Rapporto Annuale 2003
Map of Syria (the Syrian Arab Republic)
Syria (the Syrian Arab Republic)
SIRIA
Repubblica araba siriana
Capo di stato: Bashar al-Assad
Capo del governo: Muhammad Mustafa Miro
Pena di morte: mantenitore
Statuto di Roma della Corte penale internazionale: firmato
Decine di persone sono state arrestate durante l’anno per motivi politici, inclusi esiliati siriani che erano volontariamente ritornati e altre persone sospettate di essere membri di gruppi politici non autorizzati. Vi è stata unintensificazione nella repressione dei difensori dei diritti umani e degli avvocati. Centinaia di prigionieri politici sono rimasti in stato di detenzione prolungata senza processo o in seguito a sentenze pronunciate al termine di processi iniqui. Alcuni erano malati e malgrado ciò sono stati detenuti in condizioni molto dure. Dieci prigionieri di coscienza sono stati condannati fino a 10 anni di reclusione al termine di processi iniqui davanti alla Corte di sicurezza suprema dello Stato (Sssc) o davanti al Tribunale penale. Sono diminuite le notizie di torture e maltrattamenti, ma i casi relativi agli scorsi anni non sono stati indagati. Almeno due persone sono morte durante la detenzione.
Contesto
Il presidente Bashar al-Assad ha deciso un’amnistia a giugno, con la quale ha ridotto a un terzo le sentenze relative a pene detentive inflitte a bambini di età dai sette ai diciotto anni condannati per reati penali. Non è chiaro quali reati fossero previsti dall’amnistia e quanti bambini ne abbiano beneficiato. Unaltra amnistia a ottobre ha riguardato persone che avevano evitato di prestare il servizio militare o che avevano disertato.
A giugno il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla Siria, in cui esprimeva seria preoccupazione per lincarcerazione di intellettuali e di esponenti dell’opposizione. In essa si chiedeva alle autorità di garantire che i detenuti non fossero torturati o maltrattati e di ratificare e attuare la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.
I gruppi di opposizione siriani allinterno e allesterno del Paese hanno intensificato le loro attività pacifiche durante l’anno. Ad aprile 137 ex prigionieri di coscienza residenti in Siria hanno inviato un memorandum al presidente al-Assad richiedendo che tutti gli ex prigionieri di coscienza fossero reintegrati nei loro precedenti posti di lavoro sollecitando la revoca delle restrizioni a loro carico relative a lavoro, spostamenti e viaggi. Ad agosto una conferenza promossa da al-Ikhwan al-Muslimun (Fratellanza Musulmana) a Londra ha portato all’adozione della Carta Nazionale per la Siria, contenente principi che comprendono il rispetto dei diritti umani, inclusi quelli delle donne, e il rifiuto di ogni forma di violenza.
Difensori dei diritti umani
Nel corso dell’anno vi è stato un aumento nella repressione dei difensori dei diritti umani e degli avvocati. I due maggiori gruppi per i diritti umani, il Comitato per la difesa dei diritti umani e lAssociazione per i diritti umani in Siria (Hras) hanno continuato ad operare nonostante lassenza di autorizzazione ufficiale, le restrizioni governative e le detenzioni dei loro membri.
*Ad aprile, l’Ordine degli avvocati di Damasco (Dba) ha imposto un provvedimento disciplinare arbitrario al difensore dei diritti umani Haytham al-Maleh, avvocato e direttore dellHras. Egli è stato sospeso dallesercizio della professione per tre mesi, dopo che aveva espresso preoccupazione riguardo alla correttezza del processo di un cliente, il prigioniero di coscienza Mamum al-Humsi (si veda di seguito). Durante l’anno, Haytham al-Maleh è stato convocato varie volte dalle forze di sicurezza e dal Dba per essere interrogato in merito al suo coinvolgimento con lHras e alle sue pubbliche dichiarazioni sui diritti umani in Siria. A giugno il Dba ha deciso di impedirgli di esercitare la propria professione per tre anni e a settembre il sostituto procuratore militare lo ha deferito, assieme a Qasub Ali al-Malla e altri tre uomini, al Tribunale militare, con accuse che comprendevano la distribuzione del bollettino dellHras Teyyarat senza una licenza e il coinvolgimento in un’organizzazione (Hras) di natura internazionale senza permesso governativo.
*Ad aprile, lavvocato Anwar al-Bunni è stato arbitrariamente sospeso dalla propria attività per tre mesi dal Dba in relazione al caso di Mamun al-Humsi. A giugno è stato fisicamente espulso dalla Sssc, quando ha chiesto che la denuncia di maltrattamento del suo assistito, il prigioniero di coscienza Aref Dalilah, fosse messa agli atti e indagata. Il presidente della corte ha deciso di impedire indefinitamente a Anwar al-Bunni di esercitare la professione davanti alla Sssc ed egli è stato malmenato dalle forze di sicurezza che lo hanno espulso dallaula. Anwar al-Bunni è stato anche minacciato dalle forze di sicurezza.
*Razan Zaytunah, attivista dei diritti umani e appartenente allHras, ha subito vessazioni da parte delle forze di sicurezza e le è stato proibito di viaggiare allestero.
*Nel corso dell’anno sono state tolte le restrizioni relative alla libertà di movimento del difensore dei diritti umani Khalil Matuq.
Arresti
Decine di persone sono state arrestate durante l’anno per motivi politici. Tra queste, alcuni ex attivisti politici affiliati alla Fratellanza Musulmana che erano stati in esilio, ma a cui era stato concesso dalle autorità il permesso di ritornare nel Paese. Altri arrestati erano sospettati di essere membri di organizzazioni politiche curde non autorizzate e altri erano attivisti islamisti sospettati di legami con al-Qaida. Molti sono stati detenuti in incommunicado, a quanto pare senza accusa né processo, e si è temuto che potessero essere torturati o maltrattati.
*A maggio Musallam Shaykh Hasan, uno dei leader del Partito curdo siriano Yekîtî, è stato arrestato a Ayn al-Arab per aver distribuito materiale politico curdo. Egli è stato trattenuto al Dipartimento di sicurezza politica di Aleppo e poi trasferito al centro di detenzione di Damasco. È stato rilasciato ad agosto dopo tre mesi di carcere. Era prigioniero di coscienza
*Almeno 32 attivisti islamisti sono stati detenuti in incommunicado per sospetti legami con al-Qaida. Secondo quanto riferito, Muhammad Haidar al-Zammar, di nazionalità tedesca e siriana, è stato trattenuto in un centro di detenzione dopo che era stato estradato dal Marocco nell’ottobre 2001. Maher Arar, di nazionalità canadese e siriana, è stato espulso dagli Stati Uniti in Siria, via Giordania, a ottobre. Sarebbe detenuto in una località segreta in Siria e ci sono preoccupazioni per il suo stato di salute. Prima della sua espulsione Maher Arar è stato detenuto dalle autorità statunitensi per essere interrogato circa legami con al-Qaida. Un funzionario del Consolato canadese ha potuto vederlo ad ottobre, ma solamente in presenza di funzionari siriani e a Maher Arar non è stato permesso di rispondere a tutte le domande che gli venivano poste.
*A febbraio Nawras Husain al-Ramadan, già membro della Fratellanza Musulmana, è stato arrestato all’aeroporto di Damasco al suo ritorno dagli Emirati Arabi Uniti, dove cui viveva in esilio dal 1980. Prima del suo ritorno gli sarebbero state fornite assicurazioni sulla sua sicurezza dalle autorità siriane. A fine anno era in detenzione in incommunicado.
Rilasci
Almeno dodici prigionieri politici, inclusi cittadini giordani, sono stati rilasciati nel corso dell’anno.
*Haytham Naal è stato rilasciato ad agosto dopo 27 anni di prigionia per legami con lOrganizzazione comunista araba. Secondo quanto riferito, sarebbe stato torturato e maltrattato. Inoltre era gravemente malato e presentava ferite determinate dalle torture.
*Ferude Yaman, unattivista politica turca, è stata rilasciata a ottobre dopo cinque anni di carcere. Era stata detenuta in incommunicado fino al 2001, quando ha potuto ricevere la visita dei suoi familiari. Era trattenuta perché accusata di coinvolgimento in attività dannose alle relazioni della Siria con Paesi stranieri. Necessitava di urgenti cure mediche per disturbi cardiaci.
Processi di prigionieri di coscienza
Prigionieri di coscienza sono stati portati davanti al Tribunale penale e alla Sssc in processi che non hanno rispettato gli standard internazionali per un equo processo. Durante i processi davanti al Tribunale penale, agli imputati è stato negato il diritto di citare testimoni o di avere accesso confidenziale ai propri legali. Anche i processi davanti alla Sssc sono stati viziati e, nel corso degli stessi, i prigionieri di coscienza e i loro legali hanno subito vessazioni ed intimidazioni.
*Dieci prigionieri di coscienza sono stati condannati fino a dieci anni di carcere dalla Sssc o dal Tribunale penale al termine di processi iniqui in casi collegati a giugno e a luglio. Sono stati accusati di aver tentato di cambiare la Costituzione con mezzi illegali e di reati simili. Tutti erano detenuti nella prigione di Adra e sarebbe stato loro impedito di aver accesso alla lettura. Ai prigionieri malati non sarebbe stata garantita unadeguata assistenza medica. Tra questi, Riad al-Turk, un avvocato di 72 anni, primo segretario del non autorizzato al-Hizb al-Shuyu’i al-Maktab al-Siyassi (Partito comunista direzione politica), già prigioniero di coscienza, condannato a 30 mesi di carcere dalla Sssc. Sofferente di diabete e di problemi cardiaci, è stato rilasciato a novembre in seguito ad una amnistia presidenziale personale. Riad Seif e Mamun al-Humsi, entrambi membri indipendenti dellAssemblea del popolo e uomini daffari, sono stati condannati a cinque anni di carcere dal Tribunale penale. Hasan Sa’dun e Habib Saleh sarebbero malati e bisognosi di cure mediche.
Prigionieri politici
Centinaia di prigionieri politici, in gran parte membri della Fratellanza Musulmana, sono detenuti da anni senza processo o al termine di processi iniqui davanti alla Sssc o a Tribunali militari da campo.
Almeno 800 prigionieri politici, per lo più membri della Fratellanza Musulmana, del partito filo-iracheno Bath e di Hizb al-Tahrir (Partito di liberazione [islamica]) sono rimasti detenuti nella prigione di Sednaya. Altre centinaia rimanevano detenuti, la maggior parte in incommunicado, in centri di detenzione tra cui FarFalastin (settore palestinese) e Faral-Tahqiq al-Askari (settore di interrogazione militare).
*Khalil al-Khayrat, di 65 anni circa, fu arrestato nel 1992 perché aveva distribuito un volantino che esprimeva critiche nei confronti della posizione degli stati arabi, inclusa la Siria, nei confronti della guerra del Golfo. Venne ritenuto affiliato al Partito filo-iracheno Bath; processato e condannato da un Tribunale militare da campo, è rimasto detenuto nella prigione di Tadmur fino al 1997, e poi trasferito alla prigione di Sednaya. Secondo quanto riferito, sarebbe stato torturato e soffrirebbe di artrite. Era stato detenuto tre volte in passato e una volta aveva trascorso 15 anni in prigione. Pare che alla sua famiglia sia stato concesso un permesso speciale per visitarlo una volta all’anno.
Decine di prigionieri politici affetti da lunghe malattie continuano ad essere detenuti in condizioni di prigionia che non rispettano gli standard internazionali.
*Faris Murad e Imad Shiha, che stanno scontando lergastolo nella prigione di Sednaya, furono arrestati nel 1975 in relazione al loro coinvolgimento con lOrganizzazione comunista araba. Faris Murad soffriva di una lesione vertebrale e di ipertensione. Ha perso i denti a seguito di un malattia dentaria e la sua postura si è marcatamente arcuata, presumibilmente a causa della tortura inflittagli tramite una sedia metallica nota come sedia tedesca, che tira la colonna vertebrale e causa notevole pressione sul collo e sulle gambe della vittima. Imad Shiha era sofferente di vari disturbi di salute tra cui una malattia intestinale cronica e una lesione a una gamba.
*Mustafa Dib Khalil (anche conosciuto come Abu Taan), un attivista politico palestinese sui sessantacinque anni, è ancora detenuto nella prigione di Sednaya. Sarebbe sofferente per un problema alla colonna vertebrale, ipertensione, perdita della vista e problemi psichici dovuti alla prolungata detenzione in incommunicado. Mustafa Dib Khalil fu arrestato nel 1983 da funzionari dei servizi segreti militari siriani vicino a Tripoli, nel nord del Libano. Successivamente è stato trasferito dal Libano in Siria. Egli sarebbe stato arrestato a causa dellappartenenza al movimento Fatah e per aver coordinato i combattenti palestinesi in Libano. È stato tenuto per 8 anni in isolamento e poi è rimasto in detenzione in incommunicado per circa 14 anni. Pare sia detenuto senza accusa né processo.
Tortura e maltrattamenti
Nel corso dell’anno sono diminuite le segnalazioni di tortura e maltrattamenti, ma le precedenti denunce di tortura non sono state indagate.
*Aref Dalilah, già preside di facoltà presso lUniversità di Aleppo, è stato condannato a 10 anni dalla Sssc a luglio. Egli sarebbe stato picchiato e maltrattato nella prigione di Adra. A seguito delle lesioni subite ad aprile è stato portato allospedale perché le sue condizioni di salute erano peggiorate, ma poi è stato riportato in prigione senza ricevere adeguate cure mediche. Il 6 giugno, durante il suo processo davanti alla Sssc, ha riferito alla corte dei maltrattamenti e ha mostrato un fazzoletto impregnato di sangue come prova. Egli ha contratto una grave trombosi venosa, presumibilmente il risultato del duro regime di prigionia e della limitazione dei movimenti.
Decessi in detenzione
Almeno due detenuti politici, compreso uno di nazionalità libanese, sono morti in detenzione.
*Muhammad Hasan Nassar è morto in detenzione dopo essere stato trattenuto in incommunicado per una settimana. Era stato arrestato il 17 marzo in seguito al suo volontario ritorno in Siria, dopo un lungo periodo di esilio in Giordania. Muhammad Hasan Nassar, insegnante, sposato con nove figli, avrebbe lasciato la Siria nel 1980 dopo violenti conflitti tra la Fratellanza Musulmana e le autorità siriane. Secondo quanto riferito, egli soffriva di gravi disturbi fisici e psichici e aveva bisogno di cure continue.
Rapporti e missioni di AI
Syria: Smothering freedom of expression the detention of peaceful critics (AI Index: MDE 24/007/2002)
Un delegato di AI si è recato in Siria a maggio per seguire il processo di prigionieri di coscienza, ma gli è stato negato laccesso in aula.
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Rapporto Annuale 2003
Map of Qatar (the State of)
Qatar (the State of)
Stato del Qatar
Capo di stato: al-Shaikh Hamad Ibn Khalifa Al-Thani
Capo del governo: al-Shaikh Abdullah Ibn Khalifa Al-Thani
Pena di morte: mantenitore
Statuto di Roma della Corte penale internazionale: non firmato
LEmiro, al-Shaikh Hamad Ibn Khalifa Al-Thani, ha proclamato listituzione di una commissione governativa per i diritti umani e ha annunciato per il futuro, cambiamenti costituzionali con potenziali effetti positivi sulla situazione dei diritti umani. Ciò nonostante, le modalità con cui sono stabilmente violati i diritti umani non sono cambiate e, in seguito agli attacchi dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, spesso sono state sostenute dalle politiche adottate per la sicurezza globale e regionale. Un possibile prigioniero di coscienza è stato condannato a morte, mentre un altro che era detenuto dal 2001, è stato rilasciato. Lo status di 39 prigionieri politici, alcuni dei quali possibili prigionieri di coscienza, detenuti da alcuni anni, è rimasto invariato. Sono stati riferiti casi di maltrattamenti e sono emerse nuove informazioni su episodi di tortura passati.
Contesto
A gennaio il Qatar ha riferito al Comitato sullanti-terrorismo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite le misure adottate per combattere il terrorismo. Una delle misure elaborate nel rapporto riferiva che le autorità stanno mettendo a punto accordi speciali bilaterali di collaborazione con determinati Stati per quanto riguarda lestradizione e lo scambio di informazioni sui criminali…. Il rapporto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Schemi del terrorismo globale, pubblicato a maggio, ha constatato come il Qatar abbia collaborato strettamente con le autorità statunitensi per arrestare e indagare terroristi sospetti. Nel suo rapporto al Consiglio di Sicurezza, il governo del Qatar non ha fatto riferimento alla salvaguardia dei diritti umani, né ha rivelato lidentità delle persone che avevano collaborato con le autorità statunitensi o quali siano state le procedure adottate in questi casi. Preoccupante è il fatto che gli standard sui diritti umani siano stati ignorati.
Najib al-Nuaimi, avvocato ed ex ministro della Giustizia, ha tentato di creare un comitato di avvocati per difendere il diritto di chiedere giustizia per i detenuti nel centro di detenzione statunitense a Guantánamo Bay, a Cuba. Egli ha dichiarato di aver ottenuto l’incarico da alcune delle famiglie di detenuti di diversi Stati del Golfo e di aver cercato di ottenere lautorizzazione per visitare i detenuti, ma che le autorità statunitensi non gli avevano concesso il visto. Tra i prigionieri risultano Jar Allah al-Murri, cittadino del Qatar, e Sami al-Haj, un impiegato sudanese della stazione televisiva del Qatar al-Jazeera, residente nel Paese.
AI ha ricevuto una replica del governo sulle preoccupazioni espresse dallorganizzazione nel Rapporto 2002. La replica sottolinea i cambiamenti avviati dalle autorità alla luce di alcune preoccupazioni espresse da AI, ma ne rifiuta altre, giudicandole imprecise o difende le proprie azioni con motivazioni legali che AI considera non conformi agli standard internazionali sui diritti umani.
Possibili prigionieri di coscienza
Un possibile prigioniero di coscienza è stato condannato a morte, mentre un altro, Luay Muhammad Abdullah, un cittadino statunitense di origine palestinese, condannato a due anni, è stato rilasciato a gennaio (si veda di seguito).
*Firas Nassuh Salim Al-Majali, un giornalista giordano di 29 anni che lavorava per la televisione nazionale del Qatar, è stato condannato a morte ad ottobre dalla Gran Corte penale di Doha. Era stato ritenuto colpevole, al termine di un processo rivelatosi palesemente iniquo, di spionaggio per i servizi segreti giordani (si veda di seguito). Con ogni probabilità laccusato è stato vittima del deterioramento delle relazioni politiche tra Giordania e Qatar. La crisi tra i due Stati è dovuta a vari motivi, tra i quali un servizio televisivo trasmesso dalla rete televisiva al-Jazeera ad agosto, in cui si criticava la famiglia reale giordana e la politica del Paese in Medio Oriente. Limputato ha presentato appello che, alla fine dell’anno, era ancora pendente.
*Trentanove prigionieri politici, alcuni dei quali possibili prigionieri di coscienza, che erano stati condannati negli anni scorsi in seguito a processi palesemente iniqui per il tentato colpo di stato del 1996, sono rimasti in carcere. Tra questi, 19 prigionieri le cui condanne allergastolo erano state trasformate in condanne capitali dalla Corte d’Appello nel maggio 2001. Gli altri 20 erano stati condannati allergastolo.
Tortura
Sono stati riferiti maltrattamenti e sono emerse nuove informazioni su casi di tortura. Durante la detenzione pre-processuale, Firas Al-Majali (si veda sopra) è stato posto in isolamento prolungato e sottoposto a coercizione al fine di estorcerne la confessione. Nessuna indagine sugli episodi di tortura del 2001 risulta essere stata avviata. Tra le altre persone che hanno riferito di essere state torturate, Luay Abdullah, un possibile prigioniero di coscienza, rilasciato a gennaio. Egli ha riferito di essere stato picchiato e di aver subito lesioni al capo.
Pena di morte
Almeno 20 persone si trovavano in attesa di esecuzione, ma il numero reale potrebbe essere più alto. Nel corso dell’anno non sono state riferite esecuzioni.
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