Ex-Muslims Blocked from Declaring Conversion

Bugie e menzogne

di Stefano Di Francesco

03/01/2013 09:47:38

Basta trattarci da imbecilli. Basta subire passivamente dalla mattina
alla sera una serie ininterrotta di bugie, falsità, menzogne che
all’unisono vengono raccontate da tutti i media,opinionisti
improvvisati, economisti mediocri ed al soldo del potentato di turno,
incapaci di metterci in guardia prima che si verificasse la crisi ed ora
tutti pronti a dire quali sono le giuste vie di uscita dalla stessa.
Ma che credibilità avete?…cosa volete suggerire da dietro le vostre cattedre ?
Bombardati da una simile mole di falsità, chi può dunque stupirsi che
ancora si dia credito al mediocre Monti, autoproclamatosi salvatore
della Patria, promettendogli l’appoggio ed il voto alle prossime
elezioni.
Poiché non risponde al mio modo di vedere le cose, dilungarmi in lunghe
lunghissime e prolisse elucubrazioni, spesso senza né capo né coda,
vorrei sottoporvi quale punto di partenza un grafico che dovrebbe
iniziare a svelare una delle grandi bugie raccontate dai media,dal Prof.
Monti, dalla BCE, dal FMI, sulla necessità per un paese di realizzare
Avanzi di Bilancio quale precondizione per lo sviluppo e la crescita.

Come si vede dal grafico, il crac del 1929 ebbe la sua ragione non nel
deficit statale USA, che in realtà era un Surplus di bilancio, bensì
nell’eccesso di Debito Privato, proprio quel debito che oggi viene
ignorato, nascosto, come non esistesse e di cui  nessuno parla.
Non ci credete? osserviamo con attenzione il seguente grafico.

Il grafico riporta l’andamento dell’interesse e dell’ammortamento del
debito delle famiglie americane dal 1920 al 2010 dal quale si evidenzia
come negli anni immediatamente precedenti la crisi, a fronte di surplus
del bilancio federale, facesse da contraltare un progressivo e crescente
livello d’indebitamento privato con conseguente crescita degli
interessi che raggiunsero il livello massimo del 14% sul reddito
disponibile delle famiglie. Un cosa pazzesca; solo gli interessi
erodevano il 14% del reddito familiare.
Oggi, come si evince chiaramente dal grafico, siamo nella stessa
condizione del 1929 con un livello complessivo d’interessi enorme.
Nel 1929 eravamo  in una condizione in cui lo Stato Federale (USA) non
emetteva più moneta perchè ne incassava più di quella che spendeva (
realizzava Avanzi di bilancio) e dato che il sistema aureo era
deflazionista poichè la produzione di oro era stagnante, per avere
moneta si ricorse al debito e ci fu un esplosione di debito privato e di
leva finanziaria, sia per la speculazione immobiliare e finanziaria che
per il consumo.
Come uscirono  gli Stati Uniti da questa situazione di grave depressione?
Ecco il terzo ed ultimo grafico che evidenzia cosa fecero per tornare a crescere.

Nel 1933, Roosevelt avviò il New Deal, un programma di spesa pubblica con disavanzo
sostenuto dalla teoria keynesiana e quasi interamente finanziato con
debiti dello Stato verso banche private e con una  svalutazione secca
del -40% del Dollaro rispetto all’Oro.
Inflazionando riuscì, malgrado consistenti deficit pubblici a
ridurre il debito totale ( la linea grigia nel grafico)!!! RIDUSSE  IL
DEBITO!!

Non è difficile de capire!! Anche Monti dovrebbe riuscirci!!
La differenza principale con la situazione attuale  è che avendo
imparato in parte la lezione, ora si è evitata la catena di fallimenti
di banche e di aziende pompando moneta nel sistema  finanziario con i
QE, per cui non si sono raggiunti i livelli di panico bancario di
allora. In America, Giappone e Inghilterra hanno emesso moneta
nell’economia tramite enormi deficit pubblici risollevando la produzione
e il reddito. Non per nulla il Pil sia Uk che degli Usa continua a
crescere.  Nell’eurozona invece si sta replicando, in scala ridotta e
solo ai danni dei paesi del sud-europa, il meccanismo della Grande
Depressione imponendo un cambio fisso e sopravvalutato (allora contro
Oro e oggi contro Marco) e  il divieto per i Paesi di fare deficit
pubblici.
E’ sempre la stessa identica storia, la Macchina dell’Economia funziona
sempre allo stesso modo, non c’è niente di nuovo (inclusa la stupidità
di chi dovrebbe conoscere queste cose ). Ogni volta che c’è un eccesso
di debito ( evidenziato nel grafico dal livello d’interessi pari al 14%
del reddito disponibile delle famiglie del 1939 ed odierno) l’unico modo
per liberarsene è creare inflazione !!!!! Si comprimono i tassi di
interesse reali fino a quando non siano negativi e si inflaziona il
reddito nominale. Non esiste matematicamente altro modo di ridurre il
rapporto debito/reddito o debito/prodotto nazionale. E’ un rapporto tra
due grandezze nominali e devi aumentare il denominatore perchè scenda.
Questo perchè il
denominatore (reddito) dipende dal numeratore (debito), per cui se
cerchi di ridurre il secondo ( attraverso avanzi di bilancio ed
imposizione di tasse, sottraendo quindi  moneta al sistema) scende anche
il primo ed il rapporto peggiora anziché migliorare ( pare che sia
successo proprio così anche ultimamente o no?). L’unica soluzione è
inflazionare il numeratore
.
La via tracciata dal nostro Governo è sbagliata e criminale; porta ad
una consapevole distruzione di ricchezza a vantaggio del  solo sistema
bancario .
E’ necessario che lo Stato realizzi deficit di bilancio; è necessario
realizzare politiche finanziarie repressive con tassi sul debito
inferiori al tasso d’inflazione; è necessario abbattere le tasse alle
famiglie ed alle imprese per permettere all’economia di crescere.
Non ce lo faranno fare finchè resteremo nell’Euro ed in questa Europa di carta?
Bene! Li abbandoneremo al loro destino e lo faremo ridando vita e
dignità alla nostra moneta nazionale, riappropriandoci della Sovranità
Monetaria.
Il resto sono solo chiacchiere da bar.
Viva l’Italia.
Viva Io Amo l’Italia.

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Visualizzo 5 commenti

  • giancarlomatta
    Bene.
    Si tratta, in sintesi, della tesi di “Modern Monetary Theory”,
    sostenuta da numerosi sapienti Economisti ( tra i quali un Premio Nobel
    ) e da numerosi Pubblicisti italiani ( tra questi, portate pazienza …
    Paolo Barnard, Marco Della Luna, e altri ).
    Voglio ripeterlo: al di
    là delle legittime opinioni personali in temi politici, etici,
    religiosi, etc LA STRADA DELLA SALVEZZA NAZIONALE ITALIANA IMPLICA
    L’ABBANDONO DELLA MALEDETTA “UNIONE EUROPEA”, LA RIPRESA DELLA
    SOVRANITA’ NAZIONALE, LA REVISIONE DELLA COSTITUZIONE.
    Il resto è aria fritta, ovvero è il declino irreversibile. Pensateci bene !!
  • Marco_Seghesio
    Presumo
    quindi che l’autorevolezza delle tesi citate, renda futile la
    confutazione di ogni affermazione che da esse (si spera correttamente)
    venisse fatta discendere.
    Trasportando il concetto dal campo religioso al campo economico, potremmo parlare di “Fides sine rationis” ?
    Rilevo poi l’assoluta fiducia che l’analisi economica, anzi
    addirittura soltanto quella monetaria, possa esaurire tutta la “valigia
    delle idee” che un eventuale successo del movimento gli farebbe portare a
    Palazzo Chigi.
    Speriamo in bene.
    Marco Seghesio
  • giusto!
    nell’invisibile e camaleontica dittatura dell’ EURO_DIVINITA’il tesoro
    del popolo è la sua libertà .I pochi che vivono stra bene stanno
    derubando i molti che vivono(se vivono) poveri…
  • Innanzitutto
    voglio fare i miei personali complimenti a Magdi Cristiano Allam. In
    primis per il sito, in secundis per l’ottimo articolo che ora commento,
    trattasi di una super sintesi perfetta, che rende ottimaente l’idea del
    perchè in periodi di recessione sia fondamentale (direi indispensabile)
    applicare politiche di debito cioà fondate sulla spesa pubblica, o per
    usare la terminologia della MMT a deficit positivo. Altrettanto evidenti
    le ragioni per le quali non solo le predette politiche non vengono
    adottate, ma anche perchè sono state vietate (NB in cosituzione).
    Mi complimento con Magdi Cristiano Allam per il suo percorso
    personale e politico. Tengo a precisare che in passato non sempre ho
    avuto una opinione positiva, soprattutto in relazione ai personaggi con i
    quali aveva intrapreso il percorso politico.
    Aggiungo e commento il commento (scusate) di Marco Seghesio. Tengo a
    precisare che milito da tempo nel partito politico che ha fatto del
    federalismo e della “questione Nord” il suo cavallo di battaglia e la
    sua ragione di vita, pertanto conosco e condivido in parte l’analisi del
    sig. Seghesio. Il punto che vorrei sotolineare e che allo stato attuale
    delle cose non è più possibile dividersi tra destra/sinistra/centro,
    nord/sud, federalisti/centralisti. La questione è di sopravvivenza della
    nostra democrazia e delle conquiste civili e di Welfare realizzate
    negli ultimi 67 anni (come minimo). E’ evidente a tutti che la divisione
    può essere operata solo tra chi sta dalla parte dei poteri forti, gli
    architetti del “grande crimine” per usare le parole di Paolo Barnard e
    chi è contro.
    Quando si trattò di combattere il nazismo e l’invasore. se si
    decideva di andare sulle montagne non aveva alcuna importanza se
    combattevi al fianco del comunista, socialista, liberale, azionista,
    republicano, monarchico, ecc.,, oggi allo stesso modo non importa se per
    sconfiggere la tecnocrazia e il vero potere che ha come scopo quello di
    distruggere il nostro modello politico e sociale, liquidando Welfare e
    asset pubblici devo trovarmi al fianco del comunista, del grillino, del
    leghista o del nostalgico fascista, in quanto la priorità è ristabilire
    la democrazia, dopo ci potremo dividere tra chi ritiene di applicare in
    politica economica principi Keinesiani piuttosto che teorie più o meno
    liberiste. Il punto è impegnarsi per ristabilire la possibilità di
    scelta tra le diverse poolitiche economiche e non essere obbligati ad
    applicarne una soltanto contro gli interessi della nazione e decise in
    salotti non democratici o istituzionali, nelle cui stanze i veri potenti
    nominano i vari gaulatier.
    Un saluto a tutti.
  • Marco_Seghesio
    Io
    credo che una politica inflattiva sara’ in parte necessaria per i
    motivi che lei delinea.Vanno comunque osservate le seguenti cose.
    1) La politica inflattiva e’ una truffa, esattamente come tutte le
    altre gherminelle che vengono giustamente criticate in questo
    sito.Inflazionare significa chiedere in prestito un determinato potere
    di acquisto (esempio, nominale 100, reale 100) e restituirne uno
    inferiore (esempio,  nominale 100, reale 80).
    Certo questa sarebbe un
    truffa ai danni dei prestatori e, quando questi fossero i poteri forti
    finanziari, mi pare che si intenda dire: “Che ci importa di truffare i
    truffatori ?”Pero’ costoro non sono gli unici prestatori: le famiglie
    hanno ancora un ruolo importante nella finanza privata e pubblica, anche
    soltanto detenendo depositi bancari e il loro reale potere di acquisto
    e’ il prezzo del loro sudore.
    2) Mi chiedo se Lei abbia letto i volumi di Luca Ricolfi, del tipo
    “Il sacco del Nord”, “La repubblica delle tasse” etc. e se sia d’accordo
    con me che la causa originaria del debito pubblico non siano i
    banchieri, bensi’ gli squilibri territoriali e sociali che
    caratterizzano il nostro paese, che nemmeno il governo “tecnico” di
    Monti mi pare abbia potuto o voluto intaccare (mi pare di aver visto
    quasi solo tasse, tasse e tasse ai danni dei soliti noti all’erario) ed
    anche il presunto fiore all’occhiello della riforma delle pensioni, che
    estende finalmente a tutti il sistema contributivo, non mi pare
    abbia toccato l’altra fondamentale questione della distinzione tra
    previdenza ed assistenza).
    3) Sono d’accordo che l’avanzo primario dello stato (cioe’ al netto
    degli interessi) oggi sia positivo, ma questo non toglie che, come
    premessa per chiedere o pretendere che gli altri paesi europei si
    facciano carico del costo dello strozzinaggio contro l’Italia (dagli
    eurobond fino ad un vera riforma democratica e federale dell’UE),
    realizzando almeno in parte i Suoi auspici, l’Italia dovrebbe dimostrare
    di saper rapidamente sanare il suo consolidato malcostume ed i suoi
    enormi sprechi nella spesa pubblica. Cosa che non ho visto minimamente
    in atto.La recente bocciatura del TAR del Lazio, dell’applicazione dei
    costi standard alla sanita’ di quella regione, mi pare in controtendenza
    rispetto a questo obiettivo.Cosa ne pensa ? Ritiene che tornare alla
    lira, mettendo in secondo piano queste esigenze non ci fara’ ritrovare
    tra dieci anni ancora un debito pubblico elevato, con una moneta molto
    piu’ vulnerabile a tassi che oggi ci sogniamo ?Per quante volte pensa si
    possa “rispondere” alla sfida del debito svalutando, inflazionando o
    ristrutturando ?
    4) Osservo che gli imprenditori piu’ dinamici, cioe’
    quelli che ogni euro che guadagnano sopra lo zero, lo
    ottengono soltanto dalla loro capacita’ di innovare i prodotti ed i
    processi produttivi meglio dei concorrenti, la pensino piu’ come me, che
    come Lei, e di tornare alla lira, per ora, non ne vogliono
    sapere.Magari si sbagliano: veda un po’ di fare cambiare loro idea.
    La
    mia modesta speranza e’ che si possa combattere, giustamente,  la
    rendita improduttiva dei banchieri, senza pero’ rischiare di trovarci a
    difenderne altre, magari meno evidenti e sfacciate, ma non per questo
    piu’ giuste e nobili.
    Marco Seghesio

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Autore: uniusrei x brotherhood universal

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