tecnocrazia lgbtq diritti Satana UE anticristo commercianti degli schiavi: dalit dhimmi(sharjah) e goyim(Spa$Co), Jabull-On e alto tradimento Costituzionale il signoraggio bancario sono alleati tra di loro! CSPBCSSMLNDSMDVRSNSMVSMQLIVB drink your poison made by yourself, BURN SATANA ROCKEFELLER ALLAH IN JESUS’S NAME L’intolleranza
religiosa sta dilagando. di Stefano Magni20-10-2014 Brian J. Grim ha
trascorso l’ultimo quindicennio della sua vita a trasformare in numeri
l’esperienza della libertà religiosa (e della sua repressione) nel
mondo. Già a capo del dipartimento di ricerca su Religioni e Affari
Mondiali del Pew Research Center, è presidente della Religious Freedom
& Business Foundation e consulente della Faith Foundation di
Tony Blair. Lo abbiamo incontrato a Milano, ospite dell’Istituto Bruno
Leoni, dove ha illustrato brevemente un’immensa mole di dati. La prima
lezione che si ricava dalla sua vasta ricerca: l’intolleranza religiosa è
ormai diventata un’emergenza mondiale e non può più essere ignorata. La
seconda: la libertà religiosa è alla base di tutte le altre libertà,
nonché della prosperità economica delle nazioni.
Che questo sia un
periodo di intolleranza religiosa ce ne siamo accorti tutti. Basti
vedere agli immani massacri di cristiani e yezidi commessi in Iraq
dall’Isis. E alla condanna a morte, ribadita in appello, di Asia Bibi in
Pakistan, per il reato di “blasfemia”. Cioè per avere chiesto a
colleghe musulmane che “se Gesù è morto per noi in croce, cosa ha fatto
il vostro Maometto?”. Ma Grim cita anche altri episodi di intolleranza
religiosa di cui, solitamente, si parla meno perché sono ormai
socialmente accettati. «Proprio in Italia – spiega il ricercatore –
avete avuto un esempio di tentativo di restringere dal governo la
libertà di portare simboli religiosi, quando è finito di fronte alla
Corte Europea dei diritti il caso dei crocefissi nelle aule
scolastiche». Complessivamente, secondo i suoi calcoli, il 43% dei Paesi
limitano la libertà di religione. Considerando che, fra questi,
figurano anche i più popolosi del mondo, quali la Cina e l’India, il 76%
della popolazione mondiale, pari a 5,3 miliardi di persone, non gode
della libertà di culto. Nella sua ricerca, Grim include sia la
repressione governativa, sia la repressione sociale, che è altrettanto
violenta. Il governo può porre divieti e limiti alla pratica religiosa,
mandandoti in galera o (come nel caso di Asia Bibi in Pakistan)
arrivando a condannarti a morte. I tre casi più frequenti di repressione
individuati dalla sua ricerca, riguardano, appunto, la libertà di
portare ed esporre simboli religiosi e la libertà di fare proseliti.
Queste sono le pratiche più frequentemente punite dalla legge.
La
società, comunque, aggiunge una forma ancor più incontrollata di
repressione. Che in alcuni casi è più violenta ancora rispetto a quella
dello Stato. «Per comprendere questo concetto, faccio l’esempio
dell’Indonesia. Il Paese asiatico è a maggioranza musulmana, ma una
minoranza di musulmani aderisce a sette che sono considerate eretiche.
Gli ahmadi, per esempio, che aderiscono alla setta ahmadiyya, sono
ritenuti eretici perché credono che vi sia stato un altro profeta dopo
Maometto. Il governo, per decenni, ha vietato il loro culto, impedendo
loro di pregare in pubblico, di fare proseliti e di insegnarla. Quando,
più recentemente, il governo indonesiano ha lasciato molta più libertà
agli ahmadi, la popolazione musulmana sunnita ha attaccato le loro
moschee per bruciarle. In un incidente grave, dei fedeli sono stati
trascinati fuori da una moschea con la forza, spogliati e picchiati da
una folla inferocita». Sono scene a cui assistiamo anche in Pakistan,
fra l’altro, quando un cristiano, o comunque un non musulmano, viene
assolto da un tribunale pakistano.
Il fenomeno dell’intolleranza
religiosa è in aumento vertiginoso. La percentuale di Paesi in cui si
riscontrano gravi restrizioni alla libertà di culto, è passata dal 29%
del 2007 al 43% attuale. In soli 7 anni, dunque, la diffusione
dell’intolleranza, sia sociale che governativa è raddoppiata. Per questo
motivo, la comunità internazionale non può più ignorare il fenomeno.
Grim, ottimisticamente, constata che nell’83% dei Paesi in cui si
riscontrano fenomeni di intolleranza religiosa, sono stati presi (o sono
in corso) iniziative pubbliche per combatterla. Più facile, da questo
punto di vista, contrastare l’intolleranza sociale, rispetto a quella
statale eretta a sistema.
C’è un altro semplice motivo per cui il
tema dell’intolleranza religiosa non può più essere ignorato: la
demografia. L’idea che la popolazione mondiale stesse gradualmente
abbandonando la religione è stata seppellita assieme a tante altre
illusioni del Novecento. La realtà, in questi anni, è molto differente.
Il dottor Grim ha infatti calcolato l’età media della popolazione
mondiale per religione. Coloro che non sono affiliati ad alcun culto
hanno un’età media di 34 anni, molto più alta della media mondiale (28).
Le religioni più giovani sono induista (26 anni di media) e musulmana
(23 anni). I cristiani sono già un po’ più anziani della media mondiale:
30 anni di media. E solo grazie ad America Latina, Africa e Asia,
perché in Europa e America settentrionale, i cristiani fanno meno figli.
Demograficamente parlando, dunque, il mondo va verso una maggior
popolazione musulmana e induista. I due culti che registrano i maggiori e
più diffusi casi di intolleranza nei confronti degli altri credo. O si
affronta con urgenza la questione della libertà di religione, oppure i
culti più giovani e intolleranti si mangiano gli altri.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-lintolleranza-religiosa-sta-dilagando-10690.htm
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Sentenza
scandalo: sì alla condanna a morte di Asia Bibi. di Anna Bono17-10-2014
L’Alta corte di Lahore, Pakistan, il 16 ottobre si è riunita, dopo ben
cinque rinvii, per esaminare l’appello di Asia Bibi e lo ha respinto,
confermandone la condanna a morte. Per evitarla, adesso non le resta che
il ricorso alla Corte Suprema, terzo e ultimo grado di giudizio. Asia
Bibi, cristiana, madre di cinque figli, è in carcere dal 2009 per
blasfemia. Nel giugno di quell’anno alcune sue compagne di lavoro
musulmane l’avevano denunciata accusandola di aver insultato Maometto
durante una discussione. Sembra che a istigarle fosse stata una donna in
lite con la sua famiglia per questioni riguardanti una proprietà. Asia
Bibi ha sempre negato di aver mancato di rispetto al Profeta. Sostiene
di essersi limitata a dire di credere in Gesù morto per i peccati
dell’umanità: «che cosa ha fatto il vostro profeta Maometto per salvare
gli uomini?», avrebbe aggiunto, rispondendo alle provocazioni delle
altre donne, ed è per questa frase che forse verrà impiccata. In primo
grado, nel novembre del 2010, era stata condannata alla pena capitale da
un tribunale di Sheikhupura presieduto dal giudice Naveed Igbal. Da
allora vive nel braccio della morte.
«Sono sposata con un uomo
buono (…) abbiamo cinque figli, benedizione del cielo», scriveva nel
2012 quando la sua vicenda aveva ormai mobilitato milioni di persone,
rivolgendosi a tutti coloro che nel mondo avevano a cuore la sua sorte,
«voglio soltanto tornare da loro. (…) Un giudice, l’onorevole Naveed
Iqbal, un giorno è entrato nella mia cella e, dopo avermi condannata a
una morte orribile, mi ha offerto la revoca della sentenza se mi fossi
convertita all’Islam. Io l’ho ringraziato di cuore per la sua proposta,
ma gli ho risposto con tutta onestà che preferisco morire da cristiana
che uscire dal carcere da musulmana. “Sono stata condannata perché
cristiana – gli ho detto – credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei
mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare
la mia vita per Lui”».
Per “blasfemia” si intende qualsiasi
atteggiamento ed espressione irriverenti nei confronti di Dio e della
religione. In Pakistan che, con 180 milioni di abitanti, al 97%
islamici, è il secondo più popoloso Paese musulmano dopo l’Indonesia, la
legge che la punisce, la cosiddetta “legge nera”, è stata istituita nel
1947, anno di fondazione del Paese, il cui nome in urdu vuol dire
“terra dei puri”. Nel 1986, durante la dittatura di Zia-ul-Haq, è stata
emendata su richiesta degli integralisti introducendo la pena di morte
per chi profana il Corano, dissacra il nome del Profeta Maometto e in
qualsiasi modo offende la religione islamica. Spesso l’accusa di
blasfemia viene in realtà usata come arma in conflitti di interesse, per
avere la meglio contro un avversario, per vendicarsi di qualche torto
subito e per colpire le minoranze religiose del paese. Difatti, la
maggior parte di coloro che vengono condannati in primo grado poi
vengono assolti in appello per mancanza di prove. Tuttavia, non sempre
questo li salva. Alla giustizia si sostituisce la popolazione, gli
attentati sono frequenti al punto che molti imputati non assistono ai
dibattimenti in aula per timore di aggressioni. Molte delle persone
assolte decidono di lasciare il Paese per salvarsi la vita.
Chi si
pronuncia per una revisione della legge, che almeno ne attenui le pene
escludendo quella capitale, si espone alla riprovazione generale e va
incontro alla morte. Nel 2011, per aver difeso Asia Bibi ed essersi
impegnati per introdurre degli emendamenti alla legge, sono stati
assassinati il governatore del Punjab, Salman Taseer, e il ministro
federale per le minoranze religiose, Shabbaz Bhatti, un cattolico. I
giudici stessi temono la collera degli integralisti e ne tengono conto.
Il conferimento del Premio Nobel per la Pace a Malala Yousafzai –
annunciato l’11 ottobre e che certo in Pakistan, suo Paese di nascita,
non è piaciuto – può aver influito sulla loro decisione di confermare la
condanna di Asia Bibi.
Il vescovo di Islamabad/Rawalpindi,
monsignor Rufin Anthony, ha definito quella dei giudici una «decisione
straziante» e ha lanciato un appello ai cristiani di tutto il mondo,
raccolto dall’agenzia di stampa missionaria AsiaNews, perché «si
uniscano alla preghiera per Asia Bibi e per le altre vittime di
blasfemia». Padre Adsher James, dell’arcidiocesi di Lahore, ha
annunciato che domenica 19 si svolgeranno delle iniziative di
solidarietà a cui tutta la comunità cristiana è invitata a partecipare.
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PUTIN OBAMA — SE, VOI NON MI
AIUTATE, A CONDANNARE LA SHARIAH, IN ONU: IMMEDIATAMENTE! Benjamin
Netanyahu MI VERRà A PRENDERE, ED IO ANNIENTERò LA LEGA ARABA CON ARMI
ATOMICHE! PERCHé, IO COME RAPPRESENTANTE DEI MARTIRI CRISTIANI, IO HO LA
GIURISDIZIONE PER FARE QUESTA OPERAZIONE!
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Le
falsità di Borghesi su Ratisbona. di Riccardo Cascioli14-10-2014. È
incredibile come certi intellettuali, per accreditarsi come fedelissimi
di papa Francesco sentano il bisogno di sparare sui papi precedenti,
contribuendo ad accreditare l’idea che sia iniziata una nuova epoca
nella Chiesa – più libera, più vera, più attaccata alla fede in Gesù
Cristo – in rottura con la precedente – ovviamente oscurantista, chiusa,
intransigente, arroccata sui valori, incapace di incontrare gli altri
-.
È un’immagine caricaturale della Chiesa e dei Papi, e l’ultimo
a unirsi a questo coro conformista è il filosofo Massimo Borghesi, che
in una recente conferenza svolta a Padova ha addirittura addebitato a
Benedetto XVI la responsabilità morale di stragi e persecuzioni dei
cristiani nei paesi islamici a causa del famoso discorso di Ratisbona
del 12 settembre 2006 (vedi video al minuto 18). Obiettivo di Borghesi
sono quelli che lui definisce «i teocon di ritorno» che hanno criticato
papa Francesco per la sua presunta timidezza nei confronti dei
terroristi islamici che hanno costretto i cristiani iracheni alla fuga.
Secondo Borghesi, costoro avrebbero voluto che «il Papa dichiarasse
guerra all’islam» (a noi non risulta che qualcuno si sia espresso in
questi termini), e per dare più forza a questo giudizio, afferma
letteralmente:
«…Già Ratzinger, Benedetto, fece quell’errore di
mettere Maometto di mezzo nel discorso di Ratisbona e ci furono
uccisioni, e ci furono persecuzioni. Non puoi dire l’islam, perché
nell’islam c’è di tutto, (…) e se dici così vuoi la morte dei cristiani
nelle zone a rischio…».
Sul valore di quel discorso ovviamente è
legittimo avere anche opinioni diverse, ma accusare papa Benedetto XVI
di essere causa diretta di uccisioni e persecuzioni di cristiani è una
enormità sconcertante, e soprattutto un falso storico. Forse una morte,
in Somalia, può essere legata alle pretestuose reazioni di certo mondo
islamico, ma Borghesi dovrebbe almeno sapere che ci sono state decine di
migliaia di cristiani uccisi nei paesi islamici prima del discorso di
Ratisbona (Regensburg) e anche dopo, senza che alcun legame ci fosse con
quell’intervento. Non solo, poche settimane dopo il discorso, 38
musulmani scrissero al Papa non per protestare ma per dialogare su fede e
ragione. E un anno dopo furono 138 i dotti musulmani che scrissero una
seconda lettera a papa Benedetto XVI e anche ai capi delle Chiese
ortodosse e protestanti, proponendo un dialogo sul tema dell’amore a Dio
e al prossimo.
Ma per ricordare il valore del discorso di
Ratisbona, riproponiamo ampi stralci di un articolo di padre Samir
Khalil Samir, un gesuita tra i massimi esperti del mondo islamico,
pubblicato sull’agenzia AsiaNews il 16 gennaio 2007 (clicca qui per la
versione integrale):
DIALOGO CHIESA-ISLAM: RIPARTIRE DAL PAPA DI REGENSBURG
di Samir Khalil Samir, sj
La
lezione magistrale di Benedetto XVI a Regensburg è stata vista da
cristiani e musulmani come un passo falso del papa, un suo banale
errore, qualcosa da dimenticare e lasciarsi alle spalle, se non vogliamo
fomentare una guerra fra religioni. In realtà questo papa dal pensiero
equilibrato e coraggioso, per nulla banale, a Regensburg ha tracciato le
basi di un vero dialogo fra cristiani e musulmani, diventando voce di
molti musulmani riformisti e suggerendo all’Islam e ai cristiani i passi
da fare.
Ancora oggi in occidente e nel mondo islamico vi sono
forti reazioni a quel discorso. Ma molti studiosi musulmani cominciano a
domandarsi: “Passata la burrasca dei fraintendimenti, in fondo, cosa ci
ha detto Benedetto XVI? Ha detto che noi musulmani corriamo il grande
rischio di eliminare la ragione dalla nostra fede. In tal modo la fede
islamica diviene solo un atto di sottomissione a Dio che al limite può
cadere nella violenza, magari ‘in nome di Dio’, o ‘per difendere Dio'”.
Violenza, ragione e crisi dell’Islam
Proprio
la citazione di Manuele II Paleologo, tanto bistrattata e odiata, era
importante perché sottolineava che “Dio non ama il sangue e la
violenza”, e che la violenza è contraria alla natura di Dio e dell’uomo.
Purtroppo, siccome questa frase è stata pronunciata il 12 settembre, un
giorno dopo l’anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle, la gente
l’ha letta in chiave politica (aiutati dalla manipolazione di al Jazeera
e dei liberal occidentali).
Adesso la stessa gente musulmana si
chiede: “Tutto sommato, il papa ha detto che nell’Islam c’è il rischio
di violenza. E questo non è vero? Non è la nostra storia e il nostro
problema quotidiano? Non c’è il rischio di svuotare la fede separandola
dalla ragione e dal pensiero critico?”. Anche se non in pubblico,
diversi studiosi islamici affermano: “Questa separazione fra la fede e
la ragione è più che mai il pericolo attuale dell’Islam!”.
Nel
IX-XI secolo l’Islam ha integrato nella sua visione la dimensione
ellenistica della filosofia greca e, attraverso questa, la dimensione
critica, logica, ragionevole. Questo è stato fatto grazie ai cristiani
che vivevano nel mondo musulmano. Ma da quasi mille anni l’Islam ha
evacuato la ragione e ripropone di continuo un’applicazione letterale di
quanto si è detto nel passato. La crisi attuale del mondo musulmano ha
come base proprio il divario fra la fede e la ragione e in varie forme,
sono tanti i musulmani che lo dicono.
Circa un mese fa, il
ministro egiziano della Cultura, Farouk Hosni, in parlamento, ha
criticato la diffusione del velo islamico in Egitto dicendo che “questo
[uso del velo – ndr] non si è mai visto prima nel nostro paese. Su
questa strada siamo tornati indietro di almeno 30 anni”. Un altro
parlamentare è intervenuto a dargli man forte: “Non solo siamo tornati
indietro di 30 anni, ma all’epoca di Mehemet Alì [cioè agli inizi del
XIX secolo]”.
Purtroppo il ministro è stato accusato di andare
contro la Costituzione egiziana, che prevede il Corano e la sharia come
fonti della legislazione. Così, Farouk Hosni, ministro da 20 anni e noto
artista, ha rischiato di essere dimesso da parte dagli integralisti. In
più, avendo egli 62 anni e non essendo sposato, è stato anche attaccato
e accusato di essere omosessuale.
La crisi dell’Islam è sotto gli
occhi di tutti ed è sottolineata da tutti gli intellettuali. Essa è un
tentativo di rifugio nel passato per paura dell’autocritica, della
ragione e della modernità.
Quando il papa sottolinea di integrare
la ragione nella fede – e ai laici di integrare la dimensione spirituale
nel concetto di ragione – in realtà suggerisce all’Islam la strada per
fare dei grandi passi avanti.
Il coraggio di parlare
Un
altro elemento importante emerso a Regensburg è il coraggio di parlare: è
ora di finirla di avere sempre peli sulla lingua quando si parla
dell’Islam. Anche un papa ha pieno diritto di dire le cose in modo
semplice e diretto ai nostri fratelli musulmani, così come agli ebrei,
ai laici, e ai propri cattolici. Questo papa ha rivendicato la libertà
di parola.
La seconda cosa: lui ha detto cose ragionevoli e
spiacevoli, ma è convinto che tali cose vanno dette perché questo è il
contenuto di un vero dialogo. Lo scopo del discorso di Regensburg – è
detto nella conclusione – è proprio il dialogo umanistico, che non
rigetta nulla di positivo nell’Islam e nell’illuminismo, ma critica ciò
che di estremista e di anti-spirituale vi è nell’uno e nell’altro. In
tal modo Benedetto XVI ha messo le basi di un dialogo universale facendo
una proposta alle due opposte tendenze di oggi: da una parte l’Islam
con un fideismo che esclude la ragione (e vale la pena precisare che ciò
non significa che tutto l’Islam ha sempre rigettato la ragione, come
qualcuno ha voluto fargli dire); dall’altra, ha fatto una proposta
all’illuminismo laicista, razionalista che elimina come insignificante
la religione.
Da Regensburg in poi egli ha pure “mostrato” questo
dialogo, facendo gesti concreti. Vale la pena ricordare la preghiera del
papa nella Moschea blu ad Istanbul, nel suo viaggio in Turchia. Il papa
ha sottolineato nei fatti che noi cristiani riconosciamo e rispettiamo
la dimensione spirituale presente nell’Islam: si è tolto le scarpe
entrando nel luogo sacro (una tradizione che è biblica e che si ritrova
per esempio presso i Copti e gli Etiopi); invitato a pregare, si è
girato verso il mihrab, la nicchia che indica la Mecca. Egli ha pregato
perchè non riduce l’Islam a politica; ha pregato senza creare ambiguità o
confusione. Questi gesti hanno dato il vero significato del discorso di
Regensburg per i musulmani.
Il papa, maestro di interpretazione del Corano
Ancora
oggi vi sono musulmani che mi scrivono ringraziando il papa per quello
che ha detto in Germania. Già subito dopo il discorso, il tunisino
Abdelwahhab Meddeb ha detto grazie a Benedetto XVI, perché “finalmente
qualcuno osa parlare e punta il dito sulla violenza nell’Islam”. Per
Meddeb “il seme della violenza nell’Islam si trova nel Corano”, come ha
intitolato un suo articolo.
Questa affermazione – di un musulmano –
mette in luce il vero, grande problema del dialogo attuale: la mancanza
di verità, il non accettare di confrontarci sui punti critici.
Sulla
questione della violenza, tutti i musulmani sanno che i semi sono nel
Libro sacro, ma tutti anche cercheranno di nasconderlo dicendo che “No,
non è vero, l’Islam significa pace, salām, rispetto, non violenza”,
negando i fatti.
Il discorso di Benedetto XVI non ha negato i
fatti, ma ha proposto di comprenderli all’interno di un contesto umano.
Ha cioè suggerito all’Islam di iniziare a fare l’interpretazione dei
testi.
Quando il papa ha citato il versetto del Corano, “non c’è
violenza in materia di fede” (Sura della vacca, 2,256) ha aggiunto una
frase che ha scandalizzato molti: “ma questo è probabilmente una delle
sure del periodo iniziale… in cui Maometto stesso era senza potere e
minacciato”.
Questi commenti mi sembrano fondamentali: egli spinge
a fare un lavoro di esegesi verso i testi sacri. Nel caso specifico,
egli ha fatto un esempio di ermeneutica del Corano, proponendo la
lettura di quel verso dentro l’esperienza umana di Maometto.
(…)
Con il suo piccolo commento, Benedetto XVI sembra suggerire ai
musulmani: dobbiamo leggere il testo nel contesto; e questo è
fondamentale per cominciare un dialogo islamo-cristiano. Occorre
rileggere i libri sacri per vedere “le circostanze della rivelazione”
(asbāb al-tanzīl, come dice la tradizione musulmana). In questo il papa
riprende la sana tradizione dell’interpretazione che era viva nel IX
secolo. Purtroppo nell’Islam contemporaneo questa cosa non si fa più.
(…)
Il papa ha avuto il coraggio di identificare i punti chiave: la
ragione, la violenza, l’ermeneutica…E ha messo il dito nella piaga sulla
questione dell’interpretazione del Corano, senza di cui non si riesce a
dialogare.
Questa spinta all’Islam verso l’interpretazione è
fatta per amore stesso dell’Islam. Alcuni teologi cristiani e musulmani
hanno criticato il papa per essere stato troppo duro a Regensburg e lo
hanno invece applaudito in Turchia. In realtà è lo stesso papa che, per
amore dell’Islam, a Regensburg non ha mancato di criticarlo, e a
Istanbul non ha mancato di fraternità spirituale.
La missione cristiana tentata dal relativismo
A
Regensburg Benedetto XVI ha osato parlare di violenza, mancanza di
ragione, necessità dell’interpretazione nell’Islam e per questo molti
intellettuali musulmani lo hanno elogiato e hanno sperato che “il papa
non chieda scusa”. In occidente, le richieste di “scuse” erano
innumerevoli, anche fra i cristiani. In realtà è successo che
l’atteggiamento del papa a Regensburg ha sconquassato la concezione
troppo irenica della missione della Chiesa e il perbenismo tollerante
laico. Benedetto XVI ha fatto comprendere che dire la verità, dire delle
cose che fanno male, non è un insulto, ma una strada di guarigione.
Ogni tanto bisogna offrire anche una medicina amara.
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Al
Nusra rapisce un frate in Siria per allearsi con l’Isis. di Giorgio
Bernardelli08-10-2014. Hanno scelto l’obiettivo più facile, quello che
avevano già minacciato altre volte: la Valle dell’Oronte, con i suoi
duemila cristiani che osano addirittura definirsi i figli di san Paolo,
perché l’apostolo deve per forza essere passato di qui andando da
Gerusalemme ad Antiochia. Domenica sera sono arrivati a Knayeh, in
quest’angolo del nord-ovest della Siria a due passi dal confine con la
Turchia. E oltre a seminare il terrore hanno portato via il parroco – il
francescano padre Hanna Jallouf, 62 anni, frate della Custodia di Terra
Santa originario proprio di questa comunità – e una ventina di giovani,
tra cui anche alcune ragazze. Le suore francescane Missionarie del
Cuore Immacolato di Maria – tra cui anche l’ottantenne suor Patrizia
Guarino, originaria dell’Irpinia – sono riuscite a mettersi in salvo
nelle case di alcuni amici. Ma del parroco e degli altri ostaggi a ormai
due giorni di distanza non si hanno notizie.
Sequestrati da chi? A
Knayeh di dubbi ne hanno ben pochi. E infatti il comunicato diffuso
dalla Custodia di Terra Santa da Gerusalemme parla espressamente di
«brigate legate a Jabat al Nusra», il movimento islamista che da anni
ormai semina il terrore in Siria. Jabat al Nusra, il «Fronte della
vittoria», cioè la formazione qaedista che fino a ieri è stata il
principale punto di riferimento degli islamisti nella guerra contro
Assad. Fino a quando gli iracheni di al Baghdadi – con il sostegno dei
combattenti stranieri – non hanno cominciato a giocare una partita
autonoma, dando vita all’Isis e al Califfato. Ma in Siria tutto questo
succede a Raqqa e a Deir ez Zor, non certo nella Valle dell’Oronte. Dove
– invece – c’è tuttora Jabat al Nusra, che è una presenza non meno
minacciosa. È infatti a questa formazione che si attribuiscono sequestri
come quello dei due vescovi di Aleppo, nelle mani dei jihadisti
dall’aprile dello scorso anno. Ed erano state sempre le milizie di Jabat
al Nusra qualche mese fa a prendere di mira la popolazione cristiana di
Knayeh, imponendo a padre Jallouf di non suonare più le campane della
chiesa, come avevamo raccontato in un articolo pubblicato su questo sito
nello scorso mese di dicembre.
Il dubbio su questo nuovo
sequestro – dunque – è piuttosto un altro: in che rapporti sta oggi
Jabat al Nusra con il Califfato? Dall’inizio dei raid della «coalizione
internazionale» i capi di questa formazione jihadista hanno detto,
infatti, senza mezzi termini di aver buttato alle ortiche le divergenze
del passato e di aver scelto di fare fronte comune con l’Isis, per
combattere «i crociati». Quanto accaduto a Knayeh ha dunque tutta l’aria
di essere un modo lugubre per sancire questa alleanza, prendendosela
come al solito con i più deboli e i più esposti: le comunità cristiane
locali.
Tutto questo non fa altro che confermare l’ipocrisia di
chi con i raid aerei finge di dare risposte all’avanzata dello Stato
islamico ma poi si tiene alla larga dal pantano siriano, facendo
distinzioni che sul campo non esistono più. L’ipocrisia di chi si lascia
mettere sotto scacco da quella Turchia che ha chiuso più di un occhio
sui traffici di armi e uomini di formazioni come Jabat al Nusra. E oggi
schiera il suo esercito alle frontiere più come arma di pressione contro
ogni forma di negoziato con Damasco che per combattere sul serio
l’Isis.
Ed è proprio in questo quadro drammatico che Papa
Francesco ieri ha preso una nuova decisione molto forte, annunciando che
il prossimo concistoro dei cardinali – già convocato per il 20 ottobre –
non sarà la prevista riunione formale per la promulgazione di alcune
cause dei santi, ma un vero e proprio vertice sul Medio Oriente, da
tenere all’indomani della chiusura del Sinodo. Un ulteriore modo per
ribadire che le sofferenze dei cristiani di questa area del mondo sono
una ferita che sanguina per tutta la Chiesa. E per scongiurare tutti noi
di non chiudere gli occhi nell’indifferenza davanti a quelle comunità
che da Homs ad Aleppo, fino a Mosul e oggi a Knayeh continuano a
conoscere sempre nuove stazioni di una Via Crucis ormai infinita.
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Sentinelle
aggredite. Il silenzio spaventa i violenti. di Andrea
Lavelli06-10-2014. All’indomani della grande veglia nazionale
organizzata dalle Sentinelle in Piedi nella giornata di ieri sarebbe
bello poter parlare solo del grande risultato raggiunto: più di 10.000
persone hanno riempito le piazze di 100 città italiane da nord a sud (si
tratta di dati ancora provvisori) per testimoniare ancora una volta che
in Italia esiste un popolo che non ci sta a piegarsi di fronte
all’avanzata di leggi che minacciano la libertà d’espressione e la
famiglia.
E invece la cronaca ha nuovamente fatto registrate in
tutta Italia episodi di intolleranza nei confronti delle Sentinelle da
parte di sigle della sinistra estrema, dei centri sociali e da militanti
LGBT. Nel migliore dei casi i veglianti sono stati “solo” pesantemente
insultati, mentre in alcune piazze si è arrivati al linciaggio vero e
proprio.
È il caso di Rovereto, dove i veglianti hanno subito
un’aggressione che ricorda da vicino i peggiori metodi dello squadrismo
d’altri tempi. Mentre gli organizzatori erano intenti a preparare la
piazza per la veglia, ecco arrivare un gruppo di una ventina di giovani
identificati come anarchici che distruggono il loro materiale e
aggrediscono fisicamente le Sentinelle: uno di loro ha subito la rottura
del setto nasale, mentre un sacerdote, ha avuto una lesione alla testa e
due giorni di prognosi.
Ha del surreale anche il caso di Bologna,
dove più di cento Sentinelle hanno vegliato in un clima da vera e
propria guerriglia urbana. «Mentre ci stavamo predisponendo per la
veglia è giunto in piazza un corteo formato da militanti di Rifondazione
comunista e dei centri sociali che hanno subito cercato di sfondare il
cordone formato dagli uomini della polizia per proteggerci», racconta il
portavoce Gianluigi Veronesi. «La situazione è precipitata al punto che
la polizia è stata costretta a caricare, mentre i contromanifestanti
hanno cominciato a lanciare sui veglianti fumogeni e razzetti da stadio
che hanno raggiunto alcune sentinelle». Seppure in un clima surreale, le
Sentinelle si vedono costrette ad anticipare l’inizio della veglia,
cosa che scatena una fitta pioggia di uova e bottiglie da parte degli
antagonisti: «Molti veglianti sono stati imbrattati e una bottiglia ha
letteralmente sfiorato una bambina di sei anni».
I veglianti a
questo punto si sono trovati praticamente in trappola: «dietro di noi
avevamo la cattedrale di San Petronio, mentre eravamo chiusi su tutti i
lati, con alcuni di noi che si sono trovati vicinissimi ai
contromanifestanti: hanno vomitato bestemmie e ingiurie di ogni tipo»,
racconta Gianluigi. «Circa 80 persone non hanno potuto raggiungere la
piazza per il caos, mentre molte famiglie con bambini sono state
costrette a uscire. Una mamma che spingeva una carrozzina con un bambino
di un anno è stata coperta di insulti e sputi: questo è il fatto che
più di tutti ci ha addolorato».
Le Sentinelle si sono viste
costrette a concludere la veglia anzitempo e solo l’intervento della
polizia ha permesso ai veglianti di lasciare la piazza indenni. «Le
Sentinelle non hanno ceduto ad alcuna provocazione: abbiamo visto negli
occhi dei veglianti molto orgoglio e tenacia. Molti hanno espresso il
desiderio di partecipare più attivamente all’organizzazione».
Mentre
in altre città italiane la veglia è proseguita senza troppi problemi,
sono diversi gli episodi di aggressione simili a quelli di Bologna e
Rovereto in cui la veglia ha scatenato la rabbiosa reazione dei
contestatori.
È successo anche a Torino dove gli antagonisti hanno
circondato i 200 veglianti protetti dalle transenne degli uomini delle
forze dell’ordine, come racconta Daniele Barale. «Per tutta la durata
della veglia ci hanno insultato, ci hanno definito fascisti e omofobi e
ci hanno invitato a restarcene nelle chiese e non in piazza», il che fa
pensare a una curiosa analogia con il ddl Scalfarotto che vorrebbe
relegare l’espressione della libertà di opinione all’interno di chiese e
associazioni. «I contromanifestanti hanno poi provato a sfondare le
transenne della polizia (che è stata impeccabile) e a rompere il nostro
banner. Si sono anche organizzati per andare a prendere di mira diverse
personalità come un rappresentante locale del Movimento per la Vita. Per
tutto il tempo le Sentinelle sono rimaste impassibili».
Nessuna
aggressione invece a Milano, dove però la veglia silenziosa di 400
Sentinelle è stata disturbata da militanti LGBT che con un megafono
hanno urlato volgarità e oscenità di ogni tipo. Pesanti contestazioni si
sono registrate anche a Genova dove 200 contromanifestanti hanno invaso
le fila delle sentinelle, portando anche dei cani che hanno colpito una
vegliante, per non parlare dei casi di Trieste, Pisa, Napoli e di altre
città d’Italia.
Da parte loro le Sentinelle hanno mantenuto
ovunque lo stile pacifico e silenzioso che le contraddistingue,
rifiutandosi di reagire alle provocazioni e ribadiscono che «queste
contestazioni mettono il luce l’enorme inganno che le politiche LGBT
portano avanti, ovvero quello di creare una contrapposizione tra
omosessuali e eterosessuali. Non è l’orientamento sessuale a definire un
individuo, ma la sua integrità. Parlare di omosessuali» continuano le
Sentinelle «come se fossero una categoria uniforme è il primo modo di
creare una divisione e una disuguaglianza. Non tutte le persone con
tendenze omosessuali infatti si riconoscono nei diritti rivendicati
dagli attivisti LGBT. E anche quelli che ci si ritrovano per noi non
sono nemici da combattere ma persone come le altre a cui aprire gli
occhi».
In sostanza questa prima grande veglia nazionale è servita
una volta di più a farci rendere conto che manifestare in silenzio a
favore della famiglia naturale e del diritto di ogni bambino ad avere un
padre e una madre è sufficiente oggi per essere definiti omofobi da
detestare e ridurre al silenzio con le buone o con le cattive.
È
servita a farci capire che è questa la sfida del presente, riaffermare
con decisione e pacatezza ciò che c’è di più ovvio e naturale e
svegliare le coscienze addormentate da chi vuole imporre un’ideologia
che mira a distruggere la natura stessa dell’uomo.
=========================
PUTIN
OBAMA — SE, VOI NON MI AIUTATE, A CONDANNARE LA SHARIAH, IN ONU:
IMMEDIATAMENTE! Benjamin Netanyahu MI VERRà A PRENDERE, ED IO ANNIENTERò
LA LEGA ARABA CON ARMI ATOMICHE! PERCHé, IO COME RAPPRESENTANTE DEI
MARTIRI CRISTIANI, IO HO LA GIURISDIZIONE PER FARE QUESTA OPERAZIONE! https://fbexternal-a.akamaihd.net/safe_image.php?d=AQC6gCDEyT2Xx6Mq&w=487&h=457&url=https%3A%2F%2Ffbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net%2Fhphotos-ak-xpf1%2Fv%2Ft1.0-9%2F1959619_450217268449574_410310219259088280_n.jpg%3Foh%3D0269fa3f474b38268243cef85319df1b%26oe%3D54B7FCBC%26__gda__%3D1420973136_e4ac3a12204682c42a371fcde35c0041
Mijalil Ali Salahadyn Malek
Segui · 7 settembre ·
Es difícil que haya un cristiano
– sea católico romano, protestante histórico , católico ortodoxo –
Que
no haya identificado el concepto de santidad en el hombre con la figura
de Francisco de Asís y no haya deseado imitarlo de alguna manera .
Así
como Jesús es el fundamento , Maria la Madre y Pablo el apóstol de las
gentes , así Francisco es el tipo que encarna en todas las Iglesias la
figura ideal del hombre que intenta la aventura de la santidad y la
expresa en un modo universal .
Paz y bien hermanos en Cristo éste es el santo de que no vio distinción alguna y a los islámicos abrazo con amor .
È
difficile avere un cristiano – è cattolica romana, protestante,
cattolica ortodossa – che non ha identificato il concetto di santità
nell’uomo con la figura di Francis di Assisi e non ha voluto imitarlo in
alcun modo.
Così come Gesù è il fondamento, la madre Maria e Paul
l’Apostolo delle genti, Francisco così è il genere che incarna la
figura ideale dell’uomo che cercano l’avventura di santità e si esprime
in modo universale in tutte le chiese.
Pace e bene fratelli in
Cristo questo è il Santo che ha fatto a non vedere alcuna distinzione e
islamico abbraccio con amore. (Tradotto da Bing)
— con Soy Franciscano, Yaneth Elizabeth P. Nicte, Maria La Esclava Mas Humilde e altri 45
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Es difícil que haya un cristiano
– sea católico romano, protestante histórico , católico ortodoxo –
Que
no haya identificado el concepto de santidad en el hombre con la figura
de Francisco de Asís y no haya deseado imitarlo de alguna manera .
Así
como Jesús es el fundamento , Maria la Madre y Pablo el apóstol de las
gentes , así Francisco es el tipo que encarna en todas las Iglesias la
figura ideal del hombre que intenta la aventura de la santidad y la
expresa en un modo universal .
Paz y bien hermanos en Cristo éste es el santo de que no vio distinción alguna y a los islámicos abrazo con amor .
È
difficile avere un cristiano – è cattolica romana, protestante,
cattolica ortodossa – che non ha identificato il concetto di santità
nell’uomo con la figura di Francis di Assisi e non ha voluto imitarlo in
alcun modo.
Così come Gesù è il fondamento, la madre Maria e Paul
l’Apostolo delle genti, Francisco così è il genere che incarna la
figura ideale dell’uomo che cercano l’avventura di santità e si esprime
in modo universale in tutte le chiese.
Pace e bene fratelli in
Cristo questo è il Santo che ha fatto a non vedere alcuna distinzione e
islamico abbraccio con amore. (Tradotto da Bing)
— con Soy Franciscano, Yaneth Elizabeth P. Nicte, Maria La Esclava Mas Humilde e altri 45
===================
I AM BARI FROM ITALY SHALOM VERY VERY GOOD! ALLELUIAH
http://www.creationevidence.org/evidence/creation_model_session_7.php
I AM UNIUS REI http://drinkypoisonjhwhwins.blogspot.it/
Are you paster
I am Catholic, Acolyte, religion teacher, Bachelor of theology, master web Ministry: in power and fire in HOLY SPIRIT
====================
I
am a poor person, but, I love Jesus so much.. [[ANSWER]] MURDERERS
SECRET AGENTS OF PAKISTAN SHARIAH: FOR SATAN: THE FALSE PROPHET
MUHAMMAD, SEEK YOUR LIFE!
BUT, I SEE THAT, YOU ARE PROTECTED BY
GOD JHWH! BUT, YOU DON’T DO indiscretions, because for a Christian is
TOO EASY to DIE IN PAKISTAN! [[ ANSWER ]]
AGENTI SEGRETI
ASSASSINI DEL PAKISTAN SHARIAH: PER SATANA: IL FALSO PROFETA MAOMETTO,
CERCANO LA TUA VITA! MA, IO VEDO, CHE, TU SEI PROTETTO DA DIO JHWH!
MA, TU NON FARE IMPRUDENZE, PERCHé PER UN CRISTIANO è TROPPO FACILE MORIRE IN PAKISTAN!
It
is clear: the PROJECT of ANY SHARIAH, NAZISM in the Arab League ONU, is
to conquer the world! JIHADIST GALAXY ARE THEIR SECRET SERVICES! so,
too, are also the Pharisees nazi Satanists of the talmud: the Masonic
system: all the Antichrists
è CHIARO: IL PROGETTO DI OGNI NAZISMO
SHARIAH, nella lega araba, è quello di conquistaRe il mondo! GALASSIA
JIHADISTA SONO I LORO SERVIZI SEGRETI! così, ugualmente, sono anche i
satanisti farisei nazi del talmud: il sistema massonico: tutti gli
anticristo.
those who give orders: for kill physically: all
Christians, in the world, is: rothschild and Abd Allah bin Abd al-Aziz
Al Saud, King of Saudi Arabia Abdullah? they are the plot to kill and
disintegrate Israel!
But, since ancient times, God has prophesied that, all things will go differently!
chi
dare ordine: for di uccidere fisicamente: tutti i cristiani del mondo
è: rothschild e Abd Allah bin Abd al-Aziz Al Saud, Re dell’Arabia
Saudita Abdullah? loro sono il complotto per disintegrare Israele!
Ma, Dio dai tempi antichi, ha profetizzato, che, tutte le cose dovranno andare in modo diverso!! https://fbexternal-a.akamaihd.net/safe_image.php?d=AQC6gCDEyT2Xx6Mq&w=487&h=457&url=https%3A%2F%2Ffbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net%2Fhphotos-ak-xpf1%2Fv%2Ft1.0-9%2F1959619_450217268449574_410310219259088280_n.jpg%3Foh%3D0269fa3f474b38268243cef85319df1b%26oe%3D54B7FCBC%26__gda__%3D1420973136_e4ac3a12204682c42a371fcde35c0041
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ooooh
questi: CIA KIEV NATO Merkel Mogherini nazisti: sono malati! CORAGGIO
CACCIATELI FUORI DALLA PROVINCIE DONBASS LIBERO E SOVRANO! ] A Donetsk
si temono provocazioni alle elezioni del 2 novembre. Il CEC, il Comitato
Elettorale Centrale dell’autoproclamatasi Repubblica Popolare di
Donetsk ha paura delle provocazioni il giorno delle elezioni del 2
novembre e si riserva il diritto di modificare l’ubicazione dei seggi
elettorali, ha detto il capo della CEC della Repubblica di Donetsk,
Roman Lyagin. “Ci aspettiamo provocazioni ogni giorno. Le aspettiamo
ora, le aspettiamo il giorno delle elezioni, come è successo il giorno
del referendum” ha detto Lyagin sabato, durante un incontro con i
responsabili delle commissioni elettorali territoriali. Secondo lui, per
la sicurezza nel giorno delle votazioni “verranno mobilitate le forze
di polizia, i servizi di sicurezza e le milizie”.
http://italian.ruvr.ru/news/2014_10_25/A-Donetsk-si-temono-provocazioni-alle-elezioni-del-2-novembre-8355/
Il Comune di Donetsk: in città periodicamente si sentono esplosioni.
La
situazione a Donetsk in Ucraina orientale rimane tesa, in città
risuonano singole esplosioni e colpi, riporta il Consiglio comunale
sabato.
All’inizio nella sede della Repubblica Popolare di Donetsk
è stato riferito che nell’ultimo giorno del bombardamento dei quartieri
Kievskij e Kuibyshevskij a Donetsk, le forze di sicurezza ucraine hanno
ferito quattro civili.
http://italian.ruvr.ru/news/2014_10_25/Il-Comune-di-Donetsk-in-citta-periodicamente-si-sentono-esplosioni-7152/
L’islam
visto da una missione in Medio Oriente. di Piero Gheddo26-09-2014. In
Italia siamo (quasi) tutti convinti che “il vero nemico dell’umanità è
il terrorismo islamico”, ha scritto mons. Bruno Forte il 31 agosto
scorso (su “Il Sole 24 Ore”), lanciando un forte grido d’allarme sul
diffondersi dell’estremismo islamico, oggi “Il Califfato”. Prima c’erano
i Fratelli musulmani, i Talebani, Al Qaeda, Boko Haram e altri locali,
che continuano a soffiare sul fuoco. La sostanza è sempre la stessa: c’è
un nemico mortale dell’uomo (anzi, “il vero nemico”) che si aggira per
il mondo. Non è solo anti-cristiano e anti-occidentale, ma contro
l’umanità intera, contro gli stessi musulmani, pur ispirandosi all’islam
“puro e duro” e alla storia islamica: è l’estremismo radicale, il
terrorismo, la “guerra santa”. E Forte spiega che questo giudizio viene
anche dal fatto che Il Califfato dice di agire “in nome di Dio”, la
peggior bestemmia che si possa immaginare. Ma aggiunge che tutto questo
“non va assolutamente confuso con le forme dell’islam autentico e con le
aspirazioni alla pace e alla giustizia che pervadono il cuore e
l’impegno di tanti musulmani” (vedi il mio Blog del 5 settembre 2014).
Parlo
di questo con un missionario cattolico che vive in un paese islamico
del Medio Oriente. Si dice d’accordo con quanto ha scritto mons. Forte,
però teme che il tragico e travolgente prevalere di queste violenze
disumane, facciano dimenticare ai cristiani d’Italia e d’Europa che la
Chiesa ha scelto, come rapporto con i popoli islamici il dialogo,
l’accoglienza, la solidarietà verso i bisognosi. La Chiesa denunzia e
condanna fortemente l’estremismo e il terrorismo di radice islamica, ma
vede anche queste situazioni con gli occhi di Dio, non con i nostri
occhi pieni di passioni. E mi parla dei frequenti e fraterni incontri
che ha con tre rappresentanti dell’islam nella sua città, che condannano
tutti decisamente il terrorismo islamico, in privato con lui, ma non in
pubblico. A questi amici ha posto questa domanda: “L’umanità potrà
essere una sola famiglia?”e nell’incontro del mese seguente hanno
risposto. Il primo che risponde è molto fedele al Corano, ma come lo
interpreta lui. Mi dice per esempio: «Ormai siamo amici, ma non potrei
darti la mano, perché sei un cristiano, un miscredente. E poi,
poveretto, non potrai salvarti! Dio vuole solo credenti nell’Islam. Gli
altri sono esclusi dalla convivenza umana. L’umanità non potrà mai
essere una sola famiglia, lo proibisce il Corano!». IL secondo, o
meglio, la seconda, è una donna e un po’ più aperta ad accettare il
dialogo con appartenenti ad altre culture e religioni. Spesso racconta
le difficoltà della convivenza anche all’interno del suo ambiente
musulmano e della sua stessa famiglia. In realtà lei nota un
moltiplicarsi di posizioni sempre più differenziate all’interno degli
stessi musulmani, uno spirito e uno sguardo di giudizio, quasi di
controllo sulla fedeltà degli altri alle tradizioni e pratiche di
preghiera, ramadan, elemosina e doni cultuali, portamento del velo, ecc.
Questo è dovuto a un certo indottrinamento da parte di persone venute
da altri paesi. Il missionario aggiunge: «Infatti io vedo crescere il
razzismo nei confronti di persone di colore diverso e di religione
diversa, un crescendo di secolarismo e di comportamenti di ipocrisia
anche in persone semplici, che non sono mai state così».
La
signora risponde decisamente: «Oggi è impossibile che l’umanità diventi
una sola famiglia, non siamo uniti nemmeno noi musulmani e temo che ci
divideremo sempre più, vedendo dove porta un certo modo radicale ed
estremista di vivere l’islam!».
Il terzo è un professore che negli
incontri mantiene il ruolo di ascolto rispettoso e spesso concilia e
avvicina le posizioni divergenti. Legge molto e ama informarsi ed
estendere le sue conoscenze. La sua risposta è questa: «La cosa va
studiata. Anche all’interno dell’islam, ci sono persone che si impegnano
alla convivenza rispettosa con i non musulmani, atteggiamento che
suscita divisioni fra noi. Non mi, sento di prevedere il futuro, che
comunque è sempre nelle mani di Allah».
«Le tre risposte –
conclude il missionario – mostrano che all’interno del mondo musulmano
le divergenze possono aiutare a una riflessione più profonda sull’islam,
alla rilettura dello stesso Corano e all’ascolto rispettoso delle altre
esperienze religiose. E capisco meglio il mio servizio di
accompagnamento nell’ascolto reciproco, nella riflessione e nello
scambio di esperienze e di valori». Il missionario, vivendo in paese
islamico, leggendo anche la stampa locale e frequentando molti
musulmani, anche persone autorevoli in campo religioso-culturale, è
convinto che il terrorismo islamico è certamente contro l’Occidente
cristiano (“ma voi siete sempre meno cristiani!” mi dice), ma è ancora
più convinto che la battaglia finale sarà tra musulmani violenti e
intolleranti, e musulmani veramente amanti della pace e della convivenza
tra popoli di diversa religione e cultura. La soluzione del terrorismo
islamico non verrà quindi, secondo lui, dalla guerra dell’Occidente
contro l’islam e dal rifiuto dei musulmani come tali, ma dal dialogo e
dall’appoggio e sostegno delle iniziative che nascono nell’islam,
contrarie alla “guerra per Dio”. Un conto è “fermare l’ingiusto
aggressore”, un altro è dimenticare che l’islam è una grande e nobile
religione (è un discorso che va approfondito) e condannare tutti i
musulmani come nemici dell’Occidente. Questa mentalità, se si diffonde
anche fra noi cristiani, porta inevitabilmente alla guerra totale,
mondiale, che non avrà né vinti né vincitori.
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Vogliono
conquistare Roma, ecco perché. di Massimo Introvigne24-09-2014. La
promessa di Abu Muhammed Al Adnani, portavoce dell’Isis, lo Stato
Islamico dell’Iraq e della Grande Siria guidato dal Califfo Ibrahim,
noto anche come Abu Bakr al-Baghdadi, in un documento diffuso dai media
di tutto il mondo, è di quelle che fanno paura: «Conquisteremo la vostra
Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre
donne». Si registrano tante reazioni di politici, alcune serie e altre
che assomigliano un po’ alle farneticazioni di crociati della domenica,
convinti che più si urla più ci si rende graditi agli elettori. Calma:
come abbiamo già spiegato su queste colonne – e come, più autorevolmente
di noi, va spiegando Papa Francesco – certe reazioni fanno solo il
gioco del Califfo. Ibrahim e i suoi complici urlano e provocano sperando
proprio di trovare in Occidente reazioni scomposte che finiranno
prontamente sulle pubblicazioni dell’Isis. E che permetteranno al
Califfo di sostenere che sì, è in corso una guerra fra il Califfato e
gli «occidentali», i «crociati», i «cristiani», ed è dunque dovere di
tutti i buoni musulmani accorrere in soccorso di Ibrahim e arruolarsi
sotto le sue bandiere. Quella che qualcuno ha chiamato «strategia
Francesco» – dal nome del Papa, che per primo l’ha proposta – appare
invece come l’unica risposta politicamente e culturalmente adeguata alle
provocazioni dell’Isis. Si tratta di insistere sul fatto che il Califfo
non massacra solo cristiani, ma anche fedeli di altre religioni –
chiedere per informazioni ai poveri yezidi, seguaci di un antico culto
gnostico iracheno –, musulmani sciiti, e anche sunniti che non sono
d’accordo con la sua interpretazione estrema e ultra-fondamentalista del
Corano. La guerra non è tra il Califfato e i cristiani, è tra il
Califfato e il mondo, e il modo di disinnescare la propaganda di Ibrahim
è schierare contro di lui una coalizione politica e militare che
comprenda anche non cristiani, anche musulmani, anche sunniti e che
dunque la sua retorica non possa facilmente etichettare come «cristiana»
o «crociata». Posto dunque che contro il Califfo è indispensabile – per
quanto, per molte ragioni, non facile – sollecitare e ottenere la
collaborazione di altri musulmani, possiamo chiederci se quanto le sue
pubblicazioni, e da ultimo il suo portavoce, vanno dicendo della
conquista di Roma abbia qualche fondamento nella tradizione musulmana.
Anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno, e
perfino il truculento portavoce del Califfo ha ragione quando prende in
giro il segretario di Stato americano Kerry e il presidente Obama, i
quali hanno affermato – quasi fossero dei dottori della legge islamica –
che le dottrine dell’Isis «non sono musulmane». Chi giudica che cosa è
islamico e chi no? L’islam sunnita non ha autorità riconosciute: si dice
che giudicano i «dotti» o «la comunità», che è come dire che non
giudica nessuno. Ma l’islam che cosa afferma di Roma e di una sua
eventuale conquista? Anzitutto, che Roma sia divenuta terra islamica –
e, se una terra diventa islamica, lo rimane per sempre – perché nell’846
una flotta musulmana risalì il Tevere e saccheggiò la città, basilica
di San Pietro compresa, portandosi via le famose decorazioni d’oro e
d’argento che risalivano al secolo precedente, è una tesi sostenuta solo
da fondamentalisti radicali a partire dal secolo XX. Gli storici hanno
dimostrato che di quel saccheggio, per quanto clamoroso, non giunse
neppure notizia ai grandi centri medio-orientali dell’islam, così che
non ne rimane nessuna traccia nei testi dell’epoca. Nei primi secoli i
musulmani s’interessavano molto di Roma come città-simbolo del
cristianesimo, ma quasi nessuno c’era stato. Nei testi dei primi secoli
islamici troviamo descrizioni sbagliate – la si dice circondata dal mare
da tre lati, confondendola con Costantinopoli – o iperboliche: le si
attribuiscono migliaia di chiese, con 120.000 campane, e 23.000
conventi, cifre lontanissime dal vero, tanto più per la Roma del tempo. I
primi musulmani credevano anche a leggende come quelle della «salvatio
Romae», cioè delle statue prodigiose che avrebbero suonato i campanelli
che avevano al collo o preso vita in caso di minacce per la città, o
degli uccelli che recavano miracolosamente a Roma olive o direttamente
l’olio per fare ardere le lampade nelle chiese. Quanto alla conquista di
Roma, per la verità la trentesima Sura del Corano, detta ar-Rum, “dei
Romani”, contiene una predizione che sembra piuttosto favorevole ai
cristiani. I “Romani”, cioè i bizantini dell’Impero Romano d’Oriente,
erano stati sconfitti nella battaglia di Antiochia del 613 dai persiani,
che erano di religione zoroastriana. Questa sconfitta poneva un
problema non solo politico, ma teologico ai musulmani, perché i
cristiani, come gli ebrei, erano comunque un «popolo del Libro»,
considerati superiori ai persiani zoroastriani, considerati (allora,
perché poi si sarebbe aperta una discussione più complessa sul punto)
semplici pagani e idolatri. Per giunta i nemici di Muhammad alla Mecca
affermavano che la vittoria persiana ad Antiochia era la prova che il
politeismo avrebbe prevalso sul monoteismo – cristiano, ebraico o
musulmano – e che le profezie islamiche su una vittoria dei monoteisti
erano false. La Sura ar-Rum afferma che sì, i “romani” sono stati
sconfitti, ma che nel giro di pochi anni si riprenderanno e vinceranno.
In effetti nel 622 la campagna dell’imperatore Eraclio (575-641)
sconfiggerà i persiani. Questo permette oggi ai musulmani di affermare
che la profezia della Sura ar-Rum si è puntualmente verificata, ancorché
gli interpreti non musulmani discutano su quando esattamente la Sura
sia stata scritta in relazione alla campagna di Eraclio.
S’inserisce
qui il mito islamico di Eraclio, basato su una lettera che l’imperatore
avrebbe scritto a Muhammad riconoscendolo come «il messaggero di Dio
citato nel nostro Nuovo Testamento: Gesù figlio di Maria ti aveva
annunciato». L’imperatore avrebbe cercato di convertirsi all’islam con
tutto il suo popolo: ma quando, sobillati dai nobili, i bizantini si
erano ribellati, Eraclio avrebbe fatto marcia indietro affermando che
voleva solo mettere alla prova la fede dei suoi sudditi. Per questa
doppiezza e codardia, Dio lo avrebbe punito e lo avrebbe fatto
sconfiggere dai musulmani in battaglia. Di tutta questa storia,
ampiamente leggendaria, l’unico dato vero è che l’armata di Eraclio fu
effettivamente sconfitta a Yarmouk nel 636 dai musulmani. Ma la leggenda
di Eraclio ha permesso a molti musulmani, fino a oggi, di sostenere che
nel piano divino “Roma” – cioè la capitale dell’impero romano, più o
meno confusa con Costantinopoli – sarebbe dovuta divenire la quarta
città santa dell’islam (dopo la Mecca, Medina e Gerusalemme) e il luogo
da cui l’islam avrebbe conquistato tutto il mondo occidentale. Questo
piano non si sarebbe realizzato nel VII secolo per la debolezza di
Eraclio o per la malizia dei nobili che lo circondavano. Ma resta un
irrevocabile disegno di Dio.
Ahmad ibn Hanbal (780-855), fondatore
della scuola giuridica detta hanbalita – una delle quattro principali
scuole musulmane: la più rigorista e quella tuttora dominante in Arabia
Saudita – riporta nella sua collezione di “hadith”, cioè di detti di
Muhammad, chiamata “Musnad”, che il fondatore dell’islam avrebbe
predetto che «la città di Eraclio (Costantinopoli) sarebbe caduta per
prima, quindi Roma». Sull’autenticità di ciascun «hadith» si può
discutere all’infinito, ma certamente la collezione di Hanbal è
autorevole per i musulmani. Tuttavia, nel corso della storia molte
interpretazioni della profezia – specie recenti, in una situazione
militare che rendeva e rende improbabile una prossima conquista islamica
dell’Europa – la collocano in un contesto apocalittico. Verso la fine
dei tempi– si afferma sulla base di altri “hadith” – cristiani e
musulmani sconfiggeranno insieme le armate dell’Anticristo, dopo di che
si scontreranno fra loro in una località della Siria chiamata Dabiq – un
villaggio di tremila abitanti, tuttora esistente a Nord-Est di Aleppo
–, e lì «le croci saranno spezzate» e i musulmani si apriranno la via di
Roma e del trionfo definitivo. Il Califfo, dunque, quando parla della
conquista di Roma e della battaglia di Dabiq – la cittadina siriana dà
anche il nome alla rivista pubblicata dall’Isis – si appoggia su basi
reali che esistono davvero nella tradizione islamica. Ma ne dà
un’interpretazione letterale e immediata, mentre per la maggioranza
degli interpreti musulmani degli ultimi secoli si tratta di vicende che
vanno collocate in tempi ultimi di cui nessuno conosce la data. Il
Califfo però pensa che i tempi ultimi siano precisamente i nostri, e il
millenarismo è una caratteristica essenziale del suo movimento. E, se i
tempi ultimi non si manifestano chiaramente, si può sempre affrettarli
provocando gli occidentali – che per l’Isis sono tutti e per definizione
“cristiani” – a promuovere una “crociata” contro il Califfato: a
recitare secondo un copione che il Califfo ha già scritto e che
lentamente, ma inesorabilmente dovrebbe portare gli americani e gli
europei verso “Dabiq” e la sconfitta prevista dalle profezie. C’è da
preoccuparsi? Sì, perché il Califfato dell’Isis ha dimostrato
insospettate capacità militari e di propaganda, controlla un vasto
territorio e persuade musulmani ad arruolarsi nelle sue fila in tutto il
mondo, Europa compresa. Ma, preoccupandoci nella misura del
ragionevole, non dobbiamo cadere nella trappola della propaganda del
Califfo e dobbiamo continuare a spiegare che la sua interpretazione del
Corano e degli “hadith” su Roma, se non è del tutto estranea alla
tradizione islamica, è però ultra-minoritaria nell’islam attuale. È
sbandierata a scopo provocatorio, sperando che qualche politico
occidentale ci caschi e presenti i necessari interventi militari contro
l’Isis come uno scontro globale fra occidentali, o cristiani, e
musulmani. È contro questo pericolo che mette in guardia a ragione Papa
Francesco.
============================
QUEL CRIMINALE DI
ERDOGAN è ANDATO A CERCARE DELLE ATOMICHE CONTRO ISRAELE! ANCHE ARABIA
SAUDITA NE HA OTTENUTE! SE, NON FAREMO PRESTO: TUTTA LA LEGA ARABA SI
DOTERà SEGRETAMENTE DI ARMI NUCLEARI! ] [ Il 18 ottobre scorso il
presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha compiuto la visita di
un giorno a Kabul. Questa visita è stata una delle prime di un capo di
uno stato estero nella capitale afghana dopo che Ashraf Ghani si fosse
ufficialmente insediato alla carica del capo dello stato
dell’Afghanistan.
La visita di Erdoğan è stata la prima per un
capo dello stato turco in Afghanistan negli ultimi 60 anni, ciò che non è
passato inosservato a Kabul. A Recep Tayyip Erdoğan è stata consegnata
la massima onorificenza dell’Afghanistan, la medaglia dell’Emiro
Amanullah Khan.
In conclusione della visita le autorità
dell’Afghanistan e della Turchia hanno firmato l’accordo sulla
partnership strategica, l’intesa in base alla quale si impegnano a
collaborare nei campi della “sicurezza, ricostruzione, commercio e
investimenti”.
La dottrina della Turchia è di diventare più forte
potenza regionale. Vuol dire che ha bisogno di cercare di diventare il
leader in quel mondo, il quale esiste attorno a essa. Sembrerebbe che
l’Afghanistan non fosse tanto distante dalla Turchia ma ciononostante
Erdoğan si rende conto che gli americani si ritirano parzialmente
dall’Afghanistan e per la Turchia si aprono delle possibilità, almeno
quelle relative al trasporto. La logica qui è del tutto evidente e
Erdoğan fa bene a recarsi in Afghanistan.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_10_25/La-Turchia-rafforza-la-sua-presenza-in-Afghanistan-9817/
contro,
questa ipocrisia islamica shariah nazi ONU, deve essere subito scritta
la parola “fine!” chi è ipocrita: è l’assassino menzognero: il figlio
del falso profeta Maometto! tutta la LEGA ARABA deve rispondere davnti
al Genere Umano, per il nazismo della sua shariah! ] IL CAIRO, 25
OTTobre. I Fratelli musulmani shariah, condannano gli attentati nel nord
del Sinai, denunciando “la responsabilità del capo del colpo di Stato
(il presidente Sisi) e dei suoi apparati nella morte dei soldati,
vittime di una cospirazione shariah, regionale, e internazionale
shariah”. In un comunicato, la confraternita shariah (messa al bando e
bollata come “organizzazione terroristica shariah”) accusa i vertici
militari di “uccidere i manifestanti shariah, per strada e nelle
università, e anche i soldati con la loro complicità e negligenza”.
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QUALE
è IL SENSO DI QUESTO DISCORSO? L’OMICIDIO, eventualmente, commesso, PER
MOTIVI DI ONORE, per difendere il proprio onore, è UNA ATTENUANTE, PER
non comminare: LA PENA DI MORTE, IN OGNI LEGISLAZIONE DEL PIANETA! ] per
la shariah era l’uomo che doveva essere ucciso! [ ecco perché questi
islamici pervertiti non meritano nessuna fiducia! ] [ ROMA, 25 OTT – Il
ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha espresso oggi il suo
dolore per la morte di Reyhaneh Jabbari, la giovane iraniana impiccata
all’alba. “L’uccisione di Reyhaneh è un dolore profondissimo”, ha detto
Mogherini, secondo un comunicato. “Avevamo sperato tutti che la
mobilitazione internazionale potesse salvare la vita di una ragazza che
invece è vittima due volte”. Secondo la procura iraniana, la giovane
donna avrebbe invece commessi un “omicidio premeditato”. http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2014/10/25/iran-mogherinireyhaneh-vittima-2-volte_d37008b2-60a4-4f5c-9b97-0563977518dd.html
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La
Marina riceverà la nuova portaerei dopo il 2030, lo ha dichiarato il
vice Comandante della Marina russa per gli armamenti Victor Bursuk. Egli
ha anche notato che il complesso della portaerei avrà armi importanti e
veicoli aerei senza equipaggio. Inoltre, sarà costituito da sistemi
robotici che possono operare in aria, a terra e in ambiente sottomarino,
così come nello spazio. Ora, nella Marina russa c’è la portaerei
“Ammiraglio Kuznetsov”.
http://italian.ruvr.ru/news/2014_10_25/La-nuova-portaerei-entrera-a-far-parte-della-Marina-russa-dopo-il-2030-0183/
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Il
mistero dell`autocombustione umana. Chetosi (l’accumulo di acetone) si
verifica nei casi di alcolismo, cattiva alimentazione e diabete. ] voi
siete 4 deficienti! è normale che, si tratta di un male malefico!
AVVICINATEVI A GESù E SARETE PROTETTI!
http://italian.ruvr.ru/2012_10_11/mistero-autocombustione-umana/?slide-4
C.
S. P. B. Crux Sancti Patris Benedecti, Croce del Santo Padre Benedetto,
C. S. S. M. L. Crux Sacra Sit Mihi Lux, Croce sacra sii la mia Luce, N.
D. S. M. D. Non draco sit mihi dux, Che il dragone non sia il mio duce,
V. R. S. Vadre Retro satana. Allontanati satana! N. S. M. V.
Non
Suade Mihi Vana. Non mi persuaderai di cose vane, S. M. Q. L. Sunt Mala
Quae Libas, Ciò che mi offri è cattivo. I.V. B. Ipsa Venena Bibas, Bevi
tu stesso i tuoi veleni. ESORCISMO: (Al segno + ci si fa il segno della
croce), + In nomine Patris, et Filii et Spiritui Sancto. Croce del Santo
Padre Benedetto. Croce Santa sii la mia Luce e non sia mai il dragone
mio duce. Va indietro satana! Non mi persuaderai di cose vane. Sono mali
le cose che mi offri, bevi tu stesso il tuo veleno. Nel Nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo +. Amen!
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NON
SO, VOI AVETE MAI SENTITO PARLARE DI ARMI AD ENERGIA DIRETTA COME
HAARP? Un mistero dei merli neri Le morie colossali di uccelli in vari
paesi del mondo ha provocato un panico tra gli abitanti del pianeta nei
primi giorni del 2011, appena iniziato. Internet è stracolmo di
supposizioni sull’imminente fine del mondo, di cui questo fenomeno
inspiegabile è un segno. Gli scienziati stanno tentando di trovarne
spiegazioni più realistiche. Le morie colossali di uccelli in vari paesi
del mondo ha provocato un panico tra gli abitanti del pianeta nei primi
giorni del 2011, appena iniziato. Internet è stracolmo di supposizioni
sull’imminente fine del mondo, di cui questo fenomeno inspiegabile è un
segno. Gli scienziati stanno tentando di trovarne spiegazioni più
realistiche. Il primo ad avere suonato l’allarme è stato lo Stato
americano dell’Arkansas dove dopo la notte di Capodanno gli abitanti
della città di Beebe hanno trovato a terra un mare di merli morti. Poco
appresso analoga storia è accaduta in Svezia dove ha avuto luogo una
strage di cornacchie. Due giorni dopo 80 uccelli morti sono stati
individuati nella Provincia canadese di Quebek. Poi è stato lanciato
l’allarme in Italia dove a Faenza dove sono state trovate numerose
colombe morte. Secondo gli ornitologi gli uccelli si sono avvelenati con
prodotti chimici. Non è da escludere anche la componente
ambientalistica,- ritiene il Presidente dell’Unione per la tutela degli
uccelli della Russia Viktor Zubakin: Gli uccelli sono assai sensibili al
contenuto di varie sostanze, per esempio, di gas carbonico. In
particolare, un impatto negativo sugli uccelli hanno avuto gli incendi
boschivi che nell’estate scorsa hanno avuto luogo a Mosca,- dice Viktor
Zubakin. Ha gettato olio sul fuoco anche la storia con la moria di
piccoli pesci al largo delle coste degli Usa nel Golfo Chesapik. Alcuni
hanno ravviso in tutto ciò un segno degli imminenti cataclismi, anzi di
un finimondo. Tuttavia, Viktor Zubakin è convinto che in ogni caso
concreto le cause di questi fenomeni possono variare. Secondo i biologi,
nella natura selvaggia le morie di uccelli sono un fenomeno non raro.
Sebbene in varie parti del mondo sono morti migliaia di volatili, gli
scienziati non sono propensi a considerare questo fenomeno sistemico.
Anche se non escludono la possibilità di un’epidemia simile
all’influenza aviaria. Comunque sia, ma il mistero dei merli neri non è
ancora svelato. http://italian.ruvr.ru/2011/01/11/39351658/
C. S. P. B. Crux Sancti Patris Benedecti Croce del Santo Padre
Benedetto C. S. S. M. L. Crux Sacra Sit Mihi Lux Croce sacra sii la mia
Luce N. D. S. M. D. Non draco sit mihi dux Che il dragone non sia il mio
duce V. R. S. Vadre Retro satana Allontanati satana! N. S. M. V. Non
Suade Mihi Vana Non mi persuaderai di cose vane S. M. Q. L. Sunt Mala
Quae Libas Ciò che mi offri è cattivo I.V. B. Ipsa Venena Bibas Bevi tu
stesso i tuoi veleni ESORCISMO : (Al segno + ci si fa il segno della
croce) + In nomine Patris, et Filii et Spiritui Sancto Croce del Santo
Padre Benedetto. Croce Santa sii la mia Luce e non sia mai il dragone
mio duce. Va indietro satana! Non mi persuaderai di cose vane. Sono mali
le cose che mi offri, bevi tu stesso il tuo veleno. Nel Nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo +. Amen! : http://italian.ruvr.ru/2011/01/11/39351658/
ALCUNI
MEGALITI POTREBBERO ESSERE LE VESTIGIA DI CIVILTà PREDILUVIANE, PERCHé
QUELLO ERA UN MONDO DI GIGANTI! La Russia scopre la sua Stonehenge
http://italian.ruvr.ru/2012_05_24/75861211/
15 aprile 2012, Il mistero dei cunicoli sotterranei affascina l’Europa, Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2012_04_15/71814626/
IN
PARTE SONO CROLLATI PER TERREMOTI, E QUINDI, INTERROTTI! ED IN REALTà,
ERANO VIE DI FUGA, LUNGHE MOLTI KM, PER METTERE AL SICURO I NOBILI!
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TROPPE
MORTIFICAZIONI, RICATTI, CRIMINI, VIOLAZIONI, ABUSI, ED UMILIAZIONI,
PER POTER PORTARE INDIETRO LE LANCETTE DELLA STORIA! ORA, O DEVE MORIRE
IL SISTEMA MASSONICO ROTHSCHILD, O DEVE MORIRE LA RUSSIA! IO UNIUS REI,
MI SONO SCHIERATO CON RUSSIA E CINA, E ISRAELE! VOI SATANISTI MASSONI
SALAFITI, VOI VENITE AVANTI!
Marina russa: la Russia è in grado di costruire da sola le navi “Mistral”
La
Russia non dipende dalla Francia nel campo della costruzione delle navi
portaelicotteri di tipo “Mistral” ed è in grado di costruire
autonomamente le navi di questa classe, ha detto il vice Comandante
della Marina russa per gli armamenti Victor Bursuk.
Il capo
dell’Amministrazione presidenziale russa Sergei Ivanov ha detto che la
Russia si proteggerà dalla Francia, in caso di mancata consegna delle
“Mistral” e chiederà i danni per non aver rispettato il contratto.
C.
S. P. B. Crux Sancti Patris Benedecti Croce del Santo Padre Benedetto
C. S. S. M. L. Crux Sacra Sit Mihi Lux Croce sacra sii la mia Luce N. D.
S. M. D. Non draco sit mihi dux Che il dragone non sia il mio duce V.
R. S. Vadre Retro satana Allontanati satana! N. S. M. V. Non Suade Mihi
Vana Non mi persuaderai di cose vane S. M. Q. L. Sunt Mala Quae Libas
Ciò che mi offri è cattivo I.V. B. Ipsa Venena Bibas Bevi tu stesso i
tuoi veleni ESORCISMO : (Al segno + ci si fa il segno della croce) + In
nomine Patris, et Filii et Spiritui Sancto Croce del Santo Padre
Benedetto. Croce Santa sii la mia Luce e non sia mai il dragone mio
duce. Va indietro satana! Non mi persuaderai di cose vane. Sono mali le
cose che mi offri, bevi tu stesso il tuo veleno. Nel Nome del Padre, del
Figlio e dello Spirito Santo +. Amen!: http://italian.ruvr.ru/news/2014_10_25/Marina-russa-la-Russia-e-in-grado-di-costruire-da-sola-le-navi-Mistral-1658/
