@GiorgiaSalvagn1 Quella feroce guerra tra logge massoniche: la massoneria italiana verso l’implosione definitiva? 23/06/2024 di Cesare Sacchetti Sono fratelli muratori quelli che in queste ultime settimane sembrano più impegnati a scannarsi in una tremenda guerra fratricida piuttosto che a perseguire lo spirito della “fratellanza” di cui tanto amano riempirsi le loro bocche. Non che nella massoneria ci sia mai stato un qualche vero e sincero spirito di fratellanza in quanto tale società segreta non mira affatto ad una sorta di generale pace e comunione tra gli uomini, ma piuttosto la libera muratoria non mira altro che alla nascita di un sistema politico che nelle logge viene chiamato da secoli “repubblica universale”. La repubblica universale è quell’espressione che incarna alla perfezione lo spirito di quello che i massoni chiamano “Nuovo Ordine Mondiale” che altro non è che un piano che mira all’abbattimento della civiltà cristiana da sostituire con una religione di stampo misterico e luciferiano qual è appunto quella della massoneria. I lettori probabilmente avranno già famigliarità con il concetto di Grande Architetto dell’Universo, identificato dai massoni con l’acronimo GADU, che è il misterioso dio dei grembiulini la cui natura non viene rivelata agli iniziati di grado inferiore, ma soltanto a quelli di grado superiore, vicini al 33°, i quali hanno il “privilegio”, per così dire, di apprendere che il dio massonico altri non è che Satana. Nella letteratura massonica e in quella dei pentiti della massoneria c’è ampia traccia di tutto questo e suggeriamo alcuni titoli in questo link nel quale i lettori potranno farsi un’idea della vera natura di questa associazione. Ora i massoni italiani stanno vivendo un momento di estrema crisi della loro esistenza, quale non si era visto dagli inizi del secolo scorso, ma che a volerla dire tutta, non si è probabilmente visto nella storia tutta della massoneria italiana. Negli ultimi mesi, e ne abbiamo parlato in precedenza, i liberi muratori sono invischiati in una feroce guerra per la guida del Grande Oriente d’Italia, da sempre legato all’obbedienza di Londra, la vera centrale della massoneria internazionale dal 1717, anno ufficiale di fondazione di questa società misterica. Dopo la fine del mandato di Stefano Bisi come Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, ci sono state delle elezioni per stabilirne il successore e il cui esito è stato contestato non poco dall’altra parte che è uscita sconfitta, in particolare la corrente di Noi Insieme, guidata da Leo Taroni. I massoni vicini a Taroni non riconoscono il risultato che ha visto come vincitore e successore di Bisi, Antonio Seminario, attualmente Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. I riti massonici e gli elenchi segreti Taroni però non è un massone di poco conto, per così dire. Taroni appartiene infatti al Rito Scozzese Antico e Accettato (RSAA), un corpo massonico all’interno dello stesso Grande Oriente d’Italia e che segue appunto il citato rito scozzese, che è uno dei più praticati all’interno delle varie logge massoniche. Ora, prima che i lettori vengano confusi dalle varie espressioni di carattere esoterico, è necessario tenere a mente che le massonerie praticano diversi riti, tra i quali c’è appunto quello scozzese, ma anche quello francese, praticato esclusivamente dai massoni del Grande Oriente di Francia e quello di Mizraim, seguito dal famigerato Giuseppe Garibaldi e dall’occultista e satanista Alesteir Crowley, un personaggio ancora oggi venerato dai massoni e dai satanisti di tutto il mondo. Le vie esoteriche sono diverse ma conducono tutte alla stessa sorgente satanica, quindi i lettori non si lasciano trarre in inganno dalle fumose ed eteree denominazioni utilizzate dai grembiulini. In questo momento particolare, il lacerante problema che sta affrontando la massoneria italiana è quello che ha portato alla scissione del rito scozzese dal Grande Oriente d’Italia. Il rito scozzese può essere considerato a tutti gli effetti come un passepartout per accedere ai gradi più alti della massoneria e costituisce, o meglio costituiva, una élite massonica composta da 4mila membri sui 23mila iscritti complessivi del Grande Oriente d’Italia. Si tenga presente che noi “profani” non iniziati ai misteri massonici, e siamo grati di ciò, non abbiamo accesso agli iscritti e i vari governi che si sono succeduti dal 1948 in poi, anno della tanto decantata, non da noi, inaugurazione della costituzione liberale non hanno mai pensato di bussare alle porte dei liberi muratori per chiedere conto di tali elenchi e vedere se in tali registri sono presenti i nomi di coloro che fanno parte del governo, del Quirinale ma anche di tutti quei corpi quali forze dell’ordine e magistratura che costruiscono la spina dorsale dello Stato. Oltre a questi poi, esistono altri elenchi di nomi ancora più riservati e che appartengono alle cosiddette superlogge, sulle quali il procuratore Agostino Cordova stava tentando di far luce prima che piombò la mannaia della procura di Roma nei panni di Augusta Iannini, moglie di Bruno Vespa, che pensò bene di archiviare il tutto. In entrambi i casi, sia nel caso delle logge ordinarie sia in quello delle logge segrete, i vari governanti dell’ultimo mezzo secolo e oltre non hanno mai pensato di chiedere la pubblicazione dei nomi dei membri di queste logge, ma hanno invece preferito trincerarsi dietro la fantomatica “libertà d’associazione” della carta, senza tenere in conto, volutamente diremmo, che la massoneria non è una specie di circolo della briscola, ma un vero e proprio antistato. Antistato ci sembra l’espressione più appropriata se si pensa che la natura della massoneria è quella di una società internazionale che aspira alla costituzione di un governo mondiale e alla conseguente fine dello Stato nazionale, liquefatto nella famigerata governance mondiale. E oltre a questo si deve considerare che i liberi muratori non riconoscono le leggi dello Stato, in quanto per loro vengono prima le direttive interne delle logge, e se dovesse sorgere un contrasto tra il primo e le seconde, i massoni non hanno alcuna difficoltà a violare le leggi statali pur di affermare i loro codici di condotta, che, ricordiamolo, prevedono anche l’omicidio dell’iniziato che diventi una “minaccia” per l’organizzazione, e se si vuole saperne di più si può chiedere qualcosa al massone americano William Morgan, ucciso dai suoi “fratelli” perché stava per denunciare la natura eversiva della libera muratoria. Adriano Lemmi: il primo leader della massoneria italiana Il contrasto che è sorto, e di cui si diceva in precedenza, non c’è mai stato dal 1908. Era morto da poco Adriano Lemmi, che è stato il primo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Ora se i lettori aprono la pagina a lui dedicata nel sito appunto del GOI, troveranno il ritratto di un “patriota” che ha servito fedelmente la causa risorgimentale di Giuseppe Mazzini, altro massone di alto rango molto vicino ad Albert Pike, che fino al 1870 era considerato il capo e la figura più influente della massoneria mondiale. Se invece si aprono i libri di Domenico Margiotta, ex massone pentito e convertitosi al cattolicesimo, si apprende la vera storia di Adriano Lemmi, quella di un ladro di origini ebraiche che già da giovane era ricercato dalle autorità francesi per le truffe consumate ai danni di alcuni malcapitati francesi. Lemmi è uno degli uomini meno noti nella storia risorgimentale eppure uno dei più decisivi per compiere la volontà della massoneria internazionale di unificare l’Italia non certo per restituire alla Penisola l’unione perduta nei secoli passati, ma piuttosto per edificare uno Stato di natura secolare e liberale che mettesse al bando il cattolicesimo e scristianizzasse l’Italia. La Chiesa Cattolica, allora ancora presidiata da pontefici cattolici e non intenti a prostrarsi ai piedi della Pachamama, aveva compreso pienamente la natura della massoneria e aveva denunciato più volte la pericolosità di questa organizzazione condannata in innumerevoli encicliche, di cui ricordiamo la magistrale Mirari Vos di Leone XIII che con grande arguzia spiegò la natura esoterica e ingannevole della libera muratoria. Lemmi, braccio destro di Mazzini, è l’uomo che pianifica e dirige gli omicidi di quelle figure politiche che sono ritenute un intralcio per i piani della massoneria, tra le quali ci sono quelle di Carlo III, duca di Parma, e Ferdinando II, re delle Due Sicilie, sfuggito già a due attentati e infine avvelenato. Mazzini era entusiasta del suo “piccolo ebreo” e Lemmi negli anni successivi alla morte di Mazzini scala rapidamente la gerarchia della massoneria italiana fino a diventarne il suo capo indiscusso, non senza prima corrompere altre logge della massoneria che erano invece quelle formalmente riconosciute dall’estero. Il potente massone, e anche spregiudicato usuraio, però aveva una sfrenata ambizione che voleva portarlo, dopo la morte di Pike, a trasferire la sede del direttorio centrale della massoneria da Charleston, negli Stati Uniti, a Roma, per poter dare a lui lo scettro della massoneria mondiale e per consentirgli di attuare ancora meglio la sua guerra contro la Chiesa Cattolica, poiché si tenga presente che Lemmi era animato da un odio satanico tanto da intitolare tutte le sue circolari al suo dio, ovvero Satana, e, come se ciò non bastasse, a far porre il crocefisso negli orinali delle logge. Attraverso vari intrallazzi e imbrogli, Lemmi riesce a raggiungere anche questo obiettivo prima di morire nel 1906, circostanza che rese inevitabile la scissione tra il Rito Scozzese Antico e Accettato e il Grande Oriente d’Italia nel 1908 in quanto era l’immenso potere di Lemmi a tenere unite le varie logge. La frattura si ricompose soltanto negli anni’60, dopo la nascita della repubblica dell’anglosfera e dopo i decenni nei quali invece il fascismo aveva fatto tabula rase della massoneria tutta con una apposita legge varata nel 1925, e alla quale si opposero in particolare i comunisti, su tutti Gramsci, che fece un discorso alla Camera contro il provvedimento, e ciò dovrebbe, ancora una volta, dare un’idea precisa di quali interessi faccia davvero il marxismo che grida contro il capitale, ma poi protegge i suoi circoli esoterici e riceve i suoi finanziamenti, e su questo si veda la (vera) storia di Lenin e dei bolscevichi. Verso una dismissione della massoneria italiana? Siamo giunti così ai giorni nostri con una scissione che non si vedeva dal 1908 ma in un contesto molto diverso da quello attuale. All’epoca, lo Stato liberale non era ancora entrato nella sua crisi più acuta e non era ancora stato soppiantato dal fascismo che recise i legami con Londra e soppresse la massoneria. Il problema della massoneria italiana in questa sua fase storica è che si vede priva delle vecchie protezioni internazionali poiché il tanto agognato Novus Ordo Seclorum che avrebbe dovuto manifestarsi dopo il tentato Grande Reset non si è manifestato, e il contesto storico ha preso una piega del tutto diversa. Sulla scena si affacciano altri poteri che vogliono il ritorno degli Stati nazionali e vogliono difendere l’identità cristiana quali la Russia di Putin. L’anglosfera, alla quale la massoneria italiana era fedele, si è avviata verso una crisi sistemica dalla quale non sembra esserci via d’uscita se non quella della fine stessa del potere angloamericano al quale i vari circoli massonici e mondialisti avevano affidato lo scettro dal 1945 in poi. L’impero americano de facto non esiste più e Washington, dopo Trump, non è più tornata ad indossare i panni dell’imperatore che dispensava guerre in giro per il mondo su mandato del movimento sionista internazionale, all’apice di questo sistema di potere. Questo ha provocato una guerra feroce all’interno della massoneria italiana che è sempre stata legata a Londra, che, a sua volta, si trova a dover affrontare una situazione senza precedenti nella sua storia con il serio rischio della fine della dinastia dei Windsor. Sta finendo il vecchio mondo. Sta finendo tutto quello status quo che teneva in vita la repubblica dell’anglosfera e i poteri massonici ad essi legati. L’ultimo capitolo di questa guerra è quello che ha portato alla sospensione del Rito Scozzese Antico e Accettato su ordine di Seminario, una mossa che ha tutta l’aria di essere una risposta ad un’altra espulsione, quella di Stefano Bisi, ex Gran Maestro del GOI, che apparteneva anche al RSSA, e che è stato espulso da questo. Si procede così. A colpi di espulsioni incrociate, ma noi non escludiamo che sotto la superficie delle carte bollate ci sia un’altra guerra, ben più feroce e sanguinaria della quale la scia di misteriosi “suicidi” potrebbe essere l’esempio più manifesto. L’ultimo ad aggiungerci a questa lunga serie di morti anomale è stato il generale Graziano, presidente di Fincantieri, e già accusato di aver partecipato alla frode elettorale contro Trump. Lo hanno preceduto Angelo Onorato, marito di Francesca Donato, il rettore della Cattolica, Franco Anelli, il sindaco di Corte Palasio, comune lodigiano che annovera una serie storica di strane morti e “suicidi” anomali, e Bruno Astorre, senatore del PD. Nessuna di queste morti è stata ancora pienamente spiegata. Nessuna seria indagine risulta essere stata fatta dalla magistratura che ancora oggi non ha pubblicato il risultato dell’autopsia di Astorre né mostrato un filmato del suo presunto suicidio in una delle zone più sorvegliate di Roma, quella vicina al Pantheon e a piazza Navona. Siamo ad un punto di svolta nella storia della massoneria italiana. Noi non ci sentiamo di escludere che la generale crisi del mondialismo e dell’anglosfera portino ad una implosione di queste logge che hanno deciso di combattersi senza esclusione di colpi per provare a sopravvivere a questa fase storica. La campana della storia stavolta sembra proprio suonare per la libera muratoria italiana che non è mai stata così vicina, dai tempi del fascismo, ad una profonda e violenta crisi che sta mettendo in dubbio la sua stessa esistenza.
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