima umana nei
sacrifici rituali. Questa teologia del sacrificio umano si basa
sull’antichissima storia di Khalid Abdullah al-Kasri, che compì il
sacrificio rituale di Jaad bin Durham al posto di un animale durante la
Festa del Sacrificio islamica. Egli trascinò Durham in una moschea, e
prima di versare il suo sangue, proclamò: “O popolo, sacrificate, Allah
ha gradito i vostri sacrifici. Ora io sto per sacrificare Jaad bin
Durham.” La storia è accettata come ortodossa da molti dei più influenti
teologi musulmani della storia dell’Islam, come Al-Shafi’, Ibin
Tayymiya, Bukhari, Dhahabi, Ibin Al-Qiyam, Darami e Ibin Katheer.
Questa
è la realtà di un’Islam che non ha nulla a che fare con Allah, che è
una setta satanica all’interno del mondo Islamico [come esistono in
tante altre religioni – ndr] incredibilmente depravata, assassina e
sadica. Essa prende l’anima di un uomo e cancella dal profondo del suo
essere ogni minimo residuo di sentimento umano e/o di vera giustizia.
http://intermatrix.blogspot.it/2014/08/scoperti-veri-mattatoi-islamici-per.html
Come
il sistema mondialista favorisce la distruzione dell’Europa e
l’islamizzazione] congiura islamica dei farisei massoni bildenberg
l’annientamento di Israele e della civiltà ebraico cristiana ] [ La
maggior parte degli europei non ha ancora compreso che le loro strutture
nazionali e sovrane si sono già disintegrate nel multilateralismo e il
multicolturalismo. Essi credono ancora di poter agire sul proprio
destino nazionale restando nella sfera democratica che si sono creati.
In realtà, il potere decisionale a livello nazionale relativo alla
politica interna ed estera è sfuggito loro di mano. Oggi le popolazioni
dell’UE sono gestite da organizzazioni internazionali, come le Nazione
Unite, la Fondazione Anna Lindh, l’Alleanza delle Civiltà,
l’Organizazione della Conferenza Islamica (OCI) e la sua filiale
l’ISESCO, interconnesse in reti che diffondono la governance mondiale in
cui predomina l’influenza dell’OCI sull’ONU. Il trasferimento del
potere fuori dai confini nazionali dei singoli stati membri dell’Unione
Europea verso le organizzazioni internazionali avviene attraverso
strumenti detti «dialogo» e «multilateralismo» legati a reti designate
dagli stati: Dialogo Euro-Arabo, Medea, Processo di Barcellona, Unione
per il Mediterraneo, Fondazione Anna Lindh, Alleanza delle Civiltà,
Parlamento Euro-Mediterraneo (PEM) ecc. Queste reti trasmettono
direttive a delle sottoreti, a miriadi di ONG e ai rappresentanti delle
«società civili» che scelgono essi stessi, attivisti dell’immigrazione e
del multiculturalismo. La rete delle istituzioni politiche, i
cosiddetti «think tank», spesso finanziata dalla Commissione europea,
trasforma tali direttive in opinione pubblica mescolandole sulla stampa,
nelle pubblicazioni, nei film, veri e propri inghiottitoi di miliardi.
Le popolazioni europee sono chiuse in un gioco di specchi che si
rinviano, a tutti i livelli sino all’infinito, le opinioni prefabbricate
in base ad agende politiche e culturali che esse ignorano e spesso
disapprovano. Questa trasformazione «di un’Europa delle Nazioni» in
un’Europa unificata e integrata alle organizzazioni internazionali, come
l’ONU, l’UNESCO, l’OCI, ecc., risponde alla strategia dell’UE in
particolare nella sua dimensione mediterranea. Una tale ottica motiva le
politiche sia dell’UE che dell’OCI, che si oppongono entrambe – per
interessi diversi – ai nazionalismi culturali e identitari locali in
Europa. Questo movimento promuove il multiculturalismo e
l’internazionalismo di una popolazione europea destinata a trasformarsi e
a sparire in virtù dell’unione delle due rive del Mediterraneo e di una
immigrazione dell’Africa e dell’Asia incoraggiata dalla Dichiarazione
Durban 2. Questa Dichiarazione è in conformità alla politica dell’OCI in
riguardo all’emigrazione. A tale scopo, la nozione stessa e la
coscienza di una civiltà europea peculiare e specifica, nel corso di
millenni, si dissolve mentre si continuano a combattere con accanimento
le identità culturali europee assimilate al razzismo. L’OCI segue un
percorso simile all’Unione europea, organizzandosi come forza
transnazionale, ma, contrariamente all’UE, si afferma grazie al
radicamento della ummāh nella sfera della religione, della storia e
della cultura coranica. Cosa è l’OCI? Questa è un’organizzazione
centrale creata nel 1969 per distruggere Israele. Essa riunice 56 stati
membri (musulmani o a maggioranza musulmana) e l’Autorita Palestinese.
Questi stati sono in Asia, Africa et Europa con l’Albania, la Bosnia
Herzegovina e il Kossovo. L’OCI è la seconda organizzazione
intergovernativa dopo le Nazioni Unite e rappresenta un miliardo
trecento milioni di musulmani. Al l’11° Vertice islamico svoltosi a
Dakar il 13 e 14 marzo 2008, l’OCI ha adottato una Carta che ne sancisce
i principi e gli obiettivi, il primo dei quali consiste
nell’unificazione della ummāh (la comunità islamica mondiale) attraverso
il suo radicamento nel Corano e nella Sunna, e la difesa solidale delle
cause e degli interessi musulmani sulla pianeta.
congiura
islamica dei farisei massoni bildenberg l’annientamento di Israele e
della civiltà ebraico cristiana ] [ La maggior parte degli europei non
ha ancora compreso che le loro strutture nazionali e sovrane si sono già
disintegrate nel multilateralismo e il multicolturalismo. Questa
politica spiega la recrudescenza di religiosità musulmana in generale,
inclusa l’Europa, e di odio contro Israele e l’Occidente. I suoi organi
principali sono: 1) il Vertice islamico, che rappresenta l’istanza
suprema di decisione ed è composto dai re e dai capi di stato; 2) il
Consiglio dei ministri degli esteri; 3) il Segretariato generale, che
costituisce l’organo esecutivo dell’OCI e 4) la Corte islamica
internazionale di Giustizia, che diventerà l’organo giuridico principale
dell’organizzazione (articolo 14) e giudicherà in conformità con i
valori islamici. (art. 15). L’OCI è dotata di una struttura unica fra le
Nazioni e le società umane. In effetti, il Vaticano e le varie Chiese
non hanno un potere politico, anche se in concreto fanno politica,
poiché nel cristianesimo come nel giudaismo funzioni religiose e
politiche devono restare rigorosamente separate. Lo stesso vale anche
per le religioni asiatiche, i cui sistemi non riuniscono in un’unica
struttura organizzativa religione, strategia, politica e sistema
giuridico. Non solo l’OCI gode di un potere illimitato grazie all’unione
e alla coesione di tutti i poteri, ma a questi aggiunge anche
l’infallibilità conferita dalla religione. Riunendo sotto un solo capo
56 paesi, alcuni fra i più ricchi del pianeta, l’organizzazione
controlla la maggior parte delle risorse energetiche mondiali. L’OCI è
un’organizzazione religiosa e politica che appartiene alla sfera di
influenza dei Fratelli Musulmani con cui condivide in tutti i casi la
visione strategica e culturale di una comunità religiosa universale, la
ummāh, ancorata al Corano, alla Sunna e all’ortodossia canonica della
shari’a. Che la religione sia un fattore prioritario per l’OCI si
evidenzia dal suo linguaggio e dai suoi obiettivi. Così la conferenza di
Dakar (marzo 2008) prende il titolo di Conferenza del Vertice islamico,
Sessione della ummāh islamica del XXI secolo. Nel preambolo della Carta
dell’OCI, gli stati membri confermano la loro unione e la loro
solidarietà ispirate dai valori islamici al fine di rafforzare
nell’arena internazionale i loro interessi comuni e la promozione dei
valori islamici. Essi s’impegnano a rivitalizzare il ruolo di pioniere
dell’islām nel mondo, a sviluppare la prosperità negli stati membri e,
al contrario degli stati europei, ad assicurare la difesa della loro
sovranità nazionale e della loro integrità territoriale. Dichiarono che
la vera solidarietà implica necessariamente il consolidamento delle
istituzioni e la profonda convinzione di un destino comune in base a
valori comuni definiti nel Corano e nella Sunna (§ 4) che stabiliscono i
parametri della buona governance islamica. Essi raccomandano che i
mezzi di informazione contribuissero a promuovere e sostenere le cause
della ummāh e i valori dell’islām mentre l’OCI si impegna in forme di
solidarietà con le minoranze musulmane e le comunità di immigrati nei
paesi non musulmani e collabora con le organizzazioni internazionali e
regionali per garantire i loro diritti nei paesi stranieri. L’OCI si
impegna inoltre a stimolare i nobili valori dell’islām, a preservarne i
simboli e la loro eredità comune e a difendere l’universalità della
religione islamica, in termini più chiari, la diffusione universale
dell’islām (da‘wah). Si impegna a inculcare i valori islamici nei
bambini musulmani e a sostenere le minoranze e le comunità di immigrati
musulmani all’esterno degli stati membri al fine di preservarne la loro
dignità, identità culturale e religiosa e i loro diritti. Affermano il
loro sostegno alla Palestina con capitale Al-Quds Al-Sharif, il nome
arabizzato di Gerusalemme. L’OCI sostiene tutti i movimenti musulmani di
lotta come quello del popolo turco di Cipro, in Sudan, in Cina, dei
Palestinesi, condamna l’occupazione dell’Armenia in Azerbaigian, del
Jammu e Kashmir, l’oppressione dei musulmani in Grecia, in Myanmar, in
Caucasia, in Thailandia, in India e nelle Filippine. Sulla scena della
politica internazionale, l’OCI ha creato vari comitati per coordinare le
iniziative e la politica in campo politico, economico, sociale,
religioso, mediatico, educativo e scientifico sul piano interstatale
degli paesi musulmani e internazionale. Gli obiettivi strategici della
Carta sono tesi a: «Assicurare una partecipazione attiva degli stati
membri [dell’OCI]al processo mondiale di presa di decisione nei campi
della politica, dell’economia e del sociale, al fine di garantire i loro
interessi comuni» (I-5); e a «promuovere e difendere posizioni
unificate sulle questioni di interesse comune nei forum internazionali».
Fra i suoi obiettivi, la Carta dell’OCI elenca la diffusione, la
promozione e la preservazione degli insegnamenti e dei valori islamici,
la diffusione della cultura islamica e la salvaguardia del patrimonio
islamico (I-11); la lotta alla diffamazione dell’islām, la preservazione
dei diritti, della dignità e dell’identità religiosa e culturale delle
comunità e delle minoranze musulmane negli stati non membri (I-16).
Questo punto indica la tutela sugli immigrati musulmani all’estero e le
pressioni esercitate dall’OCI, attraverso il canale dei dialoghi e
dell’Alleanza delle Civiltà, sui governi dei paesi di accoglienza non
musulmani. Essendo un’organizazione musulmana religiosa, come lo dice
pure essa stessa, l’OCI dichiara essere l’organo rappresentativo del
mondo musulmano. Rivendica la sua solidarietà con tutte le minoranze
musulmane che abitano negli stati non membri dell’OCI (vale a dire i
paesi non musulmani). Per queste minoranze, l’OCI domanda il godimento
degli diritti dell’uomo elementari, fra cui la protezione dell’identità
culturale, il rispetto delle loro leggi in modo da proteggersi contro
qualsiasi forma di discriminazione, oppressione ed esclusione, il
salvataggio del patrimonio culturale dei musulmani negli stati non
musulmani. L’OCI considera suo compito proteggere il diritto alla
cultura, alla religione e all’identità culturale degli immigrati
musulmani e di promuoverli nelle sfere del potere, di autorita e di
influenza. Onde assicurare la protezione delle minoranze musulmane
immigrate e stabilite in Occidente, e preservarne l’identità, l’OCI ha
deciso di internazionalizzare la lotta all’islamofobia attraverso la
cooperazione fra l’OCI e le altre organizzazioni internazionali come le
Nazioni Unite, l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa, l’OSCE, l’Unione
africana e così via. Anche in questo caso la politica dell’Unione
Europea intesa a sostenere «la legalità internazionale» dell’ONU
rinforza in realtà il controllo mondiale dell’OCI che predomina in tutte
le istituzioni internazionali. Ma la priorità politica dell’OCI è
naturalmente la distruzione di Israele e l’islamizazione di Gerusalemme.
L’OCI prevede di trasferire la sua sede da Gedda (Arabia Saudita) a
al-Kuds, la Gerusalemme islamizzata. Come l’OCI ha i caratteri di uno
califfato universale, la Gerusalema ebraica e cristiana diventata al
Kuds e sarà la sede dove la sharia governerà, come a La Mecca, Gaza e i
luoghi tenuti dai Talebani. Questa strategia si sviluppa in associazione
con molte chiese e l’Europa. L’OCI vuole che l’eliminazione di Israele
sia fatto come un atto di profondo odio dall’insieme del pianeta, ma
specialmente dagli Occidentali. In altre parole vuole che siano i
Cristiani che destruggano la radice della loro spiritualità. Questo
sarebbe un altro parricidio dopo la Shoah. La propaganda globale di odio
contro Israele che si manifesta nei canali occidentali con l’argomento
della vittimologia e l’innocenza palestinese provienne dell’OCI.
L’Europa palestinizzata, e volontariamente colpevolizzata, continua a
dare sostegno, finanziario, diplomatico, politico e mediatico alla
Palestina e a promuovere l’emergenza del Califfato universale a al-Kuds
sulle rovine dell’antica Gerusalemme.
http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=115&sez=120&id=29288
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90
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http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/marino-provoca-il-centro-destra-raccoglie/
20 ottobre 2014 Marino provoca, il centro destra raccoglie. Ignazio
Marino registra matrimoni gay in CampidoglioIl sindaco di Roma, Ignazio
Marino, ha trascritto sedici matrimoni omosessuali registrati
all’estero, compiendo un atto moralmente disdicevole, oltreché
giuridicamente illecito. D’altra parte, chi fosse Ignazio Marino e quali
fossero i suoi veri obiettivi era noto da tempo, ben prima che
divenisse il primo cittadino della capitale.
La principale
strategia di lotta dei militanti di stampo radicale è sempre la
medesima: compiere atti altamente simbolici contra legem per costringere
la politica a legiferare nel senso da essi auspicato. Dalla loro hanno
il vento a favore (mass media e gran parte dell’opinione pubblica) ed
una opposizione politica, culturale e religiosa debole, incerta e dotata
di scarso spirito combattivo.
Lo stesso ministro dell’interno,
Angelino Alfano, pur avendo duramente criticato il gesto del sindaco di
Roma, da egli ironicamente stigmatizzato come un autografo fatto alle
coppie, e inviato una circolare ai prefetti chiedendo loro di invitare
formalmente i sindaci a cancellare tutte le trascrizioni delle unioni
tra persone delle stesso sesso contratte all’estero, si è dichiarato
favorevole ad una legge sulle unioni civili sul modello tedesco, a patto
che non si contemplino né i matrimoni gay né tantomeno le adozioni dei
bambini da parte degli stessi.
Una posizione politico
intellettuale bipartisan sostanzialmente condivisa anche dal cattolico
Matteo Renzi, il quale ha dichiarato che la legge alla tedesca è un buon
punto di mediazione e consente alle coppie omosessuali di godere dei
diritti civili. Il premier ha altresì aggiunto che la proposta è già
pronta e comincerà l’esame al senato.
A ben vedere, il semplice
riconoscimento a livello civile delle unioni omosessuali costituisce una
implicita accettazione della tesi sostenuta dagli ideologi del gender,
sulla base di cui l’orientamento sessuale non è legato al dato biologico
bensì alla scelta individuale. Pertanto, la distinzione tra unioni
civili e matrimonio oppure, ancora peggio, tra matrimonio con e senza
adozione non demarca alcun confine etico e antropologico ma solamente
tappe graduali all’interno del medesimo percorso ideologico.
Una
soluzione, quella del riconoscimento delle sole unioni civili,
chiaramente di compromesso che porterà esclusivo giovamento alla causa
della controparte, ossia dei demolitori della famiglia e della legge
naturale.
Il principale errore consiste nel credere che una
siffatta soluzione possa smorzare sul nascere i tentativi di equiparare
del tutto le unioni innaturali a quelle naturali, quando in realtà non
sarebbe che il suo logico trampolino di lancio. (A.D.M.)
http://fedele.altervista.org [ Salman dell’Arabia Saudita ]] ALLORA TU SEI TUTTO SCEMO! [[ così, io per proteggere Israele dalla Kabbalah dei Rothschild, che ha già portato a morire 6 milioni di ebrei circa, con Hitler, io devo danneggiare qualche religione? ] ALLORA TU SEI TUTTO SCEMO! [ Qui, tutti lo sanno, se tu non eri un assassino seriale, un criminale internazionale, io non avrei, mai detto nulla contro il mio Santo Islam, che può essere una religione benefica e positiva, ma, che, tu ne hai fatto una religione maligna e negativa, come è il satanismo stesso! ] E SE L’ISLAM VERRà ABOLITO SUL PIANETA I SATANISTI FARISEI DARANNO LA COLPA A ME, MENTRE IN RELATà, LORO LO AVEVANO PROGETTATO, già, PRIMA CHE IO NASCESSI CON LA LORO KABBALAH [ OK! Maometto è il figlio di satana, esoterista, tutti i crimini e tutti i peccati sono stati con lui, quelli che hanno scritto 4 volte il Corano, distruggendo 4 edizioni, dopo di lui, erano degli assassini, come dei pezzi di merda di asino.. ma, l’Islam tuttavia non sarebbe mai diventato qualcosa di cattivo, se voi non eravate cattivi! VOI SIETE CATTIVI, e STUPIDI anche, PERCHé VOI NON STATE FACENDO NULLA PER AIUTARE ME! O ci salveremo insieme, o moriremo insieme in questa guerra mondiale, ma, tu hai fatto di te stesso un ipocrita criminale a cui nessuno si può avvicinare!
Salman dell’Arabia Saudita ] tu non devi dire: “la Monarchia Inglese la fanno vivere, quindi faranno vivere anche me” [ perché Elisabetta II, LEI è Gezabele II, e stanno nelle banche SpA, INSIEME con i Rothschild a succhiare il Signoraggio Bancario, ED IL SANGUE DEI POPOLI SCHIAVI ] NON HAI VISTO TU COME HANNO RIMOSSO, TUTTE LE MONARCHIE TEOCRATICHE? INFATTI, I FARISEI MASSONI COSPIRAZIONE USURA E SCHIAVITù UNIVERSALE, idolatria talmud, Baal JaBullOn loro ODIANO I POTERI forti: MONARCHICI E TEOCRATICI!
http://metafisica.altervista.org
Elisabetta II del Regno Unito ] e già, come no, tutto ad un tratto: adesso, non lo conosce nessuno questo Demonio usuraio Rothschild il Parassita? Voi portate tutti il suo demonio denaro del debito: in tasca! Voi siete tutti, i suoi complici con lui all’inferno!
my JHWH ] perché io non posso mai stare da solo in pace a lavorare? Questi leggeno i miei articoli nel momento stesso che io li sto digitando sul WordPad, altro che DATAGATE, ormai i nostri sistemi operativi non sono una protezione per nessuno, e tutti lo sanno io ho soltanto windows
http://web.tiscali.it/martiri/
LorenzoJHWH
Unius REI [ CSPBCSSMLNDSMDVRSNSMVSMQLIVB ] [Biblical curses: drink
your poison: made by: yourself: my eyes are always: on your wickedness!
When: I will see: as, you falling: with screaming and despair to burn in
hell? only then, my eyes will let you go!] .. [“Saul, Saul, why do you
persecute me?” In fact, there is, no compelling reason: to persecute,
the Christians, Which [Isaiah why, 1. Saint Paulo has become: the true
founder of Christianity! 2. Anyone, that: hate the Gospel: they are
criminals hopelessly fallen: bottom: under the Judgment of God! “3.’m
Unius REI!]]. [Proverbs 17.11. The evil man, seeketh, again, the
rebellion, but, will be: send: against him / her: a messenger
mercilessly: Unius REI]. [Many: believe they have the right to: be:
delinquents and criminals, and were scandalized if God will have:
against: a terrible judgment of them!]