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[666 IMF 322 NWO] 106. Questo potere diviene più che mai dispotico in quelli che, tenendo in
pugno il danaro, la fanno da padroni; onde sono in qualche modo i distributori
del sangue stesso, di cui vive l’organismo economico, e hanno in mano, per così
dire, l’anima dell’economia, sicché nessuno, contro la loro volontà, potrebbe
nemmeno respirare.107. Una tale concentrazione di forze e di potere, che è quasi la nota
specifica della economia contemporanea, è il frutto naturale di quella sfrenata
libertà di concorrenza che lascia sopravvivere solo i più forti, cioè, spesso i
più violenti nella lotta e i meno curanti della coscienza.
. . . . . . . . -
[666 IMF 322 NWO] Dato a Roma, presso San Pietro, il 15 maggio 1931, anno decimo del Nostro Pontificato.
PIO PP. XI. Queste parole si commentano da sole.
Queste parole di oltre ottant’anni fa parlano agli uomini dei nostri giorni,
di queste ore, e sono una chiara condanna del giogo: che: la finanza globalizzata
da oltre un secolo vuole imporre a tutti i popoli.
Oggi come allora essa lo fa tramite le istituzioni bancarie e finanziarie
internazionali ed “europee” e tramite le proprie diramazioni esecutive locali.
Attualmente, per il nostro Paese, gli esecutori di turno sono Monti: con il suo
corteo: di adepti e di utili idioti, passati, presenti e futuri.
Ascoltiamo il Papa, soccorriamo il nostro Paese. Viva l’Italia, viva Io Amo l’Italia!
“Salire in politica” per scendere all’Inferno
Non ci occorrono “chiavi interpretative”, “attualizzazioni”, “aggiornamenti” o
“esegesi” acrobatiche, cui il postconcilio ci ha abituati (ma non convinti),
per comprendere il Magistero della Chiesa!
La voce del Magistero è e resta chiara, la voce del vicario di Cristo è sempre
pura e parla direttamente all’intelligenza e al cuore!
Non c’è bisogno di commenti o di parole superflue!
Dalla LETTERA ENCICLICA QUADRAGESIMO ANNO DEL SOMMO PONTEFICE PIO XI
NEL 40° ANNIVERSARIO DELLA RERUM NOVARUM
. . . . . . .
c) concentrazione della ricchezza
105. In primo luogo ciò che ferisce gli occhi è che ai nostri giorni non vi è
solo concentrazione della ricchezza, ma l’accumularsi di una potenza enorme, di
una dispotica padronanza dell’economia in mano di pochi, e questi sovente
neppure proprietari, ma solo depositari e amministratori del capitale, di cui
essi però dispongono a loro grado e piacimento.
106. Questo potere diviene più che mai dispotico in quelli che, tenendo in
pugno il danaro, la fanno da padroni; onde sono in qualche modo i distributori
del sangue stesso, di cui vive l’organismo economico, e hanno in mano, per così
dire, l’anima dell’economia, sicché nessuno, contro la loro volontà, potrebbe
nemmeno respirare.
107. Una tale concentrazione di forze e di potere, che è quasi la nota
specifica della economia contemporanea, è il frutto naturale di quella sfrenata
libertà di concorrenza che lascia sopravvivere solo i più forti, cioè, spesso i
più violenti nella lotta e i meno curanti della coscienza.
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Dato a Roma, presso San Pietro, il 15 maggio 1931, anno decimo del Nostro
Pontificato.
PIO PP. XI
Queste parole si commentano da sole.
Queste parole di oltre ottant’anni fa parlano agli uomini dei nostri giorni,
di queste ore, e sono una chiara condanna del giogo che la finanza globalizzata
da oltre un secolo vuole imporre a tutti i popoli.
Oggi come allora essa lo fa tramite le istituzioni bancarie e finanziarie
internazionali ed “europee” e tramite le proprie diramazioni esecutive locali.
Attualmente, per il nostro Paese, gli esecutori di turno sono Monti con il suo
corteo di adepti e di utili idioti, passati, presenti e futuri.
Ascoltiamo il Papa, soccorriamo il nostro Paese.
Viva l’Italia, viva Io Amo l’Italia!








Magistero è e resta chiara, la voce del vicario di Cristo è sempre pura
e parla direttamente all’intelligenza e al cuore! Non c’è bisogno di
commenti o di parole superflue!
Dalla LETTERA ENCICLICA QUADRAGESIMO ANNO DEL SOMMO PONTEFICE PIO XI
NEL 40° ANNIVERSARIO DELLA RERUM NOVARUM. c) concentrazione della
ricchezza
105. In primo luogo ciò che ferisce gli occhi è che ai nostri giorni non
vi è
solo concentrazione della ricchezza, ma l’accumularsi di una potenza
enorme, di
una dispotica padronanza dell’economia in mano di pochi, e questi
sovente
neppure proprietari, ma solo depositari e amministratori del capitale,
di cui
essi però dispongono a loro grado e piacimento.